Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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SCURPIDDU

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Capuana, Luigi 1 occorrenze

I contadini accorrevano dai dintorni, le donne con le mantelline di panno nero piegate sul braccio; gli uomini, chi con un canestro di frutta, chi con qualche fazzolettata di cicoria da offrire alla massaia; qualcuno col fucile, la carniera e i cani dietro, che abbaiavano allegri. Don Pietro era già arrivato, puntuale sul suo bell'asino che pareva un muletto, con l'ombrello rosso aperto per difendersi dal sole, gli occhiali verdi e i guanti di filo color caffè. E visto Mommo, che era venuto dietro al massaio accorso per aiutarlo a scendere da sella, aveva subito esclamato: - Faccia nuova! Come di chiami? - Mommo. - E che fai qui? - Il Nuzzaru , - egli rispose con aria orgogliosa. - Questo ragazzo è mezzo turco, caro Don Pietro. Non sa neppure il paternostro, - soggiunse, sorridendo, massaio Turi. - Poveretto! Non gliel'hanno insegnato, forse. O lo ha dimenticato? - Lo so, me l'ha insegnato la massaia; e anche l'avemmaria. - Ora il Soldato gli insegnerà la lettura. Il Soldato di cui parlava il massaio era uno dei garzoni della masseria tornato della milizia l'anno avanti. Avendo imparato a leggere e a scrivere, aveva la smania di fare da maestro agli altri. - Bravo! Bravo! Ma, prima di tutto, il timor di Dio, - disse Don Pietro accarezzando la testa del ragazzo. - Poi imparerai anche a servirmi la santa messa. - Io faccio il nuzzaru , non il sagrestano, - rispose Mommo serio serio. Gli era parso che Don Pietro pensasse di condurlo via con sè; e all'idea di dover abbandonare i tacchini e la masseria si era scurito in viso. I contadini, che ormai lo conoscevano, al vederlo vestito da festa, cominciarono a canzonarlo e a dargli scappellotti. - Buon pro, il vestito nuovo! Sembri uno zitu . Sposi la z'a Tegònia? La z'a Tegònia era la serva, vecchia e sdentata, della massaia. - O badate ai fatti vostri! - egli rispondeva stizzito, scansandosi dagli scappellotti. - Vieni, inginocchiati accanto a me, - gli disse la massaia prendendolo per una mano e facendolo entrare nella chiesuola. Gli volevano tutti bene. Attento, servizievole, allegro, con certe sue buffonate divertiva gli uomini la sera, dopo mangiata la minestra e prima che il massaio intonasse il rosario. Il Soldato come lo chiamavano senz'altro, gli aveva già appiccicato il soprannome di Scurpiddu , perchè era magro e sfilato come uno steccolino. Mommo, le prime volte aveva protestato: - Mi chiamo Mommo io! E non voleva rispondere a chi gli diceva Scurpiddu . Poi si era rassegnato. - Tanto, non ti dicono ladro. Non è forse vero che sei uno steccolo? Ingrassa e non te lo potranno dire più. Il massaio lo aveva persuaso così. E parecchi mesi dopo, quando si udiva da lontano il suono dello zùfolo di lui, mentre guardava sull'altura i tacchini pascolanti, anche la massaia esclamava: - Senti come suona bene Scurpiddu ! Ora egli conosceva tutti i fondi della masseria palmo per palmo, e menava i tacchini fin sul ciglione dell'Arcura, d'onde si godeva la vista della Piana di Catania e dell'Etna da un lato, delle colline di Catalfaro e della Nicchiara dall'altro; e si vedeva Mineo arrampicato sul monte, con le torri del vecchio castello e i campanili delle chiese ritagliati sul cielo; e dall'altra parte, laggiù, quasi rannicchiato sotto la roccia rossastra, Palagonía, dov'egli distingueva la casa del notaio; e, lontano, come un sassolino bianco buttato tra l'erba verde, la casa di campagna dov'egli era stato a guardare i tacchini e dove avea patito tante volte la fame e il freddo, perchè spesso si scordavano di lui e non gli mandavano il pane dal paese; e doveva dormire su la nuda paglia, con uno straccio di vecchia bisaccia per coperta, allo scuro. Quanto aveva pianto colà, solo solo, quando il mezzadro del notaio lo picchiava senza ragione, o per cosine da nulla! E tra i singhiozzi chiamava: "Mamma mia! Mammuccia dell'anima mia!". Ora non la chiamava più; avrebbe però voluto sapere dov'era, se mai era ancora viva! se n'era dunque scordata di lui? Chi sa dove le lucevano gli occhi! E vedeva quegli occhi azzurri e il viso pallido e scarno di lei, com'erano l'anno della mal'annata, quando era andata via con tanti altri che non trovavano più di che vivere. Il povero suo padre, tornato a casa, gli aveva domandato: "Dov'è tua mamma?" E lui non sapeva che rispondergli: "Ha presa la mantellina ed è andata via!" E si era messo a piangere, mentre il padre si disperava esclamando: "Scellerata! Scellerata!" quasi sbattendo la testa ai muri: "Doveva morire di fame con noi, scellerata!". Si rammentava benissimo che appunto quell'anno il padre l'aveva allogato per guardare i tacchini del notaio a Palagonía. E così pensando, su quell'altura dell'Arcura, nel silenzio meridiano, mentre i tacchini stavano sdraiati su l'erba digerendo il pasto, si sentiva di nuovo solo solo, quantunque ora avesse il massaio e la massaia che gli facevano da padre e da mamma. E pensava anche che sarebbe cresciuto; che poi non avrebbe più fatto il nuzzaru , ma il garzone, come il Soldato che governava le mule e la giumenta su la quale egli andava a cavallo a capo fila, con le mule legate per le cavezze, una dietro all'altra, la più giovane in coda. Giusto in quel momento lo vedeva scendere per la strada dei Saraceni , con le mule cariche di legna. Cantava. Così avrebbe fatto lui. E siccome il Soldato gli aveva detto: - Quando non hai niente da fare, ripassati la lezione - egli cavò di tasca il sillabario e cominciò a compitare B-a-ba, ad alta voce, C-a-Ca, levando, di tratto in tratto gli occhi dal libercolo per seguire con lo sguardo il Soldato con le mule che, oltrepassato il beveratoio, svoltava a destra, verso la masseria. Poi si distrasse, vedendo arrivare al beveratoio i buoi e le vacche con lo zi' Girolamo che tirava sassi ai vitellini per richiamarli verso le mamme. - Chi sa se è vero che egli va colle Nonne , la notte? Tornava a domandarselo ogni volta che rivedeva il vecchio bovaro. Un sera anzi, portandogli la minestra, perchè il vecchio andava raramente alla masseria, trovatolo già addormentato sul corbello, e non sentendolo rispondere alla chiamata, ebbe paura. - Che sia già andato con le Nonne ? - pensò - e per questo non risponde? E die uno strillo: - Zi' Girolamo! Il vecchio si riscosse. Allora Scurpiddu prese animo, e gli domandò: - È dunque vero che andate con le Nonne ? - Sì, sì; e sta notte verrò a darti dei pizzicotti. - Lo dirò alla massaia! - minacciò Scurpiddu piagnucolando. - Sciocco! Parlo per chiasso. Giusto la sera avanti, nel frantoio mentre gli uomini mangiavano la minestra, parte seduti attorno alla màcina, parte ai lati del torchio, il Soldato aveva spiegato come fanno coloro che vanno attorno con le Nonne . Il massaio diceva ch'era una corbelleria. Ma il Soldato insisteva. Lo zi' Girolamo, ormai lo sapevano tutti, era il capo della congrega. Diventavano sottili sottili come l'aria, entravano nelle case pei buchi della serratura, picchiavano la gente, storcevano le gambe ai bambini per vendicarsi delle mamme, impiastricciavano i capelli a un disgraziato, e quei capelli non potevano venire districati più: chi se li tagliava, moriva sul colpo. - Corbellerie! - ripeteva il massaio. Ma il povero Scurpiddu si sentiva venire la pelle d'oca e stava ad ascoltare il Soldato con tanto di occhi sbalorditi, a bocca aperta. - Una notte, - continuava a raccontare il Soldato , - io tornavo dal paese con le mule. C'era un lume di luna che pareva fosse giorno. Passando davanti al posto dove agghiacciano i buoi, vidi là con quest'occhi - e posso farne giuramento - sul corbello dove dorme lo zi' Girolamo, il suo giubbone di albagio col cappuccio ritto e il bastone tra le maniche incrociate, da parere che lo zi' Girolamo stesse a dormire, al suo sòlito: ma subito mi accorsi che le gambe non c'erano. E mi feci segno della santa croce e passai via. - Corbellerie! - ripetè il massaio. - Diciamo piuttosto il santo rosario. E quella sera il povero Scurpiddu tremava dalla paura nel suo bugigattolo, sotto la coperta di lana, pensando allo zi' Girolamo e a quel giubbone col bastone tra le maniche incrociate, segno che lo zi' Girolamo era andato via con le Nonne , come aveva giurato il Soldato. Per ciò, tornando alla masseria col piatto vuoto, affrettò a dire alla massaia: - Lo zi' Girolamo vuol venire a darmi i pizzicotti con le Nonne ! E allungava le labbra e strizzava gli occhi lacrimosi. - Stupido! E tu credi a queste chiacchiere? Dì un'avemmaria prima di addormentarti, e la Madonna ti farà dormire bene. Infatti quella volta recitò non una ma cinque avemmaria e l'ultima non si accorse di finirla: era profondamente addormentato.

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