Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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ragione mostrando in primo luogo che le formule relative  alle  forti tensioni implicano
si faccia tendere γ a zero intorno a P, tendono (n. 12)  alle 
considerazioni precedenti risulta come si possano estendere  alle  funzioni vettoriali i risultati formali del Calcolo
fisica, è dotato della solita triplice omogeneità, rispetto  alle  lunghezze, ai tempi e alle masse, secondo certi gradi n 2,
triplice omogeneità, rispetto alle lunghezze, ai tempi e  alle  masse, secondo certi gradi n 2, n 2, n 3, rispettivamente;
tre momenti (principali) relativi  alle  mediane del rettangolo, e alla perpendicolare comune nel
e normalizzate, i coefficienti devono essere soggetti  alle  restrizioni
y (verticale e diretto verso l’alto) dà perciò luogo  alle  equazioni
effettivamente la forma di una divergenza, basta imporre  alle  matrici le condizioni
il complesso delle forze centrifughe non reca contributo  alle  equazioni cardinali, e si può quindi prescinderne.
infine che, quanto  alle  dimensioni, il coefficiente di attrito, come rapporto di
si riducono  alle  componenti X i, Y i, Z i delle forze attive F i secondo gli
per es. E. Cavalli, Elementi di meccanica applicata  alle  macchine (Napoli, Trani, 1908), pp. 20-23, 91-93.
riportarsi  alle  considerazioni, con cui è stata giustificata l’analoga
attratto verso le facce di un cubo da forze perpendicolari  alle  facce e crescenti colla distanza.
la Φ e, come sistema equivalente  alle  F e alle f (le quali ultime nel loro insieme son già
la Φ e, come sistema equivalente alle F e  alle  f (le quali ultime nel loro insieme son già equivalenti a
 alle  (94'). Similmente si potrebbe ragionare riguardo alla
se  alle  misure q', q'', q''' di tre grandezze fisiche Q', Q'', Q'''
 alle  quattro matrici , si possono prendere le seguenti, che,
al nucleo (): si trova allora che i momenti coniugati  alle  tre prime sono identicamente nulli e quelli coniugati alle
alle tre prime sono identicamente nulli e quelli coniugati  alle  altre tre sono
per un punto materiale generico, l’a relativo  alle  stelle fisse, non è l’a, quale apparisce ad un osservatore
attorno al Sole, che a sua volta si muove, rispetto  alle  stelle fisse, verso la costellazione di Ercole.
trovate le Φ*, Ψ* relative alla Σ* si risale immediatamente  alle  Φ, Ψ del caso reale in base alle (2*), (3*).
si risale immediatamente alle Φ, Ψ del caso reale in base  alle  (2*), (3*).
ossia della velocità, il che non corrisponde certamente  alle  proprietà di nessuna delle particelle sperimentalmente
metterle in piena evidenza, in quanto, per passare  alle  componenti dell’attrazione, bisogna precisamente derivare
mediante le (391), le autofunzioni di spin, corrispondenti  alle  quattro coppie di valori (393) per ed ; otteniamo:
noi attribuiamo  alle  forze in generale (come agli sforzi muscolari, che,
quando si assumano per le a le espressioni (267),  alle  quattro equazioni seguenti (equazioni diDirac per
generico istante t, una qualsiasi configurazione C, dando  alle  q h valori qualsivogliano, si otterrà una generica
e relativa all’istante consecutivo t + dt, dando nelle (2)  alle  q h, e a t gli incrementi arbitrari (e fra loro
che le risultano quantità piccole rispetto  alle  E (del primo ordine). Si noti che, nel caso della
bensì l’arco di funicolare, cosicché deve essere legato  alle  x, y, z dall’equazione differenziale caratteristica
(piana) a), b), c), testé precisata, ottempera  alle  condizioni di equilibrio.
le particelle del sistema le quali sono intimamente legate  alle  correzioni relativistiche che saranno introdotte al cap. V.
questa matrice, si passa dalle componenti del vettore f  alle  componenti rispetto ai nuovi assi dello stesso vettore,
eindipendenti) d x i, d y i, d z i, che essa è equivalente  alle  3N identità
due autofunzioni yn, ym, della (14), relative  alle  condizioni (α), ed appartenenti a due distinti autovalori
proprietà si estende  alle  proiezioni su di una giacitura qualsiasi. Per provarlo
da X i, Y i, O i e, rispettivamente X, Y, O; onde in base  alle  due prime delle (12) si conclude appunto che la proiezione
rispetto all’indice i da 1 ad N, si ottiene, in base  alle  (25), (26), l’equazione
i due ultimi fattori si sono già normalizzati conformemente  alle  (231) e (244), risulta che R dovrà essere normalizzato in
cui si vede che le sono ordinariamente piccole rispetto  alle  (ossia, sono piccole rispetto a ). Sostituendo nella (277)
elementari assimilabili a dischi mediante piani paralleli  alle  basi, e si sfrutta la formula dell’esercizio 5).
d'intensità H. Questa seconda forza è data, conformemente  alle  leggi dell'elettrodinamica, dall'espressione
ora, oltre  alle  autofunzioni definite dall'equazione (7), un altro sistema
il vettore f avrà certe componenti espresse, similmente  alle  da
di forze agenti su di un sistema, si intende alludere  alle  sole forze esterne.
qua segue subito, badando  alle  condizioni di equilibrio degli anelli (nodi) P e Q, che il
converrà supporre queste ortogonali e normalizzate rispetto  alle  y, e allora (supposte le normalizzate rispetto alle x) le
alle y, e allora (supposte le normalizzate rispetto  alle  x) le costituiranno un sistema di funzioni ortogonali e
infine che, per contrapposto ai vettori e  alle  grandezze vettoriali (cioè rappresentabili con vettori), i
matematico (v. bibl. n. 33): noi ci limiteremo qui  alle  nozioni essenziali della loro teoria.
determinabile tanto più esattamente quanto più grande è n.  Alle  prime orbite (p. es. n = 1, 2...) non si può attribuire
 Alle  considerazioni del § prec. sulle dimensioni delle grandezze
che l’espressione di Q è omogenea di grado n 1 rispetto  alle  lunghezze, omogenea di grado n 2 rispetto ai tempi e
n 2 rispetto ai tempi e omogenea di grado n 3 rispetto  alle  masse, si scrive
secondo ordine. Troviamone le espressioni esplicite in base  alle  (20) e (21).

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