consisteva tutto nel finire alla prima ogni parte intrapresa a dipingere, come si vede dai quadri rimasti incompleti, risolvendo poi gli effetti con
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poteva avvenire che il prosciugo costituisse quella ragione così grave d’interessamento che è poi diventato quando per l’abbandono dei cartoni
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materiale tecnico, assoggettandolo al dominio dello spirito, plasmandolo, asservendolo al proprio organismo, così da uscirne poi trasformato, vinto, anzi
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, fermando e perfezionando sempre i contorni. Poi si finiva con una leggera ombreggiatura, fatta con acquerelle dello stesso inchiostro; onde ben a ragione
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ancone, e rilevarle e raderle; metter d’oro; granare bene, per tempo di sei anni. E poi in praticare a colorire, ad ornare di mordenti, far drappi d’oro
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sembrano rispondere allo scopo, ma poi facilmente risultano falsi nell’asciugare, è talvolta irresistibile, essendovi grande analogia nell’aspetto del
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terra della quale si servirono i pittori nei tempi di Cimabue e di Giotto per compire le loro pitture a fresco, passandovi poi sopra con poco colore
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opportuni alla condotta del dipinto essere soggetti a repentini cambiamenti e meno poi che si dovesse aspettare che da colori bianchi, rossi, verdi dovessero
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tempo, e se tuttavia in parte sono indubbiamente utili, non sono poi applicabili a tutti i processi di pittura, anzi si limita la loro convenienza
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sopra uno strato di concime di poi coperti con tavole di legno, si procede ad un nuovo strato di concime e vasi e così via via sino a riempirne grandi
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corrente di gas che li abbrucia trasformandoli in ossido di zinco. L’ossido di zinco stemperato poi in acqua, viene compresso fortemente e formato in panni
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di colore. Togli un poco di grana pesta e un poco di verzino: cuocili insieme, ma fa che il verzino o tu ’1 grattugia, o tu il radi con vetro; e poi
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: «Studia prima la scienza e poi seguita la pratica nata da essa scienza».
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spalmava bene tutta la superficie della tavola e le striscie di tela si immollavano completamente nella colla spianandole poi ben bene colle mani. Il
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Tanto ripetersi di consimili abusi dei mezzi tecnici rivelati in tante guise e meno poi sfuggiti a chi ha famigliarità coi dipinti, o per semplice
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restauratore di mestiere, e ancora meno poi dove la base pratica della pittura consiste soltanto in cogitazioni sui vecchi ricettari dell’arte, e nella scorta
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completamente di vernice come poi accade.
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verniciata e nuovo, poi la satollai di sal tartaro e facendola sgocciolare per carta grigia, vi gettai pezzetti di cera bianca e vergine, i quali con
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inconcepibile cóme mai ricercandosi un processo di dipingere che si faceva risaltare per le sue proprietà di resistenza agli effetti del tempo, fosse poi
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eseguite nello stesso modo quelle che stavano impiegate nell’aria aperta come quelle che stavano al coperto. Esaminando poi se potevano essere fatte colla
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calce fresca, e poi con somma maestria e stile toccato e dipinto le figurine su quei campi oscuri.
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pitture pompeiane. Consisteva questo nel bagnare l’intonaco di calce e sabbia già secco e dipingervi poi mentre era così bagnato coi colori diluiti in
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calcare e forse dilucidare tutti quei dintorni espressamente «segnati di tinta rossa con vari pezzi di cartone. Questi poi applicati sull’intonaco composto
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con questo essergli intorno poi molto netto e delicato acciò si conservino schietti e distinti, imperocchè per ogni poca altra mistione che vi vada
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ciò non è da dirsi come sia più logico e facile accertare dapprima le condizioni sfavorevoli per una pittura ad affresco che il procedere poi a difese
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per chi in buona fede credendo di possedere un affresco assolutamente immune da ritocco si dovesse poi trovare deluso.
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troppo tempo cognite, per non dar poi luogo a discussioni sul loro diritto di precedenza.
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da Cimabue l’anno 1252 nello stare egli con quei greci, e seguitato poi da Giotto e dagli altri dei quali si è insino a qui ragionato, si andava
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che poi un lavoro minuzioso a tratti modella tentando raggiungere il finito pezzo per pezzo, come si vede in molte opere rimaste incompiute. Infine
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vaga, onde il Van-Eych fu celebrato come il perfezionatore della pratica del dipingere ad olio, ne facesse poi l’inventore».
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e poi riprenderlo, a meno di usare olì e vernici essicanti; ma con l’uso degli essicanti bisogna andar cauti; l’annerimento della pittura e le
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si trova il torlo poi, con un chiodo lungo, si pratichi un foro in fondo al guscio in modo che il torlo possa scolare così nella boccetta; questo è
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prima di dare la seconda mano di colla; poi si fisserà il disegno e si ripasserà sui tratti con un pennello sottile e appuntito intinto in un colore a
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sera dopo il lavoro e poi asciugarli con uno straccio. Se per qualche tempo non si dipinge si eviti di lasciare i pennelli esposti alla polvere che ne
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Nelle mesticherie si compra la mastice e la Damar in lacrime; si scelgono poi i pezzi più puri e trasparenti e si scarta accuratamente ogni materia
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antichi chiamasi Colla di Carnicci, si lavano accuratamente tali pezzi per togliere la polvere che ci può essere sopra, poi si mettono in un
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screpolature così facili a prodursi con la tempera. Si può anche procedere con metodo; impastando prima e velando poi sull’impasto asciutto; si
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carbonella. Poi si comincia a dipingere dall’alto terminando gradatamente ogni pezzo. Se non si è soddisfatti di una parte del dipinto si raschia bene fino
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Poi per il panno rosso e lo sfondo si procederà nello stesso modo; si osserverà bene il colore e il tono della parte più in luce, si rifarà tale tono
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formata intorno a ogni colore vuol dire che sono buoni per l’uso che se ne vuol fare e allora si pongono sulla tavolozza. Poi si diluiscono e si
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sono ottime per preparare il tono neutro delle carni nei nudi. Poi con colori a vernice si può velare e anche coprire con una rete di velature fitte al
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lascerà il lavoro per due o tre giorni almeno perché possa asciugare bene. Poi si riprende per colorirlo definitivamente. Cominciando dall’alto e
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