calcina. Questo rozzo mosaico era molto tempo ch'egli lo andava facendo. A forza di maneggiar mattoni e calce, le mani gli eran diventate più dure e più
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gabinetto a canto era già cominciato un baccano di voci e di risa da frastornare una caserma: baccano caratteristico che rivelava subito di quali mondani e
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Era nel vestibolo, irresoluta, spaventata; la fiamma che ardeva nel camino del salotto gettava ombre cupe sulle pareti attorno a lei. La casa era
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LA porta d'ingresso era socchiusa; ella entrò di corsa, ansimante, nel vestibolo e si fermò per un attimo sotto la luce rifrangente nelle mille
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sempre in un sito piatto e senz'ombra, a quasi mezzo chilometro dalla casa. Ma John Wilkes, la cui ospitalità era nota in tutto lo Stato, sapeva
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Rossella era sul pianerottolo e guardava cautamente, da sopra alla ringhiera, nel vestibolo sottostante. Era vuoto. Dalle stanze da letto al piano di
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La notte precedente era stata piovosa; ma quando Rossella giunse ad Atlanta un sole caldo stava coraggiosamente tentando di asciugare le strade che
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chiamavano e le facevano grandi cenni di saluto a cui ella cercava di rispondere con buona grazia, ciò che le riusciva difficile. Nel suo cuore era
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IN un pomeriggio della settimana seguente Rossella tornò dall'ospedale stanca e indignata. Era stanca per essere stata in piedi tutta la mattina e
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L'indomani Rossella era dinanzi allo specchio col pettine in mano e la bocca piena di forcine cercando di acconciarsi i capelli in una nuova foggia
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il suo ombrellino le tentennava sopra la testa. Pitty era tanto eccitata che il suo naso tremava come quello di un coniglio; ma Melania sedeva come una
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incurante. La settimana, con la sua agitazione febbrile e luminosa, era trascorsa. Veloce come un sogno, un sogno fragrante del profumo d'abete degli
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Sí; le linee attorno alle montagne di Kennesaw erano inespugnabili. Dopo venticinque giorni di battaglia, perfino il generale Sherman se ne era
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... Promettetemelo.» Ed ella aveva promesso. Ashley era certamente morto, e la vedeva, la costringeva a mantenere la promessa. Rispondendo alle lettere di Elena
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, aveva riparato la linea. Rossella era frenetica di ansietà. Per tre giorni attese, in un'angoscia sempre crescente. Finalmente giunse una lettera di
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carità! Sui piedi! Rossella aveva le braccia indolenzite. Aveva chiuso le persiane, di guisa che la camera era nella semioscurità; solo qualche puntino
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a una colonna del porticato e con mano tremante si sbottonò il corpetto. La notte era buia ed ella rimase con lo sguardo fisso nell'oscurità
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di fantasmi. I morti nella battaglia che era stata combattuta nelle vicinanze di Jonesboro erano migliaia. E popolavano quei boschi in cui il sole
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LA mattina seguente il corpo di Rossella era cosí rigido e indolenzito che ogni movimento le strappava un gemito. Il viso era rosso per la scottatura
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ROSSELLA era a casa da due settimane, quando la vescica piú grande del suo piede cominciò a suppurare facendole gonfiare l'estremità in modo che le
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Dopo non molto tempo, un giorno, verso il tramonto, giunse a Tara Catina Calvert. La sua sella da donna era affibbiata sul piú miserabile mulo che
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casa! A casa! Era l'unico pensiero dei soldati. Alcuni erano tristi e taciturni, altri allegri e sprezzanti; ma tutti erano sorretti dal pensiero che
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penetranti di Mammy non sarebbe certamente sfuggito che era accaduto qualche cosa. E poi, non voleva vedere nessuno; l'idea di parlare con qualcuno le era
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quanti da Rossella, la quale era vermiglia in volto, con gli occhi brillanti e rideva come nessuno l'aveva piú udita ridere da mesi e mesi. La sua risata
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dall'acquavite si era dileguato. Il vento freddo la fece rabbrividire e le gocciole diacce le percossero il viso come punture di spillo. Il leggero
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della morte». La prima volta era stato quando aveva saputo che Giona Wilkerson poteva, con l'aiuto degli yankees, scacciarla dalla sua casa. Ma
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IL treno era in ritardo, e il lungo crepuscolo di giugno bagnava la campagna, quando Rossella scese alla stazione di Jonesboro. Pochi lumi ardevano
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breve avrebbe nuovamente colmato la buca. Rossella era dietro a lui, nell'ombra screziata di un nodoso albero di cedro; attraverso il fogliame l'ardente
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QUELLA sera a cena, Rossella adempí scrupolosamente il còmpito di presiedere la tavola in assenza di sua madre; ma il suo cervello era in fermento
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di diventar belli. Le fu dato il nome di Ella Lorena; Ella per ricordo della nonna Elena, e Lorena perché era il nome di moda per le bimbe, come
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IL pomeriggio di marzo era freddo e ventoso; Rossella si strinse con un brivido nel vestito mentre percorreva la via Decatur verso lo stabilimento
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Il sole era completamente scomparso quando ella raggiunse la curva della strada poco prima di Shantytown; i boschi dietro a lei erano oscuri. Con la
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come fosse di vetro, eccetto dove i tappeti lo coprivano con grandi macchie di colori vivaci. L'estate era già nell'aria, il primo annuncio dell'estate
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Merriwether che era stata quasi sgarbata quando era venuta a farle visita in albergo, né la signora Elsing che era stata di una frigidità addirittura glaciale
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la osservasse nascostamente; voltando la testa all'improvviso, ella era certa di sorprendere quello sguardo osservatore, aspettante, quell'espressione
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Diletta cresceva rapidamente; man mano che i giorni passavano, si vedeva piú chiaramente che era la nipotina di Geraldo O'Hara. Aveva le gambe corte
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rumore; ma tutto era silenzioso. Rhett l'aveva mandata a casa sola in carrozza, dopo il ricevimento, e non era ancora tornato. Ella ne ringraziò Dio perché
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Quando ella si destò la mattina seguente, Rhett era andato via; e senza quei guanciali in disordine, ella avrebbe creduto che tutto fosse stato
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aveva lasciato la città un'ora prima con Diletta e Prissy; e alla vergogna e all'ira di Rossella si era aggiunta la desolazione. La sua coscienza
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si sentí balzare il cuore. Chiunque egli fosse, qualunque cosa avesse fatto, adesso era a casa ed ella era contenta. - Dov'è Mammy? - chiese Diletta
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penna di pavone lunga quanto lei. Evidentemente stavano giocando agli Indiani quando era giunto il momento di andare alla stazione; e Diletta doveva
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beveva piú; era tranquillo e pensieroso. Rimaneva spesso a casa dopo cena, ed era piú gentile coi servi e piú affettuoso con Wade e Ella. Non accennava
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SENZA dubbio, Diletta Butler era piena di capricci e avrebbe avuto bisogno di una mano ferma per educarla; ma era cosí simpatica a tutti che nessuno
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, pensosa. È proprio vero che Dio non abbandona mai chi soffre. Quando la Marietta s'era scordata di lei per il puledro, ecco che ad amarla con tutto il cuore
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sorella, o la riprendeva perchè avea sbagliato; ma con buon garbo; tanto che fra loro non c'era mai una questione. Se alzavan la voce, era per cantare; e
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- Allora, con questo velluto me ne faccio la guarnizione d'un mantello per me - finì col dire la Cerchi. Quasi di tutto era così: osservava la roba
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Giunta che fu a casa, Camilla s'affrettò a chiudersi nella sua cameretta con la Giulia. Era una stanza delle più modeste, mobiliata d'un lettino a
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la piccola mano additava; e la bambola gli parve carina davvero. Era quasi alta un metro, vestita d'un costume celeste, da ballo. Su' capelli
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- È matto! - disse la Giulia fra sè, seguitando a fissare co' suoi larghi occhi azzurri l'individuo che le stava davanti. Costui era armato di
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- Il male era, capisci, che quasi tutti i cavalieri, cristiani e pagani, eravamo innamorati d'Angelica. Pensa che vita! Lei mi fuggiva; io dietro a
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