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Plico del fotografo: trattato teorico-pratico di fotografia

519300
Venanzio Giuseppe Sella 50 occorrenze
  • 1863
  • Tipografia G.B. Paravia e Comp.
  • Torino
  • Fotografia
  • UNIPIEMONTE
  • w
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Quando la luce cade sopra di una superficie che non è pulita, ma appannata, essa non è riflessa regolarmente, come abbiamo detto ora, ma

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una reale riunione di raggi. Negli specchi piani, come abbiamo veduto, l’immagine è virtuale. Lo stesso succede negli specchi convessi, nei quali l

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Abbiamo detto sin da principio, che la luce non è che il risultato di ondulazioni prodotte da una sorgente luminosa, capace di comunicare all’etere

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grigia viene attribuita a ciò che i colori non sono simili a quelli dello spettro, ma ne differiscono per la intensità e purezza. Da ciò che abbiamo detto

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(a) Il lettore, per rendersi ragione di ciò che affermiamo, può consultare l'ultima parte della chimica fotografica, ove abbiamo descritto un metodo

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Abbiamo diviso questa seconda parte in due sezioni. Nella prima sezione si tratta delle lenti in generale, del loro effetto nel produrre le immagini

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il foco di una lente si comporta come il foco degli specchi sferici, di cui abbiamo parlato (a pag. 60); cioè esso non è un punto fisso, costante, ma

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qui abbiamo detto, dalla più o meno lontana intersezione dei raggi rifratti dalla lente.

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, ma questa nitidezza, come abbiamo detto, lascia a desiderare, ed è perciò, che alcuni fotografi preferiscono far uso dell’oggettivo semplice nel

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che abbiamo detto di sopra: quando questo oggettivo si usa per copiare, bisogna evitare che in esso cadano raggi molto obliqui, cioè aventi una

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espone la camera oscura. L’influenza della luce diffusa deve essere molto grande, e noi ne abbiamo una prova nel nostro occhio, che, come vedremo, può in

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compartimento scorrevole in modo, che non vi sia la cassa di dietro che scorre in quella che è fissa, come abbiamo veduto, ma che vi sia una cassa

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Dalla descrizione che abbiamo dato prima d’ora dell’andamento dei raggi luminosi quando vengono riflessi da superficie piane, come sono gli specchi

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ruggine, che come abbiamo veduto è composta di ferro e di ossigeno, posto nelle stesse circostanze e condizioni, non si decompone, non lascia svolgere

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Per trovare la quantità di acido reale che contengono le soluzioni molto più dilungate si prende la carta di campeggio come abbiamo indicato presso l

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1ª Modo di agire dell'iodio e dell’ioduro di potassio nell’albumina.—Il rapporto che abbiamo nella formola indicata di sopra tra albumina ed il

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piccola relativamente a quella che si ottiene d’ordinario col collodio e colla lamina, mentre abbiamo l’esempio di vari casi, in cui coll’albumina si

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preparare l’albumina. Preparando l’albumina nel modo che abbiamo detto, i vetri albuminati si possono senza inconvenienti conservare sensibili per tre

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Per causa dell’ordine che abbiamo dovuto adottare, non faremo conoscere il modo di produrre le prove positive che dopo di aver descritto i vari

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Finalmente osserva che qui abbiamo prescritto grammi 10 di cotone cardato. Questo cotone prima della sua immersione nel miscuglio acido deve venir

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Il miglior modo di lavare il fulmi-cotone, e nel tempo stesso il più semplice, mi pare che sia quello che abbiamo indicato di sopra, e che consiste

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. Prolungando, come abbiamo prescritto, il tempo per 40 minuti, una parte del cotone si scioglie però nel miscuglio acido, e la perdita che si ha è piuttosto

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Questo collodio, essendo meno denso di quello che abbiamo nella formola più sopra, si chiarifica più prontamente; esso può servire benissimo per 15

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Se il collodio si prepara con ioduro di cadmio, senza l’aggiunta del bromuro che abbiamo nella ricetta di sopra, si trova che esso è decisamente più

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casi ordinari, ed essa è quella che noi abbiamo adottato impiegando 6 parti di ioduro di cadmio ed 1 1/2 parte di bromuro di cadmio. Infatti l

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sensibilizzare, è un sale con reazione acida. Noi non abbiamo mai trovato un inconveniente in ciò per riguardo alla sensibilità, mentre le prove sortono con

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Abbiamo detto che dopo un lungo tempo il collodio, quando è preparato con certi ioduri, può arrossarsi e perdere della sua sensibilità. L

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Le lastre di vetro a collodionare si lavano e si ripuliscono esattamente nel modo che abbiamo detto per quelle destinate ad essere albuminate, ed il

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Per evitare un simile inconveniente noi abbiamo veduto di sopra che conviene mettere il collodio in piccoli fiaschetti, in modo che ciascuno abbia a

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Per questa operazione abbiamo nella prima edizione di questo trattato prescritto l’impiego del nitrato di argento fuso. Questo, quando è ben

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poco ioduro, il sensibilizzatore può senza inconvenienti contenere poco nitrato d’argento. Così nella prima edizione di questo trattato abbiamo

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mezze stagioni e l’inverno. Laonde la quantità che abbiamo dato di sopra di 8 per 100 di nitrato d’argento potrà essere portata, al 6 ed anche al 5

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L’acido nitrico è un acido fortissimo, ed il lettore non si meravigli se prescriviamo quest’acido a preferenza dell’acido acetico. Noi abbiamo le

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Il collodio venendo molto facilmente impressionato dalla luce quando è sensibilizzato col nitrato d’argento, bisogna, come abbiamo detto di sopra

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compiutamente. — Quest’apparenza oleosa, di cui abbiamo già prima d’ora fatto menzione, deriva dalla difficoltà, che hanno l’etere e l’alcool del

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’oggettivo. Nella parte ottica abbiamo spiegato in qual modo ciò succeda per la diversa rifrangibilità dei raggi colorati della luce.

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6aCorreggere il foco degli oggettivi da vedute. — Da ciò, che abbiamo premesso, si ricava, che basta una sola prova per riconoscere se in un

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signor De Latreille, nel suo egregio trattato di fotografia, propone quest’ultimo acido in quantità presso a poco eguale a quella che abbiamo

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persuasione di potere poi stenderla col mezzo di un bioccolo di cotone, operando come abbiamo veduto presso l’albumina, si trova che spesso lo strato di

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3a Positive dirette. — Come abbiamo detto prima d’ora, il collodio per la sua natura permeabile cedendo facilmente tutto il ioduro d’argento

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. 251,952, mentre qui non abbiamo che il N. 128,934, mi fa supporre che una differenza così grande sia troppo considerevole.

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5ª Influenza dell'acidità del nitrato sul modo di agire della soluzione. — Nella formazione delle prove negative abbiamo fatto osservare che il

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illuminare la camera ove si sensibilizza con una finestra a vetri gialli, come abbiamo raccomandato più sopra, perchè non è allora necessario di

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una corda tesa, come abbiamo detto, possono formarsi sulla superficie sensibile dei piccoli cristalli di nitrato d'argento, i quali, venendo in

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Come abbiamo detto, la soluzione di iposolfito di soda, mentre, coll'uso, per contenere del tetrationato di soda e dell'iposolfito d’argento

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L'acido cloroidrico ha una proprietà sul cloruro d’argento, che prima d'ora abbiamo accennata, e che qui è principalmente vantaggiosa. Esso col suo

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abbiamo avvertito più sopra, l'umidità è quella che altera assai presto la carta sensibile quando questa è fuori del contatto della luce.

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lettore farà bene consultare la parte ottica ove abbiamo trattato del miscuglio dei colori, a pagina 70.

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che abbiamo veduto, quindi adoperalo senza dilungarlo con acqua, quando vuoi una vernice molto brillante, e dilungalo invece con acqua quando non vuoi

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utile il conoscerli e sapersene servire all’uopo. Presso di noi non abbiamo alcun gelatinatore di professione, per quel che io sappia, epperciò sarà tanto

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