con me salendo lentamente ogni settimana circa 1000 metri. L'altra venne su rapidamente in tre giorni sulla vetta del Monte Rosa, quando noi eravamo
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con noi. Pensai prima che l'estrema fatica impedisse loro di interessarsi a ciò che avevano intorno; ma uno mi confessò, entrando nella capanna, che
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, dipende in parte da ciò, che noi sentiamo meno bene il terreno. Ho fatto spesso attenzione e mi accorsi che col piede non si avvertono più con
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noi intacchiamo col lavoro delle provviste di energia, e le consumiamo giorno per giorno, senza sapere quanto ce ne rimanga e quanto ne ripariamo col
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Alp o Malga (1200 metri). Erano le 6 antim., e si fece il primo spuntino: pane, ova e cacio bevendo thè. Non avevamo vino con noi, i Zoja erano astemii
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stretto camino di roccia pieno di neve con un pendìo ripidissimo, che divallava a due passi da noi. Ottenni da lui, ancora cosciente, che si trascinasse
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loro mancasse il fiato. Il sospiro è una inspirazione profonda che noi facciamo nel dolore per rimediare alla respirazione difettosa e insufficiente
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vita nuova per noi, e spesso ognuno interrompeva il lavoro per contemplare l'immane cascata del ghiacciaio, coi suoi abissi e le sue creste
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fermarono in causa ai disturbi di stomaco ed alla nausea. Tornarono indietro la sera, mangiarono con noi, e al mattino avendo digerito perfettamente
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viaggi e non c'è nulla di notevole. Avevamo portato con noi molta pasta di Napoli che mangiammo quasi ogni giorno: portammo pure del riso e dei
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Schlagintweit i quali descrissero minutamente le popolazioni che vivono nelle regioni più elevate dell'Asia, non dicono che siano diverse da noi. Jourdanet
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. Eppure eravamo almeno venti uomini occupati a lavorare e nessuno ebbe a soffrire. Dieci di noi si fermarono colà due mesi e mezzo senza inconvenienti
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from end to end. Westminster 1895, pag. 12.: " Quando noi siamo partiti in giugno per il viaggio è probabile che nessuno di noi fosse in condizioni
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ricchi per farlo. Basta mettersi in due, scegliere una guida ed avere due portatori, ed è facile organizzare una simile spedizione portando con noi quanto
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spettacolo della natura, l'aria più fredda e più secca, lasciano in noi una sensazione piacevole, come se fosse cresciuta l'energia. Le persone apatiche
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portatori per ciascuna sedia portatile: però presto non bastarono più. Un portatore tornò indietro perchè soffriva il male di montagna. A portare uno di noi
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respirazioni al minuto (quattro volte meno di noi) e scorre veloce dove l'uomo non è ancora giunto camminando, e se forse vi arriva "sarà pieno di
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, quando verso sera cominciò una tempesta. Scorta una carovana che veniva su pel ghiacciaio, alcuni di noi partirono ad incontrarla. Io scesi alla piccola
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colla voglia che avevamo tutti noi di essere lasciati un po' tranquilli per dormire. Il vento soffiava tanto forte che la capanna scricchiolava. Era una
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La vita alpina ci rende meglio inclinati all'osservazione interna di noi stessi. Me ne accorsi dall'abbondanza di osservazioni che mi fornirono
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pericolo che non dipendeva da noi l'evitarlo, c'era l'inclinazione forte del canalone, dove scivolando si rischiava la vita. La guida ci avvertì di star
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metri, non ha giovato molto alla fisiologia del male di montagna, perchè noi sappiamo che al disotto di questo limite molti uomini soffrono in modo
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. Dopo tre ore di marcia faticosa trovammo una cappelletta. Il sole aveva sciolta la colmatura della neve sul bordo della gronda, e noi ci sedemmo sulle
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importante il decidere se, giunti noi a grandi altezze, si rallentano le briglie del cuore per una paralisi del loro centro nervoso, o se invece la
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Ho già detto nel capitolo quarto che la pressione del sangue nella Capanna Regina Margherita, era in noi poco diversa da quanto fosse a Torino
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basso la respirazione di lusso, noi dovremo respirare un volume d'aria quasi doppia, quando siamo a 4560 metri, per introdurre nei polmoni la medesima
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nutrizione delle cellule nervose è più vivace in noi, che non sia negli animali a sangue freddo, i processi chimici sono più intensi e questo spiega tale
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di capo come una sentinella che ci avverte. In alcune comitive che giunsero alla Capanna Regina Margherita tutti se ne lagnavano. Avevamo con noi una
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piccolo incidente che capitasse durante un'esperienza, diveniva per noi un ostacolo insormontabile. Anche la cosa più insignificante, come ad esempio
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facesse segno colla mano quando voleva finisse l'esperienza e noi avremmo cessato subito. Questa che riferisco fu la terza ed ultima esperienza; sapendo
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l'attività del sistema nervoso, quando si abbassa la temperatura esterna , la marmotta deve mancare di alcuno dei poteri regolatori che abbiamo noi, i
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un po' meno questo facciamo anche noi uomini, quando cresce la temperatura interna, perchè l'evaporazione che succede nei polmoni produce del freddo.
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nel biciclista studiato dal Tissié (la quale si ripete in proporzioni minori in tutti noi quando facciamo un'ascensione), è dovuta anche in parte
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Non c'è bisogno della bilancia, dirà qualcuno; noi abbiamo una sensazione speciale delicatissima, la sete, che ci avverte quando diminuisce l'acqua
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Saussure disse che noi sentiamo il calore del sole molto più sulle Alpi che non nella pianura, e soggiunse: fu il caldo non il freddo che fece
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perciò ritenere che Saussure ed i suoi compagni fossero più sensibili di noi, od avessero già la pelle infiammata, o che nella località dove essi
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tramontava, vedemmo nel cielo due grandi aloni, che formavano due cerchi concentrici completi, colorati come l'arco baleno. Il cielo dinanzi a noi era
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maggiore molestia che noi provammo fu quella del freddo, e lo soffrimmo più intensamente quando eravamo accampati fra i 2500 e i 3000 metri, perchè non
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"Mentre noi eravamo da alcune settimane sui ghiacciai del Monte Rosa, mandammo ad avvertire il Ramella, perchè raggiungesse la nostra comitiva
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respirazione in Ramella era più superficiale che in tutti noi. Nel terzo giorno di malattia la frequenza del respiro era solo 23 al minuto. Questo dipende
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una settimana in mezzo a noi, nell'ambiente stretto di una capanna male ventilata, senza che nessuno siasi preso la sua malattia, prova che i bacilli
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resistere. Uno di noi stando dietro le spalle contava quante volte ciascuna delle persone soggette all'esperimento, sollevava i manubri, e ne teneva
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che si contrae, e mi associai in tali ricerche il dottor F. W. Tunnicliffe di Londra. Il metodo da noi seguito consiste nell'esaminare le pulsazioni
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e di breve durata, a rendere più attiva la circolazione nel suo interno. Comunque sia noi vediamo che la circolazione diviene più facile nel muscolo
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dilatazione dei vasi sanguigni, ammessa ora generalmente. Vi sarebbe invece, secondo noi, una circolazione meno forte nei muscoli durante l'attività loro
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Una delle cause probabili dei mutamenti che succedono in noi, senza che ne conosciamo la ragiono, credo avere trovato studiando la temperatura del
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imperfetti e limitati, e che noi manchiamo di un senso speciale il quale ci faccia avvertiti e, a così dire, controlli l'energia che perdiamo in ogni
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Qui era la paura per gli altri, ma ben più spesso è la paura per noi stessi che ci affatica. Nelle ascensioni quando la corda è d'inciampo perchè si
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Un simile lavoro basterebbe ad esaurirci rapidamente, se gli atti volontari non avessero in noi la tendenza a divenire automatici. Il meccanizzarsi
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stati, quelli dei lavoro, e che gli sforzi che noi facciamo quando siamo stanchi ci affaticano molto di più, che non sforzi uguali quando siamo
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