Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: aa

Numero di risultati: 49 in 1 pagine

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Astronomia

407116
J. Norman Lockyer 2 occorrenze

La figura lo mostra: entro un piccolo spazio intorno al Polo P nord, compreso nel circoletto aa', ossia sulla calotta polare aa'P, si ha notte per tutte le 24 ore del dì che consideriamo; si ha giorno invece per tutte le 24 ore entro uno spazio eguale, compreso nel circoletto bb', intorno all'altro polo P’, ossia sulla calotta polare australe bb'P'.

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Adesso la calotta attorno al polo nord nel piccolo spazio compreso entro il circolo aa' ha giorno per 24 ore continue, mentre ha notte di 24ore invece lo spazio eguale che, limitato da bb', circonda il polo sud.

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Elementi di genetica

414254
Giuseppe Montalenti 25 occorrenze
  • 1939
  • L. Cappelli Editore
  • Bologna
  • biologia
  • UNIPIEMONTE
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NN aa (casella 6) è cioè omozigote per ambedue i caratteri; due invece sono eterozigoti per N (casella 8 e 11). Conviene, naturalmente, isolare gli omozigoti. Per riconoscerli si può fare il reincrocio con la razza recessiva, a pelo lungo e bianco: un omozigote NN aa forma una sola classe di gameti Na, che unendosi con i gameti del recessivo, na, danno tutti figli neri con pelo lungo Nnaa. Invece un eterozigote Nn aa forma due classi di gameti Na e na, che unendosi con na, danno il 50 % di figli neri con pelo lungo (Nn aa) e il 50% di figli bianchi con pelo lungo (nn aa). Perciò gli individui della F 2 neri con pelo lungo, che, reincrociati con i bianchi con pelo lungo, danno tutti figli neri con pelo lungo sonò da scegliersi come riproduttori per ottenere una razza pura nera con pelo lungo.

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Per esempio, se un cromosoma di un ibrido contiene i geni A B C D E F G H, e il cromosoma omologo gli allelomorfi a b c d e f g h, si trova che, quando è avvenuto lo scambio fra Aa e Hh, la rottura può essersi prodotta a diversi livelli, nei varî casi; fra Bb e Cc, oppure fra Cc e Dd, ecc. dando perciò dei cromosomi che devono essere così composti: A B c d e f g h e abCDEFGH; oppure ABCdefgh e abcDEFGH, ecc. Le percentuali dei diversi scambi sono quelle previste in base alla distanza dei relativi loci, e sempre l’ordine lineare dei geni si dimostra costante. L’associazione fra i fattori dello stesso lotto è assoluta (tranne i casi di doppio scambio, V. oltre): così, se lo scambio è avvenuto fra Cc e Dd, in tutti gli individui di quel lotto l’associazione fra A B C e quella fra D E F G H, e quelle dei rispettivi allelomorfi sono assolute. Inoltre tutti i cromosomi ricomposti dopo lo scambio contengono un assetto completo di geni: il numero totale dei geni presi in esame in ogni cromosoma rimane inalterato.

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Se, ad esempio, consideriamo una coppia di cromosomi «contrassegnata» dai geni A B C D E F G H I L M N, e rispettivamente abcdefghilmn (cioè a dire individui eterozigoti differenti per tutte le coppie Aa, Bb, ecc.) possiamo trovare nella F2, o nei reincroci, individui che posseggono, ad esempio, i caratteri ABCDEfghilmn, e rispettivamente, altrettanti con i caratteri abcdeFGHILMN, e altri analoghi che dimostrano che la rottura è avvenuta in un sol punto; ma anche individui con i caratteri distribuiti come nell’esempio seguente:

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Se indichiamo con Aa Bb Cc le tre coppie, potremo indicare con lo schema seguente le combinazioni: intendendo che il segno di frazione indica l’equatore della divisione riduzionale, e quindi il piano di separazione dei cromosomi:

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L’eredità del sesso si può considerare, in base a tale ipotesi, come un caso di reincrocio di un monoibrido (rapporto 1 : 1) e si può ammettere che, come nel reincrocio, uno dei due genitori (uno dei due sessi) sia omozigote, e perciò monogametico, AA, l’altro eterozigote, e quindi digametico, Aa. Una conferma sperimentale a questa ipotesi, indipendentemente dalla teoria cromosomica, fu ottenuta dal Correns (1907) con l'incrocio di due specie di piante, la Bryonia dioica, a sessi separati, e la Bryonia alba, ermafrodita. I risultati sono in favore della digametia del sesso maschile e della monogametia del femminile.

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. - Schema dell’esperimento di trapianto di gonadi in Ephestia kühniella. 1 e 2. bruco e testa di farfalla della razza con occhi rossi (aa); 3-4, id. della razza con occhi neri (AA); dopo trapianto dei testicoli da 3 a un bruco aa (5) la colorazione degli occhi della farfalla che ne deriva (6) è nera (da A. Kuhn).

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i testicoli (che sono di colore bruno) o gli ovari della razza AA in bruchi della razza aa (che hanno i testicoli incolori), le farfalle che da questi si sviluppano e che hanno quindi tutti tessuti aa, e soltanto le gonadi AA, mostrano occhi neri. È quindi probabilmente una sostanza secreta delle gonadi, versata nell’emolinfa della larva, quella che determina la colorazione degli occhi. Il gene A (che ha pure molti altri effetti: colore della pelle, velocità di sviluppo, ecc.) determina dunque il colore degli occhi non già per la sua presenza nelle cellule di questi organi, ma attraverso la formazione di una certa sostanza, che circola nel corpo della larva, e che manifesta la sua azione durante il periodo ninfale (Fig. 120).

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Data una coppia di geni A e a anche se l’incrocio degli individui non è assolutamente casuale e alcuni genotipi si formano con maggior frequenza, purché nessuno dei tre genotipi possibili (AA, Aa e aa) rappresenti un vantaggio, le frequenze q di A e 1-q di a nella popolazione rimangono costanti, qualunque sia il valore iniziale di q e 1-q. Ciò assicura il mantenimento della variabilità, una volta formatasi, in una popolazione. La selezione, naturalmente, col sopprimere alcuni genotipi e favorirne altri, può provocare uno spostamento dei valori di q e 1-q,

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In tal caso la selezione può agire solo sugli omozigoti aa, e soltanto così porre un limite all’espansione della mutazione.

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Questa proprietà del sangue, che è caratteristica ed immutabile per ogni individuo, è ereditaria, e pare che sia determinata da due coppie allelomorfe Aa, e Bb, di cui i dominanti producono gli agglutinogeni A e B, i recessivi le agglutinine: perciò gli individui con formula genetica in cui esistono due dominanti (AABB, AABb, AaBB, AaBb) appartengono al gruppo AB; quelli in cui esiste un sol dominante (AAbb, Aabb, e aaBB, aabB) ai gruppi A e B rispettivamente; quelli recessivi (aabb) al gruppo 0 Secondo il matematico Bernstein (1925) si tratterebbe invece di tre allelomorfi multipli, che egli indica con A, B, R, combinati fra di loro a due a due. Quest’ipotesi darebbe ragione della frequenza dei varî gruppi molto meglio di quella delle due coppie di allelomorfi (ipotesi di V. Dungern e Hirszfeld). .

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A X a = Aa

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La formula Aa rappresenta la composizione degli ibridi, e la coesistenza di A e a è mascherata dalla dominanza di A su a.

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AA + Aa + aA + aa = AA + 2Aa + aa

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il che, tenendo conto della dominanza, significa due fenotipi (poiché AA e Aa sono fenotipicamente eguali) nella proporzione 3 : 1 e tre genotipi nella proporzione 1 : 2 : 1. E sono proprio i rapporti a cui si avvicinano i numeri ottenuti con gli esperimenti, sempre che il numero dei discendenti sia sufficientemente grande.

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Gli individui puri (AA, o aa) si chiamano omozigoti; gli ibridi (Ad) eterozigoti Il Mendel usava indicare gli omozigoti con una sola lettera A, o a, si preferisce ora la formula doppia, per analogia con gli eterozigoti, e per indicare che anche negli omozigoti esistono due fattori eguali, provenienti ciascuno da uno dei genitori. . Questi termini non hanno significato se

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Consideriamo per esempio l’incrocio fra piselli con semi gialli e lisci e piselli con semi verdi e grinzosi, cioè l’incrocio in cui entrano le due coppie di allelomorfi giallo-verde e liscio-grinzoso, che indicheremo rispettivamente con Aa e Bb (Fig. 18). La F 1 è costituita tutta da piselli gialli e lisci; si manifestano cioè i caratteri dominanti delle due coppie (A e B).

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due classi d’individui: Aa e aa, rispettivamente neri e bianchi, nel rapporto 1:1.

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cioè AA e Aa, vale a dire due classi d’individui che non sono però fenotipicamente distinguibili. Nel caso dei polli, tutti polli neri. Questo reincrocio è perciò di scarsa importanza pratica.

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Perciò se un nero F 2, reincrociato con un pollo di razza bianca, dà tutti figli neri, è evidentemente un omozigote, che dà tutti ibridi (Aa) neri. Se invece dà figli neri e bianchi nel rapporto 1 : 1, è un eterozigote (Fig. 20). Si può in tal modo facilmente riconoscere il genotipo degli animali.

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Aa X Aa = AA + 2 Aa + aa

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Aa X AA = Aa + AA

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Aa X aa = Aa + aa

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Se si tratta di un carattere raro l’individuo che ne è affetto è presumibilmente un eterozigote Aa che, coniugandosi con un omozigote recessivo, cioè con un individuo privo del carattere in questione, darà la discendenza prevista dalla seguente formula:

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Aa x Aa = AA + 2 Aa + aa

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In un ibrido Aa Bb proveniente da AA BB X aa bb, alla gametogenesi si formano non solo gameti AB e ab, come quelli dei genitori, ma anche gameti Ab e aB. A e B non sono perciò l’un l’altro legati, come non lo sono a e b, ma essi si dissociano e si ricombinano a caso, secondo tutte le possibilità. Sono pienamente indipendenti.

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L'evoluzione

446872
Montalenti, Giuseppe 3 occorrenze

Se si indica con A il gene del grigio, con a il suo allelomorfo o allelo, dell’albinismo, la formula dell’ibrido o eterozigote, cioè il suo genotipo, sarà Aa; il fenotipo di questo individuo è «pelo grigio» perché l’albinismo è recessivo. L’incrocio può dunque scriversi:

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Quando un eterozigote Aa forma le proprie cellule sessuali, uova o spermatozoi, ciascuno di questi riceve uno solo dei cromosomi di ogni coppia e quindi uno solo dei due geni di una coppia allelomorfa: A oppure a. La combinazione di questi geni secondo lo schema seguente dà appunto origine alle varie combinazioni che abbiamo ricordato.

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AA, Aa, aa. Nel diibridismo 32 = 9. Con una diecina di geni, si ottengono cifre dell’ordine dei miliardi (310); se si pensa che il numero dei geni in un moscerino (Drosophila) è stato stimato da 5000 a 10000, si vede che si raggiungono cifre astronomiche. In pratica soltanto una piccolissima frazione delle combinazioni possibili è realizzata in altrettanti individui, ad ogni generazione.

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Le Stelle. Saggio di astronomia siderale

477723
Angelo Secchi 1 occorrenze
  • 1877
  • Fratelli Dumolard
  • Milano
  • astronomia
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Da A si avrà la corda aa' e da B la bb', le quali saranno differenti ciascuna della corda cc', che vedrebbe un osservatore collocato nel centro: e la differenza di lunghezza delle due corde estreme sarà evidentemente funzione dell’angolo aVb = all’angolo opposto al vertice AVB. La distanza delle due corde aa', bb' è manifestamente un effetto delle parallassi e conosciuta questa distanza si saprebbe la parallasse relativa. Questa si potrebbe concludere dalle misure micrometriche delle loro distanze all’orlo mp, mn, fig. 64), ma ciò implicherebbe l’uso dei micrometri che appunto cercasi di evitare. Fig. 64

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Lezioni di meccanica razionale. Volume primo

488641
Tullio Levi Civita - Ugo Amaldi 13 occorrenze

c) Se, infine, B' è sul prolungamento di AA' (simmetrico di A rispetto ad ) la coppia A, B si porta in A', B' colla traslazione rappresentata dal segmento orientato AA'.

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a) B' non giace sulla retta AA'. Detto O il punto di intersezione degli assi di AA', BB' (cioè delle perpendicolari nei rispettivi punti medi H, H') la coppia A, B si porta in A'B' mediante la rotazione di centro O e ampiezza

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In tal caso, basta al nostro scopo far ruotare il piano di 180° intorno al punto medio di AA' (e di BB').

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Ma i due ellissoidi, essendo omotetici rispetto al centro comune, hanno, rispetto ad ogni direzione, lo stesso piano diametrale coniugato, cosicché, in particolare, il piano coniugato alla direzione di AA' biseca entrambe le corde AA' e BB'. Ciò implica l'uguaglianza dei due segmenti AB, A'B' e, quindi, dei valori assoluti (15), (15') delle attrazioni su P dei due elementi considerati.

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La trave AA'

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si appoggia in A al muro (schematizzato nella orizzontale a), e C alla trave DD' in A', mentre serve di sostegno a BB'; BB' si appoggia in B al muro (schematizzato nella retta orizzontale b) e ad AA' in B', mentre serve di sostegno a CC' in C'; ecc.

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La direzione di a essendo, ben s’intende, presa in tale guisa che il momento di un qualsiasi peso applicato sulla trave AA' risulti positivo.

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Esprimendo che è nullo il momento delle forze da cui è sollecitata AA', rispetto ad a, si ha immediatamente M1 + λR 2 - lR 1 = 0. Le altre tre equazioni analoghe sono:

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Suppongansi le travi caricate (anche in modo diverso l'una dall'altra) di pesi, e si indichi con M 1 il momento, rispetto ad a La direzione di a essendo, ben s’intende, presa in tale guisa che il momento di un qualsiasi peso applicato sulla trave AA' risulti positivo. , dei pesi di cui è caricata AA'; con M 2 il momento, rispetto a b, dei pesi da cui è caricata BB'; con M 3 il momento, rispetto a c, dei pesi che caricano CC'; infine con M 4, ecc.

Pagina 562

Ove se ne designino con R 1, R 2, R 3, R 4, le intensità rispettive, nell’ipotesi che l'equilibrio sia effettivamente possibile, la trave AA' sarà sollecitata (oltreché dai pesi direttamente applicati e dalla reazione del muro in A) da una forza R 2 (verso il basso) in B' e da una forza R 1 (verso l'alto) in A'; ecc.

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. - Immaginiamo un’asticella rigida, omogenea, pesante AA', di lunghezza 2a, mantenuta orizzontale da due fili flessibili inestendibili, di lunghezza eguale 1, assicurati rispettivamente agli estremi A, A' dell’asta e a due punti fissi O, O' tali che la distanza OO' sia eguale alla lunghezza 2a dell’asta. È manifesto che, sotto la esclusiva sollecitazione del peso P dell’asta, il sistema si disporrà nel piano verticale per OO' assumendo la configurazione di un rettangolo AA'O'O.

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Se alla AA', nel piano orizzontale che la contiene, si applica una coppia di dato momento Γ, l’asta, mantenendosi orizzontale, ruoterà di un certo angolo φ (nel verso della coppia sollecitante) intorno alla verticale passante pel suo punto medio, mentre questo punto, che inizialmente era in M, andrà ad occupare (in quanto gli estremi sono ritenuti dai fili inestendibili OA, O'A') in un punto N di codesta verticale, che avrà una certa quota MN = h rispetto alla sua primitiva posizione M.

Pagina 665

Sotto questo aspetto uno spostamento virtuale (a partire dalla supposta configurazione di equilibrio) sarà caratterizzato da una certa variazione δh della quota h di N rispetto ad M e da una certa variazione δφ dell’angolo di BB' con AA'. Per determinare la relazione che intercede fra δh, δφ, assumiamo come origine delle coordinate il punto M, come asse z la verticale MN, come asse x la retta orientata MA, come y la perpendicolare ad xz, orientata in modo che il verso xy coincida con quello della coppia sollecitante. Allora, esprimendo che la distanza dei due punti O, B di coordinate a, 0, l e a cos φ, a sin φ, h, rispettivamente, si mantiene eguale ad 1, troviamo

Pagina 666

Le macchine invisibili: scienza e tecnica in tre camere e cucina

508629
Piero Bianucci 1 occorrenze

Le classi A, AA e AA+ corrispondono a frigoriferi di qualità crescente.

Pagina 73

Plico del fotografo: trattato teorico-pratico di fotografia

516005
Venanzio Giuseppe Sella 3 occorrenze
  • 1863
  • Tipografia G.B. Paravia e Comp.
  • Torino
  • Fotografia
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La rifrazione del raggio RA si farà verso la perpendicolare nella direzione di AR’ per esempio: si tirino le rette aa, a’a’ ad angolo retto colla perpendicolare, e si paragoni le loro lunghezze. Queste lunghezze, o le linee che e rappresentano, sono i rispettivi seni degli angoli di incidenza e di rifrazione; aa è il seno dell’angolo di incidenza, a’a’ è il seno dell'angolo di rifrazione. Il rapporto di questi seni viene chiamato indice di rifrazione, ed è costante per gli stessi mezzi. Così con un altro raggio di luce rA la rifrazione succede nello stesso modo, ma in grado più considerevole, per causa della maggiore obliquità dei raggi, e se si paragona i seni dei due nuovi angoli di incidenza e di rifrazione, si troverà che essi conservano ancora tra loro lo stesso rapporto di prima, per cui aa/a’a’ = bb/b’b’

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Quando la luce passa dall’aria nel vetro comune il seno, ossia la lunghezza aa, paragonato col seno a’a’, starà a questo come 3 a 2, ossia come 1,5: 1. Perciò, la rifrazione, come si vede nella Figura 8, stando coi seni in ragione inversa, si dice, che l’indice di rifrazione del vetro, paragonato con quello dell’aria preso per unità, è 1,5. La seguente tavola dà gli indici di rifrazione di diverse sostanze:

Pagina 064

Questo triangolo è più piccolo che A B C; ma, se le distanze Aa, Bb, Cc sono proporzionali ad OA, OB, OC, i due triangoli sono simili, e non vi può essere trasfigurazione. Ma succede, che i decrementi Aa, Bb, Cc non sono proporzionali alle linee OA, OB, OC, e crescono più rapidamente di queste, per cui vi è una trasfigurazione nell’immagine, come si scorge nella figura qui sopra.

Pagina 097

Scritti

529768
Guglielmo Marconi 1 occorrenze
  • 1941
  • Reale Accademia d'Italia
  • Roma
  • scienze
  • UNIPIEMONTE
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Il periodo del filo aereo od antenna AA dei miei apparecchi, può Fig. 7. Fig. 8. essere variato aumentando o diminuendo il numero delle sue spire, (fig. 7) oppure mettendo un condensatore in serie con esso.

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