stesso parere. - Del resto, - aggiunge egli - tutte hanno i capelli corti, anche le signore, anche le signore vecchie. - Anche la tua mamma? - No, ma ne
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in casa con l'aiuto dello chauffeur, la signora d'Aufran va a salutare suo cognato. Parla un po' con lui, pur sapendo che, essendo egli tanto distratto
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fanciulla adottata dalla loro mamma, perchè la mamma alla sua volta non accetterebbe la loro? E tossicchiando per rischiarare la voce, egli prende la
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dispiacere - che non avete molta fiducia in me. - Tu avresti detto tutto allo zio Fil, ed egli l'avrebbe mandata via, forse. Non si poteva arrischiar
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dito mignolo. - Maurizio scuote gravemente la testa. Che cosa può rispondere? Egli non può certo dire che una bambina è caduta, per così dire, dal
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la ninna-nanna alla bambola. Egli giunge con un pettine, una spazzola e un gran libro. - Qui son descritte le avventure di Beccaccino, - dice. - Ma tu
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avessi i capelli corti, - dice - sarebbe molto più facile. - Tagliali, - propone Nicoletta. - Oh! - dice soltanto Francesco. Egli capisce
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sentimenti. Matù, pieno di dignità, ha ceduto il posto a quelle creature chiassose: egli preferisce vedere la sua nuova amica quando è sola. La bambola, seduta
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pesca un paio di forbicione, e, per caso, anche un bel gomitolo di lana bianca, un paio di ferri da calza e un pedule di calzino incominciato. Egli
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: - Sarà più comodo, dopo, quando giocherà in giardino con noi. Egli è molto contento che lo zio Fil non chieda di vedere ogni giorno i loro compiti delle
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dalla soffitta. Non aver paura, Nicoletta. - E, come un. buon capobanda, Francesco ha organizzato, in un batter d'occhio, il suo piano di difesa. Egli
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tranquillità. Nicoletta ha tutto il tempo d' imparare a giocare a dama e di battere due volte Maurizio, cosa di cui è molto orgogliosa, ed egli, cattivo
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lascia il tempo. - Niente, - egli dice vivamente. - Ha detto « puah », e il suo latte l'abbiamo bevuto noi. - Bene! Allora bisogna prendere una piccola
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sale. Maurizio propone di andare a prenderlo. Ma prima propone a Nicoletta di portare dello zucchero al posto del sale. - Sarà più buona, - egli dice
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mentre se ne va. Egli pensa a cc sua figlia ». Quando Maria e i ragazzi sono andati via e Francesco ha sentito chiudersi la porta di casa, comincia a
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che gli è abituale, ma questa volta mista a una certa inquietudine. - Francesco, - comincia egli. Poi vede Nicoletta. - Chi è? - domanda macchinalmente
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asciugare al sole. Per fortuna era una scarpa di tela. Però hanno rimpianto l'assenza di Francesco, e bisognerà, ritornare, quando egli sarà guarito. Alla
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temperatura, ossia al grado di calore del suo paese. Egli non può coltivare con profitto piante di paesi più caldi, perchè non può crescere la temperatura de
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istruito. Egli non coltiva piante che ne potrebbero soffrire; sceglie quelle che vi resistono senza danno. DOMANDE: 1. Che cosa porta con sè il vento? - Il
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de' suoi dolori, trova in sè medesimo una forza novella, la speranza. Questa gli dona la consolazione dell' amicizia, la dolcezza dell'amore; ed egli
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, indirizzò e sostenne i pensieri di Arnoldo a quel fine a cui l'anima sua da tanto tempo anelava. Egli lo preparava a' gravi studi, lo nutriva di ferventi
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' altare. Rientrato ch' egli fu nella sagrestia, s' intesero indi a poco i rintocchi lenti, malinconici, della campana. Era il primo segno della
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' contadini, ispirava ne' loro cuori la contentezza della pace e della fratellanza - perchè egli ragionava loro d'una giustizia incolpabile, e del terrore de
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preghiera; e con molte parole, spesso interrotte da lacrime e da scuse, raccontò la sua passione per quel giovine, la promessa, il giuramento ch' egli le
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di gioja! - Ma come si trovava egli qui?... e perchè tornava, e che voleva da lei? Dunque, non era tutto finito fra loro, non erano come morti l'uno
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. Presentatosi con note commendatizie alla casa di commercio nella quale Eugenio trascinava il suo meschino noviziato, egli s'avvenne in questo giovine, che gli
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figliuolo Arnoldo egli concentrava tutta la propria potenza, tutta quella del nome della sua famiglia, del quale era così geloso veneratore. Altero per
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frutto de' suoi sudori in santa libertà. Egli aveva dunque comperato quella casa a mezzo prezzo; ma poich' era assai taccagno, e aveva spesa sempre la sua
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sognato l'ombra. Ma il più strano fu, quando venuta la domenica, egli fu veduto attraversar la piazzetta, vestito d' un pastrano nuovo color marrone
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deliziava ne' più bei castelli in aria che abbian mai ballonzato nel cervello d'un vecchio. Una sera fra le altre, egli era solo, e forse qualche pit
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padrone della carriuola: egli aveva una berretta rossa e nera, tirata su gli orecchi, cadente da una banda e suvvi un vecchio cappellaccio sfondato
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come fosse adesso; egli, il mio buono e santo fratello, mi disse una volta.... qui, qui appunto dove siamo noi: - Abita sempre nel luogo in che il
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, parlai d'un tempo che non tornerà più per noi; e sentii riaprirsi una dopo l'altra tutte le mie ferite. E ora ch' egli se n' è ito, e che mi trovo nel
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. « Fors' egli va errando su per la montagna, » soggiunse la sorella. « O forse.... non è più qui! » « Oh non lo credere! » E poi, come colpita da
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non essere, tra le parole esistenza e nulla. È per questo che egli, non volendo perdere, in tutto questa vita mortale, alla quale la natura lo
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momento. Feci le viste di non accorgermi del terrore che, senza volerlo, gli avevo cacciato in corpo, nè di quell' impaccio con cui egli andavasi
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, una o due volte l'anno, egli veniva nel seno de' suoi cari, veniva a spargere di letizia le tranquille abitudini di quella domestica esistenza. Ma il
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non quella che mille altri, al par di me, conduce per la stessa via. » E coteste parole egli diceva, con certa poco nascosta intenzione di tagliare a
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stima degli altri. Benchè nato in quella casta privilegiata che da sè stessa chiamasi il gran mondo, egli cercava un' aria men corrotta; ma volle, e
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tutto. Egli ricava sostanze alimentari dai tre regni della natura. Prende carni, pesci, uova, latte, burro e cacio dal regno degli animali; pane
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oggi a le lune!... - Dàlle ai bambini del portinaio - risposi. - Ma fa' presto, e bene! - Egli uscì: lo vidi attraversar la strada ed entrare: poi
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gli eroi della sua favola, ma ci apre egli stesso, con la semplice lettera di questa favola, le ali dell'immaginazione. Egli non ci chiede che di
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per i grembiali: una stoffa così bella non si è mai vista, egli dice. Le donne ridono e intanto si fermano e qualcuna compra. Su un altro banchetto
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ero dimenticato di dirvi che, prima di salire le scale del Castello Reale, egli toccò con l'ago regalatogli dalla vecchina le oche per sciogliere il
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. Il tacchino però è il vero padrone del cortile. Egli passeggia con gran superbia tra i polli che gli lasciano il passo e, tratto tratto, sfoggia la
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di settimana in settimana e produrre di stagione in stagione. Egli le ha seminate e trapiantate, inaffiate e potate, è stato in attesa d'ogni primo
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ha colpa. Egli è figlio di povera gente; a casa sua stanno tutti in una stanza, e una sorellina piccola ha gualcito il foglio e con la penna lo ha
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piccoline e lontane, per far lume ai ragazzi che hanno voglia di leggere. Voi sareste andati a letto, ma egli s'addolorava di non poter leggere. Una sera
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alla testa. Urlava pel gran male; lo portarono all'ospedale. Ma egli non vedeva più niente; era cieco, era cieco, per sempre! Allora pianse, pianse tanto
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! Egli è come il pastore che vede aggiungersi due agnellini al gregge. Ora maestro Saverio conduce i ragazzi a visitare la casa. È una bella casa bianca
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