Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: a

Numero di risultati: 656 in 14 pagine

  • Pagina 1 di 14

Il successo nella vita. Galateo moderno.

176025
Brelich dall'Asta, Mario 50 occorrenze
  • 1931
  • Palladis
  • Milano
  • Paraletteratura - Galatei
  • UNICT
  • w
  • Scarica XML

Il passeggero è autorizzato a portare nello scompartimento, senza alcun pagamento, oggetti facilmente trasportabili che non disturbino i viaggiatori, non danneggino la carrozza, non superino il peso di Kg. 25 e possano venir collocati nella rete o sotto i sedili. Diversi passeggeri di una comitiva che prendono posto uno accanto all' altro, potranno collocare i bagagli anche se superino lo spazio stabilito per un posto da sedere, sempre che essi possano stare nella rete o sotto ai sedili, e nessuno dei pezzi superi i venticinque Kg. Negli scompartimenti riservati la quantità del bagaglio ammissibile è secondo il numero dei posti pagati. Semprecchè rimanga riservato il posto spettante a ciascun passeggero e che il peso dei singoli colli non oltrepassi i venticinque Kg., si possono portare negli scompartimenti i seguenti oggetti: Bastoni, ombrelle, picozze, fucili, canne da pesca, bandiere arrotolate con asta smontata, queste ultime al massimo una a testa. Ski, al massimo due paia a testa. Slitte, soltanto in III classe ed al massimo una a testa. Canotti pneumatici smontati ed imballati, purchè la lunghezza della parte principale non sia superiore a M. 1 e mezzo; al massimo uno per viaggiatore. Carrozzette per bambini smontate. Non è permesso di collocare bagagli sui sedili. Il collocamento di bagagli nel corridoio è permesso solo eccezionalmente e precisamente soltanto a quei viaggiatori che non hanno trovato posto nello scompartimento. In nessun caso dev'essere ostruito il passaggio. E' vietato collocare bagagli sulla piattaforma delle carrozze.

Pagina 186

I biglietti a tariffa normale autorizzano a qualsiasi numero di fermate sul percorso ed entro il termine di validità. Particolari disposizioni stabiliscono il numero di fermate autorizzate di volta in volta per biglietti a riduzione in occasione di solennità, celebrazioni, ecc. La validità dei biglietti naturalmente non può essere prolungata in alcun caso e quindi nemmeno se in seguito ad interruzione di viaggio venisse a mancare la possibilità di proseguire entro il termine di validità. Nelle interruzioni del viaggio bisogna ogni volta presentare il biglietto al personale di servizio della stazione e farvi apporre il visto. Il viaggio interrotto può essere proseguito con lo stesso biglietto anche da una stazione più vicina alla destinazione sulla linea del percorso. Se il biglietto autorizza a diversi percorsi, la continuazione del viaggio interrotto è autorizzata soltanto sul percorso iniziale. Non sono considerate per interruzioni le attese di coincidenze inevitabili, anche in caso di pernottamento. Allontanandosi però dalla stazione bisogna far apporre al biglietto il visto.

Pagina 187

Per prestiti di denaro od altro rivolgiamoci a vicini, amici o parenti, soltanto eccezionalmente e in caso di estremo bisogno. Ciò non deve degenerare in abitudine. Possibilmente non volgiamo la schiena a persone che conosciamo e non passiamo loro innanzi al volto, ma piuttosto, facendo un giro passiamo dietro a loro. Se pure è inevitabile che passiamo loro dinnanzi, facciamolo sempre volgendo il viso verso di loro. L'affacciarsi dalla finestra d'una stanza, dove si trovano altre persone, potrebbe venir interpretato come una scorrettezza e perciò è raccomandabile di non farlo. La prudenza ci impone di comportarci anche in circolo intimo (o di amici) in modo da riuscire a tutti piacevoli e da guadagnare tutti i cuori, perchè appunto in tale circolo è la radice della nostra forza.

Pagina 25

Possiamo osservare meglio la struttura del capello nella figura a pagina seguente. La figura A, rappresenta il cosidetto guscio di capello ossia un rovesciamento della pelle, nel quale è piantato il capello. Nella figura B, vediamo nuovamente il guscio del capello e dentro ad esso una papilla, la cosidetta papilla capillare, che contiene dei piccolissimi vasi sanguigni, dai quali parte la nutrizione del capello. La figura C. ci mostra un capello strappato. La cima (a) dello stesso è rotonda, alla base del gambo del capello (b) si trova un ingrossamento a forma di cipolla (d), il bottone, o bulbo del capello, chiamato erroneamente anche « radice del capello ».

Pagina 254

Si inietta sotto la pelle paraffina resa liquida, a cui si dà poi la forma desiderata. A tale scopo si può naturalmente usare soltanto paraffina con un basso punto di fusione (da 36 a 40 centigradi), perchè la paraffina dura (col punto di fusione da 57 sino a 60 centigradi), causa la sua subita coagulazione, si può iniettare difficilmente. In ogni modo sembra che anche questo procedimento vada ormai lentamente in disuso, perchè sostanze estranee introdotte artificialmente sotto la pelle, possono cagionare facilmente complicazioni, che possono avere conseguenze serie per il paziente.

Pagina 273

I fiammiferi di cera non servono solamente ad accendere il sigaro o ad illuminare malamente le scale quando si torna a casa in ore... buie; ma anche a passare il tempo, quando non s'abbia altra risorsa per cacciare l'uggia e la noia. Gli esempi qui riprodotti possono servire di eccitamento ad una immaginazione feconda.

Pagina 291

Sopra un foglietto di carta rettangolare si scrive una frase e piegato in forma di triangolo, viene messo alla posta, cioè: dentro l'oggetto provvisoriamente destinato a ricevere i biglietti delle giocatrici. Quando tutte le partecipanti al giuoco hanno deposto il loro biglietto alla posta la direttrice del giuoco fa da postino e ne consegna uno a ciascuna giuocatrice, che vi scrive il nome di una compagna per lo indirizzo e lo rimette di bel nuovo in buca. Il postino li porta a sua volta a domicilio ed allora, a turno, ciascuna legge ad alta voce il biglietto ricevuto.

Pagina 293

Il penitente trasformato momentaneamente, dice a ciascun giocatore: - S'io fossi un pappagallo, che cosa m'insegneresti tu a ripetere? Ciascuno dà la risposta che più gli aggrada; ma se uno degli interrogati rispondesse: - T'insegnerei a baciarmi, o ad accarezzarmi, o a salutarmi, ecc. Il penitente deve subito baciare, o accarezzare, o salutare, ecc., la persona che gli insegnerebbe a ciò fare; e se questa non lo volesse, ha da porre pegno e subire la penitenza che le verrà assegnata.

Pagina 297

Il penitente è condannato a chiedere a ciascuno de' compagni: - Se io fossi un cartellino, che ne faresti tu? L'interrogato risponde quello che crede più opportuno e il paziente dovrà ringraziarlo, anche se la risposta non fosse tra le più lusinghiere.

Pagina 297

Se nessuno si muove a salvarlo egli prosegue: Sono caduto nel pozzo a due metri di profondità e così via finchè uno dei giocatori si decide a... levarlo dal pozzo con altrettanti baci quanti metri è caduto. Se non si trova il salvatore, l'organizzatore lo designerà o si commuoverà egli stesso decidendosi al salvataggio.

Pagina 297

La penitenza della « a discrezione » è la più piacevole che si possa infliggere da una compagnia cortese a chi fallò nel gioco. Però, può diventare la peggiore delle penitenze. se la comitiva non conosce la misura e... qualche cosa d'altro nell' imporre una mortificazione. « A discrezione » vuol dire che il penitente deve fare tutto quanto gli viene ordinato, volta a volta, da ciascun giocatore.

Pagina 298

Il penitente vien fatto voltare; un giuocatore, a cui si è dato a tenere un candeliere, si conduce dietro al penitente e quindi ordina a questi di voltarsi e di baciare il candeliere. Il penitente tenta di baciare la gota della persona che tiene il candeliere, e questa dovrà impedirglielo frapponendo fra la sua gota e il penitente il candeliere.

Pagina 298

Si obbliga il paziente a riconquistare il pegno, indovinando un proverbio scelto dalla società. Il penitente si ritira in altra stanza, mentre i compagni si accordano sulla scelta del proverbio. Richiamato, egli ad uno ad uno interroga tutti i compagni: i quali, nella risposta, devono fare entrare la parola del proverbio che a ciascuno di loro è stata assegnata. Il penitente può fare sino a tre domande alla stessa persona ma, se terminato il giro non ha indovinato, deve subire una nuova penitenza.

Pagina 299

Il lupo si mette di fronte al pastore e cerca di aggirarlo a destra e a sinistra per pigliarsi una pecorella. Il pastore a braccia tese ma senza mai prendere o fermare con le mani il lupo, cercherà di tenerlo a distanza. Le pecorelle, pur mantenendo sempre la catena, si sposteranno a destra e a sinistra per schivare l'assalto del lupo. Quando il lupo avrà prese tutte le pecorelle si invertiscono le parti.

Pagina 303

Il signore normalmente lascia camminare la signora a destra, rispettivamente alla parte più gradevole e sicura del marciapiede. Lo stesso riguardo spetta al più vecchio o superiore. Specialmente su marciapiedi stretti la parte più sicura è quella lungo i muri delle case. Persone di grande riguardo si lasciano camminare un poco avanti, mentre chi le accompagna rimane dalla parte sinistra, un poco indietro. Se tre persone camminano insieme, il posto d'onore è quello di mezzo, poi segue quello di destra ed infine quello di sinistra. Se p. e. padre, madre e figlio camminano insieme, il padre ha da camminare a destra, il figlio a sinistra della madre. Una ragazza giovine lascia andare il signore più vecchio a destra: p. e. la figlia camminerà a sinistra del padre. Una signora accompagnata da due signori, cammina in mezzo. Il signore di più alto rango andrà alla sua destra. Un signore in compagnia di due signore, fa camminare ambedue a destra, e prende in mezzo quella di più alto grado, o di maggiore età. Soltanto in vie molto movimentate è permesso al signore di camminare in mezzo: per poter difendere meglio le signore dagli eventuali inconvenienti. Prendete però il posto prescritto soltanto se lo potete fare senza difficoltà e bizzarria. Se si è incerti a chi spetti il posto d'onore, non sta bene di tirar troppo per le lunghe le reciproche offerte, ma bisogna decidere presto. Cambiando direzione, non occorre passare anche sempre dall'altro lato di chi si accompagna; si deve soltanto badare di non voltargli la schiena. Spetta sempre alla persona di rango inferiore di cedere il posto d'onore, mai a quella di rango superiore di prenderselo. Sarebbe quindi fuori di luogo, se una signora lasciata a sinistra, dopo un certo tempo occupasse di propria iniziativa il suo posto d'onore, a destra.

Pagina 31

Pure si presenta bene e può servire a calmare qualche animo focoso. L'iniziato prenderà un foglio di giornale e dopo averlo ben disteso in mezzo alla sala si porrà ritto in un angolo del giornale montandovi sopra coi piedi ed affermando che « nessuno che si ponga nell'angolo opposto dello stesso giornale è capace di percuoterlo. Incredulità generale e subito si offrirà qualcuno che vorrà fame la prova. L'iniziato assicurerà tutti che egli non si schiverà nè si opporrà a qualsiasi percossa che voglia darli l'avversario volontario. E già questi si disporrà a percuoterlo. Un momento! L'iniziato pregherà l'avversario di attendere un momento e di levare i piedi dal giornale. Raccogliendo il giornale egli lo andrà a disporre nuovamente a cavallo di una porta, meglio se si tratta di una portiera a vetri, in modo che metà del giornale si trovi nella sala e l'altra metà verso fuori. Chiusa la portiera è rimasto fuori egli stesso monterà sul giornale pregando l'avversario di fare lo stesso, ma naturalmente... dall'altra parte della portiera.

Pagina 311

Si fendono con un temperino due fiammiferi in modo da poterli incastrare l'uno nell'altro ed a questo cavalletto si appoggia il terzo fiammifero in modo che abbiano a stare in piedi, formando tra di loro un angolo di 45° circa. Col quarto di fiammifero si sposta leggermente il cavalletto formato dai due fiammiferi fissati tra di loro in modo che il terzo fiammifero appoggiato contro abbia a cadere sul quarto

Pagina 316

Oggi, nel crescente movimento delle metropoli, si vedono sempre più raramente persone che vadano per strada a braccetto. Anche le coppie di coniugi o di fidanzati preferiscono di non andare a braccetto, specialmente di giorno. Si riservano questo piacere piuttosto per le ore del crepuscolo. Molti ritengono in generale poco elegante di andare in pubblico a braccetto e lo tralasciano del tutto. A persone di statura molto diversa, o a persone corpulenti, non è raccomandabile di andare a braccetto; anzi bisogna possibilmente evitarlo.

Pagina 32

Chiamiamo A la sponda destra del fiume; B l'isola di Saint Louis; C la città e D la riva sinistra della Senna. Su A sboccano, partendo dal n. 1 (a Est) 8 ponti; su B sboccano 7 ponti; su C ne sboccano 10; su D ne dànno 7. Si hanno dunque due pari e due dispari. Le figure B e C danno la soluzione grafica, ciò che risparmia di perdersi in parole.

Pagina 322

Chi fa le carte dà ad alzare il mazzo al vicino di sinistra a distribuisce le carte da sinistra a destra, per 2 o per 3, fino a 12 carte. Il primo giuocatore di destra comincia la partita; quegli che fa la mano gli succede e, sempre così di seguito, da sinistra a destra. La bazzica vale 500 punti: la bazzica tripla (3 donne di picche e 3 fanti di quadri) 1500 punti e fa vincere la partita di prima mano. Le regole della bazzica semplice o doppia valgono anche per questa.

Pagina 342

La bazzica doppia si giuoca in due con due mazzi di 32 carte riuniti e mescolati e si va a 1000 o a 1500 punti. chi fa carte ne dà 8 o 9 all'avversario e altrettante ne prende per sè. Le carte si distribuiscono due a due o tre a tre, o a tre e due, purchè non si muti mai la maniera di darle. Le regole della bazzica semplice valgono per quella doppia. Però ve ne ha altre, che sono: Accusando punti, le carte che li rappresentano si mettono scoperte sul tavolo, e vi si lasciano in evidenza. Le carte e i matrimoni valgono come nella bazzica semplice; però, siccome la doppia si giuoca con un doppio mazzo di carte, si possono fare due matrimoni dello stesso seme, e ciascuno di essi si conta da sè. La bazzica conta 40; la bazzica doppia (le due donne di picche e i due fanti di quadri) nella stessa mano vale 500 punti, ed è la combinazione più forte del giuoco. La quinta maggiore vale 250 punti; le altre quinte 150. I sette di briscola valgono 10 punti ciascuno, e si contano: tanto quando si prende una mano, quanto allorchè si mette nel proprio mazzo dopo averli giuocati. Dopo l'ultima mano, i giuocatori, ai punti accusati, aggiungono i punti rappresentanti dalle carte di briscola o carichi del mazzo proprio. Le figure non contano. La stessa carta non può contribuire due volte a comporre la combinazione di un gruppo, simile a quella di cui ha già fatto parte.

Pagina 342

Sembrerà alquanto duro e malagevole il sottomettersi alle regole prescritte dalla giustizia e dal comune reciproco vantaggio in questo giuoco; eppure, se si vuole eguale l'interesse dei tre giuocatori, si deve soggiacere a quanto segue: 1. Il giuoco fallo consumato procedendo nella prima o seconda distribuzione dei tarocchi, farà perdere la cosidetta mano, ossia scarto a chi la fece fallosa, e con essa l'onoranza di cinque punti a cadauno dei due avversari. 2. Se in terza mano, ossia ultima distribuzione, perderà la partita, sempre, quando chi l'ha commesso non oltrepassi in guadagno il numero di ventisei punti; nel qual caso ritenendo unicamente il soprappiù, pagherà l'onoranza semplice a quello che lo segue, il quale distribuirà di bel nuovo i tarocchi e l'onoranza doppia, cioè di dieci punti al secondo, il quale è privo del vantaggio del secondo scarto. 3. Quando uno dei giuocatori sarà giunto a quel termine di vincita che non può perdere la partita, cioè avrà nell'ultima distribuzione più di ventisei punti di guadagno, sarà obbligato a giuocare, come si dice, da fuori; cioè tutte le sue carte firme senza più tirarne alcun partito sulle inferiori; quindi, dovendo perderle, le darà a quello dei giuocatori che imparzialmente occorrerà. Contravvenenedo a tale obbligo, pagherà l'onoranza di cinque punti per volta a cadauno dei due avversari. 4. Il rifiuto o rinnegamento pagherà l'onoranza di cinque punti pure a cadauno degli avversari, restituendo la carta ingiustamente presa: a meno che non risulti chiaro averlo fatto maliziosamente, chè in tal caso, chi rifiuta paga. 5. Chi scartasse alcuno degli onori, paga la partita: per onori s'intende i Re, l' Angelo, il Bagatto e il Matto..

Pagina 346

Il Bridge si giuoca con due mazzi di carte che hanno il dorso di colore diverso (rosso e azzurro) e fare le carte spetta a chi alzò il punto più basso e sceglie il colore delle carte. L'osservanza scrupolosa nelle regole è assoluta nel Bridge, e non puossi tollerare il più lieve errore, essendo ogni sbaglio soggetto a particolari penalità. Quando i giuocatori sono cinque uno fa il morto o chuette, ed il morto tocca a chi scoprì la carta più bassa per l'accoppiamento dei giuocatori. Però il morto entra a turno nel giuoco in modo che abbia a compagni, sempre a turno tutti gli altri giuocatori.

Pagina 357

Chi siede a sinistra di chi deve iniziare la distribuzione delle carte, deve mescolare e quindi posa il mazzo alla propria destra. Il distributore lo passa al giuocatore di destra che alza (taglia) le carte, ed il distributore riprende il mazzo, che può scozzare nuovamente, e inizia la distribuzione dando a ciascun compagno una carta alla volta sino ad esaurimento. La tagliata del mazzo non può farsi in più di due pacchetti; ed un pacchetto non può essere inferiore a quattro carte. Verificandosi errore si mescolano di nuovo le carte. Mentre vien effettuata la distribuzione il giuocatore ch'è a fianco sinistro del distributore mescola l'altro mazzo di carte e lo pone alla sua sinistra. Finito il giuoco passerà il secondo mazzo alla sua destra per essere tagliato. Nella distribuzione possono avverarsi alcune irregolarità: a) mancanza di carte; b) carte scoperte nel mazzo durante la distribuzione; c) mescolamento delle carte di uno con quelle di altro giuocatore; d) dimenticanza di far tagliare il mazzo prima della distribuzione; e) errore qualsiasi nella distribuzione; f) carta che nel distribuirla si scopre. La regola vuole che ogni giuocatore prenda le proprie carte a distribuzione finita e tolte in una volta le 13 carte di spettanza, egli le divide per colore e valore, astenendosi da segni, esclamazioni, commenti, e tenere a memoria le carte che vengono liberate, specie quelle del colore dominante.

Pagina 357

Se A dichiara una presa a cuori, ed il suo compagno ha in mano tre carte di cuori, di Fante e l'asso di quadri, esso può aiutare A con la sopradichiarazione di due prese di cuori. Per contro, B, avendo carte di nessun valore, non potrà porgere aiuto al compagno, passerà in parola a C, il quale, sapendosi sostenuto dal compagno A manterrà la propria dichiarazione di cuori. Però, se D, dato il valore delle proprie carte, giudica di trovarsi in buone condizioni aumenterà la dichiarazione di una presa a picche a due prese a picche, avendo in mano nove o dieci prese sicure. C peraltro, sentendosi appoggiato dal compagno, dichiarerà tre prese a cuori, mentre D persisterà a tre di picche, e rimarrà padrone del giuoco per mancanza di contrasto da parte degli avversari.

Pagina 358

Fa le carte chi ha scoperto la carta più bassa; alla sua destra sta chi scoprì la più alta; l'altro giuocatore a sinistra. Il giuoco del morto è scoperto a dichiarazione avvenuta. Il posto del morto è di fronte a chi fa carte. Le dichiarazioni ognuno le fa per sè; il giuoco è assegnato a chi la fa più alta; gli altri due giuocano associati. I punti si segnano come nella partita a quattro; ma ciascuno dei tre li segna per proprio conto nella rispettiva colonna. Se il dichiarante mantiene l'impegno, i punti delle prese con i 10 alla fine d'ogni mano gli vengono accreditati, e se non vi riesce dovrà pagare penalità delle prese perdute, sia doppiate o raddoppiate tanto al giuocatore di destra come a quello di sinistra. Gli onori vengono segnati individualmente ed ognuno segna i propri. Alla fine di ogni partita si segnano i punti di coda, come nel Bridge a quattro, e cioè 250 punti. Il vincente guadagna la differenza tra il totale dei propri punti e il totale dei punti di ciascuno dei due giuocatori avversari. Esempio: A vince la partita con un totale di 756 punti; B denuncia un totale di 223 punti e D di 322. A vincerà a B 533 punti e a D 434 . . . . . = 967 B perde con A 533 punti e con D 99 e paga . . 632 D perde con A 434 punti e vince a D 99 e paga . 335 Totali . . 967 967 che sono i punti guadagnati da A.

Pagina 361

Il girlo altro non è che un dado a trottola, fatto di osso, di avorio o di legno, dello spessore di un centimetro circa e del diametro di due a tre. L'orlo del girlo non è circolare, sibbene tagliato a superfici piane, che sono quasi sempre 6, 8, 10 o 12.

Pagina 366

E' un giuoco antichissimo italiano, come ce lo provano i Bandi fiorentini che lo proibivano anche nelle case private sotto pena: « à cittadini di scudi dieci d'oro in oro, da applicarsi il quarto al notificatore palese, o segreto et il resto al Fisco, et a quelli che non fossino Cittadini statuali, di dua tratti di fune in pubblico ». E queste pene si applicavano anche agli spettatori! Malgrado ciò, questo gioco di ventura o d'azzardo, vive e prospera tutt'ora in barba a tanti e così severi bandi, ed è protetto anzi, al giorno d'oggi, sotto il nome francese di roulette, da teste coronate e non coronate. Il giuoco della ruletta, per dirla francese, vedi a che punto siamo ridotti noi italiani per essere meglio compresi, è, tra i giochi d'azzardo, il più pericoloso e il più funesto. A Monte-Carlo, nel Principato di Monaco, sono migliaia di padri di famiglia che si rovinano e si uccidono; a diecine di migliaia sommano annualmente le vittime indirette di quella abbominevole bisca, perchè diecine di migliaia sono ogni anno le mogli e i figli dei miseri suicidi, che prendono il lutto e piombano nella miseria. La ruletta si compone di un gran tappeto verde, sul quale sono scritti, alternativamente, in rosso e in nero, i numeri da 1 a 36, disposti su tre colonne, in maniera da avere tre dozzine, e tre colonne. Le dozzine sono separate da due linee in cima alle quali, in alto, si trovano uno zero rosso e due zeri neri. Da un lato dei numeri sonvi tre caselle per il pair (pari), per il passe (oltre la metà e cioè da 19 a 36) e il nero (il colore); dall'altro tre caselle per l'impair (dispari), per il manque (cioè da 1 a 18), per il rouge (colore rosso). Un tavoliere di ruletta ha due di questi quadri e tra i due evvi collocato lo strumento che dà il nome al giuoco: girello in italiano, roulette in francese. Questo strumento è formato da una piccola ruota concava, di circa 30 centimetri di diametro, per lo più di legno o di ferro, intorno a un asse ed ha una gola scavata nella circonferenza. Sotto la gola vi è una serie di caselle numerate da 1 a 36; più lo zero semplice e quello doppio, che sono scritti in nero. I giocatori, in numero illimitato, mettono la posta o in pieno, oppure a cavallo a due, a tre, a quattro e a sei numeri; sulla prima, seconda e terza dozzina; sullo zero; sui primi quattro numeri (0, 1, 2, 3); sul pari, sul dispari. ecc. Il banchiere fa girare in un senso la girella o girello, e in un senso opposto lancia una pallottolina che, dopo fatti alcuni giri, va a cadere in una delle caselle numerate. Il numero della casella nella quale va a riposare la pallottolina, indica il vincitore o i vincitori. Tutte le altre scommesse vanno a beneficio del banco. Chi ha puntato in pieno sopra un numero riceve dal banco 36 volte la posta; se la posta fu messa a cavallo a due numeri contigui, 18 volte; se su quattro, 9 volte. Il banco paga due volte la posta delle dozzine e delle colonne; raddoppia quella del pari e dispari, del passe e manque, del nero e del rosso. Quando esce lo zero, metà della posta va al banco, eccetto quelle scommesse sullo zero stesso. A calcoli fatti s'ha, che mentre il banchiere, se tutte le combinazioni fossero egualmente giuocate, paga 36, riceve almeno 38. Queste le regole principali del giuoco della ruletta. Non pochi si piccano di avere scoperto un sistema per vincere sicuramente; ma in effetto finiscono per perdere e per rovinarsi, poichè non c'è sistema che tenga, ed il banco, se talvolta paga somme favolose ai giuocatori, le ricupera ben tosto, quando i fortunati non hanno il criterio di abbandonare subito e per sempre il giuoco. A Montecarlo, per esempio, ho udito io con le mie orecchie uno dei tanti croupiers esclamare, indicando un vincitore assai fortunato: - Se non parte, stanotte dorme col danaro vinto e domani ce lo rende!

Pagina 366

Per giuocare la partita a scacchi, lo scacchiere deve essere collocato tra i due giuocatori in maniera che la casella nera d'angolo risulti a sinistra di chi giuoca. Gli scacchi si giuocano con trentadue pedine di cui metà sono bianche e metà sono nere. Ma non tutte le pedine hanno la stessa foggia, nè il medesimo nome, e perciò si ha che ciascun partito giuoca con: 1 re, 1 regina, 2 alfieri, 2 cavalli, 2 torri, addimandati grandi pezzi. e 8 pedine o pedoni che possono essere simili a quelle della dama, o simili a birilli a larga base, alti poco più di 4 o 5 centimetri. Ecco la figura dei grandi pezzi e dei pedoni. Gli otto grandi pezzi si collocano sulla riga più vicina al giuocatore (la prima) nel modo seguente: Il re deve essere collocato in mezzo, sulla quarta casella bianca (contando da destra, se appartiene al colore nero, e sulla quarta casella nera, se appartiene al colore bianco; la regina prende posto nella casella contigua e a sinistra di quella occupata dal re dello stesso colore; gli alfieri a destra e a sinistra del re e della regina; i cavalli accanto agli alfieri; le torri accanto ai cavalli nelle caselle che formano l'angolo.

Pagina 367

Le battaglie con gli scacchi, il re de' giuochi, si combattono sullo scacchiere, o damiere, o tavoliere, eguale, preciso a quello sul quale si giuoca a lama all'italiana, composto di 64 caselle, o quadrati, di cui 32 sono bianchi e gli altri neri, disposti alternativamente.

Pagina 367

La partita va a 30, a 50, a 100 punti. Generalmente nelle partite d'impegno si va da 150 a 200 punti. Nella partita, ciascuna carambola conta un punto, salvo contrarie disposizioni accettate da coloro che giuocano la partita. Il vincitore della carambola è quello che per primo ha raggiunto un numero determinato di punti. Generalmente la carambola si giuoca su biliardo senza buche. Qualora si giuochi sopra un biliardo con le buche, queste vengono convenientemente otturate; o non si tappano, e allora quando una palla va in buca viene ricollocata nella posizione che occupava al principio della partita. Quando una palla va in buca, nè si perdono, nè si acquistano punti. Nella carambola la mira principale del giuocatore è di ravvicinare le palle per facilitarsi i colpi successivi, per fare una cosidetta serie. Per ravvicinare le palle bisogna generalmente urtare forte una palla, e piano l'altra. La pratica, più che tutto, può indicare la natura di tutte le combinazioni. Quando il giuocatore, che batte, non è sicuro di fare carambola, è meglio che batta sulla rossa che sulla bianca; perchè se batterà prima la bianca, la palla con la quale ha battuto può venire a fermarsi vicino alla rossa, e se manca la carambola, si espone a lasciare all'avversario un colpo favorevolissimo e sicuro per fare il punto. Ma se batterà prima la bianca, potrà facilmente lasciare l'avversario in mezzo, e quindi nella difficoltà di fare la carambola. Però, come massima generale, non è necessario giuocare in modo da allontanare la propria palla dalle altre o da mandarla a fermarsi a una mattonella. Questo sistema è più nocivo a chi lo applica, che a colui contro il quale viene applicato. Le regole generali della carambola sono: 1. Prima di cominciare il giuoco, i giuocatori tirano per l'acchito, e cioè spingendo la palla contro la mattonella, dall'alto la fanno tornare verso quella bassa. Quegli, la palla del quale si è avvicinata di più alla mattonella del basso, ha la scelta di giuocare per primo, o di far giuocare l'avversario.

Pagina 374

Se si è in dubbio a chi dare la precedenza, diamola sempre a quella macchina che viene da sinistra, rispettivamente a quella che va verso montagna. Mai precedere con un veicolo a destra! Non sorpassare mai due veicoli che vanno insieme. Se siete costretti di condurre la vostra vettura in una strada stretta accanto al marciapiede, siate sempre preparati che un pedone potrebbe passare la strada.

Pagina 38

la travatura sono ornate riccamente, mentre anche l'orlo del tetto è fregiato con ornamenti a forma di foglie di Palma. (Figura 4). Cosa son le cariatidi? - Statue in figura di donna, che a volte suppliscono le colonne, sostenendo architravi, cornicioni, ecc. (Il nome deriva dalle donne della Caria, costrette a portar pesi sul capo). Quali sono i popoli che nell'architettura servirono di modello ai Romani? - Gli Etruschi ed i Greci.

Pagina 389

Pindemonte, Lettere a Federico IV Chi ama molti, non ama molto: chi sovente, non a lungo; chi variamente, non degnamente mai. Balbo ...linguaggio più eloquente dell'amore è il silenzio. Tarchetti, Una nobile follia

Pagina 398

I desideri s'irritano a misura che si soddisfano. Guicciardini.

Pagina 406

Chi più si sbrama a maledire una cosa, più si avvicina a desiderarla. Guerrazzi

Pagina 407

Chi è uso a patire è uso a tacere. Chi poco sa tacere, ha poco patito. Tommaseo. Pochi e grandi dolori fanno l'uomo grande, piccoli e frequenti l'impiccioliscono. Tarchetti. Il dolore purifica e ritempra. A. Fogazzaro. Il dolore nell'Arte. La volontà si tempra nel dolore. G. D'Annunzio, Laudi. La scienza non è che dolore, la virtù vera non produce che amarezza. Ma pure son belli questi dolori e queste amarezze. L. Settembrini, Lett. a sua moglie.

Pagina 408

Bisazza Un padre e una madre sono naturalmente i nostri primi amici; sono i mortali a cui dobbiamo di più; verso di loro siamo nel più sacro modo tenuti a gratitudine, a rispetto, ad amore, ad indulgenza, a gentile dimostrazione di quei sentimenti. Pellico, Doveri degli uomini Di tua madre, di tuo padre, di tua moglie, di tuo figlio, ti deve essere santa ogni cosa: il nome, la parola, le ceneri. Mantegazza, Il bene e il male

Pagina 414

A. Fusinato

Pagina 414

Machiavelli Nessuno diventa uomo innanzi di aver fatta una grande esperienza di sè, la quale rivelando lui a lui medesimo, e determinando l'opinione sua intorno a sè stesso, determina in qualche modo la fortuna e lo stato suo nella vita. Leopardi, Pensieri Chi apprende a vincere nelle piccole cose, saprà dominare le grandi, avrà più libera, più salda, meno tediosa la vita. Tommaseo, La donna. L'arte di comandare a sè stessi consiste in gran parte nel trovar argomenti e parole efficaci per muovere in noi la vergogna. Ci vuole immaginazione ed eloquenza. Edmondo De Amicis, Pagine sparse. Nè molto negare a sè stesso, nè molto godere. Tommaseo, Pens. Mor.

Pagina 417

A. Negri, Maternità.

Pagina 422

Leopardi, A sè stesso.

Pagina 423

A. Costanzo, Un'anima.

Pagina 429

Perdonando troppo a chi falla si fa ingiuria a chi non falla. B. Castiglione, Il cortigiano. Più facilmente s'induce a perdonare chi è offeso che a restituire chi possiede. Guicciardini. Perdonate a chi vi ha offeso, anzi pregate per lui; che oltre all'acquistarne merito, vi sentirete anche allargare il cuore. Manzoni, Promessi sposi. Il perdonare viene da animo generoso. Machiavelli.

Pagina 432

A Negri, Fatalità.

Pagina 432

A. Costanzo, Gli eroi della soffitta.

Pagina 432

Facendo corse più lunghe il signore - perchè a una signora non è raccomandabile di far gite più lunghe in un'automobile da nolo senza accompagnamento - si siederà accanto allo « chauffeur » per poter spiegargli più efficacemente la direzione che deve prendere. Se un signore conduce una signora seco in automobile aperta, essa prenderà posto accanto al guidatore, perchè così è più riparata dal vento e dalla polvere. Se l'ospite è un signore, egli siederà anche vicino al guidatore in automobile chiusa. In nessun caso si lascia il signore che guida solo, come uno « chauffeur », ma come suo ospite gli si resta vicino. Se tre persone vanno in un'automobile da nolo, anche se questa, oltre ai due posti di fondo, abbia ancora due sedili a molla, per maggior comodità di tutti, uno dei tre occuperà il posto accanto allo « chauffeur », se tra il sedile dello « chauffeur » e quello dei viaggiatori non c'è una parete separatrice, e se non si tratta di un signore che accompagna due signore. In tal caso il signore prenderà posto sul sedile a molla, senza badare alla comodità. In un'automobile per 6 persone, il posto d'onore è in fondo a destra, il seguente a sinistra, a questo segue il posto dirimpetto a quello d'onore; il quarto è accanto a questo ed il quinto sarebbe vicino al guidatore. Naturalmente a seconda delle circostanze vi sono ancora moltissime altre possibilità di distribuzione, quanto fu detto sopra è però una base fondamentale, che potrà sempre servirci a risolvere i problemi del modo di sedere in automobile.

Pagina 44

Non si dovrebbe mai mettersi nella condizione di costringere il giudice a ricorrere a misure coercitive. Ma se questo dovesse avvenire, è assolutamente indispensabile non opporre resistenza ai funzionari che devono compiere questo spiacevole ufficio; è superfluo fare delle rimostranze e rifiutarsi di ubbidire. Il funzionario deve adempiere il suo dovere e non può in nessun modo venire in aiuto di chi deve esser punito. In questi casi le rivolte e le scene non fanno che irritare i funzionari che si rivolgono poi alla forza pubblica, destando così un maggiore ed inutile scandalo. Oltre a ciò si va anche incontro a nuove pene per insubordinazione ai pubblici funzionari.

Pagina 64

Si prenda la parte B, un poco più lunga che quella segnata con A. 3. si sorpassi verso giù per ottenere la figura 4: Si pieghi A. due volte, per ottenere figura 5. 5: Si tiri la parte C. sotto quella A., per terminare a D, il nodo secondo figura 6. - 2. modo: Sino a fig. 3 al pari del 1. modo. 4: Si sorpassi completamente B sotto A, per ottenere fig. 5. 5: si sorpassi di nuovo figura 6. - 3. modo: 1. e 2. al pari del 1. e 2. modo. 3: Si tiri A in giù per ottenere fig. 4. 4: Si pieghi la parte A due volte per ottenere fig. 5. 5: Si tiri la parte A, sotto quella B. per terminare il nodo secondo fig 6. - 4. modo. 2: Si giri la parte A, come nella figura 3, per ottenere fig. 4. Fig. 4: Si pieghi la parte A doppiamente, per ottenere fig. 5. 5: Si tiri la parte doppia A sotto quella B, per terminare il nodo secondo fig. 6. - 5. modo. (nodo per lo « smoking »): 1: Si sorpasso A sopra B. 2: Si tiri A, attraverso B e C. 3: Si sorpassi A verso giù. 4: Si pieghi A in su, affinchè si torni cappio C. 5. Si pieghi B. secondo il modo indicato in fig. 4 e si tiri il cappio formatosi, sotto di C. Poi si sorpassi l'estremità libera A sotto di B, affinchè A formi anche un cappio diretto verso destra. - 6. modo. In questa figura troviamo il modo più conosciuto e più usato dei signori che hanno l'abitudine di fare da se stessi la cravatta. Fig. 5. Si sorpassi parte A sotto quella B per terminare il nodo secondo figura 6.

Pagina 76

Salutate a modo loro i contadini che vi salutano, in campagna, evitando di mostrarvi esilarati dai loro saluti spesso prolissi e stravaganti. In Italia, specialmente settentrionale, è molto diffuso il saluto « ciao », « ciao caro », in tal caso è gradevole aggiungere il nome dell'amico che si saluta. Comunque un « salve » è sempre a posto. Ci sono ancora svariati modi di saluto fra i turisti, fra i membri di certe società ecc. Partendo dall'ufficio si potrà dire « buon appetito », fra colleghi. Il saluto « a rivederci » sarà sempre detto dal signore o dalla signora più vecchia, per la prima volta. Potrebbe apparire immodesto e insinuante che una persona più giovane o inferiore di rango dicesse, congedandosi: a rivederci. Questa è però obbligata a ripetere il saluto « a rivederci » quando gli sia stato indirizzato dal superiore o dalla signora: ciò per non apparire sdegnoso e per non far credere di voler evitare di rivedersi. La signora sarà sempre guardinga nel pronunciare questa parola, la quale potrebbe avere, in certi casi un significato tutto speciale. Per trasmettere saluti a persone che non sono presenti, si dovrà tener presente che un signore invia i suoi saluti soltanto a persone che sono dello stesso rango o che conosce benissimo. A persona di rango superiore e a signore si mandano « ossequi ». La signora manderà i suoi saluti soltanto a signori di vecchia conoscenza e invierà i suoi ossequi soltanto a personalità e per tramite di persone famigliari di questa. Non bisogna esagerare nel fatto di mandare saluti e ossequi per mezzo di terzi. Comunque, è sempre il senso di discrezione quello che decide in simili casi.

Pagina 91

Cerca

Modifica ricerca