Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Numero di risultati: 10000 in 200 pagine

  • Pagina 3 di 200

Ricordi d'un viaggio in Sicilia

169033
De Amicis, Edmondo 1 occorrenze
  • 1908
  • Giannotta
  • Catania
  • Paraletteratura - Divulgazione
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INDICE Da Messina a Palermo . . . . . . . . . . . . .5 Da Palermo all'Etna . . . . . . . . . . . . . 37 Catania . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73 Da Siracusa a Taormina . . . . . . . . . . .107

Pagina 145

Sull'Oceano

170901
De Amicis, Edmondo 2 occorrenze
  • 1890
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • Paraletteratura - Divulgazione
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L. 4 - Marocco. 12.a edizione.............................................................................. " 5 - Olanda. 11.a edizione................................................................................. " 4 - Costantinopoli. 14.a edizione. 2 volumi.................................................... " 6.50 - Ricordi di Londra. 9.a ediz. con 22 segni................................................. " 1.50 - Ricordi di Parigi. 6.a edzione..................................................................... " 3.50 - Ritratti letterari. 2.a ...................................................................................... " 4 - Poesie. 4.a edizione.................................................................................... " 4 - La vita militare, 15.a impressione della nuova edizione del 1880 riveduta e completamente rifusa dall'autore con l'aggiunta di due nuovi bozzetti......................................................................................................... " 4 - Gli Amici. 9.a edizione. Due volumi.......................................................... " 7 - Cuore. Libro per i ragazzi. 90.a edizione................................................. " 2 - Alle Porte d'Italia. Nuova edizione completamente rifusa ed ampliata dall'autore....................................................................................................................... " 3.50 - Sull'Oceano. 15.a edizione......................................................................... " 5 - In-8 illustrate. Marocco. Con 171 disegni di Stefano Ussi e Cesare Biseo..................................................................................................................................................... L. 15 - Costantinopoli. Con 202 disegni di Cesare Biseo.................................. " 20 - La Vita Militare. Con disegni di V. Bignami, E. Matania, D. Paolocci e Ed. Ximenes................................................................................................................ " 15 - Olanda. Con 41 disegni e la carta del Zuiderzee.................................... " 10 - Gli Amici. Edizione ridotta dall'autore e illustrata da Amato, Colantoni, Farina, Paolocci, Ximenes, Pennasilico.......................................................... " 4 - In preparazione: Maestri a maestre. EDMONDO DE AMICIS SULL'OCEANO Ventesima edizione. MILANO FRATELLI TREVES, EDITORI 1890. PROPRIETÀ LETTERARIA È vietata la riproduzione anche parziale. _____ Riservati i diritti di traduzione. Tip.Fratelli Treves.

Giovò anche a liberarmene il comandante, che quella mattina, a colazione, era in vena di chiacchierare, e pieno di buon umore, benchè trasparisse poco dal suo cipiglio di piccolo Ercole dai peli rossi. Per il solito, quello era il suo miglior momento. Esaminati i calcoli astronomici degli ufficiali, puntata la sua carta, computato il cammino fatto e quello da farsi, se nelle ultime ventiquattr'ore il Galileo avea filato bene, e se non c'erano novità spiacevoli a bordo, egli sedeva a tavola stropicciandosi le mani, e teneva viva la conversazione. Ma pure in quei giorni esordiva con qualche invettiva marinaresca contro i camerieri, così, per abitudine, e per dare un avvertimento salutare. A uno che gli faceva delle scuse, diceva: - Va via, impostò! - A un altro minacciava due maschae (due schiaffi). A un terzo: - Mïa, sae, che se començo a giastemmâ! (bada, sai, che se comincio a bestemmiare!) E minacciava schiaffi e pedate articolarmente a Ruy-Blas, il quale rispondeva con un finissimo sorriso, come se dicesse: - Infuria, tiranno! Hai la potenza, ma non l'amore. - Veramente, per una tavola dove c'eran signore, quel linguaggio era un po' troppo.... colorito. Ma noi scusavamo, pensando ai molti comandanti d'altre nazioni, che son perfetti gentiluomini a tavola, e beoni furiosi in camerino, e ci pareva che, trattandosi d'affidar la vita a qualcuno, fosse preferibile un rusticone temperante a un gentiluomo briaco.

Pagina 145

Come devo comportarmi?

172906
Anna Vertua Gentile 1 occorrenze
  • 1901
  • Ulrico Hoepli
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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Per affrontare i pregiudizi o anche per sfidarli, la signora nubile, alle volte, con l'audacia dei discorsi e la libertà delle azioni (sempre però scrupolosamente onesti) si atteggia a sprezzante superiorità delle esigenze e delle meschinerie sociali. Dice: «Quando la coscienza non mi rimprovera ed ho la certezza di non recar danno a nessuno, perche non potrò vivere a mio modo, non badando alle osservazioni, alle censure, alle critiche dei pedanti, degli oziosi e intriganti?» E vive a suo modo. Va a teatro sola, in carrozza sola; invita a pranzo uomini e giovanotti come meglio le pare, apre il salotto a serate brillanti, intraprende lunghi viaggi, ama la società degli artisti, legge tutto. Se un' amica prudente e timorosa o una vecchia parente la consigliano timidamente, a menare una vita più tranquilla, ritirata e ossequiosa alle abitudini, alle leggi della società, una vita da vedova, risponde allegramente, senza acrimonia, con la persuasione di chi è sicuro di se e sa di non far male: «Perche dovrò io condurre una vita da vedova quando a conforto, a compagno della solitudine e del silenzio non avrei nessun ricordo dolce e doloroso ad un tempo? Mi si consiglia l'ipocrisia in omaggio al pregiudizio, alla servile schiavitù di chi si china riverente alle più strambe esigenze sociali ?»

Pagina 391

Si fa non si fa. Le regole del galateo 2.0

180305
Barbara Ronchi della Rocca 1 occorrenze
  • 2013
  • Vallardi
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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Una regola comune dovrebbe essere «non esagerare»: no a gonne troppo corte o con spacchi a mezza coscia, a scollature profonde, canottiere, pantaloni corti in città, a jeans a vita bassissima che mostrano la biancheria intima, a gioielli vistosi e logo disseminati in ogni dove. Nei nostri ambienti spesso surriscaldati, sono fuori luogo i maglioni da montanari andini o da pescatori irlandesi, gli stivali da pastore australiano, le fibre sintetiche che esaltano la traspirazione. Non applichiamo le tendenze alla lettera: non vestiamo «coordinato» dalla testa ai piedi, non sfoggiamo acriticamente l'ultimissima moda, non intasiamo l'armadio con capi che indosseremo una volta sola.

Pagina 14

Il saper vivere

187128
Donna Letizia 1 occorrenze
  • 1960
  • Arnoldo Mondadori Editore
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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Scrivendo a un superiore, una impiegata o un impiegato incominciano: "Signor Direttore", o "Signor Avvocato", e concludono: "Voglia gradire i miei rispettosi (o deferenti) saluti" (oppure: "Con ossequio" o "Con deferente ossequio"). Scrivendo a un subalterno ci si accomiata: "Con molti cordiali saluti" o "Con i migliori saluti" e si firma con nome e cognome. Una lettera di congratulazioni può chiudersi pressappoco così: "Ancora mille auguri e infiniti rallegramenti di tutto cuore". Una di condoglianze: "Con profonda e sincera simpatia" oppure: "Le sono vicino con commossa e sincera simpatia". Scrivendo a una persona che ci ha beneficiati si concluderà: "Con rispettosa gratitudine" o "Con commossa gratitudine" o "Con profonda gratitudine", a seconda dei rapporti fra benefattore e beneficato. A un militare ci si rivolge così: "Caro Tenente", "Caro Maggiore", "Caro Generale". Ma a un ufficiale di Marina di qualsiasi grado superiore, eccettuato quello di Ammiraglio, si scrive: "Caro Comandante". All'Ammiraglio ci si rivolge chiamandolo col suo grado. Solo quando la corrispondenza è di tono formale si scrive "Signor Tenente", "Ill.mo Signor Generale", ecc. Rivolgendosi a un Cardinale si scriverà: "Eminenza Reverendissima". Al Vescovo e all'Arcivescovo "Eccellenza Reverendissima". Scrivendo al Gran Maestro dell'Ordine di Malta"Altezza Eminentissima". A un dignitario della Chiesa che non sia Cardinale ci si rivolge scrivendo: "Reverendissimo Monsignore". Accomiatandosi da un Alto Ecclesiastico si scrive: 'Prego Vostra Eminenza (o Eccellenza) Reverendissima (o Monsignore) di accogliere l'espressione del mio profondo rispetto". Scrivendo al Presidente della Repubblica, si incomincia: "Signor Presidente". Si chiude: "Voglia gradire, signor Presidente, l'espressione del mio profondo ossequio". Scrivendo a un sovrano, si incomincia: "Maestà" e si chiude: "Prego Vostra Maestà di accogliere i sensi della mia profonda devozione" oppure "...di accogliere l'espressione del mio profondo omaggio". A un Ambasciatore, un Nunzio, un Ministro Plenipotenziario si incomincia: "Signor Ambasciatore", "Eccellenza Reverendissima", "Signor Ministro", e si chiude: "La prego di gradire, Signor Ambasciatore (Eccellenza Reverendissima o signor Ministro), gli attestati della mia più alta considerazione". A un Senatore, a un Deputato ci si rivolge con l'appellativo di "Onorevole". Ci si accomiata con: "Voglia gradire l'espressione della massima considerazione". Rivolgendo una richiesta a un Prefetto, a un Sindaco, a un Rettore d'Università, a un Preside ecc. si comincia: "Signor Prefetto" (o "Signor Sindaco" ecc.), e si chiude con la formula protocollare: "Con osservanza". A monaci e suore appartenenti a qualsiasi ordine religioso si scrive: "Reverendo Padre" o "Reverenda Madre". Una lettera a un sovrano incomincerà con "Maestà" (al Re o alla Regina); a un Principe di sangue reale con "Altezza Reale". Nel contesto si scriverà "Vostra Maestà" nei due primi casi, e "Vostra Altezza" nel terzo caso. Si concluderà cosi: "Rispettosamente sono di Vostra Maestà (o di Vostra Altezza Reale) devotissimo ecc.".

Pagina 235

Galateo per tutte le occasioni

187766
Sabrina Carollo 1 occorrenze
  • 2012
  • Giunti Editore
  • Firenze-Milano
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Le regole che seguiranno in questa seconda parte altro non sono che uno sviluppo dei "fondamentali", messi alla prova in diversi casi pratici in cui ci si può venire a trovare. Vogliono essere degli spunti di riflessione - impossibile mandare a memoria tutte le regole! - utili a interiorizzare un tipo di atteggiamento che alla fine dovrebbe venire spontaneo. Perché dietro ogni regola esiste una motivazione, una causa che suggerisce un determinato comportamento. Riuscire a comprendere questo meccanismo permette di saperlo adattare a ogni situazione, anche in quelle più impensabili che magari non sono contemplate nei manuali di buona educazione. A conclusione della prima parte, e a introduzione della seconda, dunque, riassumiamo due principi fondamentali, da ricordare sempre.

Pagina 100

Nuovo galateo

189995
Melchiorre Gioja 2 occorrenze
  • 1802
  • Francesco Rossi
  • Napoli
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Si è prodighi ne'saluti A) Per vanità. Alcuni abbordando un crocchio od entrando in una conversazione, non fanno tanti inchini, cerimonie, baciamani a questo, a quello, a un terzo, a un, quarto, a tutti, se non a fine di riceverne altrettanti ed eccitare una generale acclamazione sulla loro gentilezza; e allora la conversazione, a giudizio di Despreaux, s'assomiglia a quelle messe solenni, nelle quali il celebrante dopo di avere incensato tutto il popolo viene incensato egli stesso. B) Per isperanze e timori vaghi. Più di bassezza d'animo che di gentil costume danno segno coloro che a tutti indistintamente protestano gli stessi sentimenti di stima, di rispetto, d'amicizia, ad imitazione di quella donna che avendo accesa una candela a S. Michele, ne accese un'altra al demonio che suole pingersi a'di lui piedi, e che, sgridata dal curato, rispose: Ho sempre inteso a dire che conviene avere degli amici dappertutto, e non si sa mai dove si possa capitare.

Pagina 180

La donna vana si move a passo lento, a fine di tenere a lungo presente allo spirito degli astanti l'idea della sua persona, persuasa che, vista da tutti i lati, non può che piacere.

Pagina 78

Donnine a modo

194038
Camilla Buffoni Zappa 1 occorrenze
  • 1897
  • Enrico Trevisini - Editore
  • Milano
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Questo è per chi scrive, ma per chi legge chi ha mai pensato a dir niente? Eppure quante fanciulle che hanno buoni libri, traggono profitto dalla lettura? Gli occhi sono sul libro e la mente si perde in pensieri inutili e vani, tanto che chiedendo a queste fanciulle che cosa hanno letto, non ve lo sanno dire per nulla. 87. Fu detto che un buon libro è un amico, e fu detto bene, esso vi adorna l'animo dilettandovi. Ma bisogna perciò che portiate attenzione a tutto ciò che leggete, e mettiate a profitto gli insegnamenti che dai libri vi vengono dati. 88. Quando avete bisogno di sapere qualche cosa preferite dirigervi a un libro, che a una persona: il vantaggio è doppio, non disturbate la gente, e quanto vi costa un po' di fatica a cercare vi si imprime meglio nella memoria. 89. Mi pare avervi detto, a traverso queste pagine, che recar dispiacere a una persona è cosa malfatta, che recarlo a chi vi dimostra in qualche modo di volervi bene, è cosa peggiore. Ora in quest'ultima pagina vi dichiaro che sarei molta addolorata se le mie giovani lettrici, chiuso il mio libretto, andassero a commettere uno qualsiasi di quegli atti inurbani ch'io segnai alla loro riprovazione. Ho lavorato per voi con amore di madre e di educatrice, usatemi la suprema cortesia di sapere che il mio lavoro vi ha rese un pochino migliori.

Pagina 68

Galateo morale

196833
Giacinto Gallenga 3 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino-Napoli
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Il negoziante non deve adottare nel fondaco i modi che sarebbero soltanto acconci in una conversazione fra persone che non si visitano per affari di commercio: sarebbe ridicolo che egli mettesse il discorso sulle faccende di famiglia o della politica; se offrisse la mano al compratore od usasse altrettali atti di confidente famigliarità, a meno che si tratti di congiunti, di amici o di altri che non siano entrati nel suo negozio unicamente allo scopo di commerciare. Bensì, trattandosi di persone del gentil sesso, o vecchie od infermiccie, dovrà offrire loro di sedersi: alle signore dee parlare con garbo ma guardarsi assolutamente dal corteggiarle in qualunque modo; non permetterà sicuramente che elleno si portino i cesti, i pacchi da loro stesse, ma non si offrirà nemmeno di accompagnarle, come si farebbe con una prossima parente ed amica. Ciò non sarebbe conveniente e avrebbe certamente per effetto di offendere le persone civili e costumate a cui venisse offerto quel ridicolo omaggio di servitù e di confidenza. Il fondaco non è luogo da commettervi sguaiataggini ed indecenze; e ciò serva d'avviso a certi impertinenti di fattorini che si vedono capitare al banco o a bottega qualche giovinetta appariscente o non troppo riservata, le si accostano, le sorridono, le parlano e van seco lei barzellettando, senza curarsi più che tanto dell'avventore che vien piantato in asso a far da testimonio a quei scipiti trattenimenti. I negozianti a cui sta a cuore la riputazione del proprio negozio non devono nemmeno tollerare che i loro subalterni stieno sulla porta della bottega o dietro le invetriate ad ammiccare a colui o a colei che è alla finestra in prospetto, a sorridere, a conversare con chi passa davanti alla bottega, a pavoneggiarsi, a lisciarsi i peli, per cui tu saresti tentato di paragonarli a quelle figure di cera che ti sorridono, soddisfatte, dalle bacheche dei parrucchieri.

Pagina 161

Quanta alle passioni, esse vi vengono dinanzi con quel loro volto seducente a tentarvi, quando uscite dall'officina, avviati verso casa vostra. «To', sei stanco, a quel che pare, Tonio! per bacco, al modo con cui lavori! vieni, andiamo a prendere un pochin di ristoro con una mezza bottiglia». E voi entrate a malincuore nella bettola, entrate causa quel maledetto rispetto umano che vi fa schiavi dell'altrui volontà, dell'altrui capriccio». «Non voglio, direte tra voi, si possa dire che io ho paura dei rimbrotti della moglie; non voglio che possano affibbiare dell'avaro, del pitocco!». La mezza bottiglia diventa con la sua compagna una bottiglia intiera, poi arrivano le sorelle a tener compagnia, e in capo a qualche ora, eccovi briachi fradici, incapace di trascinarvi a casa, giacché l'ubriaco ha questo di buono che si rende peggiore di un bruto, il quale anche abbandonato a se stesso trova la via del covile e della stalla, e l'ebbro non è più capace di trovare la strada che mena al suo abituro. E quel che ho detto del vino, applicatelo, operai, al giuoco e alle altre passioni, le quali sono simili a quegli ingranaggi che osservate nelle officine in cui andate a lavorare. Guai a chi si lascia cogliere per una falda dell'abito, per una punta delle dita. La macchina lo abbranca, lo trascina, lo schiaccia e lo rigetta a brani dalle sue viscere micidiali. La passione, quando riuscita a penetrare in un cantuccio dell'anima, tutta la invade, la avviluppa e la soffoca nelle sue spire, né più la respinge finché non l'abbia priva di ogni palpito generoso, di ogni nobil sentire, finché non l'abbia, come quella macchina di cui v'ho parlato, ridotta a brandelli. Un francese ha detto argutamente: Rien n'est bête comme un homme en ribote. Ma oltre al mostrarsi imbecille, un operaio dedito alle orgie si mostra anche crudele, poiché fa strazio d'ogni soave affetto di famiglia di patria. Esso dà una smentita a quel proverbio che dice «che il pensiero della casa, della moglie, dei figli trattiene l'uomo dal commettere il peccato».

Pagina 184

L'avvocato non è tenuto a guarentirvi una favorevole sentenza più di quanto sia tenuto un medico a guarirvi da una malattia; nessuno, nella propria professione, per quanto bravo egli sia, è autorizzato a fare dei miracoli. Quindi il giureconsulto, né più né meno del vostro curante, non è obbligato da coscienza a farvi una deduzione da' suoi onerari, quando la vostra causa, non per difetto di zelo, non per sua colpa ebbe la disgrazia di volgere a male.

Pagina 305

Come si fa e come non si fa. Manuale moderno di galateo

200890
Simonetta Malaspina 2 occorrenze
  • 1970
  • Milano
  • Giovanni de Vecchio Editore
  • paraletteratura-galateo
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Amate pure il denaro, se volete, ma non parlatene mai a sproposito. Il denaro non deve offrire lo spunto a una conversazione da salotto: soprattutto se si tratta di denaro vostro. E neppure dovete commentare le ricchezze altrui o, peggio ancora, fare congetture maliziose sulle loro origini. Non scegliete le amicizie in base a un criterio economico: un sentimento non si deve mai pesare sulla bilancia del denaro. E non sentitevi superiore a chi dispone di beni inferiori ai vostri. Se siete ricchi non ostentate le vostre fortune soprattutto davanti a chi deve invece tirare la carretta fino all'ultimo del mese. Chi si compiace evidentemente della propria ricchezza è quasi sempre un povero di spirito o un megalomane: molto spesso a anche lui di umili origini. D'altra parte chi piange miseria in continuazione è altrettanto sgradito in una compagnia: anzi, è destinato quasi sicuramente a restare solo, poiché a nessuno piace un individuo che si lamenta sempre, a torto o a ragione, e ha eternamente l'aria di invidiare il prossimo più fortunato di lui.

Pagina 142

Se avete dei bambini, insegnate loro a giocare con calma, senza urlare: anche le loro graziose vocette possono diventare penetranti e sgradevoli. Se un'altra persona alza la voce, voi imponetevi a ogni costo di rimanere tranquilli. Anzi, parlate a voce più bassa del normale in modo che l'altro sia costretto a tacere per ascoltarvi. Vedrete che anche lui a poco a poco riprenderà a parlare in modo cortese. Quando al telefono non sentite bene la persona che è all'altro capo del filo, rifate il numero. Se la comunicazione è interurbana ed è impossibile ottenere l'intervento della centralinista, mettete la mano davanti alla bocca e al microfono: pur senza gridare, la voce risulterà amplificata. Non gridate per chiamare qualcuno per la strada. Non gridate se i vostri figli vi fanno arrabbiare: una punizione impartita serenamente farà più effetto. Non gridate dal finestrino dell'automobile per ingiuriare un pedone distratto. Alcune persone parlano a voce alta per abitudine. In un salotto riescono a rendere insopportabile qualsiasi conversazione. Quando vi telefonano, siete costretti a tenere la cornetta a distanza per non diventare sordi. Entusiasmo, gioia, affetto, dolore, rabbia, vengono sempre espressi in tono alto. Non comportatevi mai così, non imitate questa pessima abitudine.

Pagina 225

L'idioma gentile

209796
De Amicis, Edmondo 1 occorrenze
  • 1905
  • Fratelli Treves Editori
  • Milano
  • paraletteratura-ragazzi
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Di corsa, perchè è ancora lunga la strada, e tu la rifarai da te a più bell'agio. PIAGGELLARE, lodare, dar dell'unto, più discreto di piaggiare, e anche nel senso di ninnolare, divertir con ninnoli. - PIANGERE. Di un vestito che non si confà a una persona si dice con traslato felicissimo che le PIANGE addosso, perchè fa le grinze d'un viso piangente, e di scarpe tutte rotte: scarpe che PIANGONO a cent'occhi. Dire che ho cercato tante volte il contrapposto di valligiano, colligiano, senza trovarlo, ed eccolo qua: PIANIGIANO: me lo appiccico sulla fronte. PIANTACAROTE.... Ma questa è una parola comunissima, come l'azione che esprime. Ora, ecco una manciata di modi comuni a vari dialetti, di grande efficacia. - PIANTAR spropositi. - PIANTAR uno a un dato posto (in senso canzonatorio). - L' hanno PIANTATO agli arresti. - PIANTARE una ragazza. - PIANTARE un amico lì su due piedi. (Un poeta usò argutamente, in questo senso, la parola Piantagione). - PIANTAR gli occhi in faccia a uno. - PIANTARE il discorso, e andarsene. - PIANTAR casa. - PÌARE, degli uccelli che cantano in amore, e Pio Pio; e si dice anche PIARE delle castagne e delle patate che metton : - Non lo vedete che queste castagne PÌANO? - PIENO, una delle tante parole che nel vocabolario hanno il sacco: - PIENO zeppo, pinzo, colmo, gremito - bicchiere (PIENO RASO - piatto PIENO a CUPOLA - nel PIENO INVERNO - nel PIENO DELLA NOTTE. - E così PÌGLIARE: PIGLIARE a cambio, a chiodo, a calo, e nel senso d'accendersi: - questo lume non PIGLIA - e in altri significati: - vino che PIGLIA d'aceto - pianta che non PIGLIA - mastice che PIGLIA appena.... Ah che miseria! Pensare che io pure, vecchio al mondo, dico quasi sempre queste cose in altri modi tanto meno spicci e meno propri! - PINZO, PINZARE è proprio del morso degl'insetti. - Nota i modi: - Starà poco a piovere. - Piove a paesi (in qua e in là). - PÍPPOLO, che è una piccola escrescenza delle piante in forma di bacca, si dice pure d' un' escrescenza della carne: ho un amico al quale una gallina portò via un píppolo dal naso con una beccata. PITTIMA, per persona noiosa, è anche del nostro dialetto. A POCHINI A POCHINI se ne spende tanti, molto più espressivo e garbato che a poco a poco. - POPONE fatto, strafatto. - POPONE per gobba. Mi ricorda il sonetto del Fucini, dove al prete gobbo che dice che l'uomo è fatto a somiglianza di Dio, Neri risponde: - Con quel popone non me l'ha a dir lei. - O sciocco, va' a dare il colore ai poponi.

Pagina 140

La freccia d'argento

212017
Reding, Josef 1 occorrenze
  • 1956
  • Fabbri Editori
  • Milano
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Il fotogramma di Billy Scott ha dato il via a migliaia di casse da sapone. Venti monelli e un fotoreporter hanno offerto, senza volerlo, un nuovo affascinante sport ai ragazzi di tutto il mondo. E a quei venti monelli e a quel fotoreporter si deve anche se, circa vent'anni più tardi, esattamente a cinquemilasettecentotrentaquattro chilometri di distanza in linea d'aria da New York, una cittadina della Germania occidentale è stata messa a soqquadro. Ma in realtà i responsabili non erano loro...

Pagina 6

I miei amici di Villa Castelli

214438
Ciarlantini, Franco 1 occorrenze
  • 1929
  • Fr. Bemporad & F.°- Editori
  • Firenze
  • Paraletteratura - Ragazzi
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Un Re aveva, condannato a morte un contadino, il quale era stato sorpreso a rubare. Però, poichè il contadino si era mostrato pentito e desideroso di ravvedersi, gli lasciò scegliere la pianta a cui doveva venir impiccato. Si prepara la corda, si prepara il confortatore e il contadino è condotto un'ultima volta davanti al Re. - Dunque - disse questo - hai scelto la pianta a cui dovrai essere appiccato? - Si - rispose timido il contadino - io vorrei essere impiccato a una pianta di fragole. Tutti i compagni di Sèrafo si misero a ridere, e voi capite perchè.

Pagina 97

Pane arabo a merenda

219735
Antonio Ferrara 1 occorrenze
  • 2007
  • Falzea Editore
  • Reggio Calabria
  • paraletteratura-ragazzi
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A Livio, che ci ha creduto. Ad Arianna, che ci ha creduto e mi ha aiutato a non perdere il filo.

Pagina dedica

I mariti

223859
Torelli, Achille 5 occorrenze
  • 1926
  • Francesco Giannini e Figli
  • Napoli
  • teatro - commedia
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- (va a prendere la pelliccia; poi, sorridendo, a Fabio, che vorrebbe risparmiargli l'incomodo di portarla alla Duchessa)

Pagina 19

Rossa a diritta e gialla a sinistra? Ma che io abbia tutto l'arcobaleno negli occhi?!

Pagina 19

- Ci vuol poco: quello in cui a noi viene la voglia di presentarci a loro!

Pagina 34

E ora come fare a domandare a mia moglie dieci mila franchi in prestito?

Pagina 45

Si va a passare alcuni giorni a Castelletto! Che ne dici? II mio Castelletto che è così caro!

Pagina 77

Ti ho sposato per allegria

225624
Ginzburg, Natalia 2 occorrenze
  • 2010
  • Giulio Einaudi editore
  • Torino
  • teatro - commedia
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Come faceva a rifare la stanza, non vedi che io sono a letto ?

Pagina 23

Quando andavo a scuola, imparavo tutto subito, i fiumi, le capitali, le guerre, tutto, tutto. La maestra diceva: Sentiamo Vittoria, a che sa cosí bene le capitali. Mi sarebbe piaciuto continuare a studiare. Ma ho fatto fino alla quarta elementare, poi ho dovuto andare a lavorare in campagna. Eravamo nove fratelli.

Pagina 9

Un eroe del mondo galante

227509
Alberti, Luigi 2 occorrenze
  • 1876
  • Successori Le Monnier
  • Firenze
  • teatro - commedia
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Ad un patto però: che io debba dir tutto con franchezza a lei e a te.

Pagina 22

E vorreste che io fossi la prima a parlare? Vorreste che io, senza conoscere le sue idee, le sue intenzioni a mio riguardo, mi esponessi così, senza consiglio, chi sa, forse anche a un rifiuto?

Pagina 66

Parassiti. Commedia in tre atti

228869
Antona-Traversi, Camillo 4 occorrenze
  • 1900
  • Remo Sandron editore
  • Milano, Napoli, Palermo
  • teatro - commedia
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Allora, io ero a Milano a far pratica...e mi presentai a lei con una lettera del babbo... È una signorina molto seria...molto istruita... una vera americana... E come parla bene italiano!

Pagina 103

Sta a vedere adesso, che, per far dispetto a me, glie la dài la camera!

Pagina 112

Se non vuol venire al Pincio...vediamoci a Villa Borghese...a San Pietro in Montorio...

Pagina 134

E, per aprirmi una strada in società...devo pure assoggettarmi a certe esigenze... a certi contatti...a certe apparenze...

Pagina 98

Manon

233221
Adami, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1922
  • Edizioni Alpes
  • Milano
  • teatro - commedia
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Io mi allontano a poco a poco... e tu pensi: domani!

Pagina 65

Casa di bambola

235181
Ibsen, Eric 1 occorrenze
  • 1894
  • Maz Kantorowicz
  • Milano
  • teatro - commedia
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In fondo, a destra, l'uscio dell'anticamera; a sinistra quello della stanza di studio di Helmer. Tra i due usci, un pianoforte. A sinistra della scena un uscio e più in qua una finestra. Presso la finestra un tavolino rotondo, una poltroncina, un piccolo canapè. A destra della scena, un po' indietro, un uscio; e al primo piano un caminetto davanti a cui sono schierate alcune poltrone e una seggiola a dondolo. Tra il caminetto e l'uscio un tavolinetto. Stampe alle pareti. Scaffalino con porcellane ed altri oggetti d'arte. Armadino con libri riccamente rilegati. Tappeto sul pavimento. Il caminetto è acceso. Giornata invernale.

Pagina 11

Un letto di rose

238140
Adami, Giuseppe 2 occorrenze
  • 1924
  • Arnoldo Mondadori editore
  • Milano
  • teatro - commedia
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A te! A te!... Non lo sai!... Lo saprai prestissimo, ma ancora, no, non lo sai!

Pagina 107

Pagina 93

Come le foglie

239873
Giacosa, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1921
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • teatro - commedia
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A Nennele. Io non ci sono poi a colazione. Non voglio trovarmi col signor Precettore.

Pagina 102

Malia. Commedia in tre atti in prosa

242672
Luigi Capuana 4 occorrenze
  • 1891
  • Stabilimento tipografico di E. Sinimberghi
  • Roma
  • verismo
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È per non darcene quanto toccherà a voi? A noi piacciono i dolci. Alla vostra salute...

Pagina 15

Io vado a casa mia. Se hai bisogno, chiamami, siamo a due passi. Povera figliola!

Pagina 26

Tu pure credi a queste minchionerie? Vatti a far benedire...

Pagina 30

Che sei venuto a infinocchiare a mio padre?... Vi saluto, compare Nino... Come stai, lana?

Pagina 31

Cavalleria rusticana

243338
Giovanni Verga 4 occorrenze

Oggi son venuto a far, la Pasqua a casa mia.

Pagina 15

Corro a governare le mie bestie, e vado a dirglielo. Non dubitate, son cristiano anch'io.

Pagina 17

COMPAR ALFIO in fretta, dalla viottola in fondo a destra, e SANTUZZA a metà della scena.

Pagina 39

(di sotto la tettoia fa segno a sua moglie di andarsene a casa. Comare Camilla via).

Pagina 54

Rosario. Dramma in un atto

249312
Federico de Roberto 2 occorrenze
  • 1899
  • Copisteria Presaghi
  • Roma
  • verismo
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Chi a venti anni non sa, a trenta anni non fa; a quaranta non ha fatto e non farà. Ave Maria, piena di Grazia il signore è con voi, voi siete benedetta fra le donne e benedetto il frutto del ventre vostro, Gesù.

Pagina 14

Ditele che le ho serbate apposta per lei, a soldo a soldo...

Pagina 5

La caccia al lupo. La caccia alla volpe

250213
Giovanni Verga 3 occorrenze
  • 1902
  • Fratelli Treves Editori
  • MIlano
  • verismo
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dopo aver scosso il capo, quasi a scacciarne la tristezza, e tornando a mostrarsi gaia o sorridente.

Pagina 101

E il danno che si fa a me non lo fanno a te pure?

Pagina 21

S'interrompe a un tratto fingendo di tender l'orecchio a non si sa che rumore, ed esclama:

Pagina 77