Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Leale collaborazione tra Ministro della giustizia e CSM alla prova: chi controlla il concerto? - abstract in versione elettronica

87719
Pezzini, Barbara 1 occorrenze
  • 2004
  • DoGi - Dottrina Giuridica
  • diritto
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La sentenza annotata, applicando ai rapporti tra CSM e Ministro della giustizia il "metodo procedimentale basato sulla leale collaborazione", si limita ad un controllo ab extrinseco del rispetto dei vincoli di coerenza del dialogo formalmente instaurato tra i due organi in ordine al procedimento decisionale per il conferimento di incarichi direttivi; si tratta di una conferma dell'impianto interpretativo elaborato in occasione di precedente analogo conflitto di attribuzioni (sent. 379 del 1992), nei cui confronti emergono diversi motivi di perplessità. Innanzitutto per il fatto che, mentre la competenza del C.S.M. in materia di conferimento degli incarichi direttivi costituisce attuazione diretta dell'art. 105 Cost., la partecipazione del ministro ad una deliberazione che riguarda la carriera dei magistrati andrebbe giustificata procedendo all'individuazione degli interessi di cui il ministro è portatore ai sensi dell'art. 110 Cost.; un'identificazione di tali interessi in modo adeguatamente circostanziato continua, invece, a mancare. Inoltre, lo stretto collegamento affermato dalla giurisprudenza costituzionale tra gli artt. 11 e 17 della legge 195 del 1958 consente in realtà al Ministro di esercitare un anomalo controllo sugli atti del CSM: al contrario, una garanzia costituzionale forte dell'autonomia organizzativa della magistratura, quale è quella della Costituzione italiana, sarebbe compatibile con la funzione di controllo rispetto ai valori costituzionali eventualmente svolta dal Presidente della repubblica nell'esercizio dei c.d. poteri esterni nei confronti del Consiglio superiore che egli presiede, ma resta incompatibile con qualsivoglia forma di controllo governativo.

Il procedimento sommario di cognizione - abstract in versione elettronica

87819
Picaroni, Elisa 1 occorrenze
  • 2004
  • DoGi - Dottrina Giuridica
  • diritto
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Con il nuovo rito societario l'ordinamento ha quindi fatto proprio un accertamento in grado di esaurire ab origine la tutela del diritto con il solo limite della inidoneità ad acquisire la stabilità del giudicato, mostrando di aver aderito ad una concezione "policentrica" del processo, che prevede, accanto al rito ordinario, strumenti alternativi di tutela caratterizzati dalla snellezza delle forme, dalla rapidità della definizione e, naturalmente, dal minor costo sociale, cui ricorrere tutte le volte in cui la situazione bisognosa di protezione presenti caratteristiche tali da far ritenere superflua ed eccessiva la cognizione piena ed esauriente.

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