della sua non breve carriera: una villa piena di luce a pochi chilometri da Parigi, un pian terreno tutto per l’artista, una giornata ordinatissima
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Ma è proprio l’amore della consorte che vieta a Utrillo di «espandersi», di vivere, come vorrebbe? Oppure la sua esistenza, già segnata, (di uomo
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Da Burri a Fabbri, da Somaini a Guerreschi, da Scanavino a Moreni, da Guttuso a Minguzzi, da Zigaina a Francese, da Sadun a Ghermandi — per citare
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maestro francese di eccezionale fantasia a confronto dei suoi colleghi impressionisti famosi, si deve a lui riconoscere il merito di una esemplare
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— se lo chiedono gravemente — i «mostri» che Picasso ha dipinto a profusione, mostri-signore, mostri-bambini, mostri-mamme? Bocche, narici, cappelli
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A quale scopo? Noi pensiamo che Picasso abbia voluto dirci: nascono dentro di noi per ogni cosa che vediamo, per ogni persona che amiamo, vicino a
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Nel 1900 circa Braque fece il gran viaggio a Parigi: il viaggio di tanti altri giovani intraprendenti, chi prima, chi dopo: Chagall, Modigliani
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I quadri di Fautrier, invece (appartengano al periodo delle sue prime intuizioni di «haute paté», o a quello, più teso e rivoluzionario, degli
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A questo punto del nostro discorso sarebbe interessante stabilire quanto di naturalistico e di romantico Moore erediti dal surrealismo e quanto
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posto gradualmente a una paura della novità, a una sfiducia dell’esperimento: si cominciò a parlare di «ritorno all’ordine»; i valori della tradizione
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Si aggiunse a queste troppo radicali riserve anche la considerazione, davvero non pertinente, che il surrealismo avrebbe agitato una poetica
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Cézanne a Van Gogh, fino a Matisse e a Braque, non tralasciando di spaziare il suo sguardo sensibile nella storia della pittura contemporanea, col
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A mano a mano che l’arte di Francis Bacon tocca il 1950, la pittura sua si fa epidermica, quanto a stesura. Qui il punto di confluenza tra fatto
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Il terzo ed ultimo periodo della pittura di Bacon, dal 1957 ad oggi, è, a nostro avviso, il più alto e riassuntivo. Il pittore compie a ritroso un
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E par davvero, davanti a molti dei suoi disegni migliori, di ritrovare, rispecchiato, il senso di una scoperta della realtà, di un viaggio nella
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Si guardi come quelle poche linee modulate verticalmente, nel citato «Violoncello», riescano a riempire uno spazio, a fare una forma senza rinunciare
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mi venne l’idea, come avevo già richiesto al suo collega Zadkine anni prima e a Kokoschka, di domandare allo scultore uno «scarabocchio» un «disegnino
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Dove non era stato De Pisis! E come riusciva nel suo insaziato viaggiare a rimaner sempre dentro il suo mondo, a tingere monumenti, fiumi, piazze
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era partito con un bagaglio post-macchiaiolo da buttar nella Senna, ma non si decise mai a disfarsene, pena lo smarrimento: inquieto, incostante
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Quanto poi al suo variegatissimo espressionismo, dal tipo «lineare» (come nel quadro bellissimo de «La mezzana») a quello più sanguigno (toni
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Un signore di mezza età con i capelli ancora neri, la riga da una parte, gli occhi socchiusi dietro gli occhiali a pince-nez, il naso raggricciato
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«tutta nella realtà», così arriva a rappresentare integralmente questa emozione. Nei dipinti di Melli possiamo infatti trovare le istanze di almeno tre
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, donna che dava i punti a parecchi, quanto a pittura, e c’era il gruppo dei letterati e dei poeti da Sinisgalli a Beccaria a Mazzacurati a Diemoz a
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Nato a Gradisca nel 1889, dopo la straordinaria avventura della grande guerra che lo vide ufficiale austriaco prima, poi prigioniero della Guardia
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— aggiunge quasi ad autocritica l’antico entusiasta paladino dei «Sei» — che le novità che giungevano a Torino erano post-impressionistiche francesi
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Da un gran pezzo non ci accadeva di commuoverci tanto dinnanzi a un così modesto numero di quadri. E vorremmo che altre opere di quel periodo — se
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Sono poi nella mostra «traduzioni in grande» e in «grandissimo» dei motivi degli «omini»: da «Il Capoccia» (1934) a «Il vecchio», ovvero «Pietro il
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, come a rassodare un apprezzamento, a metter l’accento su un «perché». E quale opera e quale artista Prampolini non aveva visto, conosciuto, studiato
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Nel 1916 conobbe, a Roma Tristan Tzara per cui nello stesso anno fu presente alla storica mostra dadaista di Zurigo; nel 1918 fu a fianco di Carrà e
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Tutte ricerche e fasi che fanno un Prampolini parziale, sofisticato, faticante, a volte perfino a un passo dal cattivo gusto, con quelle sfere e
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troviamo alla presenza di un pittore coerentissimo e completo: pur essendo della generazione di Picasso, Prampolini non si dimostra suo subalterno quanto a
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Ci capitò più volte di incontrarci con le opere del Guidi ultimo, su cui Marchiori fa leva, e indicammo a proposito di una «personale» alla galleria
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La scultura di Giacomo Manzú e i problemi a questa connessi non crediamo che attraggano irresistibilmente il «patito delle avanguardie». Chi, anzi
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«Sono nato a Bergamo alla vigilia di Natale del 1908, nella parte bassa della città (e così fin da bambino vide la Bergamo alta come un santuario, un
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Ciò nonostante le opere sono restate, a documentare tappa per tappa l’estro e la cultura di uno dei nostri più alti pittori della generazione dei
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superflue neppure per gli studiosi, ma di avere «insinuato» attraverso di esse «la possibilità di assumere il passato a modello» del presente: un vero e
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Quanto poi a un giudizio storico in rapporto all'arte francese del medesimo periodo, le opinioni dei più illuminati non furono troppo tenere nei
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del grande giuoco condotto (dai pittori italiani) nel periodo 1910-1930» possono a suo giudizio esser ricondotte a un comun denominatore. Intanto
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I nazionalisti spinti, che guardano a quest’arco di sviluppo dell’arte nostra, ancor convinti che il mercato francese e lo chauvinismo organizzato
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Quanto a Mafai, festeggiato e atteso in tutte le mostre dei tonalisti, continuava da solitario dopo la morte di Scipione e lo strano abbandono della
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Un terzo ed ultimo punto che può essere discusso a nostro avviso a proposito dei problemi che suscita la Mostra, è quello dell’incontro particolare
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A proposito dei nove motivi musicali o trofei di note che Sergio Romiti ha esposto alla Quadriennale, ci sia permessa questa osservazione psicologica
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quella specie di ribalta, né «grandi» né piccole, quanto a misura, si contagiano a vicenda e finiscono per ricomporre, a tutto danno delle recenti
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Il problema che noi vogliamo porre, a proposito del Dova attuale, è quello del tono che il suo dramma assume a seconda dello stile o meglio del grado
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che il giovane non fu tra i primi a concepire le forme futuriste, ma senza dubbio fra i più limpidi e appassionati a farle proprie.
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Insomma, siano queste od altre le ragioni che spinsero Brancusi a scartar Venezia come sede di ima Mostra (nella quale l’artista avrebbe avuto
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stragrande maggioranza dei combattenti di tutti i paesi belligeranti e neutrali; però il modo radicale col quale l’artista cominciò a sentire la sua
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Vicino a queste «azioni» distruttive e di dileggio, i dada operarono in un modo da farsi credere dei perfetti irresponsabili, affidandosi prima di
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nel padiglione italiano con una sala, è a nostro avviso Alfredo Chighine in cui grazia, perseveranza e monotonia si tendono continuamente una congiura
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timida e quasi artigiana rivalsa materica; ma non basta essere l’artista più a Sud di Italia come non figurativo, una specie di sentinella lasciata ai
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