Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La Stampa

367052
AA. VV. 1 occorrenze

Piuttosto, se vogliamo trovare, accanto al libro di Campanile, un nome di maestro, subito dalla penna ci cade quello di Jerome Klapka Jerome. Né pensiamo del tutto ingiusto il riferimento e il ricordo. Il gusto cronistico della narrazione, la piattezza disadorna e quasi volontaria dello stile, l'asciutta povertà della lingua, la inesorabilità dei dialoghi tambureggianti, lo snodarsi e l'intersecarsi delle divagazioni, sono le evidenti ed essenziali caratteristiche dei due scrittori. Aggiungasi poi il metodo, comune tanto al Jerome quanto al Campanile, di attribuire a più persone la paternità d'un dato fatto, che varia dall'uno all'altro (chi non si ricorda, del primo, la storia della trota, in Tre uomini in una barca?), e l'abitudine della elementare contradizione, per cui il comico finisce per essere un gioco scoperto: e sarebbe stato strano, se la trota fosse stata imbalsamata, ma non lo era.

Corriere della Sera

368358
AA. VV. 3 occorrenze

Accanto all'elenco delle presenze, c'è la firma della giovane italiana che fino a ieri si riteneva potesse essere la donna trovata morta sulla spiaggia della città santa indù il 18 dicembre. E proprio quelle due firme provano che la vittima non può essere lei: la donna sconosciuta, che aveva sul seno un tatuaggio uguale a quello di Maddalena, fu uccisa infatti il 16 dicembre. La polizia indiana avrebbe accertato anche che Claudio Fabris, il trentanovenne fidanzato della ragazza, si era effettivamente recato a Puri per cercarla dopo che Maddalena non si era presentata ad un appuntamento per Capodanno.

Di punto in bianco accanto a Gatto Silvestro compare Silvestrino, al seguito di Ezechiele Lupo arriva Lupetto. Braccobaldo si ritrova per casa Ribaldino (creato in Italia nel 1967 per le pubblicità del formaggino Mio). Pippo (che aveva già il geniale nipotino Gilberto) deve fare i conti con Pippo Jr detto Max, Paperina si rivede nella piccola Gaia. Topolino in Tip e Tap e così via.

Né è senza significato che l'articolo in questione venisse pubblicato in prima pagina, accanto ad un editoriale intitolato «Mussolini e la dottrina del fascismo». Il problema non è di dare un giudizio sulle posizioni politiche di Moravia Quel che va sottolineato è il aiole che il linguaggio e il contesto giocavano nel determinare la ricezione dei suoi scritti durante il fascismo e, viceversa, l'influenza che questa ricezione ha avuto sulla posizione di Moravia rispetto al regime. Per certi versi, Moravia era una figura atipica ma, come molti intellettuali italiani di quegli anni, egli ricorreva a strategie micro politiche fondate sulla manipolazione del linguaggio e sugli spazi offerti dal regime. Lo studio di queste pratiche culturali è importante perché permette di capire meglio l'esperienza di una generazione di intellettuali che visse e lavorò durante il fascismo.

Il Corriere della Sera

369664
AA. VV. 1 occorrenze

I morti, pel loro stato, destavano raccapriccio; si raccolsero in grande quantità per trasportarli al cimitero; ma i cavalli stanchi si rifiutarono di camminare e i cadaveri, avvolti in un lenzuolo bagnato di sublimato, rimasero accanto alle macerie. Il giorno dopo vennero seppelliti. Fino a ieri mattina i cadaveri estratti sommarono a 105.

Il Corriere della Sera

370240
AA. VV. 1 occorrenze

A questa interrogazione l'Idea Nazionale, fa seguire un lungo commento nel quale è detto che, se è vero il triste fenomeno del rimboscamento - comune, del resto, a tutti gli eserciti - è tuttavia a deplorarsi la particolare disposizione creatasi a giudicar male tutti coloro che, pur collaborando e servendo la guerra, non sono in trincea e accanto ai pezzi d'artiglieria. Data la necessità di una salda e precisa organizzazione sussidiaria della guerra, è ingiusto il giudicare male coloro che della ponderosa macchina sussidiaria della guerra formano gli ingranaggi vitali. Ora è più specialmente su questo tema che gli anonimi insistono. Ma qualunque sia il motivo che li spinge, il giornale esorta a respingere dalla vasta gerarchia militare l'osceno aiuto della denuncia anonima.

Il Corriere della Sera

370560
AA. VV. 1 occorrenze

Accanto ai pianoforti però spiccarono per novità di costruzione gli armonium della ditta Graziano Tubi, sia per presentarne uno a sei ottone, vale a dire con un ottava meno del pianoforte, sia nel presentarne un altro a 16 registri che può in piccole chiese funzionare da organo.

La Stampa

371613
AA. VV. 7 occorrenze

Ieri sono arrivate decine di telefonate: «Se non ci saranno intoppi burocratici - osservano gli amici - il nostro "Baffo" potrà essere sepolto accanto ai suoi genitori».

La squadra dovrebbe essere quella di Cesena, con il dubbio Thuram estemo destro o centrale: nel primo caso giocherà Ferrara accanto a Legrottaglie, nel secondo Birindelh a destra. Per il resto promozione a pieni voti per Olivera come vice Camoranesi e Zambrotta che avanza a centrocampo lasciando il posto a Pessotto in difesa. I preliminari non scuoteranno i tifosi, la Juve prevede poco pubblico e chiuderà il terzo anello del Delle Alpi. I biglietti sono in prevendita da stamane nelle ricevitorie della Lottomatica, domani cancelli aperti alle 19, due ore prima dell'inizio che per esigenze di palinsesto di Canale 5 è stato spostato alle 21. Prezzi molto popolari: 10 euro le curve e il settore Est, 15 l'Ovest 1° livello, 25 le poltroncine blu. II Djurgarden che ha eliminato il Kaunas (0-0 in casa, 2-0 in Lituania) arriva stamane portandosi appresso una scia di polemiche. In campionato stenta parecchio, sabato nell'anticipo della 15" giornata la formazione di Stoccolma ha pareggiato 1-1 in casa con il Landskrona, penultimo in classifica. La squadra allenata da Jonevret è settima in graduatoria con 18 punti, a 12 lunghezze dalla capolista Halmdstad. Capello ha fatto osservare il Djurgarden da Corradini nella trasferta lituana. Rapporto: squadra dì non eccelsa levatura, ma robusta. A Kaunas ha dimostrato dì avere una difesa arcigna. Il passo falso di sabato si spiega anche con il fatto che l'allenatore ha tenuto a riposo alcuni titolari in vista della Champions. Giocatori di maggior spicco della squadra svedese sono due centrocamposti: Andreas Johansson e Abgar Barsom, quest'ultimo ha una passione per il Napoli. C'è anche un giocatore che conosce l'Italia: si tratta del difensore Johan Arneng che ha vinto il campionato Primavera con l'Empoli. A Stoccolma credono nell'impresa della vita e saranno oltre 1000 i tifosi presentì domani sera al Delle Alpi. Sarebbero stati il doppio se avessero reperito gli aerei per il viaggio della speranza. C'è un curioso precedente fra le due squadre. La Juve allenata dal Trap affrontò il Djurgarden nel primo triangolare da 45' della storia. Dalla sfida con gli avversari di domani ì bianconeri uscirono sconfitti per 0-1.

Ma non sono mancate le notizie, alcune clamorose Come l'annunciato divorzio tra la BAR e Jenson Button, intenzionato a passare nel 2005 alla Williams, per correre accanto all'australiano Mark Webber. Ieri si sono incontrati il ventiquattrenne pilota inglese e il manager della squadra di Brackley, David Richards. Il driver, al termine della riunione ha detto: «È stato un meeting costruttivo. Ribadisco che voghe andare alla Williams. Non per soldi. Ritengo sia la scelta migliore per puntare al titolo mondiale, l'obiettivo della mia carriera». Per il momento la BAR non ha replicato, ma pare essere intenzionata a adire alle vie legali, anche se evidentemente Button per agire così deve avere trovato qualche piega nel contratto che gli consente di liberarsi. A questo punto, forse è meglio lasciarsi. Jenson ha promesso il massimo impegno nelle sei gare ancora da disputare. Ma con quale sostegno da parte della sua ormai ex-squadra? La Honda, fornitrice non solo dei motori ma anche di tecnologia e di uomini, non deve avere gradito. Ed è per questo motivo che Richards avrebbe intavolato immediate trattative con Mike Hakkinen, intenzionato a ritornare alle corse, dopo stagioni sabbatiche, come a suo tempo fecero Lauda, Prost e anche Alan Jones, tutti e tre campioni del mondo. Di sicuro la situazione è strana, per gli avversari della Ferrari. Alla McLaren c'è solo Raikkonen col coltello fra i denti; Coulthard è impegnato a cercarsi un posto per il prossimo anno. Montoya gareggia per la Williams ma è già della McLaren, Button non troverà un clima disteso in squadra; Trulli (Toyota o BAR, si saprà a breve) esce dalla Renault che ovviamente punta su Alonso. La Toyota ha sostituito Da Matta con il test-driver Riccardo Zonta; la Williams in assenza forzata dì Ralf Schumacher (anche luì comunque già accasato con la squadra giapponese) continua con Pizzonia. Insomma non c'è grande serenità nell'ambiente. Ma è chiaro che un pilota vorrebbe sempre fare il possibile per mettersi in evidenza, magari per farsi rimpiangere. Sempre che la sua squadra lo metta nelle condizioni migliori per battersi.

Accanto alla Ganassi che, oltre alla coloratura di forza, sa cogliere anche i lati umani di Elisabetta e, in particolare, la straordinaria dolcezza dell'ultima aria, molto bene hanno fatto Mariola Cantarero (Matilde), Antonino Siragusa (Norfolc) Bruce Sledge (Leicester): tutti sono apparsi consapevoli delle esigenze stilistiche imposte dal belcanto rossiniano, e accumunati, alla fine, da applausi scroscianti.

Qui c'è l'angolo dove si svolgeranno le conferenze stampa di apertura e chiusura e quelle dei medagliati, accanto quello accogliente dove la Città di Torino, fra le 19 e le 22, offrirà aperitivi a base dei suoi famosi vermut. Il ristorante poi sarà in grado di sfornare dai 500 ai 700 pasti al giorno, dice Zambernardi, un pranzo e due turni di cena: per questo bisognerà prenotare, saranno bene accetti tutti gli atleti, i dirigenti federali, del Cio, autorità regionali e comunali. A Casa Italia ci sarà anche un piccolo studio della Rai per celebrare eventuali trionfi azzurri perché, è bene ricordarlo, questa è soprattutto la casa degli azzurri, che con le loro imprese rendano più bella l'iniziativa. Imprese o storie, perché ce ne sono di belle anche se non vittoriose, e qui possono riviverle, raccontarle. La Città di Roma avrà un suo stand per la promozione del suo sport, della sua moda, del suo turismo: non mancherà il sindaco Walter Veltroni, che terrà una conferenza stampa il 13 agosto e verrà anche la sua vice, Mariapia Garavaglia. Altaroma - l'agenzia per la moda - organizzerà anche una sfilata, Il tutto si intitolerà «Futuro di un grande passato». Il ministero delle Politiche agricole, poi, presenterà il progetto Buonitalia, a supporto dell'agroalimentare italiano (atteso, fra gli altri il ministro Alemanno) e anche quello dell'Ambiente avrà un suo stand. L'ospite Torino 2006 avrà lo spazio maggiore per illustrare tutte le sue iniziative. A sorvegliare e disciplinare l'andirivieni di autorità e Vip, Alessia Balbetti della MKA, maestra di cerimonie di tante Case Italia e del concorso ippico di Piazza di Siena. Le serate saranno allietate da spettacoli musicali. Il successo di Casa Italia appare scontato. Per cui non si dimentichi chi è invitato: occorre la prenotazione.

Lo spiega molto bene il co-fondatore Conte allorché racconta come su quel termine, «mitomodemismo», si sia accanto il solito coro; «i vili, gli ipocriti, i paraculi, i conformisti, gli zombi». Tutti a boicottare le tesi mitomoderniste, tutti d'accordo a soffocare il non soffocabile. Anche perché, malgrado il complotto dei vili, degli zombie e dei paraculi, almeno un risultato la misconosciuta e sabotata rivoluzione mitomodernista l'ha ottenuto. Questo, ben raccontato dal co-fondatore Stefano Zecchi: «se il movimento non è riuscito a imporsi, le idee si sono fatte strada. Il mio volume, L'artista armato è diventato un Oscar best seller della Mondatori». Ecco, alla faccia dei vili che complottarono contro il mitomodernismo senza che nemmeno gli italiani se ne accorgessero. BAMBINATE. Che c'entra? C'entra, c'entra. Con comprensibile indignazione, Lidia Bavera bolla con parole di fuoco l'osceno traffico di bambini e bambine venduti in Italia con tanto di listino prezzi. Poi però, nel furore della pur serrata argomentazione, la scrittrice introduce un elemento di gravità straordinariamente minore, una bega tra letterate, un conflitto tra nomi eccellenti della letteratura. Tutto ha un prezzo in questo sistema, sostiene infatti la Ravera, tanto che «se i tuoi libri godono d'un folto gruppo di lettori, l'editore caccia un anticipo più alto e tu sei un "più grande scrittore" (vedasi il settimanale Panorama che diploma così Margaret Mazzantini)». Che c'entra la povera (non nel senso degli anticipi editoriali) Mazzantini con l'immonda tratta dei bambini? Niente. Però c'entra. Non si sa bene perché, ma c'entra. Chissà. PREGIUDIZIO. L'accecamento ideologico e la furia manichea fanno smarrire molto spesso il senso di realtà, ma anche lasciano che si dissolva l'elementare rispetto per i fatti, l'aderenza alle cose minime, la mera concatenazione oggettiva degli accadimenti. Sul Riformista Dimitri Buffa scrive al direttore: «Il Manifesto di oggi pubblica la foto di una donna israeliana che piange per la propria casa distrutta da un missile kassam dei palestinesi», E dunque? E dunque, è il passaggio decisivo quello che spiega tutto: «però nella didascalia scrive: “Gli effetti devastanti dell'ultimo raid israeliano nei territori occupati”». La vittima diventa carnefice e viceversa. Non il racconto dei fatti, ma la solita, indistruttibile vocazione a separare i buoni dai cattivi anche se nella foto - i cattivi sono i buoni e i buoni sono i cattivi. Peccato. OSSESSIONE. La veemenza della contrapposizione ideologica, inoltre, tende a far adottare comportamenti identici a quelli deplorati in precedenza in circostanze diverse. Massimo Cacciari, per esempio, è sempre stato un fiero avversario della caccia alle streghe che assume a bersaglio i «cattivi maestri». Eppure, intervistato da Repubblica a proposito del modo discutibile con cui le forze di sicurezza negli aeroporti italiani trattano la gente di colore; non entra nel merito della questione ma se la prende all'improvviso con «illustri scrittori come Oriana Fallaci, commentatori come Baget Bozzo, insigni editorialisti di grandi giornali» . E poi, non pago, auspica editoria i «contro la Fallaci e Baget Bozzo, non contro i doganieri di Venezia». Una fissazione, una mania, una guerra contro i presunti «cattivi maestri». Ieri la crociata contro i «cattivi maestri» non si doveva fare. Oggi sì. Ecco. CORRENTONE. Un dubbio assale il lettore dell'intervista che sul Corriere della Sera il sindaco cosentino Eva Catizone ha rilasciato a Dino Martirano sul noto affaire politico-amoroso che ha surriscaldato le cronache dell'estate. La Catizone dice infatti: «penso che un partito guidato da un presidente riformista come Massimo D'Alema non si esprimerà in modo negativo». In che senso? Che diavolo c'entra il riformista D'Alema con questa storia? Il privato è politico.

Qualcosa del suo pensiero i sei milioni di turkmeni lo hanno già imparato: perché il libro è depositato in tutte le moschee accanto al Corano che, poveretto, sfigura un po' a fianco di quella enciclopedia. Ogni giorno negli uffici pubblici una sosta provvidenziale consente a riverenti impiegati e funzionari di ripetere ampi stralci dell'opera. Ai renitenti accudisce la televisione, che nel palinsesto dedica ore alla lettura commento e ripetizione del testo. Non c'è il rischio che i sudditi vengano distratti da spettacoli empi e leggeri: le antenne satellitari sono giudiziosamente proibite. In auto invece l'inesauribile tormentatore dei propri simili concede una tregua: alcuni anni fa, per ragioni rimaste misteriose, ha vietato le radio. La velocità è la passione di questo presidente che ha aggiunto alla carica l'aggettivo perpetuo. Ama guidare a tavoletta per le vie di Ashkabad, sgusciando dal palazzo - poco sobrio incrocio tra il Vaticano e il Taj Mahal - dove accudisce il potere. Gli agenti sbarazzano a randellate le vie, cacciando le auto in mostruosi ingorghi laterali. Il peggio tocca ai pedoni terrorizzati, costretti a gettarsi nei fossi e nei portoni. Il presidente ha il piede pesante e non rallenta certo per un suddito molesto. Anche perché al suo passaggio scatta una scenografia realizzata per chilometri, dopo aver raso al suolo avvilenti quartieri abitati da povera gente. Una sfilata di fontane, cascate e giochi d'acqua: come per miracolo, via via che la Mercedes nera fila a tutto gas, con l'autista terrorizzato e inutile a fianco del presidente, le acque zampillano, le cascate scrosciano, i torrentelli si riempiono. Per poi spegnersi mestamente non appena il dio dei turkmeni svanisce in un rombo. La sua silhouette massiccia dilaga presidia occhieggia sovrasta. A piedi a cavallo in doppiopetto a mezzo busto o intero. Vestito da nomade e da banchiere, piccolo grande enorme sorridente pensieroso corrucciato paterno, in pietra calcare marmo porcellana cartone seta plastica. E in oro. Una delle statue è stata coperta di lamine massicce e, mossa da un ingegnoso congegno, ruota come un girasole durante la giornata inseguendo con il suo occhio indagatore i passanti. Dicono che persino un collega non certo estraneo al culto della personalità, il kazako Nazarbayev, alla vista di quella ciclopica stravaganza abbia mormorato che gli sembrava un po' troppo. Niyazov comunque non esaurisce i suoi sforzi architettonici nell'autocelebrazione. Ha predisposizione per il monumentale, tutto deve rivaleggiare con la torre di babele. Ha appena annunciato una nuova realizzazione nel cuore del deserto turkmeno, dove temperature terribili calcinarono eserciti carovane tribù: costruirà un gigantesco palazzo del ghiaccio. «I turkemi - ha detto - hanno il diritto di pattinare come gli altri». Il mostruoso e costosissimo falansterio si affianca alle centinaia di alberghi di lusso costruiti alla periferia della capitale e desolatamente vuoti. Niyazov era certo che milioni di stranieri sarebbero accorsi ad abbeverarsi alla mecca del suo pensiero. Ha fatto costruire nel suo paese natale ima moschea più grande di quella di Istanbul. Dicono che le barbe e i denti d'oro lo mandino in bestia: ora sono vietati. Non chiediamoci se Niyazov è un pazzo, un caso clinico di schizofrenia del potere. Niente affatto: sa che incrociando Stalin e Gengis Khan si affascina un popolo intorpidito da secoli di rassegnato assolutismo. Le galere comunque sono piene. E chi è seduto su un enorme barile di 155 trilioni di metri cubi di gas e sei miliardi e mezzo di tonnellate di petrolio può permettersi qualche stramberia.

Il Nuovo Corriere della Sera

372268
AA. VV. 6 occorrenze

Sta di fatto che il cadavere dello Skolnikov veniva trovato accanto all'automobile, quasi interamente carbonizzato, dopodiché la polizia spagnola avrebbe tratto in arresto quattro agenti segreti francesi che confessarono di avere abbattuto il loro prigioniero mentre tentava di fuggire.

Accanto a questi lussuosi e insaziabili pachidermi atlantici, sono schierate innumerevoli macchine continentali: le inglesi, dall'imponente Rolls Royce alla piccola Morris; le tedesche con la Mercedes all'avanguardia le francesi con la nuova Citroen D.S. 19 e con la Rénault, che presenta l'elegante «Frégate» a un prezzo invariato e incredibilmente basso.

Per John Wayne questi ruoli da rude eroe sembrano fatti apposta ed accanto a lui c'è una Turner avvenente e levigata come al solito. Lyle Bettger, David Ferrar e Tab Hunter fanno da contorno.

Il Boarato, che non aveva documenti indosso e si trova tuttora in stato di incoscienza, giaceva accanto a un ciclomotore: attraverso questo veicolo è stato possibile risalire dal fabbricante al rivenditore e al proprietario, appunto il ferito, riconosciuto dai parenti. Il Boarato, sabato sera verso le 22, era partito col ciclomotore alla volta di Morbegno, per far visita a un fratello. Che cosa può essergli accaduto? È possibile che egli sia stato vittima di un investimento e abbandonato sulla strada da individui poco scrupolosi, ma non si esclude l'ipotesi di una aggressione. Infatti, non è pensabile che egli possa essersi messo in viaggio senza il portafogli con documenti e danaro.

Vinciguerra, infine, non si è associato alla postuma idealizzazione di Giolitti, che non pochi mettono tanto spesso accanto a Cavour.

La Casa torinese ha poi accanto alla nuova «600» che è il polo di attrazione più sensibile dell'esposizione i già conosciuti tipi delle 1100, 1400 e 1900.

La Stampa

372430
AA. VV. 3 occorrenze

«Non abbiamo visto Cossiga - ha continuato - ma c'è stato raccontato che a causa dell'incidente era caduto e ha detto a quelli che erano accanto a lui di non muoversi perché la carrozza era in bilico. Abbiamo saputo che sul pendolino c'è una scatola nera come sugli aerei e questo dovrebbe permettere di capire la causa. Le condizioni meteorologiche erano buone a Piacenza mentre prima e dopo abbiamo trovato nebbia. Quanto ai soccorsi e all'assistenza di polizia e ferrovie sono stati encomiabili». Un altro passeggero del pendolino deragliato, Marco Bonarrigo, anch'egli giornalista di «Bicisport», ha raccontato che prima dell'incidente il treno «non andava velocissimo. Io leggevo i giornali e ho sentito una forza che ci ha spostato in avanti».

E il sindaco Formentini era seduto in prima fila accanto a un Bossi con moglie e figli, e c'erano Pagliarini e tutti gli assessori. Ogni tanto un urlo dalla platea o dalla galleria: «Bossi!». Applausi, slogan, autografi. Assente al gran completo il cosiddetto mondo della cultura, che ha criticato fino all'ultimo le scelte della giunta comunale. Non c'era il nuovo direttore Lang e non c'era Carnerana, il presidente del consiglio d'amministrazione, né alcun consigliere. C'era invece l'avvocato Dotti, l'ex parlamentare di Forza Italia. I cronisti assediano Bossi, in luminescente cravatta verde pisello. Che significato dà a questa manifestazione-spettacolo? «Un simbolo: la città riparte. La gente voleva vedere il teatro aperto, e con la Lega c'è riuscita». Perché tanti artisti hanno rifiutato di intervenire? «Siamo in un Paese russo e fascista. Una volta gli artisti li seppellivano fuori dalle città perché li consideravano eretici: bene, io sto con gli eretici, perche la Lega è una forza eretica. Non sto con gli artisti che si fanno seppellire nei Palazzi». Ha mai visto uno spettacolo di Strehler? «Non credo. Forse qualcuno». Adesso verrà più spesso a teatro? «Debbo occuparmi di un altro teatro, il teatrino politico. Non ho tempo per quello serio». Il discorso si allarga, passa alla politica stretta, alla Bicamerale: «Essa non ha niente a che vedere con le riforme - dice Bossi -. Il suo unico significato è che Berlusconi vuol tenere in piedi il governo Prodi. Nient'altro. Non so che cosa diano in cambio a Berlusconi, ma so che la Bicamerale non c'entra nulla con le riforme». Il sindaco Formentini è stato netto: «Il Piccolo potevamo lasciarlo come l'abbiamo trovato tre anni e mezzo fa: incompiuto dopo tredici anni. Sarebbe restato come monumento a Tangentopoli e allo spreco. Invece, per rispetto ai soldi spesi dai milanesi, abbiamo voluto finirlo: e l'abbiamo finito. Ho visto una coppia di sposi che entrava: "Prendetevelo - gli ho detto -. È roba vostra”». All'uscita, gruppi di leghisti saltavano e gridavano: «Chi non salta, un italiano è». Non è stata un'inaugurazione ufficiale: quella verrà più avanti, in maggio, con l'avvio del Cinquantenario del Piccolo. È stata invece una «presentazione», una «festa popolare», come l'ha definita l'assessore alla Cultura Philippe Daverio. Una festa che è parsa soprattutto della Lega. Le opposizioni ripetono: questa presentazione è propaganda in vista delle prossime elezioni comunali.

Al di là della macabra moda del momento (non c'è giornata in cui non si registri un episodio di violenza legata al lancio di sassi) la stessa zona, due anni fa, fu teatro di un episodio analogo: accanto alla tangenziale che da Torino porta a Caselle alcuni giovani furono fermati con l'accusa di aver scagliato delle pietre dalla massicciata sulla ferrovia. Non c'erano stati feriti, ma il fatto aveva comunque suscitato molto clamore. Un precedente caso di agguato contro un autobus, invece, si era verificato nell'agosto 1994, a Borgaro. In quel caso però non c'erano stati feriti. Ma erano stati trovati i responsabili: tre ragazzini nomadi erano stati fermati e accompagnati in questura. Una vicenda che i giornali seguirono con un certo clamore, anche perché era quello il periodo della scoperta della prima «moda» dei sassi. E clamore fra i passanti ha pure scatenato il fatto accaduto ieri sera ai danni del pullman numero 46. La gente, già impaurita per il dilagante fenomeno dei massi scagliati dai cavalcavia e ormai anche sui treni in corsa, si domandava, di questo passo, dove si finirà: «Anche contro i mezzi pubblici e in piena città - commentava allarmata una ragazza -, che vigliacchi ».

La Stampa

375642
AA. VV. 2 occorrenze

Per la trasformazione del «Leonardi», il progetto è ormai pronto: prevede, accanto al centro riabilitativo, anche il grande poliambulatorio e gli uffici Usl Chiavari insomma non dovrebbe rimpiangere molto le degenze, trasferite nel ristrutturato e in parte nuovo nosocomio lavagnese. Ma l'87 sarà l'anno giusto?

Il mondo della droga, una realtà sempre più evidente anche in Valle d'Aosta, è alla base delle prime Indagini per accertare le cause dell'uccisione di Vincenzo D'Agostino e individuarne i responsabili, il cadavere del manovale è stato rinvenuto verso le 9 dalla polizia dopo una telefonata fatta al 113 da un cittadino: il corpo senza vita di D'Agostino giaceva accanto a una discarica, in parte nascosto da alcuni massi alla vista di chi transita sulla strada. L'Identificazione della vittima è stata immediatamente resa possibile dai documenti che aveva In una tasca dei pantaloni. Ad avvalorare la tesi dell'omicidio sono le condizioni del cadavere: il corpo presenta tracce di epistassi (perdite di sangue dal naso), terriccio nelle orecchie e apparenti ecchimosi, possibili conseguenze di una violenta colluttazione.

Corriere della Sera

377469
AA. VV. 6 occorrenze

Accanto a questa manifestazione Vittorio Salvetti presenterà la prima selezione del «Discoverde», venti motivi che verranno ridotti a otto da un referendum. Dalla passerella di Montecatini ne usciranno due che parteciperanno alla finalissima del «Festivalbar» a Verona.

Allarme e panico nella notte a Porta Vercellina per un incendio scoppiato nel solaio dello stabile di via Matteo Bandello 22, all'angolo con via Gian Battista Vico, accanto al carcere di San Vittore. Le fiamme, sprigionatesi verso l'1.20 per cause non ancora accertate, si sono in breve propagate al tetto lungo tutto il fronte del palazzo di tre piani trasformando la sommità del caseggiato in un immenso rogo. L'allarme, provvidenzialmente dato dal titolare di un'autorimessa situata in via Vico e da alcuni agenti di custodia in servizio sulle mura della parte posteriore di San Vittore, è valso a evitare una tragedia.

È vero invece - afferma l'avvocato Carpi - che in Italia, accanto a molte compagnie che si comportano correttamente, ne esistono di inadempienti, tra le quali quelle menzionate dall'ADAC. Nei confronti di queste ultime, l'ACI ha da tempo chiesto al ministero dell'industria la revoca dell'autorizzazione ad operare».

Quando cioè il Capo della Polizia, nelle cui mani è il potere autentico, come si è detto ieri cercando di riassumere la «trama» del Balcon, può allinearsi, nuovo modello sacrale, nuova immagine per immedesimazioni erotico-oniriche, accanto ai vecchi e ormai logori modelli del Vescovo, del Giudice e del Generale, scatta per Strehler una sorta di momento «logico» del dramma, una specie di agganciamento alla Storia che si può ben rendere con la visione brechtiana del penultimo quadro: il Capo della Polizia alto come un Arturo Ui sul blocco del suo mausoleo e a fargli da bassorilievo intorno al piedestallo, tutta la Società del Bordello.

Ma durante la giornata appare accanto a lui un altro personaggio, Denis Dussart di 24 anni, un giovanotto belga che Yuri ha conosciuto a Bruxelles l'anno scorso proprio al premio «Regina Elisabetta». I cronisti riferiscono che i due sono stati visti chiacchierare per ore nel bar dell'albergo. È Denis la causa della decisione di Yuri? Sta di fatto che come ha riferito ai cronisti il portiere del «Vittoria», Enrico Vitali, Yuri passa una dopo l'altra due notti fuori dell'albergo. Arriviamo a lunedì.

Prende respiro mentre gli interrogativi posti si disperdono nello sfoglio dei fascicoli; cade su alcuni punti (come si può vedere dal resoconto qui accanto), è costretto a ripetere troppe volte «una coincidenza». «Un caso». Ma poi si riprende, le mani ricominciano a muoversi, come pale; l'indice si punta in avanti, e sembra accusare; il pollice e l'indice si uniscono, e pare che tenga una lezione su come il tribunale dovrebbe comportarsi e come interrogarlo.

Il Nuovo Corriere della Sera

378945
AA. VV. 2 occorrenze

Secondo Storti, accanto all'azione degli organi pubblici «è necessario consentire e sollecitare l'azione delle associazioni private di autotutela», cioè dei sindacati come portatori degli interessi dei lavoratori. Il sindacalista prevedeva nella sua proposta di legge la facoltà del ministro del lavoro di autorizzare i sindacati al servizio di collocamento.

Accanto a compiti abituali - asfaltare strade, ospitare i bimbi all'asilo e compilare i ruoli di quello che i giuristi eleganti chiamano il «focatico» e il cittadino comune, ahimè, imposta di famiglia - la legge le concede ampia facoltà di cimentarsi nelle attività più stravaganti. Secondo l'articolo 1 della legge 15 ottobre 1925 numero 2.578, per esempio, il sindaco professor Pietro Bucalossi, cancerologo insigne, e i suoi sessantanove collaboratori di Palazzo Marino, possono macinare il grano e cuocere il pane, essicare il granoturco e quindi produrre il pop-corn, spargere le sementi, potare le viti, falciare il fieno, «lottare contro le cavallette e la formica argentina», vendere i ghiaccioli col manico, «costruire le fognature e utilizzare le materie fertilizzanti», abbattere i boschi, e (articolo 86 del regio decreto 3 marzo 1934) pascolare gli armenti. In compenso quelle stesse leggi negano all'organo esecutivo del Comune, e cioè alla giunta, il diritto di spendere come vuole due milioni e mezzo e cioè, di installare, in pratica, quattro paline di semafori.

La Stampa

380228
AA. VV. 3 occorrenze

Accanto ai protagonisti appaiono la famosa anziana caratterista inglese Margaret Rutherford, la graziosa Tippi Hedren e il figlio di Chaplin, Sydney; in brevi apparizioni si vedono ancora tre figlie di Charlot, fra cui la ormai famosa Geraldine.

Accanto ad essi sono stati ancora applauditi Domenico Trimardei, Anna Maria Rota, Agostino Ferrin, Giorgio Tadeo, Silvano Pagliuca, Franco Ricciardi, Luigi Paolillo e Mario Ferrara. Suggestivi i risultati ottenuti dal regista Sandro Bolchi che ha realizzato una perfetta fusione tra i vari elementi.

«Bisognerebbe mettere un nostro soldato accanto ad ogni militare e ad ogni burocrate vietnamita» , ha detto con amarezza un personaggio di Washington, turbato dalla triste realtà e dall'impossibile sogno.

Il Corriere della Sera

381487
AA. VV. 1 occorrenze

Entrate nella sala, al suono della Marcia reale, le autorità, fra cui il prefetto, il sindaco e il generale Cattaneo, che hanno preso posto sul palco accanto al presidente dell'Associazione dell'Arma di Cavalleria, cav. Giannino Radine Fossati, questi ha letto le molte adesioni, fra cui quelle del Conte di Torino, dei Duchi di Bergamo e di Pistoia e dell'on. Mussolini, e poi ha pronunciato applaudite parole per ricordare l'attività a le benemerenze dell'Associazione. L'avv. Zeno Verga ha quindi commemorato i cavalieri caduti e nella epica giornata del 20 maggio 1859 a Montebello, e ha colto l'occasione per ricordare l'ardente fratellanza che unì quel giorno gli eserciti d'Italia e di Francia e per auspicare che vincoli altrettanto saldi abbiano a tener uniti anche per l'avvenire i due paesi latini. L'oratore ha chiuso il suo applaudito discorso ricordando gli eroismi ed i sacrifici dei cavalleggeri nell'ultima guerra ed inneggiando alla grandezza della Patria.

Il Nuovo Corriere della Sera

381646
AA. VV. 1 occorrenze

La delegazione jugoslava era capeggiata dal vice-Primo ministro Stanoje Simic, che era coadiuvato dal vice-ministro degli Esteri, Alex Bebler, e da Leontic; la delegazione italiana era guidata dall'ambasciatore presso la Casa Bianca Alberto Tarchiani fiancheggiato dall'ambasciatore a Londra Nicolò Carandini, che gli sedeva accanto, mentre dietro ad essi erano seduti il marchese Meli Lupi di Soragna e l'esperto del Ministero degli Esteri, Casardi.

Corriere della Sera

382484
AA. VV. 5 occorrenze

Vittore al palazzo di giustizia, sullo stesso cellulare con lo psicanalista, ma per ragioni di carattere operativo la cosa invece avviene regolarmente. .In aula, poi, la Sangalli è seduta proprio accanto a Verdiglione, separata da lui solo dalla presenza fisica di un militare.

Accanto a lui inoltre entra nell'Alta Corte - primo caso nella storia americana di un giudice supremo di origine italiana - il giudice di corte d'appello Antonino Scalia, figlio di un'italo-americana e di un immigrato siciliano della provincia di Catania.

Per la parte del Novecento, pur tenendo conto che la prima mostra del Novecento Italiano di Margherita Sarfatti fu aperta nel 1926 proprio nel Palazzo di via Principe Umberto, gli ordinatori hanno pacificamente risolto la questione, che poteva essere di lana caprina tenendo conto che i possibili espositori sono in gran parte viventi e quindi aver voce non spiritica per protestare, esponendo la stessa collezione della Permanente in cui convergono la maggior parte dei protagonisti di questo lungo periodo in cui, accanto a mostre di soci pressoché annuali, si sono avvicendate manifestazioni di rilievo internazionale.

Accanto a questo vasto e vario movimento filosofico-religioso, cresciuto sul terreno del simbolismo, nel 1908 fece la sua comparsa un tentativo di fondazione religiosa del socialismo marxista con due libri, dei quali l'uno era appunto «Confessione» e l'altro era il primo volume di un'opera teorica di Lunaciarskij intitolata «Religione e socialismo»,(il secondo volume uscirà nel 1988).

Così nella lettera del 18 giugno 1927, che pubblichiamo integralmente qui accanto, se la piglia con Cesare Angelini e con Alessandro Pellegrini, tra l'altro amicissimi di Linati, mentre «Angelini ed altri in... ini» sono poco gentilmente qualificati «bestioni» nella lettera del 2 luglio dello stesso anno.

La Stampa

385055
AA. VV. 3 occorrenze

L'evoluzione di questo movimento vede oggi, accanto ai suoi caratteri originari di solidarismo e di socialità, altri tratti oramai acquisiti: la ricerca di una efficienza da «impresa», la conquista di mercati sempre maggiori, la diversa organizzazione interna del lavoro che ne consegue, una collocazione originale nel nostro sistema economico. Sono prospettive di sviluppo in parte raggiunte, in parte ancora da percorrere e rispetto alle quali la conferenza vuole essere un momento di verifica collegiale, per capire tutti insieme, operatori del settore e forze politiche, i problemi da affrontare: si pensi, uno per tutti, a quello dello sviluppo della cooperazione nel Mezzogiorno e al ruolo che il movimento può avere per il decollo civile ed economico di questa parte di Italia.

Questi dipinti non fanno parte del fondo (un numero sterminato di tele) della «Fondazione Carlo Levi» che sipropone la diffusione e la conoscenza dell'ammaestramento lasciano ai posteri da Levi pittore, da Levi scrittore, da Levi politico, da Levi uomo della Resistenza, da Levi Interprete lirico del Profondo Sud (pensiamo a Rocco Scotellaro): essi sono proprietà privata di Linuccia Saba, erede universale dell'artista, e vanno dal Ritratto in poltrona del 1928 (Il pittore torinese aveva 26 anni, da 4 s'era laureato in medicina, e già era accanto a Piero Gobetti, ai fratelli Rosselli, e apparteneva al gruppo del «dissenso» di Felice Casorati), appena precedente dunque la famosa mostra del «Sei pittori di Torino» (1929) di cui egli fece parte; e vanno fino al capolavoro del 1937, Autoritratto con camicia Insanguinata, dipinto con l'angoscia e lo strazio per l'assassinio dei Rosselli, una tela che può star vicino — ma più carica di ribellione — a qualsiasi Delacroix.

Aveva 30 anni, si chiamava Michele De Martino; ora i neonati, accanto al proprio nome, portano, tutti, anche quello del padre. La vedova è Maria Jannello, 24 anni, originaria di Bari; abitavano un piccolo appartamento in via Ruggero di Lauria 9. Stamane, la giovane è stata raggiunta dai genitori, molto preoccupati anche per la salute dei nipotini: Roberto, Tiziano e Davide sono infatti venuti alla luce dopo sette mesi di gravidanza. Sono stati posti in incubatrice, dove rimarranno almeno un mese. Nonostante pesino soltanto un chilo, i neonati sono vispi e sani; per la loro salute non ci dovrebbero perciò essere problemi.

La Stampa

385486
AA. VV. 1 occorrenze

I segni dell'evoluzione siriana sono più evidenti nelle edicole dei giornali; quasi scomparse le pubblicazioni occidentali; dominano i giornali locali e periodici sovietici in arabo, con accanto qualche rivista di fumetti cinematografici occidentali e grandi ritagli di copertine di settimanali italiani, con Sophia Loren. Sui marciapiedi, bancarelle per la vendita di libri sovietici e di testi comunisti. L'atmosfera di riserbo è tipica dei Paesi a regime totalitario. Nessun siriano ama parlare della situazione. Esprimono il loro malcontento soltanto i grossi commercianti e i venditori del Souk, ii vecchio mercato, dove gli affari sono scarsissimi, mancando gli stranieri.

Parisina

386519
D'Annunzio, Gabriele 1 occorrenze

L'uno accanto all'altra, senza disgiungere le labbra e le braccia, s'allungano nel letto dell'ombra per giacersi e morire.

Francesca da Rimini

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D'Annunzio, Gabriele 1 occorrenze

Accanto v'è un lettuccio, una sorta di ciscranna senza spalliera e bracciuoli, con molti cuscini di sciamito, posto quasi a paro del davanzale, onde chi vi s'adagi scopre tutta la marina di Rimino. Su un deschetto è uno specchio d'argento a mano, tra ori canne coppette borse cinture e altri arredi. Grandi candelieri di ferro s'alzano presso il coretto. Scannelli e predelle sono sparsi all'intorno; e dal mezzo del pavimento sporge il maniglio di una cateratta, per la quale di questa camera si può accendere in un'altra.

La fiamma

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Guastalla, Claudio 1 occorrenze

Sopra una tavola di marmo, due candelabri in bronzo; accanto,un seggio. Nella parte centrale, invece, la fantasia bisantina ha profuso oro e colori, e rivestito le vecchie mura quasi a imitare il Crisotriclinio. Tende negli intercolunni. Tramonto chiaro, al cominciar dell'atto; notte, alla fine.