Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La Wally

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Illica, Luigi 30 occorrenze

Pel piazzale Pastori e Contadini si inginocchiano a pregare! – La Wally e Walter scompaiono dietro le case dell’Hochstoff. Si sentono le loro voci intuonare la canzone dell’Edelweiss, perdersi a poco a poco pel silenzio della notte. Sul pointe, la lampada del Cristo è accesa e gitta una tremula luce rossastra intorno a sé).

(La Wally a un tratto si scuote!… Le sue mani corrono ai suoi occhi, incredula del suo dolore, quasi a convincersi che essa ha pianto!…)

Dal sentiero di destra appare Hagenbach che s’inerpica appoggiandosi a un bastone ferrato. Egli si ferma penosamente impressionato a vedere i segni che i patimenti hanno impresso sul volto della Wally, e dolcemente la chiama.

(tutti circondano Walter; chi siede, chi si appoggia alle tavole; alcuni a gruppi; altri in disparte soli; Stromminger seduto nella sua poltrona; Gellner a cavalcioni di una panca. – Walter leva la cetra e canta:)

(la voce di Walter va poco a poco perdendosi)

(i Cacciatori appaiono a capo del ponte)

(con un gesto risoluto si dà a pregare il letto… si toglie di dosso il corsetto di velluto!… poi si inginocchia, fa il segno di croce e prega!… Ma a un tratto si alza esclamando contristata e dispettosa:)

(Walter bacia Wally, ed esce per una porta interna a destra).

L’Hagenbach compare dietro il ponte; egli cammina a tentoni nell’oscurità.

Egli traversa il ponte, e se ne viene a sghimbescio verso l’Hochstoff.

Wally si ferma, fa segno a Walter di voler rimaner sola, e freddamente rivolgendosi a Gellner)

A questo grido di sorpresa ne segue un altro di ammirazione)

(ma, calma, altiera, sorridente in viso, essa si avvicina a un crocchio dove sta Walter).

(Wally, colpita, impallidisce, le forze a un tratto le mancano e si appoggia barcollando ad una tavola).

(il ländler si è fatto affannoso; attorno a loro un profondo silenzio. – Si direbbero soli al mondo!)

Dalla sinistra, per un piccolo ed ascoso sentiero, sale faticosamente Walter sino alla capanna, e si avvicina a Wally.

Dietro il ponte della Ache si ode avvicinarsi poco a poco una canzone. È il Pedone di Schnals, mezzo ubbriaco, che canta.

Dall’altra parte del ponte intanto si vedono venire a frotte quei di Sölden con armi e torcie; fra essi è Afra.

Gli Uomini, tornati a sedersi alle tavole dell’osteria, bevono e giuocano)

Ad un tratto una strana creatura irrompe violentemente in mezzo a quella folla, urtando gli uni, ricacciando gli altri. È una bizzarra fanciulla, bizzarramente vestita; ha i lunghi capelli disordinati e sciolti e intrecciati di edelweiss; le braccia forti, completamente ignude; gli occhi larghi e profondi pieni di fuoco: è la Wally! Vedere suo padre a terra presso all’Hagenbach, afferrare costui alle spalle e cacciarlo con forza lontano così da farlo barcollare, è un colpo solo.

(si copre disperatamente il volto colle mani, e rimane così, ritta dinanzi a Giuseppe; questi commosso la guarda, le si avvicina, e dolcemente le dice)

. – A sinistra, la casa dello Stromminger; a destra l’alpestre paesaggio sparso di case e di pini. – Nel fondo le altre case dell’Hochstoff in mezzo alle quali serpeggiando passa la strada; poi, più alto, un ponte che unisce due rupi gigantesche dominanti l’abisso profondo dove scorre l’Ache. – A capo del ponte un grande Crocifisso dinanzi al quale pende una lampada. – Un sentiero tortuoso, per curve ora dolci, ora aspre, tracciato fra i massi che lo frastagliano, sale alto, ora scomparendo, ora apparendo improvvisamente, e si smarrisce fra le ardite ineguaglianze del paesaggio. – Nell’ultimo fondo le altissime vette del Murzoll e del Similaun coperte di neve. – È il vespro.

(Ritornano a gruppi quelli dell’Hochstoff che sono andati alla festa di Sölden. Tornano a coppie di quattro, di sei, Uomini, Donne; se ne vengono lentamente pel ponte, e silenziosi rincasano. Ultima si vede tornare la Wally, accompagnata dal piccolo Walter. La Wally è ancora vestita della splendida veste di velluto, ma i fiori che l’adornavano sono tutti strappati. Essa è assorta in pensieri che l’addolorano, e affannosamente cammina, quasi inconscia di sé, seguendo il piccolo Walter).

Ecco là, il Pedone di Schnals già seduto davanti ad una enorme tazza di birra, in mezzo a un crocchio di giovanotti, che beve, ride, discute e qualche volta alla bell’Afra tutta in faccende (la padrona dell’osteria dell’Aquila) mormora parole che eccitano la facile allegria dei suoi ascoltatori! – Là, in disparte, c’è anche Gellner, anch’egli vestito a festa, ma triste, sinistro, taciturno. Come egli è cambiato in un anno! (poiché è passato già l’anno dalla sera che, all’Hochstoff, fu respinto dalla Wally e costei del padre messa alla porta).

Dopo pochi minuti di un’ansia spaventevole, la Wally compare tenendo legato e stretto a sé il corpo dell’Hagenbach, privo di sensi).

. – L’osteria dell’Aquila è a destra. – Le finestre, la porta, le tavole, le panche, tutto vi è coperto ed ornato di rami frondosi e di fiori. – Anche dalle finestre e dai ballatoi pendono drappi a colori, fronde, ghirlande. – È tutto un paese vestito da festa! È il Corpus Domini.

(Gellner, all’udire la voce del Pedone esce dalla casa ove era entrato poc’anzi, ne chiude la porta con gran precauzione, poi, quasi strisciando per la via, va a porsi allo sbocco del sentiero).

A destra la casa dello Stromminger (ora della Wally); sul davanti l’interno della camera da letto della Wally. – Dall’altra parte una via dell’Hochstoff fiancheggiata a sinistra da case. Dalla via si entra nella camera della Wally da una piccola porta. Due finestre stano ai lati di questa porta. – Nell’estremo orizzonte, come nel primo atto, ma da un diverso punto di vista, il Murzoll, il Similaun. Il ponte rimane assai più vicino agli spettatori, e il sentiero che vi conduce non è che una continuazione della via dell’Hochstoff. – Cade la sera. Davanti al Crocifisso la lampada è accesa.

(ad un suo cenno, Afra si toglie dall’Hagenbach e rientra portando una tazza alla Wally, poi ritorna presso a Giuseppe. – La Wally la segue coll’occhio, si avvede della presenza dell’Hagenbach e depone senza bere la tazza)

Finalmente dà in un pianto dirotto, e, la testa fra le mani, si lascia cadere in ginocchio a piè del letto).

Pagliacci

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Leoncavallo, Ruggiero 20 occorrenze

(Silvio arriva dal fondo e va a pigliar posto sul davanti a sinistra, salutando gli amici.)

Arlecchino va a prender la bottiglia, poi entrambi siedono a tavola uno in faccia all’altro.)

(Tonio appare dal fondo a sinistra.)

Li seguono una frotta di contadini e contadine, anch’essi parati a festa. Il coro, che è sulla scena, scambia con questi saluti e sorrisi, poi tutti si dispongono a coppie ed a gruppi, si uniscono alla comitiva e si allontanano, cantando pel viale del fondo, dietro al teatro.)

(le campane suonano a vespero da lontano)

(Canio in costume da Pagliaccio compare sulla porta a destra.)

(Durante il coro, Canio entra dietro al teatro e va a lasciar la sua giubba da Pagliaccio, poi ritorna e dopo aver fatto, sorridendo, un cenno d’addio a Nedda, parte con Peppe e cinque o sei contadini per la sinistra. – Nedda resta sola.)

(Peppe vuol uscire dalla porta a sinistra, ma Tonio lo ritiene.)

Tonio, in costume da Taddeo come nella commedia, passando a traverso al telone.

(entra commosso sotto la tenda, mentre Tonio compare dall’altro lato del teatro colla gran cassa e va a piazzarsi sull’angolo sinistro del proscenio del teatrino. Intanto la gente arriva da tutte le parti per lo spettacolo e Peppe viene a mettere dei banchi per le donne.)

. – Attirati dal suono e dal frastuono i contadini di ambo i sessi in abito da festa accorrono a frotte dal viale, mentre Tonio lo scemo va a guardare verso la strada a sinistra, poi, annojato dalla folla che arriva si sdraia, dinanzi al teatro. Son tre ore dopo mezzogiorno, il sole di agosto splende cocente.

(Tonio mostra il pugno ai monelli che scappano, poi si allontana brontolando e scompare sotto la tenda a destra del teatro.)

(Tonio si avanza per ajutar Nedda a discendere dal carretto, ma Canio, che è già saltato giù, gli dà un ceffone dicendo:)

(Peppe che sarà entrato dalla sinistra, sulla risposta di Nedda corre a Canio e gli strappa il pugnale che gitta via tra gli alberi.)

(Arlecchino scavalca la finestra, depone a terra una bottiglia che ha sotto il braccio, e poi va verso Taddeo mentre questi finge non vederlo.)

(Canio va a baciar Nedda in fronte. Un suono di cornamusa si fa sentire all’interno, tutti si precipitano verso la sinistra, guardando fra le quinte.)

. – Peppe cerca di mettere a posto le donne. – Tonio rientra nel teatro portando via la gran cassa.)

A sinistra una strada che si perde, fra le quinte fa gomito nel centro della scena e continua in un viale circondato da alberi che va verso la destra in prospettiva. – In fondo al viale si scorgeranno, fra gli alberi, due o tre casette. – Al punto ove la strada fa gomito, sul terreno scosceso, un grosso albero; dietro di esso una scorciatoia, sentiero praticabile che parte dal viale verso le piante delle quinte a sinistra. – Quasi dinanzi all’albero, sulla via, è piantata una rozza pertica, in cima alla quale sventola una bandiera, come si usa per le feste popolari; e più in giù, in fondo al viale, si vedono due o tre file di lampioncini di carta colorata sospesi attraverso la via da un albero all’altro. La destra del teatro è quasi tutta occupata obliquamente da un teatro di fiera. Il sipario è calato. – E su uno dei lati della prospettiva è appiccicato un gran cartello sul quale è scritto rozzamente imitando la stampa: Quest’ ogi gran rappresettazione. Poi a lettere cubitali: Pagliaccio, indi delle linee illeggibili. – Il sipario è rozzamente attaccato a due alberi, che si trovan disposti obliquamente sul davanti. L’ingresso alle scene è, dal lato destra in faccia allo spettatore, nascosto da una rozza tela. Indi un muretto che, partendo di dietro al teatro, si perde dietro la prima quinta a destra ed indica che il sentiero scoscende ancora, poiché si vedono al disopra di esso, le cime degli alberi di una fitta boscaglia.

(Arriva una pittoresca carretta dipinta a varii colori e tirata da un asino che Peppe, in abito da Arlecchino, guida a mano camminando, mentre collo scudiscio allontana i ragazzi. Sulla carretta sul davanti è sdrajata Nedda in un costume tra la zingara e l’acrobata. Dietro ad essa è piazzata la gran cassa. Sul di dietro della carretta è Canio in piedi, in costume di Pagliaccio, tenendo nella destra una tromba e nella sinistra la mazza della gran cassa. – I contadini e le contadine attorniano festosamente la carretta.)

Egli si arresta a contemplare Nedda con aria esageratamente tragica, dicendo:)

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