Gli A.A. approfondiscono i primi tre interventi della Consulta sulla legittimità costituzionale, sotto il profilo dell'eccesso di delega, della disciplina del rito "societario" e della sua estensione alle controversie in materia di proprietà intellettuale (ad opera del relativo "Codice"). Viene posto in rilievo l'opinabile "fuoco di sbarramento" dapprima apposto dalla Corte rispetto alle censure di incostituzionalità, incentrato sulla contraddittorietà del quesito e su un inquadramento della rilevanza della questione di legittimità talmente restrittivo da rendere il rito "societario" sostanzialmente non suscettibile di sindacato di costituzionalità, ed infine - nella più recente pronuncia inerente al "Codice" della proprietà industriale, oggetto della "Postilla" - l'abbandono di questa linea ed il rilievo de plano della incostituzionalità per violazione dell'art. 76 Cost., che apre la via alla soluzione generale del grave problema.
Gli A.A., sollecitati dal recente ampliamento dell'oggetto della giurisdizione tributaria, cercano di dare una risposta ragionata al quesito se, una volta equiparata l'obbligazione contributiva a quella tributaria, le controversie in materia di contributi e di premi debbano essere attribuite o no al giudice tributario. Una tale problematica viene dibattuta specialmente nell'ottica dell'interesse pubblico alla più immediata riscossione, da parte dello Stato e degli enti previdenziali, delle somme obbligatoriamente dovute per i "tributi di ogni genere e specie comunque denominati".
Gli A.A. affrontano, in particolare, il problema sia della regolamentazione delle informazioni che devono confluire nella due diligence e del loro "trattamento" sia delle conseguenze di una due diligence non veritiera.