grande scoperta impiastrarli con colori ad olio; segreto per cui fu famosissimo un restauratore Corradi, verso la fine del secolo XVIII; anzi, l’abate
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Lo spagnuolo abate Requeno, soggetto, dice il Lanzi, nel quale si accoppiavano le qualità richieste a disaminare e promuovere la nuova scoperta
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Ma veramente con molte ragioni spiega l’abate Requeno che si trattasse invece di una pura incisione su avorio ingiallito, nel quale i lumi si
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L’abate Requeno sciogliendo al fuoco cera e diverse resine coi colori in polvere, trovò una composizione che, macinata ad acqua, si presta obbediente
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Se varie furono le interpretazioni cui si prestano le parole sibilline di Plinio che l’abate Requeno traduce (1): «Anticamente furono due generi di
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Sulle esperienze di M. Bachellière che in parte corrispondono colle prime ricerche dello stesso abate Requeno, è così tipico, in fatto di ricette
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, ma tutta la cerografia zoppica di tal passo, onde non è a meravigliarsi se anche l’ultima trovata dell’abate Requeno di mescolare la cera con resina
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«Poteva forse vantarmi» prosegue l’abate Requeno «del mio pensiero e credere con più ragione di M. Bachellière, aver ritrovato l’antico encausto a
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