tutti che il nostro atteggiamento non è determinato da mire egoistiche di parte, tanto è vero che noi, a base di tutto, invochiamo e reclamiamo la
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L’oratore rileva, prima di tutto, che torniamo a radunarci dopo cinque lunghi anni di silenzio. Il primo periodo di questo silenzio è stato penoso e
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naturale che l’invitare a Parigi, per la regolazione delle cose che riguardano il nostro paese in confronto degli altri della cessata monarchia, i
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amministrativo del paese. Il diritto del popolo a farsi largo si basa sovratutto sul sentimento oggi comune che è finito il tempo di lasciare far
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riassetto della provincia. Si potrebbe obbiettare che, per indire le elezioni provinciali a sistema proporzionale, occorrerebbe un decreto reale o del
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I nazionalisti ed il fascio parlamentare s’opposero vivacemente a tale nomina per ragioni che riguardano il suo atteggiamento durante la guerra. I
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Certo se entriamo nel merito delle questioni, che a suo tempo dovranno essere sottoposte al verdetto del popolo, il dissenso fra i singoli partiti è
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commissario straordinario nella persona di un illustre parlamentare, si opposero subito a tale proposta per due ragioni: 1) perché la nomina di un
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puramente ideale superiore a qualsiasi interesse passeggero di partito. Su questo terreno non transigeremo e domandiamo solo agli avversari di combatterci
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amministratore imparziale, un uomo che fosse politicamente una pagina non scritta. Ma a Roma ci siamo trovati di fronte al fatto compiuto, cioè al decreto reale
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paese, ove il popolo, sorpreso dagli avvenimenti, venne cacciato a colpi di baionetta nelle lande della Galizia, in un paese d’altro canto, il quale
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e l’esaltazione che questo aveva naturalmente provocato. Come alimentare quest’entusiasmo, quando a smorzarlo bastava il decreto di scioglimento manu
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impotenti a tanta rovina. Quante volte sovratutto abbiamo temuto di perdere l’anima di questo popolo, la sua anima onesta di lavoratore tenace e di
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volontà; perché siano fatte leggi che assicurino al lavoro il predominio sul capitale e che strappino agli sfruttatori i mezzi di arricchirsi a spese
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redente provveda nell’esecuzione del trattato a salvaguardare i nostri interessi ed a prepararne una migliore difesa in occasione della stipulazione delle
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la parte più nobile di se stesso, queste alte facoltà per le quali egli si eleva a Dio, ad una vita futura, a dei beni sconosciuti in un mondo
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posizione da sembrare escluso che i loro adepti potessero poi atteggiarsi a bolscevichi ed entusiasmarsi per la terza internazionale, dall’altra parte i
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anni in su e applicando lo scrutinio di lista colla proporzionale e s’indicano in base a tale regolamento le elezioni.
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Le forze attive del paese si concentrarono, dopo qualche indugio, intorno a questa bandiera che noi avevamo issato per i primi. Solo qualcuno fece lo
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grato a coloro che in momenti difficili ne affermano i supremi interessi morali.
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sostanza, e molto meno dall’opposizione che suscitano certe misure del governo, a svalutare il concetto di patria e della coscienza nazionale. Per i
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, protestando contro il partito socialista che abusa delle organizzazioni professionali, costringendole, in contraddizione coll’asserita neutralità, a
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ancora il 4 ottobre 1917 quando, nonostante i tristi segni di quel periodo - eravamo a poche settimane da Caporetto - gridavamo in faccia agli
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Una conferenza dell'on. Degasperi a Merano. Il contraddittorio coi socialisti
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Nella seconda, egli ricorda che gli amici che lo hanno invitato a parlare sono gli stessi che a Merano hanno da anni potuto sostenere un modesto ma
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proletari di tutto il mondo. Voi, dice rivolto ai popolari trentini, eravate la coda dei cristiano-sociali tedeschi a Vienna e del centro germanico che
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fissare il nostro atteggiamento di fronte ai tedeschi, ma non può non rilevare che, da quando egli ed i suoi amici venivano a parlare ai lavoratori
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Silvio Flor domanda la parola per i socialisti, parlando per circa una mezz’ora. Replica poi vibratamente l’on. Degasperi, a cui il Flor ribatte
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difesa strategica. Noi trentini, che abbiamo invocato alla Camera austriaca il principio dell’autodecisione, non lo smentiamo di fronte a nessuno, per
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gioco a replicare: Benché in veste da moderato, il Flor sostiene in realtà il principio della dittatura contro il principio democratico della
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L’oratore s’augura che il buon senso italiano finisca col prevalere e che i socialisti stessi siano indotti nell’interesse della classe operaia a
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e per la dittatura del proletariato. Essi sono ammiratori sconfinati del regime di Lenin e di quello tentato a Budapest da Bela Kun. L’oratore non
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Parla l’on. Degasperi È invitato allora a prender la parola l’on. Dott. Degasperi, il quale prima d’incominciare il suo dire, legge il seguente
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