Nell’Alto Cordevole il forte La Corte, che l’avversario era riuscito a riattare in parte, venne fatto bersaglio ai tiri d’una nostra batteria e
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fecero bottino d’armi e di munizioni.
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In Valle Coritnica Alto Isonzo l’avversario era rimasto in possesso d’un bosco donde molestava col fuoco le nostre linee: un nostro reparto lo assalì
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Azioni siffatte, di maggiore importanza, si ebbero il giorno 4 in Val d’Adige in vicinanza di Marco e in Valle San Pellegrino Avisio in località ad
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in esse di forti dosi d’acido prussico.
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nemico pronunciò dapprima un violento attacco contro l’ala destra delle nostre posizioni, avanzando con una grossa colonna tra Soglio d’Aspio e il
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), sull’Altipiano d’Asiago, su Cauriol (Avisio).
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eseguì qualche tiro contro Caprile (Valle Cordevole) e Cortina d’Ampezzo (Valle Boite), senza farvi danni.
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Continuano i tiri delle opposte artiglierie su Cortina d’Ampezzo e Misurina da parte del nemico, sulle stazioni di Toblacco e di Sillian da parte
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Nella giornata di ieri, lungo tutta la fronte, vivaci duelli d’artiglieria, più intensi nell’Alto Cordevole in regione di Kal (Altipiano di Bainsizza
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Nella giornata di ieri i nostri aviatori, perseverando nell’intento d’interrompere il traffico ferroviario nemico in Val di Bazza, provocarono vaste
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Una poderosa squadriglia nazionale, portatasi ad oriente della Livenza, bombardò, con visibili risultati un campo d’aviazione nemico. Numerosi
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Nella regione del Grappa, riparti d’assalto avversari, tentarono per tre volte l’attacco delle nostre linee del Solarolo: furono nettamente respinti
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In Val Concei (Giudicarie) e in Val d’Astico, nuclei avversari furono respinti dai nostri avamposti. In Val Frenzela pattuglie in ricognizione
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A Monte Corno, in Vallarsa, un tentativo di sorpresa nemica fu sanguinosamente sventato dalla nostra artiglieria e da riparti d’«arditi» che
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Sull’Altipiano d’Asiago truppe britanniche eseguirono un riuscito colpo di mano, infliggendo in lotta corpo a corpo sensibili perdite al nemico e
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Sualtuari e violenti duelli d’artiglieria su vari tratti della fronte montana e lungo il Piave. Incendi ed esplosioni di depositi di munizioni furono
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Nella regione del Monte Grappa, la notte sul 18, l’avversario tentò attacchi preparati da violento tiro d’artiglieria contro le nostre posizioni ad
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Tentativi di nuclei avversari fallirono dinanzi alle nostre posizioni di Cima Cadi (Tonale) del Col del Rosso e del Col d’Echele (Altipiano di Asiago
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Sensibile attività delle opposte artiglierie in Val Lagarina sul Pasubio, in Conca Posina e in Val d’Astico ed in qualche settore della linea del
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L’armistizio è stato firmato ieri sera a Salonicco fra il generale Franchet d’Espery e i delegati bulgari, che hanno accettato tutte le condizioni
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Bevete sette sórsi d’acqua senza mai aripijà’ ffiato; e a ’gni sórso dite a l’imprescia a l’imprescia: "Singózzo, singózzo Vattene in der pózzo In
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Se compra una piluccia nôva de quelle da un baiocco, ce se mette drento un tantino de radica de sarvia, un po’ dde radica d’ortica e mezza fojetta d
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È comunemente un contadino marchigiano. Porta sulle spalle un fascio di scope e di spazzole, ed in mano delle serte d’agli: — Lo scoparoo, ajaroo!
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ppistàtela bbene bbene in der mortale. Fatto questo mettétela accusì ppistata in d’una pezza de bbucata. Poi pijate du’ bbicchieri: uno pieno d’acqua, e
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Se pija un spicchio de papàvero — nun più dd’uno — jé sé lèveno li sémi, e sse mette a bbullì’ in d’una piluccia, co’ ddu’ deta d’acqua e un filetto
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Se pija un sordo de ràdica d’artèra, una quarta parte d’un papàvero, un pizzico de gomma in porvere, un friccico de zucchero, e sse fa bbulle tutto
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, tinozze e cunculine rottee d’accommidanee!
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In de la Passatella chi nun assaggia er vino se chiama órmo; e è ppiù l’affronto e la rabbia d’esse chiamato accusì, che dde nun beve. Da che ne sii
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Acciocché la pèrsa facci affetto, bbisogna che sii piantata in d’una pila de coccio. Quann’è ppiantata accusì, appricata drento a l’orecchia ammalate
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Gli antichi Tripparoli, con il loro schifo in testa ripieno di trippe, zampi, pezzi di testa di vitello e di vaccina, e d’altro: — Trippa, pieducci e
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o er malocchio che sii. Je s’attacca subbito ar corpettino de la spalla a dritta una catenella d’argento cór pélo der tasso, er cornetto, er
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Quanno se v’abbità’ in d’una casa nôva, le prime cose che bbisogna portacce so’: un fiasco d’ojo, er vino, er carbone e una pianta de ruta. Tutte
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Durante la baldoria che si usa fare in piazza di San Giovanni in Laterano, e strade adiacenti: — La spighetta! — Er garofoletto! — Li capi-d’ajo
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Quanno er naso róde, è ssegno che uno cià d’abbuscà’ un sacco de papagni. Mentre c’è invece chi ddice che ar contrario de li papagni, ponno èsse
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accorge’ sversateje tutta quela pila o in cantina o in soffitta o in d’un antro sitô anniscosto de la casa. Doppo pochi ggiorni, vederete che smagna d
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parte ammalorcicata, la pelle d’er gallo, der conijo o d’un agnèllo.
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Quanno sotto a li preti se faceva ggiustizzia a li Cérchi, c’era er costume che li padri ce portaveno puro li fiji, perché je servissi d’esempio. E
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Si mostra per lo più d’inverno, nelle ore pomeridiane. Come il suo collega l’ovaro, entra in tutte le bettole ed offre la sua merce al grido di
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Dàteje due o ttre ccucchiarini d’acqua fatta bbullì’ co’ ddu’ fronne de lattuga. Si ppoi li dolori je seguitassino, allora fateje un impiastrino de
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Come in tant’antri paesi der monno, puro qua da noi, in de ’sto ggiorno, s’auseno li pesci d’aprile, pe’ ffasse du’ risate a le spalle de li micchi
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ssarebbe la Pasqua), le zzimmèlle che mmagneno in de l’otto ggiorni prima de la Pasqua, ereno impastate cor sangue d’un regazzino cristiano che lloro
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Va attorno nei mesi caldi con un cappello di paglia a larghe tese, una secchia d’acqua, una canestra con l’occorrente per bere, e grida: — Acqua
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La viggija de San Giuvanni, s’aùsa la notte d’annà’, ccome sapete, a San Giuvanni Latterano a ppregà’ er Santo e a mmagnà le lumache in de ll’osterie
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Vendono fasci d’arbusti da ardere, razzolati nelle siepi a traverso a mille disagi, nelle brume del dicembre. Sono poveri contadini che vanno curvi
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Quanno s’ordina a un lavorante un lavoro d’un oggetto quarsiasi, e ’sto lavorante in de llavorà’ ’st’oggetto ce se fa mmale, è ssegno che quello che
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che diede Orlando a queli Marchi, agnede pe’ sbajo a ccorpì in d’una colonna, tarmente de vemenza, che ccià llassato tutto un gran spacco co’ ttutto er
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sopre una o ddu’ fronne d’erba grassa da la parte der dedietro.
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Bevete le bbulliture de radiche d’èllera. State però bbene attenta a precuravve quele ràdiche che ffanno drento a le mura; perchè ssi fùssino de
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Pijate u’ llimone romanesco, spremételo drent’un cucchiaro d’ojo bbôno, mischiatece poi un antro cucchiaio pieno de farina de grano. Sbattete tutto
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