Gli AA. riportano il dato epidemiologico dell'aumentata incidenza di gemellarità verificatosi nell'ultimo decennio a causa soprattutto della diffusione delle tecniche di induzione alla gravidanza (farmacologica e da tecniche di fecondazione artificiale - Gift e Fivet). Gli AA. si soffermano sugli aspetti clinico-assistenziali delle gravidanze gemellari soprattutto sul versante neonatale. Vengono inoltre presi in considerazione alcuni aspetti etici relativi all'induzione della gravidanza: rilevanza dei rischi in rapporto ai benefici, soprattutto relativamente alla maggiore mortalità e morbilità prenatale legata, non solo all'aumentata incidenza di gemellarità, ma all'induzione stessa della gravidanza; l'induzione della gravidanza intesa non come procedura terapeutica ma come intervento "sostitutivo" - il sopravvento della c.d. medicina dei desideri.
L'intento perseguito dagli AA. con questo lavoro è stato quello di ripercorrere l'evoluzione negli ultimi decenni delle "carte" in cui vengono indicati i diritti delle persone morenti. Una storia che si va a contrapporre, con una sorprendente coincidenza nella cronologia, ai successivi momenti della depenalizzazione, prima, e della legalizzazione, poi, dell'eutanasia. Tali "carte", infatti, hanno sostanzialmente inteso contrapporre il "right to death with dignity" al "right to death" senza altre specificazioni, rivendicato dai movimenti e dalle società a favore dell'eutanasia volontaria e del suicidio assistito. Questo lavoro, quindi, trova il suo momento iniziale con l'identificazione e l'analisi delle motivazioni socio-culturali oltre che di quelle più propriamente scientifiche che hanno portato all'elaborazione della prima carta dei diritti del morente, capostipite in un certo senso di tutte quelle seguenti. Dopo di che mostra l'evoluzione peculiare che tali carte, c.d. di prima generazione hanno avuto in Europa, e da ultimo illustra come esse si sono evolute, sia in Europa sia negli USA in anni più recenti. Da ultimo, a conclusione della "review" storica gli AA. hanno voluto presentare la "Carta dei diritti del malato cronico in evoluzione di malattia" elaborata nel 1999 all'interno del Policlinico Universitario "Agostino Gemelli" dell'Università Cattolica, esaminandone il contenuto e le ragioni che hanno portato alla sua elaborazione.
Nello scritto gli AA. affrontano i non semplici problemi che sorgono nella gestione dei servizi di negoziazione per conto terzi e di ricezione e trasmissione di ordini attraverso Internet. In particolare viene approfondita la questione della inadeguata copertura finanziaria in caso di operazioni di investimento on line, delle obbligazioni che sorgono in capo agli intermediari, della necessità di prevedere per iscritto, nonostante l'inadeguatezza della provvista, la conferma dell'operazione da parte del cliente ed infine dei presupposti per la valutazione dell'adeguatezza.
Gli AA. presentano un caso di omicidio plurimo, analizzandone le complesse dinamiche ed utilizzando lo strumento della parola poetica per esplorare i contenuti profondi della vicenda. Gli AA. propongono un modello narratologico che, discostandosi dalle modalità di esame consuete, consente un approccio più vivo alla comprensione delle tragiche storie umane.
Gli AA. hanno utilizzato una metodologia di tipo quali-quantitativo, attraverso l'analisi del dato statistico derivato dalla rilevazione del carico nella cancelleria e l'analisi del contenuto delle interviste, condotte con magistrati, togati e laici, avvocati, assistenti sociali dei servizi minorili marchigiani.
Gli AA. hanno analizzato, dopo un breve excursus storico sulla nascita e l'evoluzione del manicomio criminale, la situazione attuale degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari in Italia, con specifico riguardo alla normativa che ne ha contraddistinto l'evolversi fino all'anno 2000, comprendendo i diversi disegni di legge succedutisi nel tempo e finalizzati alla riforma ideologica ed operativa di tali strutture e degli interventi in esse condotti. Gli AA. hanno altresì analizzato le modalità operative di un ospedale psichiatrico giudiziario, l'ospedale S. Luigi di Castiglione delle Stiviere (MN), classificando gli utenti per tipologia di reato commesso e in base ad altre caratteristiche demografiche e relazionali da essi possedute.
Gli AA. delineano le fasi essenziali della riforma-ter con particolare riferimento alle condizioni necessarie per il rilascio dell'autorizzazione comunale. L'attenzione è focalizzata sui requisiti richiesti agli studi odontoiatrici.
Gli AA., dopo un'ampia review della fisiopatologia e degli aspetti clinici del prolasso mitralico, elaborano delle linee guida di valutazione medico-legale di questi pazienti.
Gli AA., prendendo spunto dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 423/2000, riesaminano la normativa in tema di indennizzo delle menomazioni conseguenti a infermità contratte a causa di vaccinazioni, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati e, concordemente a quanto sostenuto dalla dottrina medico-legale, sottolineano l'inadeguatezza della tabella A allegata al Testo Unico modificata con d.p.r. 834/1981 quale strumento di valutazione, non solo relativamente alla mancata previsione, per evidenti limiti cronologici, di entità nosografiche, come l'AIDS o l'epatite virale da virus C, che sono state identificate dopo il 1981 e di cui è ampiamente nota la trasmissibilità per via trasfusionale, ma anche in riferimento all'esigenza richiamata dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 307/1990 di assicurare ai danneggiati l'equo ristoro di tutte le componenti del danno. Facendo propria l'ipotesi che il danno alla salute possa utilmente "rappresentare quel minimo comune denominatore che vale a riavvicinare i settori della responsabilità civile e della sicurezza sociale", gli AA. suggeriscono che, nell'auspicabile prospettiva di una futura revisione legislativa, l'anacronistica tabella A venga sostituita dalla tabella delle menomazioni dell'integrità psico-fisica costituenti danno biologico allegata al d.m. 12 luglio 2000 (Approvazione di "tabella delle menomazioni", "tabella indennizzo danno biologico", "tabella dei coefficienti", relative al danno biologico ai fini della tutela dell'assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali).
Gli AA. riportano un caso in cui l'identificazione di un soldato arsburgico caduto durante la Grande Guerra è stata risolta con indagini genetiche, mediante lo studio dei polimorfismi del DNA e la verifica del rapporto parentale con l'unica figlia vivente del soldato cui si ipotizzava appartenessero i resti.
Gli AA. sottolineano la rilevanza della malattia sarcoidea nell'indagine medico-legale in casi di morte improvvisa e la necessità di porre particolare attenzione nella ricerca di eventuali lesioni sarcoidee a livello cardiaco ed extracardiaco.
Gli AA. presentano l'elaborazione biostatica dei risultati con elettivo riferimento al calcolo di probabilità della paternità (W) e, nei casi di incompatibilità biologica padre-figlio, della paternità residua (Wr) sui marcatori STR compatibili. E' stata altresì discussa l'utilità, ai fini del controllo della reale informatività del Wr, di procedere al contestuale calcolo della probabilità di esclusione a posteriori (Pex), anche con riguardo ai criteri di validazione del calcolo del W proposti da Salmon. Sulla base delle loro osservazioni, gli AA. confermano l'indicazione alla non utilizzazione dei predicati verbali di Kummel quando l'indagine genetica verta sui polimorfismi microsatelliti.
Gli AA. hanno esaminato una casistica di 190 detenuti, affetti da patologia cardiovascolare, sottoposti a valutazione peritale in tema di compatibilità delle condizioni di salute con la prosecuzione del regime detentivo. La revisione della casistica e della letteratura specialistica ha consentito di individuare alcuni parametri clinico-strumentali impiegati a fini prognostici e che potrebbero essere utilizzati nella formulazione del giudizio di compatibilità carceraria in caso di patologie cardiovascolari.
Gli AA. propongono una revisione della letteratura più recente in termini di durata delle protesi dentarie in funzione di un più puntuale e corretto rimedio del danno dentario.
Gli AA., dopo un'ampia review della fisiopatologia e degli aspettio clinici dell'insufficienza mitralica cronica, elaborano delle linee-guida di valutazione medico-legale di questi pazienti.
Gli AA. Hanno esaminato undici casi di morte avvenuta a causa dell'incendio di una camera iperbarica studiando I valori di HbCO in relazione all'età ed alla patologia riscontrate. Questi sono stati posti in relazione con la casistica degli avvelenamenti acuti da CO (non conseguenti ad incendi) avvenuti presso l'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Milano dal 1982 al 1994. I risultati consentono di avanzare dubbi fondati sulle ipotesi che le malattie croniche cardiovascolari e respiratorie giustifichino più ridotti livelli letali di HbCO.
Gli AA. espongono un caso di loro osservazione personale, finalizzato a dimostrare come l'applicazione di una metodologia rigorosa e di una ricostruzione attenta della criminogenesi e della criminodinamica rappresentino premesse indispensabili per consentire ai giudici una corretta utilizzazione di un elaborato peritale.
Gli AA., prendendo lo spunto da un caso nel quale la coltivazione del cactus Lophophora williamsii (peyotl) è stata giudicata non punibile in quanto specie vegetale non prevista nella lista delle piante da cui possono ricavarsi sostanze stupefacenti, formulano alcune considerazioni in merito al reato di coltivazione contemplato dal T.U. 309/1990 sulla disciplina delle sostanze stupefacenti.
Gli AA., dopo aver descritto schematicamente le fasi dell'intervento in laparoscopia (in particolare il primo ed il secondo tempo operatorio), sulla scorta di un'ampia revisione della casistica internazionale in tema di lesioni vasali in corso di laparoscopia, hanno focalizzato l'attenzione sulle problematiche relative alla responsabilità professionale e, seppur sommariamente, alla sperimentazione terapeutica che la procedura laparoscopica rappresenta ancora. Sono stati focalizzati gli aspetti inerenti la speciale difficoltà (art. 2236 c.c.), il rilievo dell'esperienza dell'operatore, i principi della colpa professionale.
Gli AA., ripercorsa la letteratura psichiatrica, dai "padri" al DMS-IV, in tema di cleptomania, hanno evidenziato e condiviso la tesi che riconnette tale disturbo a privazioni affettive esperite in età precoce. Poiché tali deprivazioni sono anche all'origine, fra le molte sequele psiocopatologiche dei disturbi dell'alimentazione, non stupisce il reperire la cleptomania associata ad anoressia e bulimia, anche se l'osservazione di tale associazione non è frequente. Viene dunque presentato un caso appunto esemplificativo di contemporanea presenza dei due disturbi. Il caso fornisce inoltre l'occasione, pure alla luce della letteratura psichiatrico-forense, di approfondire il problema dell'imputabilità del cleptomane.
Gli AA. analizzano altresì la possibilità di realizzare anche un efficace deterrente al verificarsi di nuovi danni, valorizzando le potenzialità dell'istituto della responsabilità civile in senso preventivo, potenzialità comunque non paragonabili alla forza dissuasiva tipica della responsabilità penale, ma non per questo del tutto irrilevanti.
Gli AA., dopo un'ampia disamina sullo stato dell'arte della elettrostimolazione cardiaca tramite pace-maker artificiale, elaborano dei criteri guida per la valutazione medico-legale di questi pazienti, fondamentalmente incentrati sull'analisi dei seguenti parametri: stadio funzionale della malattia che ha richiesto l'impianto del Pace-maker, tipo di pace-maker utilizzato e sue caratteristiche, risultati terapeutici nei termini di emendabilità della turba elettrica e del recupero degli indici emodinamici, qualità di vita del paziente pre e post-impianto.
Gli AA. commentano una recente sentenza della Corte dei Conti in tema di dipendenza da causa di servizio e di responsabilità da parte dei medici appartenenti ad una Commissione Medica Ospedaliera, riguardante un caso di leucemia mieloide acuta, evidenziandone i punti che avrebbero meritato un approfondimento scientifico per ciò che concerne il giudizio sul nesso di causalità materiale.
Gli AA., dopo aver considerato i vari tipi di romanzo poliziesco individuati da Todorov, si soffermano sul personaggio del fumetto "Julia la criminologa", creato da Giancarlo Berardi, e osservano la struttura delle storie di cui è protagonista cercando di individuarne la trama di base, analizzando il modo in cui lo sceneggiatore costruisce il delitto nella fiction e la figura del criminologo. Viene dato rilievo anche alle motivazioni che spingono i lettori ad identificarsi nel personaggio alla luce del successo ottenuto fin dalla prima uscita del fumetto.
Nella prima parte del lavoro gli AA., dopo aver esaminato la letteratura sulla Sindrome di Munchausen per Procura (SMP), ne descrivono le principali tecniche di attuazione facendo particolare riferimento al comportamento della madre. Nella seconda parte della ricerca gli AA. riportano i risultati di una ricerca condotta tra il personale infermieristico dei reparti di Clinica Pediatrica e di Chirurgia Pediatrica del Policlinico "Le Scotte" di Siena, allo scopo di verificare la conoscenza di tale sindrome presso il personale stesso. Dall'analisi dei risultati emerge uno scarso livello di conoscenza della SMP ma allo stesso tempo il bisogno, avvertito dal personale infermieristico, di un'adeguata formazione sull'argomento.
Gli AA., partendo da un'esperienza clinica, prendono in considerazione gli aspetti deontologici che caratterizzano la relazione tra lo psichiatra di un Servizio Territoriale e pazienti detenuti. Vengono valutate le implicazioni sia durante il periodo di carcerazione che al termine di questa, il rapporto con i sanitari dell'Istituto di reclusione e con il personale addetto alla custodia. Sulla base di tali presupposti si delineano le aree preferenziali d'intervento, con particolare riferimento alla confidenzialità ed al consenso informato.
Gli AA., dopo aver esaminato il concetto di inabilità ai sensi dell'art. 2 della legge 222/1984, evidenziano i limiti di un'interpretazione letterale della norma di legge. Per i figli maggiorenni inabili, evidenziano altresì i limiti concettuali dell'art. 8 della legge 222/1984 e la disparità di trattamento del soggetto maggiorenne inabile ai sensi della suddetta legge ed ai sensi dell'art. 13 della legge 153/1988. Sono infine riportate le varie pronunce della Suprema Corte in merito all'interpretazione più corretta del concetto d'inabilità con riferimento agli artt. 36 e 38 della Costituzione.
Gli AA. analizzano i dati emersi da un campione autoptico di 35 soggetti deceduti per tromboembolia polmonare nel ventennio 1981-2000 e pervenuti all'osservazione dell'Istituto di Medicina Legale di Macerata, rilevando elementi compatibili od eventuali differenze statistiche rispetto ad altre segnalazioni riportate nella letteratura internazionale.
Gli AA, rivalutando criticamente una casistica clinica selezionata, espongono le proprie riflessioni in termini di efficacia dei restauri delle lesioni traumatiche coronali dentarie, indicando come - sotto il profilo medico-legale - il rimedio restaurativo di tipo conservativo assolva adeguatamente il proprio compito in una dimensione temporanea provvisoria, riproponendosi invece come soluzione funzionalmente più valida la protesizzazione coronale del dente leso.
Attraverso l'analisi del ruolo e delle funzioni del giovane nell'ambito della famiglia, gli AA. forniscono alcune riflessioni sul "Caso Maso" e, in generale, sui comportamenti di estrema violenza che recentemente sono stati messi in atto in Italia da parte di figli nei confronti di genitori.
Gli AA. esaminano le caratteristiche psicopatologiche del disordine di personalità in prospettiva biocriminologica. Si propone un nuovo approccio psichiatrico forense per il trattamento dell'autore di reato colpito da disturbo di personalità. Infine si descrivono le iniziative di riforma del codice penale in materia di imputabilità.
In questo contributo gli AA. affrontano il tema delle possibili correlazioni tra criminologia e protezione aziendale. Dapprima descrivono che cosa caratterizza la security (disciplina di matrice economica) evidenziando, altresì, quanto il sapere criminologico possa diventare utile e strumentale in tale ambito. Si tratta di riflessioni sul possibile futuro delle applicazioni pratiche del sapere criminologico, riflessioni destinate ai giovani giuristi che si avvicinano a questa materia.
Gli AA. affrontano le problematiche inerenti alle complicanze postoperatorie dell'intervento chirurgico di avulsione del terzo molare inferiore incluso, con particolare riguardo alle lesioni del nervo linguale. Viene esaminato il caso di un soggetto che, per una disodontiasi del 38, si rivolgeva ad un odontostomatologo che lo sottoponeva ad intervento di estrazione dentale a seguito del quale si presentava una sintomatologia disestesica che non ebbe a risolversi spontaneamente. Una visita specialistica neurologica permetteva di porre diagnosi di lesione iatrogena del nervo linguale di sinistra. Nel presente lavoro gli AA., prendendo spunto da questo caso, esaminano gli aspetti della dottrina medico-legale e della giurisprudenza relativi alla responsabilità professionale odontostomatologica. Viene messo, in primo luogo, in luce il rapporto "di natura contrattuale" tra sanitario ed assistito, basato innanzitutto sulla piena fiducia di quest'ultimo nei riguardi del primo, sottolineando l'importanza di ogni fase di questo rapporto. Si delineano, inoltre, le diverse possibilità di condotta censurabile, relative all'operato dell'odontostomatologo, che possono riguardare la fase diagnostica, la fase chirurgica - anestesiologica, nonché quella terapeutica. Nella discussione del presente lavoro si fa infine un richiamo anatomico del nervo trigemino dal quale deriva, attraverso il nervo mandibolare, il nervo linguale e si descrivono le fasi della tecnica operatoria dell'intervento chirurgico di estrazione del 38.
Gli AA. descrivono un caso d'aggressione mortale verificatosi nel bolognese da parte di tre cuccioli di cane Rottweiler nei confronti di una donna di 50 anni d'età. Riferiscono delle indagini necroscopiche e del correlato procedimento giudiziario. Ricordano le modalità d'attacco dei Rotweiler e sottolineano le similitudini con i pochi casi descritti in letteratura. Confermano la particolare tipologia delle vittime - bambini o donne anziane, per lo più conosciute al cane aggressore - e la collocazione del fatto in luoghi familiari all'animale.
Gli AA., concordi con tale assunto, sottolineano l'importanza di un'affermazione del principio personalistico che tenga effettivamente conto della condizione dell'individuo come soggetto capace di autodeterminarsi anche nei confronti di propri beni personalissimi (salute e vita). Rappresentano, sul versante opposto, il rischio che eventuali interventi normativi in tema si trovino successivamente ad essere applicati con motivazioni del tutto dissimili (inerenti la struttura della società) da quelle che li avevano ispirati (concernenti la tutela dell'autonomia dell'individuo).
Gli AA. Prendono in esame un caso in cui fu evidente la condotta sanitaria censurabile di un neurologo nel ritardare la diagnosi di un neurinoma spinale. Vengono, altresì, precisate le caratteristiche epidemiologiche, cliniche e terapeutiche di questo tipo di neoplasia al fine di valutare la condotta imperita, imprudente e negligente del sanitario che ebbe in cura il paziente.
Per la discriminazione delle lesioni pre- e post-mortali gli AA., dopo aver esaminato la letteratura in proposito, propongono l'utilizzo di tecniche immunoistochimiche che si basano sulla localizzazione dei mastociti in situ. Infatti i mastociti, cellule dei tessuti connettivi, partecipano ai processi sia di diapedesi sia alla riparazione delle ferite. Gli AA. Rilevano che il numero dei mastociti risulta più alto nel derma di frammenti cutanei provenienti da lesioni "vitali" rispetto a quello dei frammenti di cute indenne prelevato dal vivente e da quello rilevato nelle ferite "post-mortali". Tale metodica può assumere rilevanza sia nella discriminazione tra lesioni pre- e post-mortali, sia nelle problematiche relative alla cronologia delle lesioni.
Gli AA. esaminano il rapporto che intercorre fra medicina legale ed arte quando quest'ultima abbia come oggetto di raffigurazione il cadavere, fondamento e base di studio della pratica forense. Dopo una breve esposizione dei profondi mutamenti sociali, economici, filosofici e religiosi che si determinarono, nei Paesi europei, tra la fine del Medioevo ed il rinascimento, vengono esaminate, in chiave medico-legale, alcune raffigurazioni del cadavere, estrapolandone cioè correlati anatomici e dati tanatologici. E' possibile dimostrare, in questo modo, come un esame obiettivo e scientifico del corpo morto sia fonte inesauribile di scambio comunicativo, sebbene con fini dissimili, tanto per la medicina legale quanto per l'arte.
Gli AA., analizzando la legge 12 febbraio 2001, relativa alla terapia del dolore, recentemente varata dal Parlamento, ne evidenziano gli intenti relativi alla semplificazione della prescrizione dei farmaci contenenti oppiacei, all'incentivazione per le farmacie di dotarsi di quantità adeguate di medicinali utili in tal senso, alla sensibilizzazione ed informazione degli operatori sanitari sul corretto impiego di tali farmaci. Oltre la depenalizzazione delle procedure legate alla terapia, quello che preme sottolineare è la contrazione delle procedure amministrative previste per la consegna, il trasporto, la cessione e la prescrizione delle sostanze oppioidi. Permangono, però, dubbi di carattere applicativo e d'interpretazione, soprattutto relativi al ruolo degli operatori sanitari sia medici, sia non medici.
Gli AA. esaminano la nuova normativa nazionale in tema di doping, anche attraverso il raffronto con le proposte ed i disegni di legge presentati nelle diverse legislature, analizzandone gli aspetti più interessanti sotto il profilo medico-legale: in particolare la nuova definizione del fenomeno, sganciata dal concetto di riscontro di positività alle sostanze proibite in occasione dei controlli anti-doping; l'inquadramento del fenomeno come reato penale; le previsioni relative alle modalità di prescrizione e somministrazione di farmaci contenenti sostanze ritenute dopanti in caso di patologie accertate e documentate; il problema degli integratori alimentari, ancora non completamente chiarito sia a livello nazionale sia, soprattutto, a livello internazionale.
Gli AA. espongono un caso in cui è evidente la responsabilità professionale del chirurgo e dell'istopatologo dell'aver procurato un danno neurologico anatomico e funzionale durante un intervento di asportazione di una massa inizialmente diagnosticata come di origine neoplastica, ma poi non rivelatasi tale.
Lo spunto a questo lavoro è stato fornito agli AA. da un caso peritale, in cui un magistrato ha richiesto in quanto tempo potesse avvenire la distruzione di un corpo ove fosse stato immerso in acido. In particolare, fu prospettata l'ipotesi di un'eventuale identificazione di resti dentari. Gli AA. hanno verificato tale ipotesi utilizzando elementi dentari umani avendo l'accortezza di scegliere denti che fossero non intaccati da grossolane alterazioni patologiche, in modo da poter verificare il comportamento delle varie componenti costitutive il dente stesso di fronte all'acido. Sono stati utilizzati l'acido cloridrico al 37%, l'acido solforico al 96%, l'acido nitrico al 65% e l'acqua regia (acido nitrico + acido cloridrico). Gli elementi dentari sono stati immersi in tali acidi per tempi variabili. I risultati preliminari di tali indagini consentono di affermare che gli elementi dentali vengono ad essere intaccati dai singoli acidi in misura diversa; sono state altresì osservate delle modificazioni della struttura dell'elemento dentario a seconda del più o meno prolungato tempo di immersione nel singolo acido. Da quanto rilevato si può ipotizzare che di fronte al rinvenimento di resti biologici trattati con acidi sia possibile l'identificazione della struttura e, forse, anche fornire maggiori elementi utilizzabili a fini identificativi.
Considerate le numerose problematiche sanitarie connesse alla sempre maggiore presenza di immigrati in Italia, gli AA. approfondiscono l'attuale normativa vigente in tema di assistenza sanitaria ad immigrati. Essi sottolineano che mentre l'apparato legislativo (legge n. 40 del 6 marzo 1998 e testi correlati) prevede la possibilità di affrontare per il meglio le esigenze sanitarie di tale particolare popolazione, anche della sua componente c.d. clandestina, ciò, in alcune realtà territoriali, trova ancora ostacoli applicativi molto forti, tali da rendere spesso il diritto all'assistenza sanitaria per l'immigrato semplicemente un diritto enunciato sulla carta e non attuato. Ciò è dovuto sia ad una diversa connotazione culturale che l'immigrato attribuisce alla malattia, sia alla scarsa conoscenza dei propri diritti. Gli AA. si soffermano sulle principali "barriere culturali" che, per responsabilità sia dell'utente che degli operatori sanitari, si frappongono all'attuazione concreta nel SSN di un approccio sanitario improntato alla transculturalità ed auspicano che la classe medica e paramedica in generale possa essere sensibilizzata ad affrontare questi aspetti con sempre maggiore sensibilità.
Gli AA. analizzando, prima e dopo trattamento cosmetico, campioni di capelli prelevati a soggetti tossicodipendenti cronici da cocaina, rilevano una significativa diminuzione dello stupefacente e del suo metabolica benzoilecgonina sia dopo il processo di decolorazione che dopo quello di tintura. Pongono altresì l'accento sul fatto che i trattamenti cosmetici possono incidere sulla validità del test tricologico per scopo forensi.
Nell'ambito della casistica di identificazione del cadavere giunta alla loro osservazione, gli AA. hanno selezionato dei casi emblematici delle potenzialità della metodica, sottolineando l'importanza di una corretta procedura di rilievo dei dati P.M. e di allestimento dell'indagine per ridurre il rischio di suggestioni foriere di errore.
Gli AA. riportano un caso di un giovane morto improvvisamente e nel giro di pochi minuti durante lo svolgimento di alcuni esercizi fisici. All'esame autoptico veniva accertata un'emorragia subaracnoidea alla base cerebrale, alla faccia superiore del cervelletto e al tronco encefalico, conseguente a rottura di un aneurisma fusiforme e congenito dell'arteria cerebellare superiore destra. Il caso è meritevole di segnalazione in quanto gli aneurismi fusiformi e congeniti dell'arteria cerebellare superiore sono estremamente rari, così come eccezionale è la morte dopo rottura di detta malformazione vasale. In genere, l'intervento è risolutivo.
Gli AA. sottolineano l'importanza della vaccinoprofilassi ed il ruolo significativo di tale pratica terapeutica nell'ambito della medicina preventiva, descrivendo gli eventi legislativi che hanno imposto l'obbligatorietà di talune vaccinazioni e richiamando gli obiettivi dell'OMS e le caratteristiche della copertura vaccinale nel nostro Paese. Successivamente affrontano la questione del rifiuto alla vaccinazione, sottolineando l'importanza dell'informazione nel trattamento sanitario vaccinale obbligatorio al fine di rendere edotto l'utente sulle controindicazioni e sui reali rischi connessi a quello specifico trattamento vaccinale; quindi richiamano la peculiare questione del rifiuto, da parte del genitore, alla vaccinazione obbligatoria del figlio minore, descrivendo anche gli aspetti di responsabilità professionale. Gli AA. concludono osservando che, nell'ambito delle vaccinazioni obbligatorie, dev'essere privilegiata al massimo la tutela del singolo e delle scelte individuali; sempre gli AA., nel ritenere legittime tali norme, osservano tuttavia che deve valere sempre una netta proporzionalità fra il pericolo che si vuole evitare e la lesione al diritto e comunque lo Stato deve limitare le vaccinazioni a quelle assolutamente indispensabili, restringendo al massimo il campo dell'obbligatorietà.
Gli AA. segnalano un caso di AEN (necrosi esofagea acuta) con morte del paziente nell'arco di poche ore. La revisione della letteratura ha permesso di rilevare la presenza di due segnalazioni casistiche di AEN con morte dei pazienti. Nella presente segnalazione si discute dell'eziologia di questa patologia, che viene attribuita ad un'ischemia del terzo inferiore dell'esofago. Infatti l'AEN è sovente associata a malattie di natura ischemica e d'altro tipo che sono causa di complicanze ipossiche, come il diabete mellito. Il caso segnalato propone pure riflessioni in ordine ad eventuali profili di responsabilità medica per quanto concerne la diagnosi.
Gli AA., partendo dall'osservazione di un caso peritale, analizzano le alterazioni anatomo-patologiche rilevate nel caso in oggetto che sono apparse in contrasto con l'anamnesi pressoché negativa per una storia di asma.
Gli AA., dopo aver richiamato alcuni dei maggiori studi scientifici internazionali in tema di profilassi antitromboembolica mediante somministrazione di LMWHs ed Eparina classica, nell'esporre schematicamente le numerose opzioni di trattamento disponibili per il medico-chirurgo, esprimono alcune considerazioni medico-legali circa le possibili ipotesi di colpa professionale. Inoltre, viene sottolineata l'utilità che potrebbero avere le linee guida di profilassi e terapia nei casi di rischio per TVP e/o per EP, senza dubbio idonee ad eliminare quella quota di individualità, tuttora presente, nella scelta tra le varie possibilità di trattamento che il medico-chirurgo ha ormai a disposizione.