Le stesse disposizioni si applicano ai minori ricoverati in un istituto di pubblica assistenza o assistiti da questo per il mantenimento, l'educazione o la rieducazione, ovvero in istato di abbandono materiale o morale.
La dichiarazione di abbandono dell'aeromobile e quella con la quale l'assicuratore dichiara di non voler acquistare la proprietà dell'aeromobile medesimo debbono essere fatte nella forma prescritta nell'articolo 864 e rese pubbliche ai sensi degli articoli 865 e seguenti.
Il comandante, che in caso di abbandono della nave o dell'aeromobile in pericolo non osserva le norme stabilite dal presente codice, è punito, qualora il fatto non costituisca un più grave reato, con l'arresto fino a tre mesi ovvero con l'ammenda fino a lire cinquemila.
Se le cose assicurate subiscono, durante il tempo dell'assicurazione, più sinistri successivi, si devono computare nell'indennità, anche in caso di abbandono, le somme che sono state pagate all'assicurato, o che gli sono dovute per sinistri precedenti, avvenuti nel corso dello stesso viaggio.
L'autorità giudiziaria riferisce al consiglio dell'ordine i casi di abbandono della difesa, di rifiuto della difesa di ufficio e di violazione da parte dei difensori nel procedimento dei doveri di lealtà e di probità.
Nei casi di abbandono o di rifiuto motivati da violazione dei diritti della difesa, quando il consiglio dell'ordine li ritiene comunque giustificati, la sanzione non è applicata, anche se la violazione dei diritti della difesa è esclusa dal giudice.
Nei casi di rinuncia, di revoca, di incompatibilità e nel caso di abbandono, al nuovo difensore dell'imputato o a quello designato in sostituzione che ne fa richiesta è dato un termine congruo, di norma non inferiore a tre giorni, per prendere cognizione degli atti e per informarsi sui fatti oggetto del procedimento.
Accertate le violazioni di cui ai commi 2 e 4, gli organi di polizia impongono ai conducenti di abbandonare con i veicoli stessi l'autostrada, dando la necessaria assistenza per il detto abbandono. Nelle ipotesi di cui al comma 2, lettere e) ed f), la norma si applica solo nel caso in cui non sia possibile riportare il carico nelle condizioni previste dalle presenti norme.
La rendita decorre dalla data dell'effettivo abbandono del lavoro. Qualora il lavoratore venga sottoposto ad accertamenti o cure per i quali fruisca del relativo assegno giornaliero, la rendita di passaggio decorre dal giorno successivo alla data di cessazione dell'assegno medesimo.
Trascorso un mese dalla caduta in abbandono la dogana, a norma dei successivi articoli, procede alla vendita delle merci iscritte nei registri anzidetti ovvero ne dispone la cessione gratuita o la distruzione.
Nel medesimo registro indicato nel precedente comma vengono iscritte le merci estere cadute in abbandono durante la giacenza nei magazzini di temporanea custodia gestiti dalla dogana e quelle non ritirate dai depositi di diretta custodia della dogana entro il termine di cui all'articolo 151, primo comma.
Decorso inutilmente tale termine, i campioni stessi, qualora non debbano essere tenuti a disposizione di organi giurisdizionali ai sensi dell'art. 76, sono considerati abbandonati e vengono assoggettati al trattamento previsto per le merci cadute in abbandono presso le dogane.
Fino al momento dell'esito, le merci cadute in abbandono durante la giacenza nei magazzini o recinti gestiti dagli enti ed imprese autorizzati restano in consegna ai magazzini o recinti medesimi, senza che la dogana sia tenuta a rispondere di perdite od avarie ed a sostenere le relative spese di custodia.
Le merci estere cadute in abbandono durante la giacenza nei magazzini o recinti di temporanea custodia gestiti dagli enti ed imprese autorizzati ai sensi dell'art. 97 possono essere assoggettate, a seguito di dichiarazione presentata dal gestore del magazzino o recinto in sostituzione del proprietario delle merci stesse, al regime del deposito doganale privato.
La dichiarazione deve essere presentata entro dieci giorni dalla caduta in abbandono o, nei casi indicati nel secondo comma dell'art. 278, entro il più breve termine fissato dal capo della dogana; le merci in tal modo assoggettate al regime del deposito perdono, agli effetti doganali, la condizione di merci abbandonate. Trascorso inutilmente il predetto termine, la dogana iscrive le merci in apposito registro.
L'articolo 318 del codice civile è sostituito dal seguente: « Art. 318 - Abbandono della casa del genitore. - Il figlio non può abbandonare la casa dei genitori o del genitore che esercita su di lui la potestà né la dimora da essi assegnatagli. Qualora se ne allontani senza permesso, i genitori possono richiamarlo ricorrendo, se necessario, al giudice tutelare ».
La situazione di abbandono sussiste, sempre che ricorrano le condizioni di cui al comma precedente, anche quando i minori siano ricoverati presso istituti di assistenza o si trovino in affidamento familiare.
Se entro detti termini viene effettuato il riconoscimento, deve dichiararsi chiusa la procedura, ove non sussista abbandono morale e materiale. Se trascorrono i termini senza che sia stato effettuato il riconoscimento, si provvede senza altra formalità di procedura alla pronuncia dello stato di adottabilità.
I pubblici ufficiali, gli incaricati di un pubblico servizio, gli esercenti un servizio di pubblica necessità, debbono riferire al più presto al tribunale per i minorenni sulle condizioni di ogni minore in situazione di abbandono di cui vengono a conoscenza in ragione del proprio ufficio.
Sono dichiarati anche d'ufficio in stato di adottabilità dal tribunale per i minorenni del distretto nel quale si trovano, i minori in situazione di abbandono perché privi di assistenza morale e materiale da parte dei genitori o dei parenti tenuti a provvedervi, purché la mancanza di assistenza non sia dovuta a forza maggiore di carattere transitorio.
Il presidente del tribunale per i minorenni, o un giudice da lui delegato, ricevute le informazioni di cui all'articolo precedente, dispone di urgenza tramite i servizi locali e gli organi di pubblica sicurezza approfonditi accertamenti sulle condizioni giuridiche e di fatto del minore, sull'ambiente in cui ha vissuto e vive ai fini di verificare se sussiste lo stato di abbandono.
Sono esclusi dalla riabilitazione di guerra i militari condannati per alcuno dei reati di tradimento, spionaggio, abbandono di posto in presenza del nemico, diserzione, mutilazione volontaria o infermità procurata per sottrarsi all'obbligo del servizio militare, commessi durante lo stato di guerra.
Gli AA. ripercorrono le fasi che hanno portato dalla presunta abrogazione di un tributo di spettanza delle Province alla reviviscenza della norma che ne prevedeva il definitivo abbandono. Si tratta, dunque, di un complicato intreccio di norma che lascia aperti numerosi interrogativi ai quali non è agevole dare una risposta in mancanza di una norma chiarificatrice.
La Cassazione conferma la condanna per calunnia del marito che denuncia la moglie per abbandono del tetto coniugale, pur sapendo che questo era avvenuto per giusta causa. L'A. prende lo spunto da tale pronuncia per analizzare la configurazione giuridica e la dubbia attualità di tale reato contro l'assistenza familiare.
., prendendo spunto dalla sentenza della Suprema Corte che analizza il profilo della idoneità dei parenti tenuti a prendersi cura del minore ai sensi dell'art. 8 l. 184/1983 modificato dalla l. 149/2001, approfondisce anche altre tematiche quale quella dei presupposti oggettivi e soggettivi per la dichiarazione di stato di abbandono e quella molto attuale del semiabbandono permanente e altre situazioni incerte.
In tema di responsabilità del proprietario per abbandono di rifiuti permane il contrasto tra l'orientamento consolidato della giurisprudenza e l'esperienza applicativa della P.A. Una sia pur non esaustiva rassegna della giurisprudenza in tema di individuazione del destinatario degli obblighi di rimozione e ripristino, conseguenti alla violazione del divieto di abbandono di rifiuti, ha evidenziato alcuni spunti ricostruttivi della posizione, in termini di responsabilità, del proprietario (ovvero del titolare di diritti reali o personali di godimento) rispetto alla violazione del divieto di cui all'art. 192 del d.lgs. n. 152/2006.
Sulla base di questo principio, dopo una sintetica premessa sul concetto di frazione, l'articolo analizza il problema delle località abitate montane in relazione alla legislazione statale e regionale nel quale emerge, a fronte di uno sviluppo demografico dei centri abitati più importanti, un rilevante fenomeno di abbandono dei nuclei abitati e dei centri abitati più piccoli. L'analisi pone degli interrogativi sulle strategie di intervento a favore delle aree montane che possano considerare i fenomeni di abbandono di queste piccole località montane abitate.
L'A. esamina la sentenza della Corte di Cassazione e ripercorre le regole procedurali introdotte dalla l. 149/2001 con particolare riferimento alla posizione dei genitori dei minori, soffermandosi altresì sulla nozione di abbandono di minori, pure affrontata dalla sentenza, e sulla necessità di rimeditare la relativa normativa nell'ottica del perseguimento più efficace dell'interesse del minore.
La nuova regolamentazione vietnamita prevede alcune regole generali di gestione dei problemi dei bambini in abbandono.
Nella pronuncia in commento, la suprema Corte analizza la struttura del delitto di infanticidio soffermandosi, in particolare, sulla ricostruzione della natura giuridica delle peculiari condizioni di abbandono che devono caratterizzare la condotta criminosa della donna. Invero, lo stato di derelizione - che differenzia la figura criminosa de qua da quella più grave dell'omicidio doloso - potrebbe essere letto, con conseguenze dogmatiche notevolmente differenti, tanto in chiave oggettiva - come elemento costitutivo del fatto di reato - quanto in chiave soggettiva - come coefficiente psicologico dell'agente. La Corte di cassazione, privilegiando una soluzione ibrida, attribuisce alle condizioni di abbandono una natura bivalente, allo stesso tempo oggettiva e soggettiva, ritenuta non condivisibile sul piano dogmatico.
L'A. esamina il profilo specifico del progetto di riforma della filiazione, appena approvato dal Senato e tornato alla Camera dei deputati, relativo all'adozione di minori: stato di abbandono, indigenza dei genitori di origine, rapporti tra magistratura ed enti locali. Esprime un giudizio fortemente negativo su tali aspetti suggerendo uno stralcio rispetto alle altri parti del progetto tutte altamente positive.
Il centro della trasformazione è collocato nel progressivo abbandono della concezione "politica" della Costituzione, come complesso di principi da attuare essenzialmente per via legislativa, a favore di una concezione che privilegia la giurisdizione come strumento prioritario di concretizzazione dei principi costituzionali.
La Corte di cassazione, con la sentenza che si annota, torna ad occuparsi, forse in modo maggiormente approfondito rispetto al passato, dell'esatta qualificazione dei reati di abbandono e deposito incontrollato di rifiuti, soffermandosi in particolare sulla natura permanente o istantanea di tali fattispecie, precisandone poi le conseguenze in tema di decorrenza del termine prescrizionale.
In particolare esso dà conto delle opinioni condivise (come l'applicazione del parametro della diligenza media) per poi affrontare le questioni controverse, dando ampio spazio al fondamento della responsabilità: questo, infatti, costituisce l'elemento decisivo per concludere che in capo al proprietario sussiste un obbligo di garanzia rivolto ad impedire il verificarsi di prevedibili eventi di abbandono. Perciò non si può escludere che la mancata recinzione del fondo costituisca, nelle circostanze concrete, un comportamento negligente secondo il parametro della diligenza media.
La sentenza in commento, attraverso una precisa indagine delle circostanze di fatto, ribadisce, condivisibilmente, la centralità dell'interesse del minore nel giudizio relativo alla declaratoria dello stato di abbandono. Non è sufficiente che il minore, trascurato dai genitori, possa godere dell'apporto sostitutivo dei nonni per escludere lo stato di abbandono se quest'ultimi non siano in grado di offrire cure materiali e morali idonee ad assicurare l'interesse del bambino. La dichiarazione dello stato di adottabilità, dunque, non trova ostacolo nel riconoscimento del diritto del minore di essere educato nell'ambito della famiglia d'origine, atteso che, l'art. 1, l. n. 184 del 1983, esprime unicamente una scelta preferenziale che può essere sacrificata qualora le circostanze di fatto palesino una inadeguatezza del nucleo familiare a garantire al minore uno sviluppo armonico ed equilibrato nel suo naturale processo di crescita.