Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIFI

Risultati per: a

Numero di risultati: 169 in 4 pagine

  • Pagina 1 di 4
 a  ponente, luna crescente! Fuori lucertole e moscherini,
nella bonaccia, la bella faccia risplenderà. Corna  a  ponente, luna crescente! Betulla e salice, olmo ed ulivo,
più fini al dolce viso che in paradiso tondeggierà! Corna  a  ponente, luna crescente! Oh come è limpida la collinetta, e
saluta musica tale! Ve'! l'immortale comparsa è già! Corna  a  ponente, luna crescente! E anch'io, crisalide forse di un
E anch'io, crisalide forse di un astro, da un sassolino  a  te m'inchino: luna cornuta che mostri muta l'anel reciso
di cui lo sposo - già frettoloso per consolarti, giunge  a  portarti l'altra metà. Corna a ponente, luna crescente!
per consolarti, giunge a portarti l'altra metà. Corna  a  ponente, luna crescente! Addio, mia vergine, felici
crescente! Addio, mia vergine, felici amplessi! Io vado  a  letto, ché, a parlar schietto, l'infreddatura mi fa paura!
Addio, mia vergine, felici amplessi! Io vado a letto, ché,  a  parlar schietto, l'infreddatura mi fa paura! Ma il raggio
balestra: mi udrai sognare e ricantare la tua beltà! Corna  a  ponente, luna crescente!
mia ganza, una bimba assai devota, e credo,  a  molti parroci ben nota, venne a narrarmi, tutta addolorata,
assai devota, e credo, a molti parroci ben nota, venne  a  narrarmi, tutta addolorata, l'ira del prete che l'ha
che l'ha confessata; - Eh via - le dissi - vien, vieni  a  cenare, io stesso poi ti voglio confessare, e se vedrò che
copia avrai; ché Dio promise, in questo oh grande e buono!  a  chi avrà molto amato, il suo perdono! -
luci lontane e grovigli d'alghe e creature strane, Senia,  a  te sola lo voglio narrare. Ché a brevi fiate nel tempo
e creature strane, Senia, a te sola lo voglio narrare. Ché  a  brevi fiate nel tempo passato nel fondo del mare mi sono
fiate nel tempo passato nel fondo del mare mi sono tuffato.  A  dare or la patria all'esule sirena, la patria a me stesso e
tuffato. A dare or la patria all'esule sirena, la patria  a  me stesso e all'uomo abbattuto svelare la via del suo regno
luci lontane e grovigli d'alghe e creature strane, Senia,  a  te sola lo voglio narrare.
 A  LUIGI CHIALIVA
 a  lei, la poverella che un dì fu bionda, giovinetta e bella.
coscie, ed entra in chiesa, e non ti riconosce! Elemosina  a  lei che, a mane e a sera, vaga in sogni di fame e di
entra in chiesa, e non ti riconosce! Elemosina a lei che,  a  mane e a sera, vaga in sogni di fame e di preghiera. Come
chiesa, e non ti riconosce! Elemosina a lei che, a mane e  a  sera, vaga in sogni di fame e di preghiera. Come gli
rosi e scolorati, come i fior che i devoti han condannati  a  intisichir di noia e di fetore fra le candele dell'altar
sacra e buona, e ben giri quaggiù la tua corona. Elemosina  a  lei che a mane e a sera vaga in sogni di fame e di
e ben giri quaggiù la tua corona. Elemosina a lei che  a  mane e a sera vaga in sogni di fame e di preghiera. Chi,
giri quaggiù la tua corona. Elemosina a lei che a mane e  a  sera vaga in sogni di fame e di preghiera. Chi,
lo vede occhio pieno di morte, e pien di fede. Elemosina  a  lei, la poverella che un dì fu bionda, giovinetta e bella.
rossa macchia di sangue dove io bagno senza possa la penna,  a  dolci prove eternamente mossa. E la penna si muove e la
mossa. E la penna si muove e la carta s'arrossa sempre  a  passioni nove. Giorno verrà: lo so che questo sangue
nove. Giorno verrà: lo so che questo sangue ardente  a  un tratto mancherà, che la mia penna avrà uno schianto
 A  messa mi volete alle sett'ore? No, guardate lassù che amena
lassù che amena vetta! Domani io sarò là sul primo albore,  a  cogliere per voi timo e violetta. E se non mi vedete alla
ma l'estasi del core! E il mio cor, che quaggiù pensa  a  voi sola, se lo porto sui monti a respirare, miracolo!
cor, che quaggiù pensa a voi sola, se lo porto sui monti  a  respirare, miracolo! adorando al ciel se 'n vola, e del
parlando  a  sé stesso
suo padre e porgendo una mano  a  Fernando
 a  esequie, un feretro s'avvia, un prete è in allegria. O mio
cose, è vero, ch'io tutto finirò nel cimitero? Suonano  a  esequie, un feretro s'avvìa, un prete è in allegria. Voi
che vivete, o fior, nell'ozio blando, l'aria che in mezzo  a  voi vien spigolando non vi racconta mai se battan l'ali
morte un'alma miete nulla salir per l'etere vedete? Suonano  a  esequie, un feretro s'avvia, un prete è in allegria.
s'avvia, un prete è in allegria. Stelle, mai non vedeste  a  notte oscura spirti in fiamma esalar la mia pianura ?
il mio lezzo! Stelle, scendete nell'anima mia di me stesso  a  ingannar la tenebria! Rinnegate il Signore, o fiori, o
 a  te, sciagura a te, vegliardo che non amasti mai, e a me
a te, sciagura  a  te, vegliardo che non amasti mai, e a me t'affacci,
a te, sciagura a te, vegliardo che non amasti mai, e  a  me t'affacci, aruspice infingardo, gridando : - Guai! -
di far commenti! E lo danni alle forche il capitano, se,  a  pergamo salito, contro i fratelli che mordono il piano
Piangono come vedove le biade, e l'elegìa, battendo stelo  a  stelo, addormenta le selve e i nidi invade, i nidi pieni di
Oh nelle tombe scheletri grondanti, oh beltà, robustezze,  a  poco a poco scioglientisi coll'acqua, e vegetanti!... E la
tombe scheletri grondanti, oh beltà, robustezze, a poco  a  poco scioglientisi coll'acqua, e vegetanti!... E la gente
slancio d'arte mi trasporta se miro la natura ora risorta  a  vita nuova, Te sola, del mio cor dominatrice te sola penso,
vita nuova, Te sola, del mio cor dominatrice te sola penso,  a  te freme ogni fibra a te il pensiero unicamente vibra a te
mio cor dominatrice te sola penso, a te freme ogni fibra  a  te il pensiero unicamente vibra a te adorata. A te mi
a te freme ogni fibra a te il pensiero unicamente vibra  a  te adorata. A te mi spinge con crescente furia una forza
ogni fibra a te il pensiero unicamente vibra a te adorata.  A  te mi spinge con crescente furia una forza che pria non
la fiamma ardente. Vorrei levarmi verso l'infinito etere e  a  lui gridar la mia passione, vorrei comunicar la ribellione
mi divora? ... e tu l'accendi ... Non trovo pace che se  a  te vicino: io ti vorrei seguir per ogni dove e bever l'aria
inconscio iva cercando amore l'animo offeso. Ahi ti vidi e  a  te il pensier rivolsi a te che pura sei siccome un giglio
amore l'animo offeso. Ahi ti vidi e a te il pensier rivolsi  a  te che pura sei siccome un giglio ... ... Le lacrime mi
mi attanaglia il cuore che tu feristi. Se m'ami Elsa  a  che mi fai soffrire? Tu della vita mia unico raggio tu che
Piangono come vedove le biade, e l'elegìa, battendo stelo  a  stelo, addormenta le selve e i nidi invade, i nidi pieni di
Oh nelle tombe scheletri grondanti, oh beltà, robustezze,  a  poco a poco scioglientisi coll'acqua, e vegetanti!... E la
tombe scheletri grondanti, oh beltà, robustezze, a poco  a  poco scioglientisi coll'acqua, e vegetanti!... E la gente
e occhi mesti e pupille accese e nere passar davanti  a  schiere, lasso! e non una ne sortì, gentile tesor
lasso! e non una ne sortì, gentile tesor primaverile,  a  offrirmi i baci, a offrirmi il santo affetto sognato al
una ne sortì, gentile tesor primaverile, a offrirmi i baci,  a  offrirmi il santo affetto sognato al loro aspetto ... ?
e gli occhi al ciel conversi, e già pensoso mi smarrivo  a  sera, tra i fior della riviera, ascoltando il sospir che
O del mio mesto april rondine cara, vieni  a  volar nella stanzetta mia, quando l'arte, di amplessi ahi!
fu senz'ali posata entro la culla; e quando esce di casa  a  far mazzetti della viola sui margini odorosa, e a sospirar
di casa a far mazzetti della viola sui margini odorosa, e  a  sospirar nei placidi boschetti il dì che intrecci ghirlanda
vola, no, libera in mezzo al cielo, ma preme il suolo, e  a  colmo di sventura, la madre ha accanto che le abbassa il
Scendea dalla montagna in sottanetta bianca, cantando  a  tutta gola una gaia parola, e ripetendola in ritornelli
di antichi olivi, e la cadenza dei suoni giulivi anch'essa,  a  poco a poco, fra i rami si perdette ... Oh dolce cherubino
olivi, e la cadenza dei suoni giulivi anch'essa, a poco  a  poco, fra i rami si perdette ... Oh dolce cherubino risali
nella nota navicella ansioso un giovinetto; e tu corri  a  portargli due begli occhi d'amore ... begli occhi, e buon
due begli occhi d'amore ... begli occhi, e buon umore; oh  a  lui propizia sia l'onda amara, se gli sei cara! Ma, se pur
 a  un uom, prigione alla locanda, con una pioggia che a
a un uom, prigione alla locanda, con una pioggia che  a  torrenti cade! Se costui Cristo al diavolo non manda É
persuade, e ch'io pazienti ancor mi raccomanda. Si comincia  a  educare il gatto o il cane con cento schiaffi, ed un soldo
un giorno ha cancellato; or tutto è liscio e candido, e,  a  quei toni abbaglianti, ammiccan gli occhi i santi e parlano
San Luca: - son ritornati i barbari? Povera Italia eunuca!  A  chi scrisse la bibbia guastar l'appartamento... o artisti
ma eguali ognor non furono i preti ai tempi andati? Che  a  profanar sian nati strano per noi non è. O Santi, quando
cantano le litanie pagate, o Santi, vendicatevi, e adosso  a  lor cascate: giù colle vostre clamidi, giù cogli scettri
fu un tuo vicin di cella, forse la tua facella lambendo  a  notte il suol, di sotto all'uscio immobile filtrando un po'
fanciulle in danza; in fondo in fondo aprivasi un arco  a  sesto acuto, e, come un detto arguto, traea le menti a sè.
arco a sesto acuto, e, come un detto arguto, traea le menti  a  sè. E vi parean riflettere le pallide figure pinte da
memori testimoni dei morti; occhi celesti, estatici in cima  a  eccelsi porti, avean veduti i secoli, travolti a cavalloni,
in cima a eccelsi porti, avean veduti i secoli, travolti  a  cavalloni, cadere in ginocchioni, pentirsi, e dileguar. Te
empiamente pio fai spose allo sbadiglio le insulse preci  a  Dio; te senza l'ire intrepide dei saggi iconaclasti, senza
intrepide dei saggi iconaclasti, senza un amor che basti  a  darti un altro altar! Ma il non lontano postero
la gloria dei poveri defunti, e i bei profili smunti  a  liberar verrà. E l'armonia degli organi, e il fumo degli
E maledissi gli angeli per me, per tutti gli infelici,  a  cui avvelenò la giovinetta vita il contemplarli, e la manìa
vita il contemplarli, e la manìa precoce delle parole dette  a  bassa voce. E in mezzo ai santi, candido di fedi e di
santi, candido di fedi e di speranze il giglio fui; foglia  a  foglia mi han l'anima spartita... Ma una perla trovâr fra
colli un angolo non trovi dove sognar non visto. E sotto  a  tanto azzurro e a tanto verde (Dio! come i canti miei
non trovi dove sognar non visto. E sotto a tanto azzurro e  a  tanto verde (Dio! come i canti miei rammento mesto!) guardo
mesto!) guardo alla vita grama che si perde, agli altri e  a  me molesto! Veggo tutto attraverso a un velo bruno, e scote
si perde, agli altri e a me molesto! Veggo tutto attraverso  a  un velo bruno, e scote appena la mia mente lassa la
così gioie io perdei di sogni e di speranze! Unico, Arrigo,  a  me resti conforto un cor d'amico, una pietosa fronte che mi
tua testa bionda un bel raggio di sole. E mentre io cerco  a  quest’etica Musa che mi apparve matrona ed era ganza, che
una romanza, alcun nobile accento, un'armonia che rimi  a  quelle che ti piacquer tanto; mentre mi sdraio nell'inedia
te lo invoco il Dio! Ché ai dì felici, per guidarti  a  mèta ben ti avrei dato il mio! Mi è fuggito e a te giunge.
guidarti a mèta ben ti avrei dato il mio! Mi è fuggito e  a  te giunge. - Io, da lontano, nella crescente mia ombra
quale amor, nella bruna aura tranquilla, vi consiglia  a  oscillar sì dolcemente? Forse è ver che di voi guida
quaggiù nel mondo vedovo, un'anima alla meta in compagnia?  A  noi l'antica età divinatrice questa speranza del poeta
gentil fanciulla! E poi con lacci che ti presti il cielo,  a  te per sempre annodala; sciogli le nubi dalle sue
Ma neghittosa se tu resti ancora nella tua danza eterea, oh  a  te, dall'alto, cui di notte agogno, una ultrice tempesta
i conigli nelle ore di libera uscita. Qui vennero un giorno  a  giocare due sorelle, due bianche farfalle, nelle prime ore
immutabile; è curioso che l' ordine fisico sia così lento  a  filtrare in noi e poi così impossibile a scancellarsi. Ma
sia così lento a filtrare in noi e poi così impossibile  a  scancellarsi. Ma quanto al resto? A conti fatti, chiedersi
e poi così impossibile a scancellarsi. Ma quanto al resto?  A  conti fatti, chiedersi il come e il perché della partita
poco s' accenderanno nel golfo le prime lampare. Intorno,  a  distesa d' occhio, l' iniquità degli oggetti persiste
sotto il tennis; ma il parente maniaco non verrà più  a  fotografare al lampo di magnesio il fiore unico,
unico, irripetibile, sorto su un cacto spinoso e destinato  a  una vita di pochi istanti. Anche le ville dei sudamericani
sembrano chiuse. Non sempre ci furono eredi pronti  a  dilapidare la lussuosa paccottiglia messa insieme a suon di
pronti a dilapidare la lussuosa paccottiglia messa insieme  a  suon di pesos o di milreis. O forse la sarabanda dei nuovi
tiro. Si direbbe che la vita non possa accendervisi che  a  lampi e si pasca solo di quanto s' accumula inerte e va in
» », si ritirava subito in camera per finir di fumarsi  a  letto il suo Cavour da sette centesimi.
come un feretro sei gaia!... in un dente che somiglia  a  una torre rovinata, ho una danza forsennata di stranissimi
solitarie ti rammenti, o giovinetto, quando, in mezzo  a  donne care, in quel dì del primo affetto, le venimmo a
a donne care, in quel dì del primo affetto, le venimmo  a  visitare? Qui la pioggia allor ne colse, e al villagio ci
E le madri rampognarono i ragazzi scapestrati!... Ma  a  un bel fuoco i piccioletti piedi e gli abiti asciugati, in
e gli abiti asciugati, in attesa dei confetti ci ponemmo  a  desinare; era il giorno del compare, un bel giorno in
 A  ENRICO JUNK Della città, madre di inganni e toschi, sei
e toschi, sei stanco, amico, e aneli ai verdi boschi e  a  un po'di acqua corrente; a un po' di acqua corrente in cui
amico, e aneli ai verdi boschi e a un po'di acqua corrente;  a  un po' di acqua corrente in cui si specchia la ricciuta
dove si ciarla da mattina asera di centomila cose; dove  a  ogni angol di muro il sol rischiara e ombreggia qualche
la ninna nanna non la fa la balia! Dite, amici, giochiamo  a  cruscherella?... Nasconderemo ognun la nostra bella, e, ad
che è di un azzurro strano! Affediddio!...battiamoci  a  quartine, o nella botte entriamo a teste chine, o diam di
Affediddio!...battiamoci a quartine, o nella botte entriamo  a  teste chine, o diam di fiato a qualche tromba che assordi
o nella botte entriamo a teste chine, o diam di fiato  a  qualche tromba che assordi il creato! Andatemi a cercare un
di fiato a qualche tromba che assordi il creato! Andatemi  a  cercare un coadiutore; lo vorrei nominar mio confessore per
dir che le comete son ostie accese, e che il mangiare  a  messa è un crimenlese! L'altro la sete stupida del bello,
piccolo cadaverin sepolto! Quel tuo vergine volto dimmi  a  chi ride adesso? Sul tuo recente tumulo poc'anzi ancor
giacinti interrogai... Seppellivano un vecchio, o bimbo,  a  te vicino: un grido del becchino mi rapì le visioni. Perchè
visioni. Perchè nascesti ?...dissero alla povera madre che  a  sè chiamato avevati dei cherubini il padre; ma le materne
lo vedrà redire pura animuccia, silfide color di paradiso,  a  baciarla sul viso, a baciarla sul core!... Oh gli orrendi
animuccia, silfide color di paradiso, a baciarla sul viso,  a  baciarla sul core!... Oh gli orrendi spettacoli del nostro
io avea gridato al mio cervello: si chiudano le porte  a  chiavistello, il padrone è ammalato e doloroso; si chiuda
qualche autor chiercuto, per accertarmi colla musa mia che  a  qualche cosa può servire ancora la poesia. L'uno
dall'occhio sdegnoso, allenta la foga dell'agile piè; e  a  qualche vicino cantuccio nascoso, se vuoi ch'io ti ascolti,
repente tremar, gli dissi all'orecchio : - Cacciamolo  a  bagno ? Qui presso è un canale... tu stammi a guardar - E
- Cacciamolo a bagno ? Qui presso è un canale... tu stammi  a  guardar - E già mi avventavo... Ma il nume rispose - Un
Ma il nume rispose - Un solo fra tanti, fra tutti. . .  a  che pro ? Pei versi e l'oceano, pel turbo e le rose, poeta,
e le rose, poeta, il castigo dal ciel tuonerò!". Giungemmo  a  un boschetto; qui il vecchio s'assise, tergendo affannato
- Ma quel sorriso mi avea fatto muto, e stava lì, sospeso,  a  bocca aperta come quando si aspetta uno starnuto. E a poco
a bocca aperta come quando si aspetta uno starnuto. E  a  poco a poco mi sentìa nell'anima la leggerezza d'un ch'esce
bocca aperta come quando si aspetta uno starnuto. E a poco  a  poco mi sentìa nell'anima la leggerezza d'un ch'esce di
e bulbilli, intemerato popolo di ebrei, stan la manna  a  aspettar della rugiada, sotto le branche degli scarabei,
una bara, del sagrestan la moglie più non viene, cantando,  a  porre al sole delle bambine sue le camiciuole; io, reprobo
macilento le ragnatele che vi scuote il vento. Ed io siedo  a  un gradino ove devoti innumeri han pregato, ove ginocchia
tumuli del chiostro, cui più nessun non spia, escono, forse  a  bever raggi e venti, le melodìe dei postumi lamenti. A
a bever raggi e venti, le melodìe dei postumi lamenti.  A  bever venti e raggi, o ad inseguir nel nebuloso corso quei
corso quei fantasmi nemici al giovinetto perché non piega  a  un monastero il dorso; inseguirli, e cantare: - Quando voi
il dorso; inseguirli, e cantare: - Quando voi venivate  a  quel gradino, in ginocchio, a pregare pei vostri figli e
- Quando voi venivate a quel gradino, in ginocchio,  a  pregare pei vostri figli e per le vostre spose, noi morivam
noi morivam dietro le grate esose. Oh frescura notturna!  A  respirarla uscitene, fanciulle. Le morte son sepolte, e
e mi caccia pel gelido cammino la campana che suona  a  mattutino.
mesta mi additarono giovinetta  a  brun vestita, e mi dissero: - É la Rita che ha perduto il
altra seducente, e allo sposo sorridente qual chi molto e  a  lungo amò ... Così bella, così giovane, chiusi gli occhi a
a lungo amò ... Così bella, così giovane, chiusi gli occhi  a  un altro avea: or le fila ritessea dell'amor che sepellì!
ve' di croci il campo è nero, e siam soli in mezzo  a  lor! Ma non val sospiro o lagrima quest'oblio dei
giunge la figlia presto il padre si consola, che davanti  a  un'altra stola potrà dare un altro anel; più il riccone
lagrimi così? Oh all'inferno e pianti e tumuli! Ritorniamo  a  porta Renza, là è l'altar dell'apparenza tutto è festa, e
nel bosco stavo tutto solo i gorgheggi  a  tradur di un usignuolo, quando un falco calò sul picciol
no, vedete, vivi, vivi li prendo! guardi - E tirò di sotto  a  un cencio nero tre colombi, due tordi e un capinero. - Non
nero tre colombi, due tordi e un capinero. - Non siam che  a  mezzo aprile, e sente, sente quanti nidi ? la selva par
e chiome d'oro, e labbra sorridenti, pugno di paggio uscito  a  coglier gigli di una regina per i biondi figli!... Il falco
pensate il gaudio, pensate l'incanto!. . . La sua canizie  a  questi ricci accanto, questi tuoi ricci d'or, o bambinello
sua tomba alla tua culla sospira, povera tomba, andiamola  a  trovar. Vi riposa la buona vecchierella che mi seguiva,
vecchierella che mi seguiva, silenziosa e bella, nei sogni  a  veleggiar, coi freschi venti che l'infanzia spira, spiaggie
venti che l'infanzia spira, spiaggie d'oro e di perle  a  imaginar. E in lontananza sul vago oceàno del mio viaggio
beltà quella che vive dove l'uom non rode, e l'ugna d'Eva  a  graffiar non va. Senti: io morrò di versi e di etisìa, e
tu pur saprai che sia un amor che sen va : bardo futuro,  a  lei mi sposi un'ode, e nell'azzurro Iddio mi accoglierà.
chiara va sicura al suo destin scende e spera, e vanno  a  gara altre gocce senza fin. Giù l'attende terra molle dove
fin. Giù l'attende terra molle dove all'altre unita va  a  formar le pozze putride per i campi e le città. Nella pozza
fa le gocce sollevar ed il bene che non sanno van col vento  a  ricercar. Dalle pozze dalle valli sale il velo e in alto
della speranza lor videro il frutto, e con pavido amore  a  lui porgendo quanto la vita dona a chi la chiede del suo
e con pavido amore a lui porgendo quanto la vita dona  a  chi la chiede del suo pianto si fecer velo agli occhi,
si fanno velo ancora agli occhi stanchi, grazie porgendo  a  lui dell'esser nato, perch'ei sia grato a lor della sua
grazie porgendo a lui dell'esser nato, perch'ei sia grato  a  lor della sua vita, perché il muto dolore sia obliato e la
cose non so che possan esser care, poiché il muto dolore  a  me ha parlato e m'ha narrato quello che ogni cuore soffre e
e m'ha narrato quello che ogni cuore soffre e non sa - che  a  sé non lo confessa. Ed oltre il vetro della chiara stanza
non posso nel deserto. Lasciami andare, Paula, nella notte  a  crearmi la luce da me stesso, lasciami andar oltre il
posa come vola il nembo, sì la travaglia l'anima solitaria  a  varcar nuove onde, e senza fine nuovi confini sotto nuove
egli ama quei che non lo sa; e dona la sua luce fioca  a  chi per altra luce va. - Chi lo cerca non lo trova, chi lo
non lo trova, chi lo trova non lo sa; il suo nome mette  a  prova questa fiacca umanità. - è il piacere l'Iddio pudico
se' già mendico, t'ha già vinto l'oscurità. - Per ora  a  bordo non è lavorare che inerte pende la vela e il vento
inerte pende la vela e il vento tace sul mare e il mar è  a  specchio del cielo Per ora - a bordo non è lavorare A sera
tace sul mare e il mar è a specchio del cielo Per ora -  a  bordo non è lavorare A sera il sole calerà nel mare che
mar è a specchio del cielo Per ora - a bordo non è lavorare  A  sera il sole calerà nel mare che senza nubi è il cielo e
il cielo e giù ai confini del mare l'orizzonte è senza velo  A  sera - il sole calerà nel mare Oggi sul ponte dolce
del cerchio lontano sta sotto il ciel meridiano la nave  a  galleggiare
essere sol vestir la creta; quel dì fra gli uomini giunse  a  esultare e a piangere il poeta. Uno era lamia conscia dei
vestir la creta; quel dì fra gli uomini giunse a esultare e  a  piangere il poeta. Uno era lamia conscia dei mali che
d'amore, la tua potenza magica tutta spenta non è: se vengo  a  farti visita sogno la notte a te! - - O fiero soldato che
tutta spenta non è: se vengo a farti visita sogno la notte  a  te! - - O fiero soldato che impugni la spada, è orgoglio
soldato che impugni la spada, è orgoglio sprecato, nessuno  a  te bada: a cento ti passano davanti i codardi, e impavidi
impugni la spada, è orgoglio sprecato, nessuno a te bada:  a  cento ti passano davanti i codardi, e impavidi affrontano
desiderio in me: vorrei veder sul Mincio la rotta intorno  a  te. - - O pingue matrona, che appoggi alla sponda ;
tutta spenta non è; se l'appetito langue vengo fidente  a  te! - - Ma tu cardinale dal viso paffuto, dall'occhio
della tua fé, si spegnerebbe, o lurida figura, innanzi  a  te! - Gennaio 1862.
novello amore han fatto schermo della terra antica dispersi  a  un tratto, al sol ride la terra che d'erbe e fiori ancor
bocca canta ciò che non sai: la primavera. Così mi tragge  a  me stesso diverso e amor m'induce e desiderio, ancora ch'io
o mia sola compagna. Mentre di tra le dita delle nubi  a  che occhieggian le stelle nel sereno? Già trapassa la notte
pallido e incurante farà fiorire il fango per le strade.  A  che occhieggian le stelle nel sereno? Qui bulica la terra e
si trasmuta. Di sé ignara e del mondo desiosa si volge  a  questo e a quello che nemico le amica il vicendevole disio,
Di sé ignara e del mondo desiosa si volge a questo e  a  quello che nemico le amica il vicendevole disio, nemica a
e a quello che nemico le amica il vicendevole disio, nemica  a  quelli pur quando li ami e ancora a sé per più voler
disio, nemica a quelli pur quando li ami e ancora  a  sé per più voler nemica. Così nel giorno grigio si continua
Voglio e non posso e spero senza fede. Ahi, non c'è sole  a  romper questa nebbia, ma senza fine e senza mutamento sta
la pioggia triste senza posa  a  stilla a stilla e si dissolve. Trema la luce d'ogni cosa.
la pioggia triste senza posa a stilla  a  stilla e si dissolve. Trema la luce d'ogni cosa. Ed ogni
 A  CLETTO ARRIGHI Addio, bosco di frassini ombrosi,
latente degli ignari augelletti quel giorno! Da tugurio  a  capanna d'intorno che susurro, che ciancie, quel dì! Che
cui repente - il miracolo appare ? Vecchierelli, aspettate  a  spirare quando giunta la strada sia qui. Che diran gli
canzone, e nei sogni la strana visione tornerà nuovi enigmi  a  fischiar. Ma le vispe fanciulle dei campi, che cullato
convoglio solenne; chi dirà di vedervi le penne, chi Satàna  a  tirarlo con sé; e del fumo, che lento si svia mentre lungi
non più in traccia di baci furtivi, ma coi maschi da senno  a  parlar. E dirò: " Questo fischio fugace gira il mondo e
non più schiavi di avaro lavor! Voleran da villaggio  a  cittade nuovi patti: cultore e artigiano stesa ai ricchi la
non è. * * * O Musa mia, perdonami se ti ho costretta  a  far da moralista! Ma sai quanto mi strazii dei miseri la
e stecchito promette poco il parroco del sito, Musa,  a  quel primo fischio bravi sarem, se andremo in compagnia
in compagnia nella turba dei poveri, sparsi lungo la via,  a  seminar qualche parola onesta: la mission sacrosanta, o
chi niegherà, mia cara, al tuo pittore di spiegar l'ali  a  sciogliere l'inno del suo dolore? Deh guarda che monotona
la natura! Il mio convento gotico sparve, e die' passo  a  un muricciuola bianco che dritto e ugual due miglia va
fulgido orizzonte. Dimmi, in che selve vergini anderemo  a  studiar, Musa, dal vero? Di pali il mondo copresi che pare
ella  a  lui: - Fuggiam da queste bolge alla nostra pendice; sotto
noi, bimbi devoti! E verrò teco, in mezzo alla campagna,  a  semplice orazione; sull'ara ove sacrifica e si lagna la
sacrifica e si lagna la creazione. Crederò, se tu credi,  a  questo Iddio senz'occhi e senza trono; se ti piace e ti
della tua dolce vita, deh, mesci il genio del poeta  a  quello dell'eremita! -
dei vizii è la brigata, che per danzar dimenticaste  a  casa; e è la virtù di gigli incoronata, quella che entrar
entrar non volle, persuasa di trovar pochi amici in mezzo  a  voi.
opponendo gli inchini e i complimenti. E una lepida quercia  a  una rugosa sua vicina dicea: " Monna Ghiandosa, rammentate
Egli, che all'alba ancor non era nato, morir canuto  a  sera avea sperato... nel fango invece a mezzodì giacea, e
nato, morir canuto a sera avea sperato... nel fango invece  a  mezzodì giacea, e dolorando l'anima rendea. * * * Marzo è
l'onde sbuffanti e sui metalli. Oh! ben vengano i venti  a  narrarci di cime e di convalli misterïosi accenti!
o loquaci aure azzurrine, zeffiri palpitanti! Date novella  a  chi spera, a chi lagrima, ai delusi, agli amanti! Che il
azzurrine, zeffiri palpitanti! Date novella a chi spera,  a  chi lagrima, ai delusi, agli amanti! Che il vecchio senta,
dai begli occhi fisi, pallidi adolescenti, andate, andate  a  cogliere le mammole, e ad ascoltare i venti! Io, povero