Tutto il quadro vive dei misteri e dei miracoli della luce, che, entrando dall’alto di un abbaino, accarezza e accompagna gli oggetti della scena, conferendole nello stesso tempo commozione e perentorietà. Crespi è un vero detective della pittura, che spia ciò che la luce può fare e a quali risultati di racconto può arrivare. Risultati che ritroviamo, ma in chiave diversa, nel Corriere (fig. 84), questo sì un ritratto, in cui l’indagine condotta dal pittore costruisce l’immagine di un uomo, bonario e un po’ sempliciotto, 82. Jean-Etienne Liotard, Giovane donna che legge in costume orientale. Firenze, Galleria degli Uffizi. 83. Giuseppe Maria Crespi detto lo Spagnolo, La sguattera. Firenze, Galleria degli Uffizi. che certo non rifiuta l’offerta di un bicchiere nelle tappe della consegna, e che mostra con disarmante fierezza lo strumento del proprio lavoro: un borsone di cuoio un po’ consunto, carico di importanti missive. Tutto è realizzato con tali tesori di luce e di psicologia da fare di Crespi l’artista che porta la lezione di Rembrandt nei territori della modernità.
Pagina 86
Pagina 224
Plasticità brunita, pose rattenute e sospese, attonito contatto di membra e di panni, composizione ridotta al minimo delle mezze figure, proiettata allo spettatore nello spazio di una feritoia o d'un abbaino.
Pagina 34