Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Numero di risultati: 3249 in 65 pagine

  • Pagina 1 di 65

Un discorso dell'on. Degasperi a Merano. L'istituzione di un segretariato a Bolzano

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Degasperi a Merano. L'istituzione di un segretariato a Bolzano

Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

389779
Toniolo, Giuseppe 6 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
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Rispetto al compito dimostrativo si rammenti che i rapporti sociali sono immediatamente tradotti in atto dalla libertà umana, a seconda che il grado di intelligenza e soprattutto di virtù dei popoli riesce a comprendere in che consista l'ordine,da cui dipende il bene (e l'utile a questo coordinato) ed a volerne efficacemente il rispetto. Ciò posto, si avverta che la dimostrazione di verità,ammessa la possibilità della ignoranza e del pervertimento umano, nel nostro dominio, deve essere duplice:

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La mossa convergente riuscì a due risultati metodici, che poi inclinarono a fondersi.

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. ‒ Corrispondente a questo sfoggio di ricchezze è lo sviluppo (ciò che a noi interessa) di arti economiche; prima e maggiore (a questo sembra) fra i camiti di Egitto e delle spiagge mediterranee e all'estremo opposto in Cina; ma del pari precoce e diffuso in tutta l'antichità orientale.

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In Italia sulla popolazione intera i celibi rappresentano il 58%, superati dalla Germania 59, rimanendo Francia a 55 e Austria a 52, scendendo Irlanda a 43%; i coniugati (su tutta la popolazione) in Italia 36, Germania 34, oscillando nei vari paesi fra 33-39; i vedovi da 6 a 5%. E queste cifre per ogni paese civile rimangono di una stabilità mirabile, crescendo lievemente i celibi nei paesi di grande intraprendenza economica (Belgio) o di grande depressione (Irlanda).

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Le diffuse innovazioni tecniche delle industrie manifattrici in tutta Europa lungo il secolo XIX, mentre collo immenso spaccio dei prodotti a basso prezzo aumentano profitti e capitali dei fabbricatori e mercanti, e moltiplicano la popolazione specie lavoratrice,sospingono l'America del nord e l'Australia (già abituate da lunga mano ai sistemi di pimetagione capitalistica) a produrre materie prime industriali, a volgersi con vorticosa rapidità a lavorarle sul luogo, e a resistere così alla importazione europea.

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La morale cristiana, coi dogmi che la ispirano (teologia dogmatica) e colle applicazioni giuridiche che l'avvalorarono (diritto canonico) quale venne a svolgersi nell'organismo storico-vivente della Chiesa cattolica, dalle origini fino ad oggi, deve dallo scienziato, anco per ragioni positive, considerarsi come il fattore più potente a suscitare nei popoli le energie economiche e a guarentirne i rapporti più regolari ed efficaci, componendo così l'ambiente sociale più propizio a delineare le dottrine razionali dell'economia nella loro successiva elaborazione.

Pagina 1.94

Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

395675
Toniolo, Giuseppe 13 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
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Ma nel tempo stesso (avvertasi bene) in tale regime di libertà senza freno di legge e di coscienza, — a quel predominio legale delle classi proprietarie imprenditrici, gravante per tre secoli di privilegi e coercizioni sopra i lavoratori del passato, vi sostituì la preponderanza di fatto,spesso non meno iniqua e crudele, che i ceti capitalisti speculatori, muniti della potenza del sapere e del capitale moderno, fecero pesare sul proletariato industriale ed agricolo presente, che ne rimase schiacciato, a preparare nella miseria e nell'odio di classe entro le risorte unioni di mestiere («trade unions») la vendetta contro la società e lo Stato. Non mai tante forze pronte a produrre la ricchezza si trovarono di fronte a tante forze congiurate a distruggerla. Si ripensò allora «che la libertà stessa può asservire, e la legge diventare invece liberatrice». E lo divenne veramente, intervenendo non più a distruggere ma a guarentire a tutti la libertà del lavoro e insieme a coordinarla alla solidarietà sociale.

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La produzione nelle imprese tende: nell'ordinamento tecnico, da manuale a divenire artificiale; nell'ordinamento personale,da riunita a rendersi divisa; nell'ordinamento giuridico,da individuale a farsi sociale.

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Essa esprime «la tendenza del lavoro umano di avvalorarsi di fattori (di natura e capitale) sempre più elaborati dall'arte umana».Si esplica perciò ugualmente: — nel lavoro agricolo col passaggio dall'uso di un terreno di originaria composizione naturale alla coltivazione di esso, più tardi chimicamente emendato e idraulicamente bonificato, o dallo spargimento di concimi naturali di stalla a quello di concimi chimici (industriali); — nel lavoro di trasporto dall'impiego per la navigazione della forza naturale del vento a quella provocata artificialmente del vapore; — nel lavoro manifatturiero, dalla filatura a mano col fuso, a quella a mulinello e a macchina. Trattasi sempre di effettuare una produzione con mezzi progressivamente composti e adattati ai suoi fini dall'industria, scortata dalla scienza.

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Solo pochi abilissimi operai riuscirebbero a tessere stoffe a disegno artistico, come gli arazzi col telaio ordinario; sostituito quello Jacquard all'opera complicatissima, ben più potranno prestarsi. È di pochi nerboruti il lavoro all'incudine; si sostituisca il maglio a vapore e deboli fanciulli movendo una manovella diventeranno atti a far l'opera di que' ciclopi. E in questi casi forse la parte brutale del lavoro non rimane rimossa?

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È fatto decisivo codesto, che spinge il fondo dei salari a convertirsi in capitale meccanico e a precipitare analogamente le sorti della industria manuale.

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Molto decide sulla diffusione delle industrie meccaniche il motore.I motori idraulici le riservano a certe località privilegiate; quelli potentissimi a vapore e ad elettricità le moltiplicano dappertutto; e i piccoli motori a vapore, a gas, a benzina, ad elettricità promettono di introdurre il lavoro meccanico nelle più comuni operazioni domestiche.

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Ma non già a scomparire nella civiltà; ma piuttosto a riprendere importanza in altri luoghi e sotto altra veste.

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Rispetto ai coltivatori il loro insediamento a contatto della terra lavorata presenta a lungo andare due forme tipiche principali.

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Tali successi sottostanno però a questa principale condizione,oltre a quella di scienza e capitale nel coltivatore: — che la durata del contratto sia a lungo termine (18, 36, 50 anni), affinché il finanziere si induca a riversare il suo capitale in migliorie del fondo altrui, sicuro di aver tempo proporzionato a ricuperarlo (ammortamento), e ciò con vantaggio di lui, del proprietario, del territorio nazionale. Bensì al di là di certi limiti di tempo si palesa opposizione d'interessi fra proprietario e finanziere: questi vorrebbe prolungare al massimo la durata del contratto per godere intero l'incremento di prodotto e di prezzi che frattanto si effettuasse; quello vorrebbe abbreviarla, per attrarre a sé con successive elevazioni di canone quell'aumento stesso. Ma il conflitto si dirime con formule già proposte ed attuate (di lord Kames, Domblasle): si può nel contratto originario a lunga durata, p. e. a 50 anni, prestabilire i periodi e la misura di elevazione del canone, p. e. di 1/5 ogni dieci anni, salvo nel fittuario alla scadenza d'oggi periodo di ritirala.

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Di alcuni aspetti di essa dicemmo già, accennando a riforme e proposte per restituire una funzione sociale all'enfiteusi, per proteggere il piccolo fittaiolo, per trasformare il salariato delle grandi affittane, per sorreggere le piccole proprietà coloniche. Ma tale legislazione e politica sociale tende a formare un corpo a sé, a cui di recente si adoperano tutti gli Stati, per alte esigenze di solidarietà sociale e di civiltà.

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Parallelamente si specificano giusta i mezzi tecnici (forze e stromenti), che adoperano a sussidiare il lavoro inerme dell'uomo; — donde le imprese manuali e quelle meccaniche.Questa distinzione elementare, ma decisiva per la differentissima capacità di progresso, è destinata bensì ad attenuarsi; ma per far luogo di ricambio, in quest'arti meccaniche per eccellenza, a nuovi aggruppamenti industriali giusta l'impiego dei motori, iquali in nessun'altra industria si diversificano quanto in quella manifatturiera; sicché oggi le officine statisticamente si classificanogiusta le forze motrici a vento, ad acqua, a vapore, ad elettricità, ad aria calda e compressa, a petrolio, a gas, a benzina, ecc.; donde una varia convenienza economica di applicazione, che concorre ai progressi produttivi di ogni impresa.

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Questa, che già commetteva prodotti a certo numero di piccoli industriali autonomi in proprie officine o in laboratori familiari si snatura, essa tramuta gli artigiani (uomini o donne) in salariati a fattura («à la pièce»), spesso dispersi e isolati nelle case, e nella reciproca concorrenza della fame li sfrutta con mercedi (per ogni unità di prodotto) irrisorie, per rifarsi delle quali ognuno assume una quantità eccessiva di lavoro, che non dà tregua giorno e notte a sé, alla moglie e figliuoli, e spesso asservisce sotto di sé altre ragazze e fanciulli con salari ancor più stremati ed esaurienti in flagranti condizioni igieniche e morali. Così la minuta impresa autonoma non esiste più; ed essa fece luogo a quel sistema del lavoro sudato («sweating labour»), che diffusosi massimamente fra le cucitrici dell'ago sostenta i suntuosi e capitalistici magazzini di biancheria, di sartorie, indumenti (Bocconi, Printemps, Louvre) in tutte le capitali, da Vienna, a Roma, a Parigi, a New York.

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Esse riescono a comporre altrettante unità distinte telluriche,in cui viene a insediarsi una divisione territoriale di industrie (della produzione umana) corrispondente a quella divisione etnica,detta più sopra, ribadendo così la autonomia economica di ogni nazione;

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Comizio elettorale

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1908
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 322-328.
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Avvezzo a trattar cavallerescamente gli avversari non voglio fare l'analisi per dedurre le ragioni della loro esistenza Alcuni uomini vecchi che stanno dietro a quelli che si presentano, tutti giovani nuovi.. Tutti hanno il diritto di muoversi nella vita vile. Oggi pare che si tratti di un partito che sorge solo in opposizione al nostro e con fini limitati; le parole liberale e popolare si possono mettere a qualsiasi partito perché nulla contengono di specifico nella vita pubblica di un comune. In Italia oramai esistono poche gradazioni di partito che abbiano una rispondenza nella vita della nazione: i liberali hanno due gradazioni: i moderati, uniti con i cattolici a Roma, a Milano, a Bologna, a Venezia, a Torino, a Firenze ecc.; gli anticlericali che amoreggiano con i radicali e questi con i socialisti di qualsiasi tinta. Il resto sono coalizioni personali, che oggi si uniscono e domani si sfasciano.

Pagina 324

Rivoluzione e ricostruzione

398744
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1922
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 264-308.
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Se la proporzionale, come io credo, è servita a disintegrare i vecchi partiti personalistici; a dare il clima adatto allo svolgersi dei nuovi partiti; a creare una coscienza politica in classi e categorie fino a ieri assenti dall'arringo della vita pubblica; a contenere entro i limiti della propria potenzialità i grandi partiti, senza il prepotere artificioso di maggioranze schiaccianti; a portare nel parlamento e nel governo, a contatto, le forze fatte di idee; a dare infine la legittima voce alle minoranze; ha avuto una vera e salutare influenza nello svolgersi della nostra vita politica, e ha giovato a formare l'inizio organico alla più larga partecipazione del popolo agli organismi dello stato.

Pagina 278

La costituzione del partito (1. Appello al Paese, 2. Programma)

398881
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1919
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 66-71.
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A tutti gli uomini moralmente liberi e socialmente evoluti, a quanti nell'amore alla patria sanno congiungere il giusto senso dei diritti e degli interessi nazionali con un sano internazionalismo, a quanti apprezzano e rispettano le virtù morali del nostro popolo, a nome del partito popolare italiano facciamo appello e domandiamo l'adesione al nostro programma.

Pagina 69

Note sommarie per le organizzazioni professionali nell'interno della Sicilia

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Sturzo, Luigi 3 occorrenze
  • 1901
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 197-204.
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Il capo-bottega o il capo-mastro che dispone di qualche piccolo capitale, assolda a giornata o a cottimo tre, quattro o più lavoranti (in certi mestieri si fa aiutare dalla moglie o dai figli). Egli si forma una clientela più o meno numerosa e lavora o a ordinazione o ad appalto,o per fornire un piccolo magazzino di manufatturati,che vende a richiesta o per le borgate vicine, nei giorni di fiera o mercato, nelle feste ecc.; o impiantano nei comuni vicini delle botteghe succursali. Per lo più il lavoro è a mano; poche sono le macchine in uso e queste molto primitive.

Pagina 198

Queste condizioni premono fortemente sui salariati a giornata o a cottimo (giovani di bottega)presso i capi-bottega (principale).

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In questa lotta quotidiana si sostengono a stento i pochi, che hanno la casuccia propria, qualche piccolo fondicello, non ancora rapito dal fisco, o qualche sommetta raggranellata ai bei tempi, o una tradizionale e fida clientela, che a poco a poco va sparendo.

Pagina 199

Note sommarie sui contratti agrari e le cooperative agricole di lavoro in Sicilia

399121
Sturzo, Luigi 6 occorrenze
  • 1901
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 205-216.
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Diversi, secondo i luoghi e le tradizioni, sono i contratti; i principali sono: A) Subaffitto;B) Mezzeria;C) Inquilinaggio;D) A conto proprio:

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Il subaffittuario inoltre è obbligato a concimare il terreno, a pagare le spese di assicurazione, di guardia sull'aia, del Santo (cioé una contribuzione obbligatoria per la festa del Patrono del Comune a cui appartiene la terra) e anche la ricchezza mobile.I contratti per lo più si fanno in forma privata.

Pagina 206

Le forme però dei contratti secondo le diverse rotazioni sono le seguenti a) Maisi netti (maggese); b) Ristucci pri lavuri (stoppie rovesciate, sulle quali si semina frumento)oppure tirreni a pruvenni (semina di orzo, avena, ecc., cioè provvigioni - pruvenni); c) A pascolo;d) Tirreni a favata (semina di leguminose).

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., e ha il diritto a 1/4 del raccolto, detratte dalla massa le semenze e gli interessi e i diritti surriferiti, e a un carico di paglia (a scelta del gabellotto), che per lo più è la peggiore.

Pagina 207

Terragiuolo.È lo stesso contratto; però il proprietario fa a sue spese l'aratura e la semina, e in compenso ha diritto a un terraggio di più a salma, sul numero dei terraggi convenuti.

Pagina 209

A ogni modo i prezzi di fitto che i proprietari impongono, considerati relativamente ai prezzi di subaffitto o alle condizioni della mezzeria e dell'inquilinaggio,arrivano a stare come uno a due o come due a tre.Vi è sempre margine, sia pei miglioramenti dell'agricoltore, sia per la concorrenza. Infine sta nella prudenza degli amministratori assumere imprese vantaggiose.

Pagina 214

Crisi economica e crisi politica

399310
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1920
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 132-161.
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La vittoria italiana, conquistata a prezzo di tanti dolori e di sforzi immani, poteva essere in parte l'elemento di unificazione del pensiero degli italiani nel dopo guerra, come quella che dava il diritto a realizzare le ragioni stesse della guerra, a creare un ambiente di pacificazione, a determinare meglio i rapporti morali ed economici con l'estero, a rifare la propria economia, e ad assumere una posizione di iniziativa di equilibrio tra i popoli, tra vincitori imperializzanti e vinti umiliati.

Pagina 145

La questione meridionale (II red.)

399474
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 240-244.
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Un po' di storia dal '94 sino a oggi, un decennio. Dalla Sicilia a Napoli.

Pagina 244

Note sul clero meridionale

399528
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1906
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 295-298.
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Tale stato di fatto, reso più grave dalla poca istruzione, costringono [sic] il clero a partecipare, intensivamente, ai partiti personali locali municipali e politici, che non sono a base di idee ma di persone; e così si ha lo strano fatto che sacerdoti e parroci sono elettori e partigiani scoperti e influenti di Defelice, Noè, Colaianni, Cascino, Pasqualino Vassallo, Pantano e Nasi e altri radicali, massoni, socialisti, e dei relativi Consigli Municipali e Provinciali; o peggio preti contro preti, mescolando partiti religiosi a partiti politici e creando quella coscienza atrofizzata in popoli, materialmente religiosi, i quali non hanno scrupolo a sostenere nella vita pubblica uomini contrari a ogni sentimento religioso e a ogni principio di onestà.

Pagina 296

La regione

399760
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1921
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 194-231.
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8) istituzione di speciali contributi a favore dei comuni e delle provincie a carico di coloro che più intensamente fruiscono di determinati servizi pubblici;

Pagina 225

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400333
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
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L'educazione deve rivelare alle anime questo bisogno d'una nonna morale, abituarle a discernerla nell'interno fulgorio dello spirito, a seguirla, a raccogliere su di essa l'attenzione, a piegare le rappresentazioni confuse, gli impulsi, i processi della vita interiore a questa norma. L'educazione cristiana deve, creato prima questo senso morale, abituar la coscienza a cercare ed a trovare nella parola viva del Vangelo e negli insegnamenti della Chiesa questa luce interna che, seguita, diviene anche forza e calore.

Pagina 115

La filosofia neo-tomista e il movimento moderno della filosofia cristiana

401240
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1900
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1900-1902, pp. 104-107.
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Essi si fermarono sino a Cartesio, Kant, a Gioberti, a Rosmini, a P. Ventura, che principalmente presero di mira.

Pagina 105

Il Mezzogiorno e la politica italiana

401462
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1923
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 309-353.
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Per questo noi neghiamo il diritto a ministri e a uomini politici di venire a scoprire le nostre regioni, a compatire le nostre miserie; domandiamo ai partiti e al governo di conoscere fin dove la politica nazionale trova la sua convergenza nello sviluppo degli interessi locali.

Pagina 350

Il legittimismo in Italia

401489
Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 245-249.
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firmatari del celebre Ordine del Giorno; portata che non è stata analizzata dai borbonici o pseudo-borbonici del campo cattolico, che hanno strillato a più non posso contro l'abate Sturzo, a cominciare dal Conte Pasini Frassoni, che pubblicò una protesta a nome del Collegio araldico e della Nobiltà Cattolica Italiana,a terminare alla Discussione,ad Elia Rotondo, a Galati-Scuderi con i loro articoli, lettere aperte, dialoghi italo-siculi e giù di lì.

Pagina 245

A ogni modo a me non preme che abbiano equivocato o voluto equivocare; anzi mi giova molto; e quell'equivoco legittimista,che tanti offende, potrà chiarirsi, dando a ciascuno le proprie responsabilità.

Pagina 246

Sedici mesi di amministrazione

401759
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1907
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 306-314.
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i) una scuola a S. Pietro e un'altra a S. Maria di Gesù e una a Mazzarrone;

Pagina 312

La stampa quotidiana e la cultura generale

402204
Averri, Paolo 1 occorrenze
  • 1900
  • Averri, La stampa quotidiana e la cultura generale, Roma, Società Italiana Cattolica di Cultura, 1900, IV-70.
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E a questo deve tendere il giornalista che conosce l'altezza e la nobiltà della sua missione: a mettere abilmente a profitto d'una nobile causa di progresso morale tutti i mezzi di cui egli può disporre per guadagnarsi i lettori, ed a spargere sulla vita descritta e rappresentala nel giornale la luce di un grande ideale di bene e di pace.

Pagina 29

Appendice

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, R. La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 246-263.
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. - Ogni socio s'impegna a concorrere nei modi sopra indicati, ed in altri che siano a sua disposizione, all'incremento della Lega.

Pagina 251

I cattolici e la questione politica in Italia

403256
Averri, Paolo 1 occorrenze
  • 1897
  • Averri, I cattolici e la questione politica in Italia, Torino-Roma, Giacinto Marietti, 1897, 4-31.
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render meno frequente il ricorso periodico dei congressi nazionali, ed invece aumentare la frequenza dei congressi di regione o di speciali grandi congressi interregionali, a Napoli, a Roma, a Milano, ecc.

Pagina 30

Il Partito Popolare Italiano

403327
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 92-127.
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Ma c'era già intanto un gruppo di giovani — e il lettore li conosce — il cui programma era di spingere la Chiesa a rientrare nella vita pubblica italiana, non a servizio della reazione, ma a servizio del popolo e della democrazia.

Pagina 102

Introduzione alla sez. "Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922)

403482
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1923
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 101-131.
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E come la filosofia razionalista, pur nel variare di metodi edi sistemi, cerca di ridurre il fenomeno religioso a proporzioni individuali, subiettive e subintellettuali; così la politica razionalista tende a fermare la ragione sociale della religione a un fatto di tolleranza e di subordinazione allo stato, e quindi ad elevare lo stato al di sopra delle proprie funzioni giuridiche, politiche ed economiche, a funzioni, anzi a struttura etica autonoma, della quale la religione può essere un mezzo utile e di educazione e di dominio.

Pagina 108

Teogonie clericali

403833
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 108-137.
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Del mezzogiorno non vale la pena di occuparsi; i clericali furono palizzoliani a Palermo, sono nasiani a Trapani, e dappertutto, da Napoli a Siracusa, né migliori né peggiori degli altri. C'era un principio di risveglio; dove esso ha avuto tempo di svolgersi e dare i suoi frutti prima della reazione recente vive ancora, benché costretto ad accomodamenti e piccole viltà, come a Caltagirone e a Girgenti; dove era ancora agli inizii è stato od è soffocato con ogni sforzo. Il mezzogiorno deve rimanere nell'immoralità e nel paganesimo: divieto è fatto dagli uomini a Dio di suscitarvi energie nuove e rinnovatrici.

Pagina 116

Che cosa fu il modernismo?

404432
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 6-36.
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L'eresia, nel significato classico della parola, deve essere ed è sullo stesso terreno dell'ortodossia: domma opposto a domma, bibbia opposta a bibbia, Dio a Dio, Cristo a Cristo. L'ortodosso e l'eretico sono parimenti i custodi della «vera» rivelazione; e ogni ortodosso è eretico, per qualcuno, e viceversa.

Pagina 21

Da un Papa all'altro

404595
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1905
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 30-55.
  • Politica
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E questo è il mutamento radicale che si va oggi manifestando nelle esteriori contingenze della nuova politica ecclesiastica, e tende a dare a questa, pel ritorno a una religiosità più personale e più spirituale, un carattere più intimamente democratico.

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