Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Numero di risultati: 135 in 3 pagine

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Ricordi d'un viaggio in Sicilia

168940
De Amicis, Edmondo 3 occorrenze
  • 1908
  • Giannotta
  • Catania
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e visibile da ogni punto. Chi la vede per la prima volta in una giornata serena non si può capacitare che in una città così splendidamente lieta

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questa città è il numero notevole dei biondi che vi si riscontra. Chi conosce le altre città siciliane avverte pur che vi è assai meno viva che altrove

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che essa ci presenta allo sguardo. La regolarità della sua forma conica, quale si vede da Catania, non è che apparente. A chi le gira intorno essa

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Pagina 96

La fatica

169698
Mosso, Angelo 7 occorrenze
  • 1892
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
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gli esami (Pag. 251 a 304). I. Note sulle emozioni di chi parla in pubblico. II. Esperienze coll'ergografo fatte dal prof. Aducco prima e dopo la sua

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possono dare mile prove, ma una forse meno nota a chi non è medico, è quella della così detta pazzia circolare. Sono dei matti che hanno dei lucidi

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gobba avanti il petto, altri dietro sul dorso; tutti, chi più chi meno, riescono con la gabbia del torace viziata. Perlochè il male non si limita

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, le capsule soprarenali, e di tante altre cose delle quali non sappiamo dir nulla di positivo e ci contentiamo di avvertire chi ascolta, che la verità

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egli si esprime: "Chi passa dalla lace chiara del giorno in un luogo oscuro, nel primo momento non distingue nulla, e solo a poco a poco riacquistano

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la scolaresca è divenuta più immobile. Chi vi ascolta partecipa alla vostra emozione, perchè egli sente che attinge alla fonte donde scaturisce una

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tutti, e a chi li contempla di sotto, sembra che la loro altezza sia inarrivabile, e che un miracolo li abbia spinti fin lassù. Neppure Raffaello

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Pagina 324

Fisiologia del piacere

170554
Mantegazza, Paolo 25 occorrenze
  • 1954
  • Bietti
  • Milano
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chi vuol vivere più a lungo, vive meno degli altri. L'egoismo nasce con noi, ma non cresce rigoglioso, e non produce i suoi piaceri, che nell'età

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perfino chi osò chiamarlo una caricatura ridicola della civiltà. Costoro si devono mettere assieme agli altri che vogliono far camminare l'uomo a

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del cuore riflessa ancora in lui; questi, invece, arrivano al cuore dalle fredde regioni della mente. Chi non avverte a prima vista questa differenza

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questi pecore o lupi. La prima si può esprimere con l'immagine di chi, assorto in un'estasi sublime, contempla il cielo; mentre la seconda si può

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se finirà il suo compito, fino al legislatore che propone un premio, che forse non esiste, a chi ubbidirà al suo codice, l'uomo adopera sempre un

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l'approbatività sta all'amor proprio. È naturale che chi molto si apprezza, esiga lodi ed onori. La superbia pura è molto semplice nella sua essenza; mentre la

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. L'essenza della gioia di rubare consiste in una indebita compiacenza di riuscire in una bassa azione, e di deludere chi veglia continuamente alla

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l'umanità intera, la quale si rallegra di avere in sè chi ne sublima la dignità avvilita da tanti egoismi e bassezze. L'uomo che si sacrifica al bene

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lungo tempo intatti nei tesori del suo cuore. Chi volesse indagare tutte le cause che possono ispirare in due uomini il sentimento dell'amicizia, dovrebbe

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ragiona. Chi non ha conosciuto sua madre può appena immaginare le gioie soavi di chi la possiede. Quando, riandando le nostre memorie, cerchiamo di

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palpando colle mani intente un oggetto appartenente a un grande ch'egli apprezza e onora. Chi sentì l'armonia che Rossini dedicò alla sua tomba, provò

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sodisfazione di altri sentimenti, e più specialmente dei piaceri dell'amor proprio, non per questo cessano di esistere per se stesse. Chi si rifiutasse ad

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di giustizia e compiere un dovere. Chi possiede ha maggiori doveri da esercitare; ma tutti gli uomini, perchè abbiano soltanto un'individualità morale

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conosciuti che da chi ha molto sofferto; e per soffrir molto, bisogna avere molto cuore. Qui, come in molti altri casi, bisogna guadagnare il piacere

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della fantasia non si arriva però che in una vera febbre della mente, che si chiama genio o delirio, che produce tale voluttà misteriosa in chi la prova

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sempre uno degli errori più grossolani. La menzogna è una malattia colpevole della verità, come l'errore ne è un'affezione innocente. Chi mente prova

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Pagina 232

concenti, che desteranno il piacere in chi li udrà. Partendo dalla esclamazione, siamo arrivati alle creazioni della musica, e quindi ci troviamo già nel

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Pagina 252

ridesta in lui lo stesso fenomeno; per cui, alla sua volta, chi ha ricevuto si fa benefattore, e i doni si scambiano reciprocamente e senza posa. Ma v'ha

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più ricco sarebbe il più felice, e chi nascesse senza quattrini, e non potesse guadagnarsene, dovrebbe maledire la vita e disperare della provvidenza

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Pagina 263

diverso cielo, presenterebbe dopo alcuni secoli una molteplicità di nazioni, varie d'indole e di natura. V'ha chi pone sopra ogni influenza

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Pagina 266

all'infinito i piaceri di una passeggiata; ma chi che più di tutto li modifica è il grado di sensibilità o di intelligenza di ciascuno. Chi non passeggia che

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portata di tutti, e quindi vengono da molti incoronati e messi al primo posto nel regno dei piaceri; ma chi ha provato lo spasimo di un sentimento generoso

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riderebbero di cuore a chi volesse richiamare l'attenzione sul concetto della vita, onde, definite le parole e le idee, se ne potessero limitare con

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la facoltà del sentire sia distribuita e quasi diluita nella massa omogenea e plastica di cui sono formati, chi ha studiato solo per pochi mesi gli

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nel più impenetrabile mistero, rode lentamente i germi della forza e dell'intelligenza. Chi è casto abbastanza da non aver mai conosciuto questo genere

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Pagina 42

Sull'Oceano

171654
De Amicis, Edmondo 15 occorrenze
  • 1890
  • Fratelli Treves, Editori
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l'ignorante che non n'ha altra idea da quella d'un pentolone gigantesco e d'un intrico misterioso di ruote, ma anche per chi ne acquistò qualche

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Pagina 130

spettacolo, il senso di soffocazione di chi, addormentatosi all'aria libera, si svegli con le corde ai polsi, sotto la vôlta d'una prigione. In quel

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Pagina 142

spaccia consigli, e dà di villano ignorante a chi non gli crede: il Commissario l'aveva sorpreso una volta che spiegava il movimento rotatorio della terra

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Pagina 176

come una cosa morta, chi sa per quarto altro tempo, sotto il raggio terribile del sole dell'equatore! Con un sentimento di pietà lo vedemmo a poco a

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Pagina 198

, e l'immensità semplice non è bella che per chi pensa. Non ricordo d'aver mai inteso fra quegli emigranti un'esclamazione ammirativa per l'oceano

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Pagina 203

estraneo: ciò che manteneva immobile all'orizzonte la luna di miele. Ed egli stesso ci mostrò il ritratto di sua moglie con l'aria di chi fa vedere in

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Pagina 210

noncuranza di chi n'è l'oggetto, e che vi farebbe discendere ad un atto d'umiltà per superarla. E questo sentimento si fa vivissimo a bordo, dove è ridestato

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neppure che cosa fosse. - È una vergogna! Ma che cosa stillano là sotto? Chi ha mai visto dei buoni a nulla.... Ah! finalmente! La macchina dà segno

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Pagina 269

la brasiliana; davanti alle quali stava in quell'atteggiamento di rispetto amorevole e triste che suol tenere con le mogli degli altri chi è infelice

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Pagina 272

il cavalier Careti (chi sarà stato questo cavalier Careti?): voi fate male, voi fate male. Mi diceva che ogni emigrante che parte porta via al paese un

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Pagina 287

, accumulati in un canto, legati e suggellati. Poichè v'eran là dentro i frammenti del dialogo di due mondi: chi sa quante lettere di donne che per la terza

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Pagina 362

! - gridava, - all'erta bene, o sarete assassinati peggio che in patria! Guai a chi si fida! - Ma non era il solo che arringasse: altri crocchi qua e là

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Pagina 364

un curioso saluto della signora svizzera, la quale, non sapendo a chi rivolgersi particolarmente dei molti amici che la guardavan dal cassero

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Pagina 413

sorriso triste, come di pietà per sè stesso, e con tutta la persona immobile, nell'atteggiamento di chi si contenta d'ammirare, e non aspetta nè spera

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Pagina 88

Di là andai sul castello di prua, che era pieno di gente. Salendo, intesi dire accanto a me: - Già, vegnen chì al teater. Quel vegnen era per me

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Pagina 90

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