Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abusivamente

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Regio decreto 30 marzo 1942, n. 327 - Approvazione del testo definitivo del Codice della navigazione.

17413
Regno d'Italia 1 occorrenze
  • 1942
  • LLI - Lingua legislativa Italiana
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La pena è dell'arresto da sei mesi ad un anno e dell'ammenda da lire mille a cinquemila: 1) se il fatto previsto nell'articolo precedente si riferisce all'assunzione di più persone; 2) se il colpevole è dedito a scopo di lucro al collocamento di appartenenti alla gente di mare o al personale di volo ovvero esplica abusivamente una attività, anche indiretta, intesa a procurare o a facilitare il collocamento della gente di mare o del personale di volo; 3) se il fatto si verifica in località dove esiste un ufficio di collocamento per la gente di mare o del personale di volo; 4) se il colpevole è fornito di un titolo professionale marittimo o aeronautico. In tal caso la condanna importa la sospensione dai titoli per la durata di un anno.

Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 - Nuovo codice della strada.

34222
Stato 1 occorrenze
  • 1992
  • LLI - Lingua legislativa Italiana
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La violazione di cui al comma 6 importa la sanzione amministrativa accessoria della rimozione dell'impianto e delle opere realizzate abusivamente, a carico dell'autore della violazione ed a sue spese, secondo le norme del capo I, sezione II, del titolo VI. La violazione di cui al comma 7 importa la sanzione amministrativa accessoria della sospensione dell'attività esercitata fino all'attuazione delle prescrizioni violate, secondo le norme del capo I, sezione II, del titolo VI. L'attuazione successiva non esime dal pagamento della somma indicata nel comma 7.

L'esercizio abusivo della professione medica e i danni alla salute collettiva (art. 348 c.p.) - abstract in versione elettronica

82895
Introna, Francesco 1 occorrenze
  • 2000
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L'art. 348 del codice penale punisce "chiunque esercita abusivamente una professione per la quale è richiesta l'abilitazione dello Stato...". Per i laureati in Medicina e Chirurgia o in Odontoiatria e Protesi dentale, la garanzia di un'adeguata professionalità deriva dal diploma di laurea, dal superamento dell'esame di Stato (abilitazione) e dall'iscrizione all'Albo dell'Ordine professionale. All'Ordine professionale lo Stato ha conferito il potere d'intervento disciplinare quando è violato il codice deontologico (il più recente è del 1998). Solo questi laureati possono fare diagnosi e cura, ma non per un "monopolio" ad essi conferito, bensì per garantire ai cittadini che il livello di prestazione professionale è quantomeno sufficiente. Coloro che non fanno parte di questa categoria commettono il reato di esercizio abusivo (art. 348 c.p.) e quindi pongono in pericolo la salute individuale e la salute collettiva. Le sentenze della Corte di Cassazione (il massimo livello giudiziario) hanno stabilito, salvo rare decisioni difformi, che l'esercizio è abusivo anche quando il non laureato impiega mezzi di diagnosi e/o di cure diversi da quelli della Medicina "scientifica". Infatti l'art. 348 c.p., esistente come garanzia per i cittadini, si riferisce (anche se in modo implicito) al "fine" della prestazione medica (difesa della salute) indipendentemente dai "mezzi impiegati per raggiungere lo scopo". In questi ultimi decenni l'esercizio abusivo ha assunto dimensioni gravissime e l'art. 348 c.p. non è più sufficiente per prevenire e per reprimere.

La detenzione a fini di noleggio e sanzionabilità penale - abstract in versione elettronica

89661
Mattina, Francesco 1 occorrenze
  • 2005
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.), relativamente alle sole ipotesi del noleggio e/o della concessione in uso, a qualunque titolo e purché realizzate abusivamente ed a scopo di lucro, di opere originali, di loro copie o supporti lecitamente ottenuti. In essa assume specifico rilievo l'abusività del noleggio rispetto a quella del supporto lecitamente posseduto dall'autore della violazione sanzionata, per il quale trovano applicazione le ipotesi di cui alla lett. c), art. 171 ter L.A. Infatti, l'acquisto, per quanto in sé lecito di un'opera protetta dal diritto d'autore, non attribuisce anche il diritto di noleggiarla o di concederla in prestito a fine di lucro. La sentenza fa da sfondo per ripercorrere le tappe più significative del percorso legislativo volto al rafforzamento delle misure di contrasto al dilagare delle molte ipotesi di violazione dei diritti d'autore.

La vendita coattiva degli immobili abusivi - abstract in versione elettronica

97405
Giusti, Giancarlo 1 occorrenze
  • 2007
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L'articolo affronta il problema dell'interpretazione da attribuire alla clausola di salvezza (prevista dall'ultimo comma dell'art. 17 l. 47 del 1985, ripreso dal comma 5 dell'art. 46 d.p.r. n. 380 del 2001) dalla sanzione di nullità dell'acquisto in sede esecutiva/concorsuale di immobili abusivamente edificati. La prassi degli uffici giudiziari ha spostato, nella sua grande maggioranza (della quale la sentenza commentata rappresenta un esempio), l'interpretazione estensiva che ammette la vendita, sia nel caso di concreta sanabilità del bene stesso che di esclusione di ogni possibile futura sanatoria. Nel secondo caso, correttamente, la sentenza commentata fa salvi i poteri autoritativi di acquisizione dell'immobile abusivo da parte della P.A., anche in danno dell'acquirente in sede giudiziaria. Essenziale, quindi, da una parte una valutazione adeguata dell'immobile, che mantiene comunque un suo valore di uso; dall'altra, la corretta informazione del possibile acquirente sull'effettivo stato giuridico dell'immobile posto in vendita.

La condotta del pubblico ufficiale che installi abusivamente un impianto di intercettazione su autovettura di servizio fra tentativo di abuso di ufficio e peculato d'uso - abstract in versione elettronica

99351
De Bellis, Mario 1 occorrenze
  • 2007
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Esaminando il caso di un pubblico ufficiale il quale installi abusivamente su una autovettura d'ufficio un apparato di intercettazione ambientale, al fine di spiare dei colleghi, l'A. ritiene condivisibili le statuizioni contenute in sentenza secondo le quali la condotta di installazione illecita dell'apparato di intercettazione integra gli estremi del tentativo di abuso d'ufficio e la condotta consistente nel portare l'autovettura di servizio da un tecnico che provvede materialmente all'installazione dell'apparato di intercettazione integra gli estremi del peculato d'uso, mentre critica l'ulteriore statuizione secondo la quale il mantenimento dell'apparato di intercettazione sul mezzo pubblico, mentre lo stesso è usato da altri pubblici ufficiali per l'espletamento delle loro pubbliche funzioni, integra gli estremi del peculato d'uso, ravvisando in tale situazione una mera distrazione del bene pubblico dal suo fine istituzionale, distrazione che non comporta peculato.

La tutela penale delle banche dati - abstract in versione elettronica

102735
Musso, Luca 1 occorrenze
  • 2008
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(e cioè alla disposizione che sanziona espressamente le violazioni dei diritti previsti dalla l. n. 633/1941), ma anche vagliando un'autonoma e diversa rilevanza penale delle modalità attraverso cui l'imputato ha realizzato l'illecito, procurandosi le informazioni contenute nella banca dati (in linea d'accusa accedendo abusivamente ad un sistema informatico ex art. 615 ter c.p. e commettendo una frode informatica ex art. 640 ter c.p.).

Il Consiglio di Stato si pronuncia in tema di illecito ambientale. La giurisdizione applicabile e il computo del termine prescrizionale - abstract in versione elettronica

104159
Baiona, Stefania 1 occorrenze
  • 2008
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Dall'altro lato, ponendo a confronto le opinioni della dottrina e gli orientamenti della giurisprudenza, si esamina come il Supremo Collegio aderisca ad un costante orientamento, affermando l'irrilevanza del parere favorevole, espresso dalla Pubblica Amministrazione riguardo al mantenimento dell'opera realizzata abusivamente, ai fini del computo del termine prescrizionale, data la natura permanente dell'illecito ambientale. Detto termine, infatti, può farsi decorrere soltanto dalla cessazione della permanenza dell'illecito.

La configurabilità dello stato di necessità nelle ipotesi problematiche di necessità economica e abitativa - abstract in versione elettronica

104747
Mereu, Andrea 1 occorrenze
  • 2008
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Il punctum dolens concerne l'ipotesi - frequente - in cui l'agente, in condizioni di indigenza e privo di alloggio, occupi abusivamente un immobile di proprietà altrui (art. 633 c.p.). In proposito ci si domanda se sia o meno configurabile l'esimente di cui all'art. 54 c.p. La decisione in rassegna - in linea con alcuni precedenti della giurisprudenza di legittimità degli ultimi dieci anni e segnando un distacco sempre più netto dal contrario indirizzo tradizionale - sposa la tesi positiva che afferma la sussistenza dello stato di necessità in simili casi.

Lottizzazione abusiva, confisca e buona fede dei proprietari estranei al reato: revirement della Cassazione? - abstract in versione elettronica

108721
Scarcella, Alessio 1 occorrenze
  • 2009
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La Corte di cassazione inaugura, con la sentenza in commento, un orientamento che sembrerebbe aprire uno spiraglio ad un revirement sulla possibile rilevanza dello stato soggettivo di buona fede in tema di confisca di terreni e costruzioni abusivamente lottizzate. Il giudice di legittimità, infatti, pur affermando di non discostarsi da un orientamento interpretativo consolidato offre, tuttavia, da un lato una possibile soluzione esegetica del giudizio di costituzionalità attualmente pendente relativo all'art. 44, comma 2, del d.p.r. 6 giugno 2001, n. 380 e dall'altro, pone autorevolmente le basi per il definitivo riconoscimento della natura di vera e propria "pena" della confisca nel reato di lottizzazione, così come di recente riconosciuto dalla Corte dei diritti dell'uomo nel noto caso di "Punta Perotti". Come si ricorderà, infatti, la CEDU, in sede di ricevibilità del ricorso, ha inizialmente riconosciuto che la confisca si rapporta a una "infrazione penale" fondata su disposizioni giuridiche generali, con finalità preventive e repressive, e quindi costituisce una "pena" ai sensi dell'art. 7 della Convenzione (nella specie comminata a danno di soggetti mai condannati in sede penale e che non hanno ricevuto alcuna indennità) e, dall'altro, nella recentissima decisione del 20 gennaio 2009, a conclusione della predetta vicenda, ha sottolineato come benché l'art. 7 CEDUk non faccia riferimento alla necessità dell'elemento soggettivo, il concetto di colpevole (come espresso sia nella versione inglese che in quella francese della Convenzione) farebbe necessariamente riferimento ad un legame di natura volontaristica ai fini dell'individuazione della responsabilità dell'autore, ciò perché sarebbe incoerente imporre l'accessibilità e prevedibilità della legge e poi consentire la punibilità a carico di chi non è stato in grado di conoscere la legge per un deficit interno di chiarezza e prevedibilità: si tratta di un passaggio importante ma forse estremamente rischioso per il sistema penale.

Lottizzazione abusiva: la natura giuridica della confisca all'esame di CEDU e Corte costituzionale - abstract in versione elettronica

109901
Angelillis, Ciro 1 occorrenze
  • 2009
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Con questa ordinanza la Corte di Appello di Bari solleva la questione di legittimità dell'art. 44, comma 2, del d.p.r. 6 giugno 2001, n. 380 (t.u. edil.) nella parte in cui prevede, in presenza di accertata lottizzazione edilizia abusiva, l'obbligo della confisca dei terreni e delle opere abusivamente costruite "anche a prescindere dal giudizio di responsabilità e nei confronti di persone estranee ai fatti, per asserito contrasto con gli artt. 3, 25, comma 2 e 27 Cost. ". Oggetto del contendere è la natura giuridica della confisca: la granitica giurisprudenza della Corte di Cassazione che fonda sulla tesi della natura amministrativa della confisca la possibilità di applicare la misura anche con le sentenze di proscioglimento con formula assolutoria diversa dall'insussistenza del fatto, è stata messa in discussione, nel recente passato, dalla CEDU e da questa ordinanza che, sulla base di comuni argomentazioni, hanno ritenuto la natura penale della confisca, così inferendone la contrarietà ai principi della Convenzione CEDU ed a quelli della Costituzione.

Uso illecito del computer in ufficio per connettersi ad Internet: peculato od abuso d'ufficio? - abstract in versione elettronica

110469
De Bellis, Mario 1 occorrenze
  • 2009
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., prendendo in esame il principio enunciato nella sentenza in esame (la condotta del pubblico ufficiale che si connette abusivamente ad Internet dall'ufficio è inquadrabile nel reato di abuso d'ufficio e non nel peculato), ripercorre la giurisprudenza relativa all'uso abusivo del telefono d'ufficio ed i pochi precedenti specifici all'uso di Internet dall'ufficio, approfondisce le questioni relative alla rilevanza del danno economico cagionato alla amministrazione ed ai controversi rapporti fra le condotte di appropriazione e distrazione e conclude nel senso che le energie, impulsi elettronici, attraverso i quali si realizza la connessione ad Internet, siano oggetto di una vera e propria appropriazione, il che giustifica l'inquadramento nella fattispecie del peculato.

Furto di energia elettrica - abstract in versione elettronica

118321
Arato, Ludovica 1 occorrenze
  • 2010
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La pronuncia correttamente afferma che la condotta di chi si allaccia abusivamente alla rete dell'ENEL, manomette il contatore e reitera in tempi diversi prelievi abusivi di energia elettrica, costituisce un unico reato di furto. Si analizzano, allora, le condizioni alle quali, pur in presenza di condotte naturalisticamente distinte, la legge e la dottrina ne ammettono l'unificazione in uno stesso reato (reato complesso, reato continuato, concorso di reati, moltiplicazione della medesima fattispecie legale nello stesso contesto spazio-temporale, reato permanente, reato abituale). Ci si sofferma sull'analisi dei reati permanenti e abituali, concludendo che, nel caso concreto, è possibile ravvisare un reato unico di natura eventualmente permanente.

L'abusivismo finanziario tra atto giuridicamente lecito e fatto penalmente rilevante - abstract in versione elettronica

119461
Sorbello, Pietro 1 occorrenze
  • 2010
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Anche a causa della tecnica del rinvio, l'incriminazione dell'attività finanziaria esercitata abusivamente costituisce spunto sulla funzione del diritto penale e su quale sia il bene giuridico, tutelato in via diretta o mediata dalla fattispecie. Il non chiaro confine tra l'atto di finanziamento giuridicamente lecito e l'attività di "concessioni di finanziamenti sotto qualsiasi forma", penalmente rilevante in assenza di autorizzazione, richiama considerazioni sulla sufficiente determinatezza della fattispecie e sulla conformità al principio di non sostituibilità della pena. Nella sentenza che si annota, il Tribunale ambrosiano sintetizza l'oggetto giuridico nella stabilità del sistema finanziario la cui tutela, nell'ultimo ventennio, ha interessato tanto la normativa nazionale quanto quella comunitaria ed internazionale. Spunti per ulteriori considerazioni in ordine alla meritevolezza di pena provengono dalla giurisprudenza comunitaria sul punto dei rapporti tra libertà fondamentali garantite dal diritto comunitario e diritto penale.

Recesso ad nutum e valutazione di abusività nei contratti tra imprese: spunti da una recente sentenza della Cassazione - abstract in versione elettronica

119501
Macario, Francesco 1 occorrenze
  • 2010
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La pronuncia suscita interesse, e certo non mancherà il dibattito in dottrina tra gli studiosi impegnati a discutere e ridefinire le linee guida del nuovo diritto dei contratti, anche alla luce dell'ampiezza argomentativa con cui la Suprema Corte ha ritenuto di motivare la decisione di cassare con rinvio una sentenza che, a dire del giudici di legittimità, non avrebbe valutato se il recesso ad nutum contrattualmente previsto fosse stato in concreto esercitato correttamente o, al contrario, abusivamente, in tal modo perseguendo il recedente fini diversi e ulteriori rispetto a quelli consentiti dall'ordinamento (è quasi testualmente una delle espressioni dell'articolata motivazione). Al centro dell'elaborato percorso motivazionale la Corte colloca il concetto, tradizionalmente materia di dibattito tra i giuristi di ogni epoca, di abuso del diritto, chiamato ad operare come criterio decisivo per la soluzione di una delle più frequenti controversie nei rapporti tra imprese attive nel settore della distribuzione commerciale

Direzione e Coordinamento nelle società a partecipazione pubblica alla luce dell'intervento interpretativo fornito dal "Decreto anticrisi" - abstract in versione elettronica

124689
Eballi, Irene 1 occorrenze
  • 2011
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Con il predetto intervento normativo il legislatore ha inteso "risolvere" i dubbi interpretativi sorti in ordine all'ambito soggettivo di applicazione della disposizione in esame, escludendo lo Stato dal novero dei soggetti "imputabili" che esercitano abusivamente attività di direzione e coordinamento di altre società. Il presente contributo, senza pretese di esaustività ma con la dovuta diligenza, si propone il fine di analizzare le conseguenze applicative derivanti dal predetto approdo ermeneutico, segnalando altresì ulteriori spunti interpretativi sottesi all'intervento normativo richiamato.

Misure tecnologiche di protezione e tutela penale dei diritti d'autore: l'esperienza applicativa italiana - abstract in versione elettronica

125855
Flor, Roberto 1 occorrenze
  • 2011
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., distinguere dalla "prevalente" finalità oggettiva o uso commerciale di eludere efficaci MTP o di rendere possibile o facilitare la loro elusione, la finalità soggettiva di utilizzare la tecnologia, di per sé neutra, per accedere abusivamente all'opera o utilizzare copie illegali o, ancora, per abusare dei profili autorizzativi al fine di fruire del prodotto oltre i limiti concordati con il titolare dei diritti esclusivi o connessi. Il giudice penale deve, dunque, valutare caso per caso se l'interazione fra componenti logiche e fisiche possa costituire effettivamente una MTP, in considerazione del carattere eccezionale delle forme di autodifesa tecnologica e dell'esigenza di tutela degli interessi, di pari rilevanza, dell'utente-consumatore.

La lottizzazione, abusiva tra oneri di diligenza dell'acquirente e (ir)responsabilità del notaio - abstract in versione elettronica

127757
Scarcella, Alessio 1 occorrenze
  • 2011
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Già in precedenza, infatti, la Terza sezione della Corte di legittimità, "internamente" competente alla trattazione dei rati in materia di edilizia e paesaggistica, aveva affermato che l'acquirente di immobili p terreni abusivamente lottizzati, per escludere la sua corresponsabilità rispetto al reato di lottizzazione abusiva, dovesse fornire la prova di aver agito in buona fede partecipando inconsapevolmente all'illecita operazione lottizzatoria, pur avendo adempiuto a doveri di informazione e conoscenza richiesti dall'ordinaria diligenza. Mai prima d'ora però, la Corte si era spinta fino a specificare, peraltro con particolare rigore, i contenuti di tali doveri di informazione richiesti dall'ordinaria diligenza. la Corte, inoltre, non sembra accontentarsi di gravare il compratori di oneri oltremodo gravosi, giungendo infatti ad escludere qualsiasi responsabilità del notaio rogante con argomentazioni che prestano il fianco a critiche.

Lottizzazione abusiva: niente confisca se il reato è prescritto - abstract in versione elettronica

128021
Scarcella, Alessio 1 occorrenze
  • 2011
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Un'interpretazione dei giudici di Piazza Cavour e, infatti, ormai nel senso di ritenere applicabile la confisca dei terreni o delle aree abusivamente lottizzate anche nell'ipotesi in cui il processo non si concluda con una sentenza di condanna. Dunque, anche in caso di sentenza di proscioglimento, non v'è possibilità per il contravventore di sottrarsi al provvedimento ablatorio, a condizione, però, che il giudice abbia accertato la sussistenza del reato nella sua duplice componente, oggettiva e soggettiva. Con la sentenza qui commentata, tuttavia, i giudici di legittimità, pur confermando la tesi sin qui sostenuta, compiono un passo in avanti. Ed infatti, dopo aver operato una puntuale ed approfondita ricognizione dell'evoluzione normativa e giurisprudenziale sul tema dei rapporti tra confisca e lottizzazione abusiva, ribadiscono la rigorosa esegesi secondo cui la prescrizione del reato previsto dall'art. 44, comma 1, lett. c), del DPR. 6 giugno 2001, n. 380, non "blocca" l'operatività della confisca dei terreni o delle aree oggetto dell'illecito lottizzatorio, delimitando, tuttavia, il perimetro di applicazione di tale principio. La soluzione offerta con il condivisibile arresto esaminato, è nel senso che ove la causa estintiva del reato sia maturata in data antecedente all'esercizio dell'azione penale, non v'è altra possibilità per il giudice se non quella di prosciogliere l'imputato: in questo caso, infatti, venuta meno la giurisdizione dell'autorità giudiziaria, compete all'autorità amministrativa l'adozione dei provvedimenti aleatori delle singole aree lottizzate, come prevede l'art. 30, comma 8, del D.P.R. n. 380 del 2001.

Il problema dell'indennità di espropriazione per gli immobili abusivi - abstract in versione elettronica

128235
Calogero, Armando 1 occorrenze
  • 2011
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Ove si tratti di immobile costruito abusivamente, ed in relazione al quale sia stata successivamente avanzata istanza di condono edilizio, ai fini della determinazione della condizione urbanistica dello stesso, necessaria per stabilirne il reale valore di mercato, e, quindi, determinare la relativa indennità, si richiede l'accertamento della circostanza dell'avvenuto rilascio della concessione in sanatoria, non essendo sufficiente la sola presentazione dell'istanza.

Rivelazione in giudizio di corrispondenza altrui e giusta causa: la condotta è scriminata solo se inevitabile - abstract in versione elettronica

130425
Mengoni, Enrico 1 occorrenze
  • 2012
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Un uomo prende cognizione, abusivamente, di una lettera indirizzata alla moglie e la produce nel giudizio di separazione che ha in corso contro di lei, al fine di provarne le effettive condizioni economiche. Condannato in primo grado, il soggetto ricorre per cassazione invocando un precedente - del tutto identico - nel quale l'illiceità della condotta era stata esclusa per giusta causa. La Corte, per contro, conferma la sentenza di merito, sostenendo che l'esimente di cui all'art. 616, comma 2, c.p, può esser applicata solo quando la rivelazione della corrispondenza sia, in concreto, inevitabile. L'A., richiamato il precedente orientamento, analizza il ruolo e la portata della giusta causa in rapporto alla fattispecie di reato qui in esame.

Rilevabilità d'ufficio dell'abuso di diritto a prescindere da qualsiasi allegazione delle parti? - abstract in versione elettronica

134605
Fantetti, Francesca Romana 1 occorrenze
  • 2012
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Nel nostro ordinamento il principio del divieto di abuso del diritto trova la sua derivazione, per quel che concerne i tributi armonizzati, da un principio generale del diritto comunitario, secondo cui i singoli non possono avvalersi fraudolentemente o abusivamente delle norme di tale diritto. In relazione ai tributi armonizzati, le pratiche abusive consistenti nell'impiego di una forma giuridica, o di un regolamento contrattuale, al fine di realizzare quale scopo principale, ancorché non esclusivo, un risparmio di imposta, consistono in abusi di diritti fondamentali garantiti dall'ordinamento comunitario e, pertanto, assumono rilievo normativo primario in tale ordinamento, indipendentemente dalla presenza di una clausola generale antielusiva nell'ordinamento fiscale italiano. Il rango comunitario e costituzionale del principio di divieto di abuso del diritto comporta la sua applicazione d'ufficio da parte del giudice tributario, a prescindere da qualsiasi allegazione, al riguardo, ad opera delle parti in causa.

Punti fermi ed elementi di criticità nella disciplina della sanabilità delle opere abusive in aree vincolate - abstract in versione elettronica

135579
Mele, Valentina 1 occorrenze
  • 2012
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Il T.A.R. giunge alle seguenti conclusioni: le opere abusivamente realizzate in aree vincolate sono sanabili dal punto di vista edilizio a condizione che risultino conformi alle leggi ed agli strumenti urbanistici; l'ottenimento del condono paesaggistico di cui alla l. 308/04 produce effetti limitati ai soli reati paesaggistici ed è pertanto inidoneo ad incidere anche sulla condonabilità degli abusi dal punto di vista edilizio.

Indebita compensazione e connotato fraudolento della condotta - abstract in versione elettronica

135711
Fontana, Filippo 1 occorrenze
  • 2012
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Dovendo decidere se possa qualificarsi come reato la condotta di indebita compensazione posta in essere prima dell'introduzione "ex lege" n. 248/2006 di una specifica figura di reato, la Suprema Corte ha dovuto valutare se nella condotta del soggetto che in tal modo abbassa abusivamente il proprio reddito imponibile siano ravvisabili gli elementi costitutivi del reato di truffa. I giudici escludono tale possibilità per mancanza, nel caso in esame, della connotazione artificiosa della condotta, e ritengono comunque penalmente sanzionabile il contribuente per l'illecito di indebita percezione di elargizioni a carico dello Stato. La soluzione sembra aprire la strada alla possibilità di inquadrare le condotte di indebite compensazioni, basate su malizie ulteriori, in fattispecie di maggiore gravità sanzionatoria.

Risarcimento del danno da protesto illegittimo, a nome del correntista, di assegni con firma apocrifa riconducibile a terzi - abstract in versione elettronica

137655
Frau, Riccardo 1 occorrenze
  • 2013
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La sentenza affronta il caso della levata di protesto a nome dei correntisti di una banca, che avevano subito la sottrazione di un "carnet" di assegni, poi utilizzati abusivamente da terzi. Nella fattispecie viene sancita l'erroneità del protesto, in quanto, trattandosi di firma leggibile riconducibile a nominativo diverso, era quest'ultimo a dover essere protestato. Viene, di conseguenza riconosciuto il diritto dei correntisti al risarcimento del danno alla reputazione, sia personale che commerciale, con obbligazione solidale a carico della banca trattaria e del notaio che aveva proceduto alla levata del protesto. La decisione offre quindi l'occasione per una ricognizione aggiornata sul tema del protesto illegittimo e del relativo risarcimento del danno.

L'abuso del diritto: da principio immanente nell'ordinamento tributario a fattispecie penalmente ir-rilevante - abstract in versione elettronica

139085
Simonelli, Ezio Maria; Ferini, Francesco 1 occorrenze
  • 2013
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Infatti la Cassazione penale ha ricondotto "de plano" le fattispecie elusive all'istituto comunitario dell'abuso del diritto, per giungere alla conclusione che, ove il contribuente si avvalga abusivamente o fraudolentemente del diritto dell'Unione, lo Stato membro interessato ha titolo per esercitare il proprio potere sanzionatorio anche ricorrendo agli istituti di diritto penale.

Giurisprudenza comunitaria e ''massimo effetto utile per il consumatore": nullità (parziale) necessaria della clausola abusiva e integrazione del contratto - abstract in versione elettronica

141909
D'Adda, Alessandro 1 occorrenze
  • 2013
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Risultando piuttosto preferibile ritenere che la caducazione parziale comporti l'applicazione della disciplina dispositiva abusivamente derogata.

Il fondo patrimoniale non è atto di frode e costituisce esercizio di un diritto non punibile - abstract in versione elettronica

141989
Grassotti, Amedeo 1 occorrenze
  • 2013
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Il fondo patrimoniale utilizzato abusivamente per rendere inefficace la riscossione coattiva integra, secondo i giudici di legittimità, il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Si ritiene che tale tesi contrasti con la fattispecie penale, di cui all'art. 11 del D.Lgs. n. 74/2000, perché detto istituto civilistico è pienamente legittimo ed in sé non fraudolento. Inoltre, non può verificarsi alcun esercizio abusivo di tale istituto perché la sua causa giuridica è proprio quella di porre al riparo dall'esecuzione forzata i beni vincolati ai bisogni della famiglia. Conseguentemente, la costituzione del fondo patrimoniale a tale scopo, oltre a non integrare la fattispecie penale della frode, costituisce comunque esercizio di un diritto legittimo, totalmente non punibile a norma della scriminante di cui all'art. 51 c.p.

La regolamentazione del legname nella prospettiva della tutela internazionale delle foreste: pregi e limiti del recente regolamento UE 995/2010 - abstract in versione elettronica

147643
Di Stefano, Cosetta 1 occorrenze
  • 2014
  • DoGi - Dottrina Giuridica
  • diritto
  • ITTIG
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A livello regionale, il recente regolamento UE 995/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio si pone come un primo valido strumento finalizzato a contrastare il disboscamento illegale e il connesso commercio di legname tagliato abusivamente, mentre alcune perplessità permangono nel considerare lo stesso come un atto rilevante ai fini di un'effettiva tutela delle foreste europee. L'articolo, dopo aver analizzato tale normativa, la pone a confronto con altri strumenti esistenti a livello internazionale come l'ITTA [Accordo internazionale sui legni tropicali] e la CITES [Convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione] che, pur non prefiggendosi quale scopo "primario" la lotta al disboscamento illegale, a ciò vi contribuiscono in un contesto più ampio. Non mancano, infine, alcune considerazioni in merito alle lacune del 'regime' così delineato, con riferimento al fatto che il Regolamento si occupa esclusivamente di disboscamento illegale (e non anche di conservazione e gestione sostenibile delle foreste europee), che ITTA si incentra sulle sole foreste tropicali e che la CITES ha ad oggetto unicamente le foreste a rischio di estinzione mediante un meccanismo di inserzione in lista.

Sulla legittimità del contrassegno Siae - abstract in versione elettronica

149113
Musco, Ilaria 1 occorrenze
  • 2014
  • DoGi - Dottrina Giuridica
  • diritto
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[legge sul diritto d'autore]) "per aver detenuto per la vendita all'interno di un magazzino supporti musicali e DVD abusivamente duplicati e privi del contrassegno SIAE". In applicazione dei principi sopra espressi, la Suprema Corte ha assolto l'imputato perché il fatto (commesso in epoca antecedente alla notifica della regola tecnica alla Commissione Europea) non sussiste.

Banche e tassi usurari: il diritto rovesciato - abstract in versione elettronica

149205
Tavormina, Valerio 1 occorrenze
  • 2014
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La legge antiusura n. 108/1996, copiando dai francesi, aveva inteso colpire molto più duramente di questi, penalmente e civilmente, la pattuizione di tassi fuori mercato (bancario e finanziario); ed invece, a causa delle difettose rilevazioni di Bankitalia e della manifesta violazione della legge stessa da parte dei giudici, ha finito per qualificare abusivamente come usuraria una parte non irrilevante della stessa attività creditizia, suscitando un contenzioso che assorbe ingenti risorse e penalizza la concessione di nuovo credito in un avverso contesto di recessione e di sottocapitalizzazione degli enti finanziari.

Note sul trust liquidatorio - abstract in versione elettronica

149831
Leuzzi, Salvatore 1 occorrenze
  • 2014
  • DoGi - Dottrina Giuridica
  • diritto
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L'A. rintraccia nel "non riconoscimento" la sanzione per i trust liquidatori che si pongano abusivamente in contrasto con i principi imperativi "interni" sulla tutela dei crediti e suggerisce il ricorso alla regola di "Saunders v. Vautier" nell'ottica di governare la vicenda dei trust liquidatori in concomitanza con la sopravvenuta dichiarazione di fallimento.

Il "dialogo" fra le quattro corti: dalla sentenza "Varvara" (2013) della CEDU alla sentenza "Taricco" (2015) della CGUE - abstract in versione elettronica

161759
Civello, Gabriele 1 occorrenze
  • 2016
  • DoGi - Dottrina Giuridica
  • diritto
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Nel contributo vengono selezionati due temi considerati esemplificativi e "banchi di prova", in cui la giurisprudenza delle quattro corti si è recentemente esercitata: quello della confisca urbanistica dei beni abusivamente lottizzati (art. 44 d.P.R. n. 380 del 2001), oggetto "inter alia" della sentenza "Varvara" (2013) della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo e quello dell'interruzione della prescrizione del reato (artt. 160 e 161 c.p.), oggetto della sentenza "Taricco" (2015) della Corte di Giustizia dell'Unione Europea.

Abusi edilizi e tutela dell'affidamento - abstract in versione elettronica

166095
Mangialardi, Giovanni 1 occorrenze
  • 2016
  • DoGi - Dottrina Giuridica
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Con la sentenza in epigrafe, il Consiglio di Stato conferma un parziale e recente adeguamento di indirizzo in merito alla disciplina degli abusi edilizi, diretto a valorizzare il delicato rapporto tra esigenze pubblicistiche, sottese all'ordine di riduzione in pristino delle opere abusivamente realizzate, e tutela dell'affidamento dell'attuale proprietario dell'immobile (non coincidente con il realizzatore dell'abuso medesimo). rispetto alla drastica soluzione, propugnata dal precedente indirizzo, legittimante l'automatica irrogazione della sanzione nei confronti dei proprietari attuali degli immobili, a prescindere dalle modalità con le quali l'abuso sia stato in concreto commesso.