studiati il dipingere fu un’improvvisazione su imprimiture capricciose e il sovrapporsi delle tinte un ammonticchiare di strati bagnati ed altri non ancora
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sussidio di testi scritti, fu anche requisito dei vecchi maestri e delle antiche scuole una percezione esatta degli obblighi e dei sacrifizi che impone per
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fondo, crolla assai più facilmente dove fu troppa l’insistenza a sovrapporre colori e più forte il pestare; e l’altro, che si è già detto, di
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). Nero d’avorio (avorio arso. — Fu messo in uso da Apelle, secondo Plinio). Nero di fumo (fumo dell’olio di linseme). Nero di nocciuole di pesche
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la vernice non può certamente impedire il ritorno o la tendenza al ritorno dello stato molecolare dei colori che fu procurato dalle temperature elevate
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tinge in rosso se il tono del cinabro fu rialzato con aniline. Gettando il vermiglione sui carboni accesi, se fosse mescolato ad orpimento tramanderebbe
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L’oltremare naturale fu il colore tenuto in maggior pregio dagli antichi, ed i committenti di quadri lo fornivano a loro spese ai pittori. Il Cennini
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speciale sugli oli se, anche in quantità esigua, non esercitassero sul dipinto quell’ingiallimento che fu opera costante degli artisti di combattere
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coprire le commettiture delle tavole con liste di tela fu invenzione, secondo il Vasari, di Margaritone d’Arezzo (1256-1313), ma secondo gli annotatori
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Tutto quanto si è esposto induce a ritenere che la questione del restauro pittorico non fu mai abbordata da un punto di veduta favorevole a pratiche
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Giovanni da San Giovanni, di sua propria mano a olio sopra tela che fu dato alla G. M. del Serenissimo Cardinale Leopoldo per darle luogo fra gli altri
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servizio del restauro verso il veneto pittore: «Le circostanze dell’essere stati, come fu già osservato, i quadri del Giambellino per la massima parte
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tecnico, si può asserire che il danno massimo fu quello sofferto dalle tempere, le quali se, come riflette il senatore Morelli, sfuggirono più degli altri
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La superficie levigata e lucida, sia delle pitture murali medieve, come degli affreschi, fu un requisito ricercatissimo. Nell’arte cristiana antica
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’azione dei secoli fu sempre un oggetto d’invincibile repulsione, per il gran pubblico dell’arte, quando non la ringiovanisse la leziosità di un
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numero infinito nei musei e nelle gallerie, molte volte affidate a spadroneggianti fautori del restauro, cui la miglior luce per ammirarle non fu che
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Il concetto primitivo del restauro fu ed è perfettamente umano, muove anzi da una passione e da un sentimento elevato e tale si mantiene finchè
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Lo stesso può dirsi per un rosso diventato pallido col tempo. Se il rosso fu originariamente, d’ossido di ferro, per sbiadirlo non essendoci che il
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Ed invero mentre il popolo Egizio ebbe spiccatissimo il gusto per i brillanti colori, fu altresì pressato dall'idea della loro durata, perchè
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La quantità grande di dipinti che mostrano scoperto l’abbozzo e segnata sui colori la trama della tela, tanta fu l’insistenza delle lavature o degli
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Fu ed è forse ancora un’usanza del piccolo commercio dei dipinti antichi di lasciare certi quadri nello stato d’abbandono in cui furono trovati nei
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uso nella pittura moderna, fu particolarmente analizzato da Chaptal e da Vaquelin, che ne dette la formula approssimativa, confermata da ulteriori
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benissimo, ma la mescolanza di cera e sal tartaro raffreddata fu tanto lontana dal diventare facile e solubile nell’acqua fresca, come doveva, che tutt’all
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e colore fu soggetto di critiche. La sua composizione, due parti di cera e cinque di mastice o pece greca, oppure tanta cera quanto mastice e colore
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ostando però che la sola vernice a cera si potesse applicare anche a dipinti d’ornato e di figure. Anzi quest’incerato esteriore fu quello che illuse
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della scoperta, ma che il contatto dell’aria fece subito scomparire; però in una casa si rilevò che la preparazione del muro fu iniziata con stucco di
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quale fu vanto dei decoratori della decadenza e si stima ancora per taluni il colmo della virtù d’un artista e mezzo infallibile per destare interesse all
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L’arricciato si regge sui mattoni o pietre del muro per la semplice aderenza o presa naturale del cemento di calce e sabbia, che non è tale, nè fu
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Antonello da Messina che tuttavia rimane come la pietra fondamentale della storia del processo di dipingere ad olio, sia perchè il Vasari fu il primo e
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«Seguitandosi dunque», scrive il Vasari, «di adoperare su le tavole ed in sulle tele non altro colorito che a tempera, il qual modo fu incominciato
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’ abilità tecnica quasi miracolosa — talchè non fu conseguenza necessaria dell’olio e delle resine introdotte nei colori, la morbidezza, la profondità, il
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vaga, onde il Van-Eych fu celebrato come il perfezionatore della pratica del dipingere ad olio, ne facesse poi l’inventore».
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Il concetto dell’educazione artistica dei migliori tempi dell’arte fu così giustamente intuito dal Muntz che meglio non si potrebbe esprimere se non
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salvaguardare i colori dall’azione dell’umidità mancavano in Italia, dove l’olio non fu mai stimato necessario neppure in opere di decorazione murale
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Messina in Fiandra, o da Antonello stesso, se si vuole prestare fede al Vasari, fu presto modificato, non comportandovi il clima, pel pronto asciugare degli
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Francia fu il caso di Ingres; ma ciò che può fare e le risorse di cui dispone il pittore ricco di possibilità non è il caso di discutere in un trattato
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La tempera a cera con cui ho parecchie volte dipinto fu scoperta nel Seicento da un frate pittore spagnuolo chiamato Regueno. Consiste in un
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