Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbaglia

Numero di risultati: 1 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Eva Regina

204099
Jolanda (Marchesa Plattis Maiocchi) 1 occorrenze
  • 1912
  • Milano
  • Luigi Perrella
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
  • w
  • Scarica XML

È il filo d' Arianna che ci guida attraverso al labirinto della vita. « La pazienza, ci disse uno scrittore, è più difficile del coraggio e più meritoria del sacrificio. »Infatti nel coraggio esiste sempre una parte eroica che abbaglia e trascina coloro stessi che compiono l' atto, e le circostanze che lo accompagnano sono sempre così urgenti da forzare anche la debolezza. Scarsi aiuti invece e più scarsi compensi immediati ha la pazienza, che fu detto essere retaggio dei vili, mentre è privilegio dei fortissimi, mentre fu l'antichissima dote dei filosofi, dei savî, degli inventori, che lasciarono una traccia di luce Anzi non v' è conquista, non v' è vittoria senza la pazienza. La medicina moderna che si limita a secondare la resistenza della natura, ad accrescerla se c'è bisogno, chiede alla pazienza il suo soccorso migliore. Ma spesse volte una donnina forte sa assoggettarsi con coraggio a un rimedio pronto quantunque doloroso, e non trova poi la forza della pazienza. Se i suoi incomodi non cedono subito, se un' indisposizione si rinnova, se una malattia si prolunga, eccola ribellarsi, prendersela col medico e col destino, buttare all'aria tutti i rimedi affermando la loro inefficacia, mentre forse la sua impazienza fu solo la causa di tutto. Certo è penoso per un temperamento attivo il vedersi ridotte quasi all'impotenza per qualche male senza nome e senza carattere, talvolta, o per una convalescenza difficile, o per una di quelle lente malattie che sono la disperazione della scienza; eppure se si pensasse quanta parte ha il morale sul fisico, queste persone s' imporrebbero la calma, la serenità, come la più efficace medicina. Io ho conosciuto più d'una signora, costretta a letto e al riposo per una complicazione di mali durante lunghissimo tempo : un anno, quindici mesi, e che mai, mai perdettero il coraggio della pazienza e del buon umore. Il loro morale era così rialzato da imporre agli altri la fede e la speranza nella guarigione : opponevano l'arguzia alle molestie fisiche, si distraevano interessandosi a mille cose del di fuori, gradivano la compagnia delle amiche e non le affiggevano con geremiadi, ma procuravano di dimenticare ogni sofferenza ed ogni malinconia nella conversazione gaia ed affettuosa. Così riuscivano non solo a temperare il male fisico e le sue conseguenze più fastidiose, ma a fortificare la loro resistenza, affrettando la guarigione.

Pagina 535

Cerca

Modifica ricerca