Fig.ª 1.ª
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1. Al diverso sviluppo dei singoli strati.
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Le figure 1, 2 e 3 della Tavola XXIV rappresentano su sezioni verticali, a grandezza naturale, il diverso modo di presentarsi delle strie
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1.° Se le fibre nervose componenti il tractus abbiano origine dalle cellule gangliari dello strato di sostanza grigia sul quale il medesimo tractus
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1. Cellule gangliari il cui prolungamento nervoso, decomponendosi presto in tenuissime fibrille, perde la propria individualità per passare a formare
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1.° dal punto di vista puramente istologico e morfologico;
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1.° Metodo della colorazione nera, ottenuta trattando i pezzi successivamente col bicromato di potassa o di ammoniaca e col nitrato d'argento.
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1.
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2 o 2 ½ per cento, parti 8; soluzione di acido osmico all'1 per cento, parti 2).
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per cento. Ho però verificato che il processo riesce altrettanto bene anche con soluzioni meno (0, 25) o più concentrate (1 per cento). In tale
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Fig.ª 1.ª Cellula gangliare appartenente allo strato superiore della corteccia della terza circonvoluzione frontale del cane. Il prolungamento
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1. – Strato primo o superficiale.
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1. – Strato primo o superficiale.
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Fig.ª 1.ª
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I. Cellule gangliari (Tav. I.a fig. 1, 3, 4, 6; Tav. II.a fig. 3, 4; Tav. 6. fig. unica) il cui prolungamento nervoso somministra scarsi fili
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1.° Le fibrille che emanano dai prolungamenti nervosi delle cellule del primo tipo.
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1.° Fibre nervose le quali sebbene somministrino alcune fibrille secondarie (che suddividendosi si perdono nella rete diffusa) pure conservano la
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E invero, se consideriamo: 1.° Che nella zona di quest'organo ove arrivano e si distribuiscono le fibre nervose di senso (corni posteriori e
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1.
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1.° Strato di piccole cellule nervose disseminate. Avrebbe lo spessore di 25 centesimi di mill. (1/8 o 1/10 dello spessore totale della corteccia) ed
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1.° delle piccole cellule gangliari il cui asse longitudinale misurerebbe da 9 a 10 μ; forma delle cellule, piramidale o poligonare. 2.° delle fibre
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1.° Cellule piramidali.
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1° Uno strato superiore o superficiale (terzo superiore della corteccia).
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1.° Strato che corrisponde completamente a quello descritto come primo strato del tipo generale.
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1. Strato primo o superficiale.
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1.° Strato superficiale o molecolare.
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1° Una serie di grandi cellule nervose, le così dette cellule di Purkinje, situate in regolare ordine lungo il confine interno dello strato, con
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1.° Il problema generale del modo con cui nel cervello le fibre nervose si mettono in rapporto colle cellule gangliari.
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1. I così detti granuli (cellule nervose piccolissime)
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1.° Fibre che derivano dai raggi midollari e che attraversano lo strato dei granuli.
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1. Le grandi cellule dette di Purkinje, situate nella zona di confine tra lo strato molecolare ed il granulare.
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1.
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1.° Stratu fibrarum nervearum. Lo dice formato da sole fibre midollari tenui in diverso modo intrecciate.
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1.° La lamina medullaris o lamina nucleare (Kernblatt). Consta di fibre tenui, decorrenti parallelamente, tra le quali troverebbesi una grandissima
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1.° Stratum marginale. Un sottile foglietto midollare appartenente ancora alla lamina nucleare, ma distinto da questa per essere applicato alla
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una scheggia ossea lunga 8 mill., larga 1 mill., a contorni irregolari.
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1.o Leucociti; generalmente in iscarso numero. Ora hanno il loro aspetto solito, ora sono fortemente granulosi e, per ciò, di colore più scuro.
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L’orina da esaminare viene diluita con acqua nel rapporto di 1 d’orina a 9 d’acqua, o 1 della prima e 99 della seconda, a norma che un esame di
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Se la diluzione dell’orina era di 1: 99, allora la formola naturalmente sarà - v. 100. 0,010.n
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che il numero dei globuli nelle malattie può diminuire fino ad essere meno di 1/4 o di 1/5 e perfino di 1/10 di questa media stessa.
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Modo d’usare l’istrumento come citometro. 1.o Per mezzo della pipetta si misura con precisione mezzo centimetro cubico di soluzione sodica e la si
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Modo d’usare l’istrumento come cromometro. 1.o All’istrumento si applica la lastra metallica col vetro campione (pag. 24 fig. 4a).
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1.o Che, mentre si fa un esame, il liquido che servirà per l’altro sia coperto per impedirne l'evaporazione.
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, questo rapporto varia anche nello stato normale. Mentre in media si ha 1 leucocito per 357 globuli rossi (MOLESCHOTT), il numero dei leucociti diminuisce
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successivamente parecchi campi del preparato si siano fra tutto contati 400 leucociti su 2800 globuli rossi. Colla proporzione: 400 : 2800 = 1 : x si
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Se è solubile possono darsi due casi: 1.o la soluzione è color rosso arterioso, e allo spettroscopio presenta le due strie dell’ossiemoglobina (Fig
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cloralio, ecc. ROUSSIN propone una mescolanza di 3 parti di glicerina, 1 d’acido solforico e di tanta acqua che basti a ridurre la miscela alla densità di
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1) Le condizioni generali del malato risentono in genere di un miglioramento notevole, che si rileva particolarmente nei casi di infezione ebertiana.
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