giurava e spergiurava che perdere madre e figliuolo sarebbe stato opera meritoria. Io la facevo di continuo guardare. Un giorno ella era presa da
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varcato i ventidue anni, a Venezia. Era il luglio dell'anno 1865. Maritata da pochi giorni, facevo il viaggio di nozze. Per mio marito, che avrebbe
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villano era un gran sforzo che facevo mio malgrado. Mi ritenevo impegnato per mille ragioni a non cedere; e, temendo di esser preso da qualche
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capire piú né quel che facevo, né dove mi trovavo. Ella prese, alla sua volta, la mia mano, e stringendola forte: - Grazie, Eugenio - esclamò
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Trosse, qualcosa di simile. Parlavo, facevo ogni cosa proprio come quand'ero sveglio; né piú, né meno. A vent'anni però ebbi una gran malattia (fui
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della mia - L'amerò? - insistevo finalmente a domandarmi - l'amerò? E facevo e rifacevo un rigoroso esame di coscienza; però conchiudevo sempre di no
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addietro, nel venire quassú, facevo la strada simile a un sonnambulo, dubitando sempre che e tu e questa palazzina e questo salotto e la nostra vita di
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riscaldate facevano il resto. - Tu mi conosci bene; non sono uomo da essere eccitato facilmente. Facevo il bravo anzi, per riguardo di Luisa; tentavo di
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attendevamo". "E le fantasie riscaldate facevano il resto". "Tu mi conosci bene; non sono uomo da essere eccitato facilmente. Facevo il bravo anzi, per
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rizzarsi da un fosso nel quale stava appiattato un giovanotto alto e robusto che viene alla testa dei cavalli. Questi si fermano, e quasi facevo cattivo
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grano - ricordandomi di quand'ero giovane e non facevo altro che girar l'Italia per tutti i versi. Studiavo pittura per prima cosa; ma siccome per
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voce in cui si sentiva lo sforzo di dominarsi: "Se io volevo dare qualche consiglio, prego mia cognata a credere che non lo facevo per mio interesse
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sassi, le piante, mi davo dei pizzicotti, facevo fin dei salti al sole per vedere se con me si moveva anche l'ombra del mio corpo ... ." "Ah! ah! ah
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lettera. Mentre Le rispondevo facevo appunto un sogno, un altro sogno assai migliore, assai più alto del libro. Le dirò quale? No. La farei sorridere
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le facevo me ne rispondeva un altro, come se si giocasse di scherma. * Pazienza, era ingenua.... Tu avessi udita la signorina Zeta, che, per far la
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donna... - Se lo dico che ci sei cascato, e che sei un grullo! Non l'hai capito che facevo apposta per farti ammattire? E tu subito a farti scorgere, a
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facevo ombra, ed attiravo l'attenzione su di me... Aveva diciotto anni! Ma fors'anche era gelosa di quel mio subitaneo infatuarmi della Maria, mentre
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, - disse il vecchio col volto acceso di collera. - Quando nascosi la spada e lo scudo fra il fieno sapevo quello che facevo, signore, e sapevo anche
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questo mi affliggevo molto, ma non ne facevo parola con nostra madre, la quale, abbandonato il governo dei feudi a Roberto, passava la vita ritirata
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autore o di un libro messi all'indice dalla Romana Congregazione. Confesso che soventi ce li facevo cadere io apposta, e, per quella curiosità che
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signore, pensi un po' alla miseria in cui ci trovammo. Oramai erano più i giorni di fame che quegli altri. Io facevo qualcosa, quel poco che potevo
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ragazze delle mie zie che le dicevo al principio, perché ero giù di morale e non facevo resistenza: ma questa è un' altra storia. Poi mi sono fatto una
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resti morbido e resista all' acqua. Tu hai un mestiere? _ chiese rivolto a Mendel. _ Di mestiere sono orologiaio, ma facevo il meccanico in un kolchoz
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mestiere, e non valere più niente se lo si mette a fare un altro lavoro. _ È proprio come dici tu, _ disse Piotr illuminandosi tutto. _ Io facevo il
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rattoppare i tetti di canne, è un lavoro che facevo al mio paese, mi pagavano per farlo. Ma adesso, per riparare il tetto della tua vecchia, darei tanti
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mai avuti. Io non ho quasi mai avuto bisogno di comandare. Io facevo una proposta, o qualche volta un altro, si discuteva e ci si metteva d' accordo; ma
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scheda. Io, come al solito, sono stato l' ultimo; un tale, col vestito a rigoni nuovo fiammante, mi ha chiesto dove sono nato, che mestiere facevo "da
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cioccolatino era tarlato, ed io lo facevo sparire in tasca pieno d' imbarazzo.
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; altre volte mi chiudevo a leggere le Storie di Giacobbe nella mia cameretta monastica del Sottomarino. Nelle sere di luna facevo sovente lunghe camminate
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l'ha fatta partire. Anzi io facevo parte della scorta. - Fortezza salda, Guayaquil? - Fortissima, - rispose il meticcio. - Un altro bicchiere, ancora
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, con la protezione della Vergine, facevo tanti affari che valeva lo stesso!...". "Siete stata sempre una gran buona donna" esclamava Giovannino
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combattete! Non facevo dunque bene ad andarmene, a non tornare mai più? - Avete ragione, - disse ella, con gesto desolato. - …pure, - riprese Amati con
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, io doventavo più triste; e facevo la strada più corta possibile, non passavo mai per Via Cavour, che è quella principale; ma, dal Vicolo della Torre
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avessi ammazzato tutti i figliuoli e tutte le bestie, invece di cercare, come facevo io, di istruire que' villani tentando di far entrare in que
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. E aspettando la duchessa che non veniva, io facevo all'amore coi miei quadri, sognavo i capelli biondi della cameriera che spolverava le tende della
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