Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il drago. Novelle, raccontini ed altri scritti per fanciulli

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Luigi Capuana 50 occorrenze
  • 1895
  • Enrico Voghera editore
  • Roma
  • Verismo
  • UNICT
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Mi accade, qualche volta di dimenticare a casa il portamonete, specialmente quando muto abiti e faccio in fretta. E ogni volta, quasi un maligno

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— Uh! Il Drago! Le due bambine, che s'erano messe a giocare presso il muricciolo del ponticello dove la zia le aveva appostate per chiedere

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camera, le monache si divertivano a gara a interrogare la piccina. — Vuoi venire a star qui con noi? — E la mamma? Resterebbe sola sola. — Verrebbe

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Invano il babbo diceva a Masino: — Non bisogna aver paura di niente! Masino aveva paura di tutto, specialmente quando trovavisi solo in qualche

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subito a soddisfare; ma sapeva pure mostrarsi severo, appena il bambino accennava di diventare troppo capriccioso. Bastava un' occhiata, un motto di

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, una donnicciuola, un bambino, una bambina a cui per indolenza, per strana repulsione, pel sospetto che chiedano l'elemosina più per mestiere che per

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GINO (Entrando con diversi oggetti tra le braccia, a Elena). Io il krause e la tuba vecchia del babbo ; tu la veste della zia, che è piccina quasi

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, ma difficile a prendersi adulto, e che non avevo mai visto allevato in gabbia, mi faceva sopportare le noie del continuo imbeccamento, gli strilli

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, m'incoraggiava benevolmente a tentare di scriverlo. Questo volume vorrebbe rispondere al desiderio di quel bravo maestro, quantunque non scritto a posta per le

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loro era una festa. Che cosa fosse la Commissione non erano mai riusciti a saperlo. In certi giorni della settimana, vedevano arri- vare a uno, a due

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, esclamando: — Oh, babbino ! E s'era messa a battere le mani e a tempestarlo di domande: — Dove vanno, babbo, le stelle quando c'è il sole ? Il babbo

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dell'ostinazione del suo babbo e della sua mamma che non volevano fargli smettere la camiciola col cinto e i calzoni a mezza gamba. Sì, vestito a quel modo

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Nell'aprile del 1868, dopo cinque anni di dimora in Firenze, tornavo in Sicilia. A Messina trovavo una novità: la ferrovia. Partendo, cinque anni

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veniva rinnovata attentamente a ogni quarto d'ora; ma per aprire le finestre d' una stanza, i piccini erano condotti via nella stanza appresso. Se la

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che laggiù, in fondo alla strada, tiravano sassi a un albero di albicocco per farne cascare a terra le albicocchine immature. Le macchie di rovi, che

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cornicione, quasi a consultarsi, poi scappano. Volteggiano, stridono; è il gran giorno della partenza. ***

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stanno seduti l'una a destra, l'altro a sinistra di lui. IL RE. S'introducano gli ambasciatori. ( Una guardia esce per chiamarli). LA REGINA. Recheranno

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ricordava d'un morto appunto in un giorno così lieto. Il camposanto era deserto. Andavo dietro a coloro, camminando lentamente, da visitatore, ma senza

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Il babbo aveva detto a Checchino: — Non si chiede mai due volte quel che già si ha; bisogna contentarsi. E intendeva ammonirlo del difetto di volere

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Molte volte la mamma aveva detto a Ernesto : — Non molestare le bestie; sono anch'esse creature del Signore ! — ma era stato sempre come dire al muro

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, aiutato dalle bambine, che si erano divertite a darle una mano come avevano potuto. Don Paolo, portate le materasse al sole su la terrazza, le aveva

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insieme, di nascosto; ed ora che ci voleva soltanto un mese per l'onomastico della mamma, i loro ragionamenti a bassa voce erano divenuti più frequenti

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cordicelle da un angolo all'altro ella terrazza; e le bambine andavano e venivano per aiutarlo a sciorinare ogni cosa, meravigliate di tante stoffe, di

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Or accadde che un giorno le sorelle, per divertirsi con lui, si misero a fargli dei dispettucci. Una gli buttava giù i soldatini schierati sul

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Il direttore aveva spinto un po' bruscamente Dino in una stanza accanto alla sua, e lo aveva chiuso lì dentro a chiave. Da prima il ragazzo era

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sua scrivania, gli accennò d' accostarsi e di sedersi su la seggiola vicina. Dino, a testa bassa, pensava: — Se mi ha visto dal buco della serratura

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tazza di cioccolatte e i biscotti, ma a torto. Dino era un ragazzo allegro, non cattivo; e da quel giorno diventava proprio il modello degli scolari

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vedere dalle bambine bizzose come te. — Sarò buona, buonina, mamma. In quei giorni bastava dire a Enrichetta: — Il bambino non mangerà i dolci. Non

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O care rondinelle, vi siano propizii il cielo, i venti, il mare! E poi, a primavera, vi siano nuovamente propizii il mare, i venti, il cielo pel

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mi vedevano avvicinare. Dare l'imbeccata a dodici uccellini, che avrebbero voluto mangiare per lo meno dieci volte al giorno, sarebbe stata una gran

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Le aveva messe a letto ed era andato a letto anche lui, dopo aver governato l'asino e rigovernato da sè piatti e pajuolo per non affaticare le

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— Perchè volete prendervi questa gatta a pelare? — gli aveva domandato il pretore. — Perchè? E don Paolo era rimasto un po' scombussolato, non

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Le bambine non si riconoscevano, vestite a nuovo e ben calzate; vestite a nuovo, cioè, con la stoffa di due vesti delle sue povere figliuole

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Ma spesso, la notte, appena entrato in letto, gli venivano in mente, insistenti, le parole del pretore: — Perchè volete prendervi questa gatta a

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Egli s'affrettava ad addestrarle, per paura che gliene mancasse il tempo. — Lisa, vieni qua; t'insegno a stacciare. Aveva preparato la madia su le

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la mano anche a lui, quasi per burla. Il vecchio, fermato l' asino, disse alla bambina: — Vieni qua, tieni; e tornate subito a casa. Oggi avete da

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Di tanto in tanto, per far svagare le bambine, le conduceva in campagna, a Doguara, nel fondicello tutto piantato a olivi e mandorli, con un po' di

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e fioriva per festeggiare la nuova Lisa, come non aveva verdeggiato e fiorito da un pezzo. — Il gelsomino è di Lisa, — diceva don Paolo a Giovanna

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erano proprio ben guadagnati!... - Ah! Eccoli! Si sentiva, a volte si, a volte no, secondo il vento, il grugnito del contrabasso, ma lontano assai. Don

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La notte di Natale aveva voluto condurle a vedere il presepe e a sentire la messa di mezzanotte. Piovigginava, tirava vento; ma la chiesa era li a

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avvenimenti vicini, anche della giornata, gli si scancellavano subito dalla mente. Le prime volte, accorgendosene, ne aveva riso egli stesso : — Comincio a

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, nè come si chiamasse. Ma un giorno avevano visto il povero vecchio alzarsi dalla seggiola dov'era stato tutta la mattinata a sedere, e stropicciarsi

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: — Quella stoffa no; questa sì, ma... Sarebbe meglio quest'altra. — Il sarto cominciava a spazientirsi, vedendolo così incerto e così variabile da un istante

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colore, nè la forma. Quadri anneriti dal tempo, stampe di diverse dimensioni, nere e a colori, di santi che il fumo aveva resi irriconoscibili

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Ma quasi tutt'a un tratto non si raccapezzò più... Le gambe gli si piegarono sotto, e gli parve prudente mettersi a sedere... — Oh, Dio! Si vedeva

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Lo spavento della mamma era stato grande. Mentre un servitore correva in cerca del padrone, un altro volava a chiamare il medico nella vicina

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Quell'anno i padroncini parevano presi da particolare affezione pel pecoraio e per le pecore. La mattina, mentre egli si disponeva a mungere il latte

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pecoraio andò via, di nascosto dei contadini, per non farsi scoprire, si diedero a saltare, a ridere, a battere le mani, applaudendosi per la prodezza

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meno chiasso, meno capestrerie. D'allora in poi, a ogni loro ritorno alla fattoria, se essi accennavano a riprendere un po' di solito aire, bastava

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qualche settimana furono la disperazione della nonna, che aveva accettato di averli presso di sè a patto di farli vivere come avrebbe voluto lei

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