Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbandonando

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Le belle maniere

179972
Francesca Fiorentina 1 occorrenze
  • 1918
  • Libreria editrice internazionale
  • Torino
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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In una città d'Italia è già accaduto che le signore, con vero coraggio di solidarietà, s'alzassero come spinte da una molla, e, abbandonando in massa lo spettacolo, ne dimostrassero la piena disapprovazione. Se le giovinette sapessero tutte prendere una così eroica risoluzione, il teatro, piuttosto che rinunziare alla grazia e alla freschezza della loro gioventù e all' entusiasmo delle loro anime, sacrificherebbe la rivelazione di tante brutture, per rappresentare un mondo migliore, che risvegliasse desiderio di respirare sempre, anche nella vita, quell'aria di serenità e di benessere comunicato dalla scena agli spettatori. Ma se qualcheduno - il più offeso - non dà l'esempio d'una sola lezione, gli autori continueranno ad ammannire salse piccanti, credendo il pubblico incapace di gustare cibi delicati e appena gustosi. Le più offese siete voi, o giovinette! Dovete ribellarvi voi per le prime alla non arte de' flaccidi scrittori d'oggidì, da cui la donna è rappresentata come una stupida che si lascia ingannare, o come una civettuola che inganna a sua volta. Ammesso però che possiate restare tranquille sin alla fine del dramma, state davvero tranquille; voglio dire, ascoltate tacendo, senza ridere sguaiatamente, senza gestire, senza voltarvi di qua e di là, e senza stare a bella posta con gli occhi fissi in tutt'altra parte che sulla scena, e non perchè qualche cosa attiri la vostra attenzione, ma perchè volete dimostrare che lo spettacolo non vi diverte, non vi piace, o, meglio, non è degno di voi. Questa è posa bell'e buona; come è posa quel vostro torcere la bocca, quell'alzare le sopracciglia in una mossa sdegnosa, tutto il vostro atteggiamento indifferente. Negl'intermezzi poi, fra gli atti, non vi lasciate andare a critiche avventate: vi si potrebbe chiuder la bocca con una mortificazione ben meritata. Se non siete state nemmeno attente alla recita! Che ne potete aver capito? Anche se la vostra elevatezza mentale fosse capace di giudicare, astenetevi dalla critica: solo in famiglia, fra intimi, potrete dire la vostra impressione con garbo, senz'atteggiarvi a superdonne. Se assistete all'opera, evitate, per carità, quel dondolamento del corpo, quel ticchettío del piede, quel mugolío d'accompagnamento che urta chi è vicino, ed è vera e propria mancanza di rispetto e di gusto artistico. Guardate infatti quell'omone in panciolle, che ostenta una grossa catena d'oro sul corpetto sgargiante; come se la gode in quel tentennamento della gamba, che mette in mostra il luccichio della scarpa di vernice! Certo il suo orecchio proverà lo stesso raschío nell'udire la più volgare canzonetta che il coro del"Tannhauser"o il duetto del "Tristano e Isotta". Un'altra prova di gusto, figliole mie, voi darete nel vostro abbigliamento, sia che sediate modestamente ne' posti numerati di platea, sia che sfoggiate la vostra gioventù nella piena luce del palco di prima fila. Non scintillii d'oro o di brillanti chimici, non nastri molticolori ne' capelli bruni o biondi, non scollature, non guanti di pelle lunghi fino alle spalle; ma una camicetta chiara semplicissima, con un'apertura che lasci libero il collo, ma non si prolunghi troppo, un fiore sul petto, un altro, se volete, in testa, adatto al colore delle trecce, e niente di più. La vostra freschezza giovine e sorridente sarà il più grazioso ornamento.

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