Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Madama Butterfly

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16 occorrenze

(Tutti, parenti, amiche, il Bonzo, partono in gran fretta, scendendo la collina e continuando a strillare e imprecare contro Butterfly. – Le voci a poco a poco si allontanano. – Butterfly che stette sempre immobile e muta colla faccia nelle mani, scoppia in pianto infantile. – Comincia poco a poco a calare la sera: poi notte serena e stellata).

Butterfly si regge a stento: Suzuki si affretta a sorreggerla)

(Goro nel seguire i servi che rientrano in casa si accorge che altre persone salgono il colle: osserva; poi corre ad annunciare a Pinkerton e a Sharpless:)

(Suzuki accenna affermando, poi entra nella stanza a sinistra)

(Butterfly, aiutata da Suzuki, va a prendere il necessario per la toeletta)

Goro fa visitare la casa a Pinkerton, che passa di sorpresa in sorpresa.

(e tutti si prosternano innanzi a Pinkerton, tranne il Commissario e l’Ufficiale).

(Intanto Goro ha fatto portare dai servi alcuni tavolini, sui quali dispongonsi varie confetture, pasticcietti, liquori, vini e servizi da thè; si portano alcuni cuscini e un tavolino a parte, coll’occorrente per scrivere. Parenti, amici guardano con molta soddisfazione i dolciumi portati. Butterfly presenta i parenti a Pinkerton).

(Butterfly prende il bambino, lo mette su di una stuoia col viso voltato verso sinistra, gli dà in mano una banderuola americana ed una puppattola e lo invita a trastullarsi mentre delicatamente gli benda gli occhi. Poi afferra il coltello, chiude la porta di sinistra e collo sguardo sempre fisso sul figlio, va dietro il paravento. Si ode cadere a terra il coltello, mentre il gran velo bianco sparisce come tirato da una mano invisibile. Butterfly scivola a terra, mezza fuori del paravento: il velo le circonda il collo. Con un debole sorriso saluta colla mano il bambino e si trascina presso di lui, avendo ancora forza sufficiente per abbracciarlo, poi gli cade vicino. In questo momento si ode fuori, a destra, la voce affannosa di Pinkerton che chiama ripetutamente:

(Lo zio Yakusidé e il bambino sono sorpresi a far man bassa sui pasticcini: scandalo dei parenti)

Sharpless e Goro; Goro guarda entro la camera, scorge Butterfly e dice a Sharpless:

(Appaiono, superato il pendìo della collina, Butterfly colle amiche, tutte hanno grandi ombrelli aperti, a vivi colori).

(Butterfly si alza in piedi e con atto gentile dà la mano a Sharpless che la stringe con ambo le mani con effusione)

… poi con subita risoluzione invita i parenti e le amiche a partire)

(Suzuki accompagna Kate che esce dalla porta di destra, poi sale al piano superiore: Sharpless si avvicina a Butterfly, dandole i danari di Pinkerton)

(Sharpless prende a parte Suzuki e cerca colla preghiera e colla persuasione di averne il consenso: Pinkerton, sempre più agitato, si aggira per la stanza ed osserva)

TITOLO

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Boito, Arrigo 34 occorrenze

Fanuèl torna a sederlesi a lato. Rubria posa la testa sul petto di Fanuèl.

Rubria ricomincia a pregare con intenso fervore. Fanuèl continua a guardarla fissamente.

Simon Mago s’affretta a Porgere a Nerone la tazza libatoria.

La luce riflessa d’una torcia che s’avvicina dirada a poco a poco le tenebre, rischiarando a destra il vano d’una porta e la rampa d’una scala erta ed angusta.

Accorrono sacerdoti a spegnere le fiamme sul corpo di Dositèo e con grande agitazione lo trasportano in parte non vista del sacrario, a destra.

Rubria fa cenno a Fanuèl, il quale s’affretta a riempire la ciotola coll’acqua dei fonte e gliela porge.

Asteria, lentamente, scende qualche gradino, s’avvicina a Nerone, chinandosi a poco a poco, gli si rannicchia d’accosto, mezzo prostrata, mezzo seduta; i due corpi si toccano. I loro volti riverberano, fra le tenebre, la livida luce del cero e il riflesso della bragia.

Si parlano a distanza.

Nerone, a capo chino, eseguisce tutti i comandi di Simon Mago. Simon Mago lo conduce, tenendolo per mano, davanti allo specchio magico. La fioca luce del sacrario non arriva a illuminare Asteria.

Gobrias è corso a spiare attraverso la cortina.

La luce, mite ancora e senza raggi, a grado a grado discopre le cose remote, gli edifici sparsi qua e là nel fondo della campagna, gli archi del doppio acquedotto dell’aqua tepula e Marcia, qualche fastigio dei monumenti sepolcrali della via Latina.

Simon Mago lo ajuta a calar l’urna nella fossa.

S’avvicina, calmo, a Simon Mago, Rubria rimane presso la fonte.

Vanno a passo vivo verso Albano. Risuona una voce con questo epigramma:

Rubria torna davanti alla tomba a pregare.

Fanuèl va frugando a sua volta nell’ombra lungo la parete di destra.

Asteria porge la face a Simon Mago che sta per discendere nel sotterraneo.

Passa un viandante che va verso Roma con una bisaccia a spalle ed un bastone.

Tre Precursori Mori, a cavallo, passano di galoppo sull’Appia, risplendenti d’armille e di falère.

Nerone piglia la tazza, ma esita a versare il sangue sulla fossa.

Le trombe continuano a squillare.

Un viandante, Fanuèl, passa sull’Appia, d’accosto a Rubria, la vede, s’arresta, la guarda assorta nella sua preghiera.

La guardia Germana, afferrato Simon Mago, lo trascina rapidamente sino alla scala di legname che sta a sinistra del criptoportico.

I fedeli si alzano, s’inchinano davanti la statua di Nerone, alcuni vanno a baciare i piedi dell’idolo, altri abbassano il capo davanti la colonna del serpente di bronzo e tutti escono dalla porta a sinistra. Intanto Dositèo eseguisce gli ordini di Simon Mago: spegne i lumi, accende un cero che sparge una luce verdastra e lo colloca ai piedi della gradinata.

Ricomincia il tumulto del Circo, s’odono a diverse distanze le grida: «Age jam! – Evax! – Ahè! – Ahè! – Euge! – Eho! – Eho! – Vogliam le Dirci!».

Le grida del Circo giungono nell’Oppidum da varie altezze e distanze, seguite da risate e da urli, frammiste a squilli di buccine.

Nel Circo non cessano i clamori: si odono le grida feroci «A morte le Dirci! Vogliamo la Tragedia! Non vuol morir! Pollice verso!».

Simon Mago, seguito a distanza dal suo Centurione, incontra Gobrias che viene dall’arena.

Passa una famiglia di gladiatori, la precede il lanista, riconoscibile alla lunga ferula che impugna; gli sta a fianco uno schiavo con una lanterna.

Gobrias ripone il simpulum nel recipiente del vino e sale a salti la gradinata.

Tigellino va a calpestare quelle zolle per disperdere le tracce dei seppellimento. Nerone lo ha seguìto. S’odono dalla parte di Roma dei clamori lontani.

Incominciano a diffondersi le prime trasparenze dell’alba. Il cielo si rasserena. La profonda quiete dell’ora s’estende su tutta la campagna romana.

Ad un tratto s’odono degli urli di spavento che vengono dal fondo del criptoportico e dalle parti più alte dell’edificio dove s’incomincia a scorgere qualche cirro di fumo.

I giovinetti Asiatici schiudono le cortine della lettiga, mentre d’intorno a Nerone piovono fiori e nastri e fronde di palma e ghirlande, fra le grida e gli squilli del trionfo.

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