Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIOR

Risultati per: a

Numero di risultati: 21 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Per il 1° anniversario della sezione operai S. Giuseppe e per l’inaugurazione della compagnia del ven. n. Suplrizio in Caltagirone.

398220
Sturzo, Luigi 21 occorrenze
  • 1896
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 17-29.
  • Politica
  • UNIOR
  • ws
  • Scarica XML

E sin oggi, benché l'esempio dell'Italia, e la voce di qualche fervente cattolico ci apprendesse quanto possa l'azione coraggiosa e costante, a nulla valse a destare dal torpore gli animi scoraggiati e affranti. Tutto cedette senza contrasto alla Massoneria trionfante; ed ora lagrimando ci accorgiamo quanto ci sia stata amara la inerzia di tanti anni. E oggi che all'appello forte del Supremo Pastore alcuni anche tra noi vogliono a prova mostrare l'ubbidienza ai voleri della Sede Apostolica, e discendere sull'arena a combattere le nuove battaglie del Signore, e organizzarsi, unirsi in comitati, anche oggi sorge ostacolo potente al buon volere dei pochi, l'indifferenza. Anche buoni cattolici, che spesso vanno in Chiesa a pregare, si negano ascriversi al Comitato Parrocchiale, perché (essi dicono) non vogliono pigliarsi noie e brighe soperchie. Bisogna insistere, scuotere questi inerti, che non conoscono che il cristiano ha il dovere per quanto può di propagar quella fede che lo rende tale.

Pagina 18

E voi, buoni operai, membri della Sezione, nel ricevere questa sera il dovuto plauso all'opera vostra, pensate, che se a grandi fini vi ordina la Provvidenza, vi dovete rendere ben degni di compierli con l'azione costante ed assidua. Questo plauso e questa festa non sia per voi che sprone a meglio istruirvi e disciplinarvi alle lotte che si dovranno sostenere per la religione e per la patria.

Pagina 18

Queste anime fredde o non conoscono i mali che loro sovrastano, o non sanno i doveri che loro incombono, o credono che il cattolico sia sol buono a lamentarsi dei tempi. I tempi siamo noi, o Signori; se siamo buoni, buoni saranno i tempi; e se cattivi e indifferenti al male, cattivi i tempi. Oggi è tempo di scuotersi; e d'imitare nel bene quanto i nostri nemici han fatto di male: ecco i tempi presenti, pel cattolico. Lo ha detto il Papa, lo han ripetuto i Vescovi, lo han mostrato a prova le migliori città d'Italia; gli effetti di questa azione sono salutari, i beni che derivano alla religione e alla società immensi; la lotta è già ingaggiata, e noi dobbiamo rispondere. Ecco i nostri tempi.

Pagina 19

L'indifferenza è come l'acqua non battuta che appesta l'aria e uccide il viandante; perché là dove è bisogno di vita e moto, l'inerzia è morte: onde a ragione il Cardinal Rampolla diceva anni or sono che la sua Sicilia è mare morto.

Pagina 19

E a parlare della nostra città, vediamo tuttora gli effetti delle fatidiche parole dello Spedalieri: chi ha perduto gli averi, chi è morto senza eredi, e chi ramingo esulò da Caltagirone tentando nuove sorti in Catania, Palermo, Napoli e Parigi. Questa classe adunque o manca affatto, o costretta dalle nuove istituzioni si è accomunata alla borghesia dominante.

Pagina 20

La stampa, le conferenze, l'esempio, i frutti che potrà dare l'azione cattolica, tra noi così incipiente, poco o nulla varranno a destare quell'apatia, che la stampa cattiva, pasto quotidiano dei nostri cattolici, che le abitudini inveterate, che le agiatezze di famiglia, che il vivere riposato, han già da lunga pezza nel loro animo prodotto.

Pagina 20

« a Dio spiacenti ed ai nemici suoi ».

Pagina 21

A noi non è stato mandato tentare le rivendicazioni sociali colle spade, o la dinamite, ma di penetrare fino l'intimo delle sociali istituzioni colla croce di G. Cristo nelle mani; con quella croce stessa, o Signori, che la massoneria tolse dalle aule scolastiche come dalle aule dei governanti; con quella stessa croce che l'on. Salvi avanti i suoi fanciulli delle scuole elementari voleva gettare in acqua bollente; con quella stessa croce che posta da Costantino sul Campidoglio ad indicare il trionfo di Cristo sulle barbarie del paganesimo, fu dai consiglieri romani dopo millecinquecento più anni tolta per porvi il pagano simbolo di Minerva con l'elmo, l'asta e lo scudo. Insensati! L'elmo, l'asta e lo scudo della Minerva moderna, hanno a prova mostrato in Africa quanto siano irruginiti e fragili! Questa croce adunque scandalo ai giudei e pazzia ai gentili, a noi però gloria e salute, deve ritornare a brillare dal tugurio del povero alle corone dei re.

Pagina 21

Forza latente il popolo, a cui fu promesso l'età dell'oro, dai disinganni e dalla miseria che l'opprime, sorge invocando nuovo ordine di cose. E siccome è facile agli entusiasmi, è sempre stato strumento dei mestatori e dei metti male. Sente però nel cuore la religione dei nostri padri; quella religione che gli rende dolce il lavoro delle braccia, che gli allieva il dolore e l'ambascia, che lo solleva a maggiori speranze, quando dopo il lavoro si trova senza il pane da sfamare i figliuoletti. E quand'anche il popolo non abbia istruzione soda della religione, ne ha il sentimento e lo spirito; che può per lo spesso offuscarsi; che dalle passioni può farsi tacere; ma che nei momenti supremi ritorna vivo nel cuore. Se oggi io dicessi che un pastore protestante sia venuto in Caltagirone a disseminare errori, il professionista, il borghese, il cattolico indifferente si stringerebbero le spalle, e direbbero fra' denti: troppo zelo! Ma se lo dicessi al popolo, o Signori, potrebbe forse eccedere.

Pagina 21

Il popolo, o Signori, è con noi, e sente che la sola religione lo salverà; poiché, quantunque poeta, è insieme logico, e vede che il liberale lo ha sfruttato, che il socialista non fa che ripetere sotto nuova forma le auree promesse già fatte dal liberale: la sola religione, che non mente, non viene a dare speranze di regni e di beni, non inganna con la menzogna e col dolo, non dipinge a rosei colori un avvenire impossibile per ingannare le turbe; ma seguendo i tempi, migliora le istituzioni, indirizza le menti, forma i cuori, ed apre in cielo guiderdone ai lavori [sic] e all'onestà.

Pagina 22

L'uomo è anima e corpo; e se per l'anima aspira a quel cielo che i liberali han cercato chiudere ai cuori dei popoli, pel corpo ha bisogno della terra, che i liberali hanno sfruttato con le tasse, colle banche, col monopolio. L'uno e l'altro, lo spirito e il corpo, han bisogno di guida; e alla religione corrisponde non le usure dei liberali giudaizzanti, non la dinamite degli anarchici o il collettivismo dei socialisti, ma il lavoro e l'onestà. Sì, il lavoro e l'onestà: non sarà mai che l'uomo si liberi in questa terra dalla pena da Dio inflitta ad Adamo prevaricatore: in sudore vultus tui vesceris pane.Però oggi che per dissennate amministrazioni e giudaiche usure il popolo languisce nella miseria, solo l'onestà dei cattolici, che chiamano il popolo in associazioni di mutuo, in cooperative di consumo, in casse rurali, in banche cattoliche, in monti frumentari, può risolvere la crisi sociale, che mal si argomentano tentar di sciogliere i socialisti. Con tali associazioni il popolo, se da una parte potrà godere in più eque condizioni dei beni che la natura provvida ci ha dato, potrà anche scuotere il giogo morale dell'usura, che mentre strozza le fatiche dell'operaio, ne toglie la libertà dei propri convincimenti. Sì il bisogno

Pagina 23

Non posso non ricordare a proposito il tirannico atto del conte Paolo Camerini in Piazzola sul Brenta, che giorni or sono, alla fine del secolo detto della libertà vieta ai suoi dipendenti, colla minaccia di dar loro disdetta, di ascriversi alla Cassa Rurale cattolica. Però bisogna confessare che questa intolleranza liberale va producendo la riscossa del popolo che si è diviso in due forti schiere, cattolici e socialisti. Gli uni, i cattolici, che stentando sulla terra, guardano con occhio di speranza il cielo; gli altri i socialisti, che lasciano la [...] " e guardano con occhio livido i ricchi, sognando tesori. Le due organizzazioni, la prima che ha per mira il cielo, pur avendo bisogno della terra, la seconda che ha per mira la terra lasciando il cielo, saranno quelle che si contenderanno palmo a palmo l'avvenire. Il trionfo sarà nostro, o Signori, perché da noi sta la verità, perché da noi sta il Papa, Vicario infallibile di G[esù] C[risto], perché da noi sta la Croce, trionfatrice del mondo; in hoc signo vinces:ma bisogna prepararci [sic] alla lotta, e prepararvi le generazioni nascenti.

Pagina 24

Egli ebrei, gli usurai, i faccendieri delle banche ne usano e ne abusano per pervertire il popolo, per soggiogarlo ai loro voleri, per farne forte strumento delle passioni politiche a danno della Chiesa e della Patria. Ma quando con tali istituzioni di credito e di previdenza viene tolto il popolo dal giogo dei liberali, sarà più libero e meno impacciato dai bisogni della vita nella lotta che si deve intraprendere per la Chiesa e per la Patria.

Pagina 24

E giorni [or] sono la Tribuna,pur con fini maligni, scriveva: « la cronaca della criminalità è semplicemente esorbitante; ...questo fenomeno turba profondamente l'economia morale del nostro paese, e lo avvilisce (ponete mente a queste parole) e lo avvilisce, se è possibile ancora di più, di fronte a tutti gli altri paesi civili »20. E bene a ragione, perché, come diceva Gioberti: « L'età moderna è aliena dal Cristianesimo, non in quanto è civile, ma in quanto è tuttavia barbara »

Pagina 25

Non mi fermo su questo quadro spaventevole: la statistica dei delitti della gioventù moderna è raccapricciante; onde molti presidenti di tribunali, come quelli di Torino, Napoli, Palermo, nell'inaugurare l'anno giuridico, ebbero a confessare che non si può scompagnare la religione dalla moralità.

Pagina 25

Signori, mi si schianta il cuore: è un fatto ormai innegabile che la Massoneria cerca i giovani per accrescere le proprie fila: e i nostri giovani, da bambini educati senza Dio e senza catechismo, cresciuti tra le seduzioni di una rea lettura, imbevuti dei filosofemi dei sedicenti scienziati, o ascritti a società liberali e a circoli politici, finiranno per dare il nome alla Massoneria. Eanche che non si arrivi a questo termine, Signori, a voi, a cui sta a cuore l'avvenire della nostra patria, domando: che sarà della terra nostra quando cessati di vivere coloro che, già avanzati in età, soli o con pochi conservano l'antica fede e l'educazione sobria e intemerata dei padri nostri, alla generazione presente, che prova gli effetti di trentacinque anni di corruzione e di errori, verrà una gioventù cresciuta tra il cattivo esempio dei padri, gli errori della scuola, la corruzione della società? Che sarà mai? Se ora piangiamo gli effetti di uno scompigliato progresso, e la famiglia traballa dalla saldezza dei suoi vincoli, le amministrazioni crollano dalla mala coscienza degli amministratori e il popolo perisce dalla ferocia dei suoi strozzini, che sarà domani se il riparo non è pronto, efficace, che sarà quando la presente gioventù salirà al comando?

Pagina 26

L'avvenire è nostro, ma quante volte si svolgerà lo sguardo alla gioventù; l'avvenire è nostro, ma quante volte si avrà a cuore l'educazione del fanciullo; altrimenti i nostri Comitati e le nostre Associazioni cattoliche non potranno sperare che per loro suoni l'ora della vittoria. E qui vorrei la lena e l'efficacia di un oratore, e vorrei gridare ai cattolici, anche agl'indifferenti: par vero che in Caltagirone non si sia mai cercato sul sodo di fondare un istituto di gesuiti o di salesiani per la gioventù? Par vero che in Caltagirone, città numerosa e sin poco tempo fa pia e fervente, non avesse cercato stabilire un oratorio festivo per gli artigiani? A che valgono mai, o Signori, i nostri sforzi; a che le nostre feste e le nostre pompe religiose, quando è trascurata la religione proprio allora che entrando in teneri e innocenti cuori, può determinare al bene le cognizioni di uno scienziato, la coscienza di un professionista, l'onestà di un operaio?

Pagina 26

Giovanetto napolitano nella prima metà di questo secolo Nunzio Sulprizio visse oscuro in un'officina di fabbro ferraio, dileggiato dai compagni e dal crudele patrigno, una vita di lavoro e di sacrifizio, e a diciotto anni volò al premio del cielo. Questi, o Signori, sono gli esempi da dare al nostro popolo non i Garibaldi, e i Caservio; a questa disciplina e virtù vogliamo educato il popolo, con questa istruzione potremo sperare rigenerare la società, infralita nei vizi e nella corruzione, che la Massoneria a larga mano ha disseminato. E costoro saranno i campioni della azione cattolica. Popolo e gioventù presi di mira dalla Massoneria devono essere il nostro esercito contro la Massoneria. È già scoccata l'ora della riscossa, e le nostre campane sicule devono suonare nuovi vespri, non contro un popolo oppressore, ma contro la massoneria tiranna delle coscienze.

Pagina 27

Volgete, o Signori, lo sguardo a Trento; la città del Concilio che sfolgorò Martin Lutero, è ora la città del Congresso che sfolgora la Massoneria. Ivi s'inaugurò tra il plauso delle nazioni che gemono sotto l'incubo dell'idra infernale, coi rappresentanti dei cattolici di tutto il mondo sotto l'impulso del grande Leone XIII e il plauso di tutto l'episcopato cattolico; ivi i campioni dell'azione cattolica, ivi i massoni convertiti sono accorsi, e si sono stretti al Vaticano per gridare: la Massoneria: ecco il nemico.

Pagina 27

Da queste considerazioni costretto, un plauso si solleva dal mio cuore a questa Sezione Operai S. Giuseppe. È un anno che è sorta, e tra difficoltà di ogni parte, ha mostrato l'energia del carattere cristiano ed il sentimento religioso. Ed oggi s'incammina con nuovi auspici per una via non battuta fin qui, nuova per noi, ma sicura e che riuscirà alla vittoria. Però la sua cura principale è stata la gioventù popolana, abbandonata da tutti e stimata come l'infima parte della società. Pur questi fanciulli, questi giovanetti, hanno un cuore come il nostro, anzi più innocente; hanno un fine soprannaturale come lo abbiamo noi, e perché deboli e ignoranti delle vie della religione e della società però più degni d'aiuto. Perciò la Sezione Operai cominciò lo scorso anno insegnare il catechismo nella parrocchia S. Pietro; ma vedendo come è necessario non solo istruire la mente ma formare il cuore della gioventù, istituì questa Compagnia sotto la protezione del Ven[erabile] Nunzio Sulprizio.

Pagina 27

Guardiamo gli altri fratelli della Sicilia, che fra giorni si aduneranno anch'essi in congresso a studiare i mezzi per combattere ed eccitare tutti allo zelo e all'azione ivi io son certo di portare il vostro affetto e la vostra adesione; ivi tempreremo le armi per le nuove battaglie del Signore. Uniamoci, adunque, tutti, stretti al Papa, ai Vescovi, ai Parroci nell'Opera dei Congressi.

Pagina 28

Cerca

Modifica ricerca