Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abate

Numero di risultati: 18 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

La storia dell'arte

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Pinelli, Antonio 4 occorrenze

Nelle sue Réflexions critiques sur la Poesie et la Peinture (Parigi, 1719 e 1770), il teorico francese abate Jean-Baptiste Du Bos, pur non negando esplicitamente il motto oraziano «ut pictura poësis», afferma che la pittura fissa un istante temporale ed è dunque caratterizzata da una «staticità situazionale», mentre la poesia si svolge nel tempo e rappresenta un’azione nella sua durata. Forse Du Bos era già a conoscenza di quanto sosteneva Lessing in proposito. Comunque sia, anche lui comincia a riflettere sul fatto che esistono soggetti più vantaggiosi per la poesia ed altri più vantaggiosi per le arti visive.

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Ludovico Urbani (notizie dal 1460 al 1493), San Sebastiano e Santa Caterina d'Alessandria; il profeta Daniele, Matelica (Macerata), chiesa di Sant'Antonio Abate e Santa Teresa. come gli avori, i gioielli e i tessuti. Gli arazzi, in particolare, erano un tipico prodotto suntuario, che si diffuse durante il Medioevo e rimase uno degli arredi più ambiti e costosi anche nel corso del Cinquecento e del Seicento. Prodotti principalmente in Borgogna e nelle Fiandre, venivano acquistati in tutte le corti europee, contribuendo a far viaggiare le forme e a diffondere soggetti profani, tratti spesso dalla mitologia classica o dai poemi cavallereschi e dai romanzi d’amore cari alla cultura cortese. Un altro potente veicolo di diffusione stilistica ed iconografica erano i Libri d’Ore, breviari di preghiere destinati alla devozione privata delle classi egemoni.

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Leggere un'opera d'arte

256348
Chelli, Maurizio 2 occorrenze
  • 2010
  • Edup I Delfini
  • Roma
  • critica d'arte
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Sant'Antonio Abate: Santo eremita di origine egiziana, viene sempre raffigurato in compagnia di un maiale, mentre tiene una stampella e un campanello il maiale ha un doppio significato: rappresenta il demonio, che il santo ha sconfitto, ma anche l’animale dal quale veniva tratto il lardo con cui si ricavava un medicamento per curare il fuoco di Sant’Antonio. Il campanello invece allude al suono divino con il quale il santo avrebbe vinto le tentazioni.

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San Benedetto: Il fondatore del più antico ordine monastico occidentale ha una iconografia che presenta un considerevole numero di attributi riferiti a diversi episodi della sua vita: il pastorale e la mitra, che lo identificano come abate di Montecassino; un vassoio, riferito ad un suo miracolo, il risanamento di un vassoio che la nutrice aveva avuto in prestito; un bicchiere o un calice infranto, che si riferiscono al tentativo di avvelenamento da parte del suo nemico prete Fiorenzo; un cespuglio di spine, che ricorda il modo con il quale vinceva le tentazioni della carne, gettandovisi sopra.

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L'arte di guardare l'arte

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Daverio, Philippe 2 occorrenze

Pagina 74

Pagina 78

Saggi di critica d'arte

261920
Cantalamessa, Giulio 1 occorrenze
  • 1890
  • Zanichelli
  • Bologna
  • critica d'arte
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Pagina 74

Scritti giovanili 1912-1922

264980
Longhi, Roberto 9 occorrenze

Si ha un bel ridire che Caravaggio è il fondatore di tutto il '600 europeo, che è quanto dire dell'arte moderna; un bel domandare come si farebbe a spiegare, storicamente, Velazquez, o Rembrandt, o Vermeer, o Frans Hals tirando una tenda sui quadri di Caravaggio e lasciando alla vista, accanto, Giorgione, Tiziano, Tintoretto, e i secenteschi che abbiam detto, per veder se sia proprio fra di essi figliazione diretta, o se non si senta mancar un anello in quella curiosa catena della storia dei pittori - «ché le molte cose in pittura una vien dall'altra, e ciaschedun Artefice prende da un medesimo luogo, come un certo buono già stabilito per legge» 1, come diceva l'ottimo abate Ciccio Solimena -; questo delle basi caravaggesche del '600 finirà per doventare un articolo, un domma accettato ma non accetto.

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E si attende a questa chiara loquela alcuna risposta conservativa che intavoli da parte di chissà quale conte od abate superstite di Lombardia o della Venezia, Malaspina o Bianconi o Selvatico, una serie di lettere sulla pittura per accrescere di un volume novello la serie del Bottari e del Ticozzi. Lo affideremo ai torchi del Capurro?

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Ma in questo San Gerolamo; più ancora che in quel Sant' Antonio abate, Correggio riesce ad attingere, in una sola figura, quella complessità di modulo chiaroscurale che non pretende più dalla forma la frontalità quattrocentesca, anzi gode di porla attraverso lo spazio diagonalmente, alleandola alle fluttuazioni graduate della luce e dell'ombra.

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Il Signor Abate Luigi Lanzi - Firenze

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Ivi credereste, ornatissimo Signor Abate, ire prima a diporto per una provincia dello Stato Veneto tanti sono i quadri di quella scuola, senza dir dei lombardi, che vi si veggono, e per le chiese, e nelle quadrerie dei signori principali. Aggiugniete che anco que' nazionali medesimi, perché solitamente nodriti nelle migliori accademie italiane e precipuamente in Venezia, tengono tutti di quel gusto e facilmente si accordano co' nostrali. Ah! non conobbe il Bassetti, questo nobilissimo soggetto Veronese, chi non vide il terribile suo quadrone fatto per Monaco a competenza col Saraceno, [figura 179], qui anch'esso tanto più sodo che alla Scala. Che più? Se saria in punto di dirVi che con i voltoni strepitosi di Wurzburg né anco Palazzo Labia non vi ha che fare? Il Signor Zanetti me lo perdoni.

Pagina 476

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Veggo Voi, gentilissimo Signor Abate, già schifato al timore ch'io non mi dilati troppo in così fatta schiera, o ditela pur setta, per essermi in quella sempre soverchiamente piaciuto. Non mi chiamaste un giorno scherzevolmente: ecco qua il nostro marchese Giustiniani? Ma perdonatemi alquanto di sfogo alle mie singolari applicazioni, se, in queste parti, v'è chi mi tiene con benevola condiscendenza, per un Husford minore. Infine che mi volete? Se a questo si riduce in ultimo termine il nodo della disputa, che «in picturis alios horrida, inculta, abdita, opaca; contra alios nitida, laeta, collustrata delectant?».

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Venuti ad epoche recenziori Voi sapete, ornatissimo Signor Abate, ch'io non fui giammai svisceratissimo de' Bolognesi che pure occupano gli stalli primari nell'epoca quarta; a' Cignani, a' Franceschini, a' Quaini altrettanto che a' Maratti, a' Massucci, a' Costanzi dovendosi deferire il primo stabilimento di quella eleganza scelta, se si voglia ma fredda, che a dì nostri quasi è provetta a' rigori dell'inanimazione, e della morte. Dicasi nondimeno che il Cignani è al suo solito in Pommersfelden dotto, leccato e soverchiamente rotondo, se ne togliete, ove sia de' suoi primi anni, quel Rinaldo già nominato e qui creduto dell'Albani, e un Isacco che benedice Giacobbe dove l'impasto più ricco e spirante rammenta il Franceschini. Questi poi saria spiritosissimo ove gli convenisse il quadretto del San Domenico che fa limosine*; riferitogli nondimeno, io credo, per esser più scarse in Germania le novelle del Franceschini di Firenze al cui stile è più addetto vedendovisi non so ché di Cortonesco nell'accordo, e nel tingere. Non più oltre de' bolognesi a Pommersfelden.

Pagina 481

Explicit opus, illustrissimo Signor Abate. Ho condotto in porto, come potea la navicella dei miei ragguagli, chiamiamola, se volete, barcone o zattera, a indicar meglio i pericoli del trasporto e la confusione delle mercanzie. Veggo di essermi fin troppo indugiato nel viaggio, ma chi volesse ora sfrondarlo delle lungaggini e, come direbbe il conte Algarotti, de' truismi che vi spesseggiano, gli bisognerebbe più tempo e più fatica che non abbia io durato a regger la barra fin qui.

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