Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: abbiam

Numero di risultati: 68 in 2 pagine

  • Pagina 2 di 2

Astronomia

406938
J. Norman Lockyer 1 occorrenze

Dopo tre mesi, trovandosi in T2. egli verificherà quello che insieme già abbiam constatato nelle nostre osservazioni notturne, egli avrà le stelle B a destra (orizzonte ovest), e nuove stelle C, che non vedeva prima, sull'orizzonte est, cioè alla sua sinistra, ed è chiaro per sè che nel tempo da lui impiegato per trasportarsi colla Terra da T1, verso T2, egli avrà visto la configurazione delle stelle B muoversi di giorno in giorno sempre più verso la sua destra, ossia verso ponente. Trascorsi sei mesi dacchè egli fu nel luogo T2 il nostro osservatore arriverà colla Terra in T4 vedrà, verso l’ora di mezzanotte, ricomparire

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L'evoluzione

445710
Montalenti, Giuseppe 1 occorrenze

Eccoci, come mi sono proposto, discesi dalla sommità della scala del tempo sino ai secoli vicino al nostro, abbiam passato dal caos alla luce, dalla roventezza del globo al suo primo raffreddamento, e questo periodo di tempo è stato di venticinque mille anni. Il secondo grado del raffreddamento ha permesso la caduta delle acque, ed ha prodotto la depurazione dell’atmosfera dai venticinque fino ai trentacinque mille anni. Nella terza epoca segui lo stabilimento del mare universale, la produzione delle prime conchiglie, dei primi vegetabili, la costruzione della superficie della terra in letti orizzontali, opere di quindici, o venti altri mille anni. Sulla fine della terza epoca, ed al principio della quarta si ritirarono le acque, le correnti del mare scavarono i nostri valloni, ed i fuochi sotterranei cominciarono con i loro scoppi a disordinare la terra. Tutti questi ulteriori movimenti durarono altri dieci mille anni, ed in somma totale, questi grandi avvenimenti, queste operazioni e queste costruzioni suppongono almeno una successione di sessanta

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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso

457269
Carlo Darwin 1 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
  • UNIPIEMONTE
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Questo è invero il caso fino a un certo punto, in alcuni uccelli, come abbiam veduto nella pavonessa, nella tacchina, ed in certi generi di tetraoni. Prendendo per norma i costumi della maggior parte degli uccelli maschi, la mole più grande e la forza maggiore e l’indole straordinariamente battagliera delle femmine della Turnix e dell’Emu, devono significare che cercano di scacciare le femmine rivali, onde vincere nel possedere il maschio; e con questo modo di vedere tutti i fatti divengono chiari; perchè i maschi sarebbero stati probabilmente molto più allettati od eccitati dalle femmine che erano più belle di loro pei colori più brillanti, o altri ornamenti, o potenze vocali. La scelta sessuale avrebbe in breve compiuta la sua opera, aggiungendo continuamente alle attrattive delle femmine; i maschi e i giovani rimanendo poco o nulla modificati.

Pagina 443

L'uomo delinquente

472930
Cesare Lombroso 3 occorrenze
  • 1897
  • Fratelli Bocca Editori, Librai di S. M. Il Re D'Italia
  • Torino
  • scienze
  • UNIPIEMONTE
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La contraddizione così spiccata dell'influenza del risparmio fra Francia e Italia - fino a un certo punto - si può spiegare allo stesso modo che abbiam potuto spiegare la opposizione stessa che ci si mostrò tra i reati e la densità (vedi pag. 73-77), perciò che là dove è maggiore la ricchezza e l'industria in Francia accorrono gli emigranti che dànno in genere il quadruplo di criminalità, e per gli stupri anche il sestuplo di quella dei francesi. Ora l'emigrazione dal 1851 al 1886 vi triplicò, e la qualità degli emigrati peggiorava mano mano che ne aumentava la quantità, perchè dapprima accorrono i migliori elementi, poi i peggiori. Il Nord ha 4 volte più stranieri che Bouches-de-Rhone e 19 volte più che Hérault, ma ha 9 volte più naturalizzazioni ossia elementi più stabili e più assimilabili del primo, e 75 più del secondo, frequentato da spagnuoli, mentre i primi sono belgi (Joly, op. c.).

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In Italia abbiamo veduto (v. sopra) che è simultaneo al progredire delle industrie nazionali un aumento nella criminalità in genere, quale ci viene mostrata dal numero dei condannati, unico indice misuratore del movimento della delinquenza che noi possediamo dal 1873 in poi, salvo che ciò non è dovuto alla grande delinquenza: e abbiam veduto che Artena dà il massimo della criminalità in Italia, eppure, nota Sighele, nessuno vi è veramente povero, tutti sono piccoli proprietari ecc.; ma meglio lo dimostra, per la Normandia, lo Joly, anche cronologicamente, che è prova più importante. Nell'Hérault (scrive egli, pag. 112) la frode è in permanenza: i furti, e perfin gli incendi vi aumentarono per le assicurazioni, ed è il dipartimento che ebbe più intenso e rapido commercio: prima di arricchire, nella crisi vinaria, era il 5° nella serie della criminalità; ed ora giunse all'81°. L'Eure, accrescendo in ricchezza da 2 a 11 milioni, aumentava la sua criminalità.

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Qui abbiam veduto come occorra il baliatico presso famiglia morale colla suggestione così potente in quell'età di persone autorevoli ed oneste, lo stimolo della vanità, dell'emulazione, dei trattamenti blandi e benevoli, ma che spingano a un'attività continua nel senso che più soddisfaccia il fanciullo, e lo sottragga alle tendenze criminose e sopratutto all'ozio. Le istituzioni caritatevoli, l'invio presso famiglie morali, le colonie agricole, i riformatori uso Elmira e Barnardo, resi più utili dalle nuove norme psicologiche, mediche (vedi pag. 398), dall'emigrazione, che trasportando in centri agricoli vi continua gli effetti utili del baliatico morale, prevengono i reati occasionali, frequenti in quell'età, e forse riescono in alcuni casi se non a correggere, a trasformare utilmente i criminali-nati - e ad ogni modo ad impedire che essi contagino gli altri.

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Natura ed arte

475118
Giovanni Virginio Schiaparelli 3 occorrenze

L'interpretazione più naturale e più semplice è quella che abbiam riferito, di una grande inondazione prodotta dallo squagliarsi delle nevi; essa è interamente logica, e sostenuta da evidenti analogie con fenomeni terrestri. Concludiamo pertanto, che i canali son tali di fatto, e non solo di nome. La rete da essi formata probabilmente fu determinata in origine dallo stato geologico del pianeta, e si è venuta lentamente elaborando nel corso dei secoli. Non occorre suppor qui l'opera di esseri intelligenti; e malgrado l'apparenza quasi geometrica di tutto il loro sistema, per ora incliniamo a credere che essi siano prodotti dell'evoluzione del pianeta, appunto come sulla Terra il canale della Manica e quello di Mozambico.

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Fino a questo punto abbiam potuto arrivare, combinando il risultato delle osservazioni telescopiche con probabili deduzioni tratte da principi conosciuti della Fisica, e da plausibili analogie. Concediamo ora alla fantasia un più libero volo; sempre appoggiati, per quanto è concesso, al fondamento sicuro dell'osservazione e del ragionamento, tentiamo di renderci conto del modo, con cui sarebbe possibile in Marte l'esistenza e lo sviluppo di una popolazione d'esseri intelligenti, dotati di qualità e soggetti a necessità non troppo diverse dalle nostre: e sotto quali condizioni si potrebbe ammettere, che i fenomeni dei così detti canali e delle loro geminazioni possano rappresentare il lavoro di una simil popolazione. Ciò che diremo non avrà il valore di un risultato scientifico, ed anzi confinerà in parte col romanzo. Ma le probabilità a cui per tal modo arriveremo non saranno minori che per tanti altri romanzi più audaci e meno innocui, che sotto il sacro nome di scienza si stampano nei libri e si predicano nelle assemblee e nelle Università.

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Ciò che noi vediamo là, o che finora abbiam chiamati canali, non sono larghissimi corsi d'acqua, come da alcuno fu creduto. L'ipotesi più plausibile è quella di considerarle come zone di vegetazione, estese a destra e a sinistra dei veri canali, i quali esistono sì lungo le medesime linee, ma non sono abbastanza larghi da poter esser veduti dalla TerraUna striscia oscura della superficie di Marte non può esser osservabile coi presenti nostri telescopi, se non ha almeno 30 o 40 chilometri di larghezza.. Queste zone di vegetazione facilmente si distaccano sulle circostanti regioni del pianeta per un colore più cupo, dovuto, com'è da credere, al fatto stesso dell'inaffiatura (si sa che il terreno bagnato è di color più oscuro che l'asciutto e disseccato dal sole) e anche in parte senza dubbio alla presenza stessa della vegetazione; mentre per le aree aride e condannate a perpetua sterilità rimane invariato il color giallo uniforme che predomina su tutti i continenti. Questo colore dobbiamo d'or innanzi considerare come rappresentante il deserto puro ed assoluto; e pur troppo si può far stima, che i nove decimi della superficie continentale di Marte ad esso appartengano.

Pagina 926

Le Stelle. Saggio di astronomia siderale

478325
Angelo Secchi 6 occorrenze
  • 1877
  • Fratelli Dumolard
  • Milano
  • astronomia
  • UNIPIEMONTE
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La lista originale è molto più copiosa, e contiene molti movimenti più piccoli di questi, ma abbiam creduto che questa bastar potesse per i nostri lettori.

Pagina 184

Si vede pertanto che definendo l’onda, come abbiam detto noi — «lo spazio che percorre il moto vibratorio nel mezzo durante il tempo della vibrazione molecolare» — non si deve verificare la variazione della lunghezza di onda, nè lo spostamento delle righe. Ciò si capisce meglio supponendo che la molecola si fermi dopo finita la prima ondulazione, poichè tutte le onde che nasceranno dalla prima si propagheranno percorrendo necessariamente uno spazio σ nel tempo Θ. Tuttavia è pure evidente che spostandosi il centro vibrante, le origini delle onde varieranno, e che una incalzerà l’altra con legge diversa da quella che avrebbe luogo pel punto quieto. Si capirà ciò che deve accadere, esaminando ciò che accadrebbe se la molecola camminando non potesse scuoter l’etere che a un’onda sì, e a un’onda no: in questo caso le onde non varierebbero di lunghezza, ma si succederebbero come nel caso in cui succedonsi quelle che nascono in un sistema di più punti, uno de’ quali fosse distante dall’altro dell’intervallo ω (dello spazio cioè percorso dal mobile) ora queste onde si sovrappongono e si compongono, ma non si accorciano nello spazio. Se il mobile si allontana, l’onda sarà tutta spostata, ma non allungata. Ne segue ancora che la forma dell’onda sarà cambiata dal moto del punto vibrante, e la curva delle sue ordinate molto mutata, perchè in una fase la velocità molecolare e la traslatoria si sommano mentre nell’altra si sottraggono. Ma questa modificazione è cosa ben distinta dall’allungamento o scorciamento dell’onda. Laonde la questione è ridotta a sapere = se queste onde che successivamente si incalzano aventi origine in punti diversi dello spazio, e sulle quali arriva la seconda avanti che la prima sia sviluppata, di sapere dico, se questo incalzarsi possa equivalere o no, per l’effetto ottico, ad un accorciamento di onda nel mezzo in cui esse si svolgono =. Il moto dell’osservatore però deve produrre l’effetto di allungamento o di accorciamento nell’onda per il fatto che nel medesimo tempo esso riceve più pulsazioni o meno secondo che si accosta al centro vibrante, o se ne scosta. Tal’è, se non erriamo, l’obiezione mossa alla teoria comune dal signor Van Der Willingen. Noi ignoriamo se altri lo abbia chiaramente confutato. Stabilito questo principio Döppler arguiva che pel moto delle stelle dovea accadere altrettanto, e che per conseguenza se la combinazione portava che le onde si accorciassero, la stella avrebbe perduto il rosso che sarebbesi per esempio, trasformato in ranciato o in giallo, e nell’allontanarsi avrebbe perduto il violetto che sarebbe divenuto bleu o verde. Quindi un cambiamento generale nel colore della stella. Fu però da noi Vedi Comptes Rendus 1863 2 Marzo, Bullettino Meteor. Del Coll. Rom. 31 Luglio 1863. e da altri fatto osservare che tal conseguenza non reggeva, poichè essendovi raggi oscuri invisibili oltre il rosso e il violetto, questi al cambiamento delle onde avrebbero preso le tinte che doveano scomparire pel rosso e pel violetto rispettivamente, talchè il colore generale non sarebbe cambiato. Aggiungevamo però che tal moto potevasi svelare mediante lo spettroscopio. Infatti se il giallo per esempio per tal moto fosse diventato verde questa mutazione non avrebbe però potuto sostituire le linee nere di Fraunhofer pel magnesio o pel sodio, e i raggi mancanti nelle righe b e D; talchè accorciate tutte le onde, anche quelle del magnesio e del sodio si sarebbero accorciate mutando refrangibilità, e per ciò non sarebbero più al posto del magnesio o del sodio chimico bruciato sul nostro globo; talchè queste righe sarebbero spostate nella stella rapporto ai nostri metalli in un senso o in un altro; e se la stella si accostava a noi esse sarebbero andate verso il violetto, se discostavasi verso il rosso. Quello che si dice del sodio deve dirsi dell’idrogeno e altre sostanze chimiche che noi possiamo confrontare colle stelle. Non solo ne additammo il fenomeno, ma cercammo anche di verificarlo colla sperienza, ma i nostri mezzi strumentali erano per ciò troppo grossolani. Per dare una idea della difficoltà dell’esperimento facevamo osservare che per fare accorciare l’onda di 40,63 milionesimi di millimetro e fare che la riga E passasse ad F la stella dovea avere una velocità di 32000 chilometri per secondo, cosa molto improbabile a trovarsi. Ma gli spettroscopii attuali potevano indicare spostamenti assai minori, e per spostare della quantità di cui sono separate le due D1, D2 del sodio bastano 304 chilometri per secondo, e il decimo di questo spazio sarebbesi ottenuto con non più che la velocità della nostra terra attorno al sole. I nostri nuovi esperimenti non furono potuti eseguire che nel 1868, e trovammo allora che mentre la F coincideva con H β dell’idrogeno nella Lira, essa non vi coincideva nell’ε Orsa Maggiore e in altre stelle, ma sempre la mediocrità de’ nostri mezzi lasciava dubbia la quantità dello spostamento, e spesso anche il verso. Laonde abbandonammo il lavoro, per allora.

Pagina 193

Si vede pertanto che definendo l’onda, come abbiam detto noi — «lo spazio che percorre il moto vibratorio nel mezzo durante il tempo della vibrazione molecolare» — non si deve verificare la variazione della lunghezza di onda, nè lo spostamento delle righe.

Pagina 194

Abbiam detto che questa enumerazione delle stelle benchè incompleta forma uno dei più grandi lavori di astronomia. Per averne un concetto basta riflettere che coi suoi 3400 scandagli, molti dei quali essendo stati ripetuti non fanno che 683 scandagli indipendenti, Herschel non ha esaminato che 1/250 della volta celeste: l’esaminarla tutta avrebbe richiesto almeno 83 anni. Infatti il campo del telescopio avendo solo 15' 4" di diametro equivale a 1/832979 della volta celeste, onde supponendo che si facciano 100 scandagli per notte, e non potendosi contare più di 100 notti propizie al lavoro in un anno, ne risulta la cifra suddetta.

Pagina 234

È manifesto che lo spazio occupato da certune deve essere sterminato, abbracciando vaste regioni celesti difficili esse stesse a determinarsi, e definirsi, come quelle di Orione, di Argo e di Andromeda che occupano parecchi gradi interi di estensione: ma anche limitandoci alle più piccole e più decise, come le planetarie sopra mentovate che hanno piccol numero di secondi abbiam già veduto altrove quanta esser debba la loro grandezza reale. Una nebulosa del diametro dell’orbita della terra sarebbe impercettibile. Appena potrebbesi scorgerne una pari a quella di Giove e di Saturno: vedemmo molte esser superiori a quella di Nettuno fra le più compatte e definite come sono le planetarie e le trovammo avere esse dimensioni tali che la nostra imaginazione ne restava perduta.

Pagina 328

Alcuni astronomi hanno asserito che potea farsi a meno della lente cilindrica, giacchè il prisma genera da sè una nappa dilatata; ciò è vero, ma in pratica noi non abbiamo trovato utile questa pretesa semplificazione, ma invece abbiam sempre veduto migliore l’imagine colla lente e perciò l’abbiamo preferita.

Pagina 77

Sulla origine della specie per elezione naturale

537634
Carlo Darwin 1 occorrenze
  • 1875
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
  • UNIPIEMONTE
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Il laborioso processo respiratorio, necessario nelle regioni elevate, produrrà (come abbiam ragione di credere) un aumento di grandezza nel torace: ed anche in tal caso la correlazione entrerà in giuoco. Gli effetti prodotti dall'esercizio diminuito sull'intero organismo, quando vada congiunto con maggior copia di alimento, saranno assai più rilevanti; e questa è apparentemente la causa principale delle grandi modificazioni che presentarono le varie razze di maiali, come recentemente fu provato da H. von Nathusius, nel suo ottimo trattato. Ma noi siamo troppo all'oscuro per discutere sull'importanza relativa delle leggi note e di quelle sconosciute della variabilità; e qui feci allusione ad esse soltanto per dimostrare che, se noi siamo incapaci di spiegare le differenze caratteristiche delle nostre razze domestiche, le quali però ammettiamo generalmente siano derivate da altre per generazione ordinaria, pure non dobbiamo attribuire troppo valore alla nostra ignoranza della causa precisa delle piccole differenze analoghe fra le specie.

Pagina 169

Topografia e clima di Milano

541685
Schiaparelli, Giovanni Virginio 2 occorrenze
  • 1881
  • Francesco Vallardi
  • Milano
  • meteorologia
  • UNIPIEMONTE
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I montanari chiamano breva ogni vento della pianura, e comprendono quindi sotto questo nome anche i venti piovosi a cui sopra abbiam fatto allusione, la cui direzione variamente modificata dagli accidenti delle montagne, coincide in molte località con quella della breva periodica.:

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E come lo squilibrio è tanto più grande, quanto più dalle montagne si procede nella bassa pianura, il tivano estende i suoi effetti fino a noi, specialmente nella seconda metà della notte, producendo così in tal'epoca quel numeroso contingente di venti fra O e NNE, che abbiam detto essere il principale carattere del periodo diurno dei venti a Milano. E si vede che esso può scendere in varie direzioni e venire da tutte le parti della catena comprese fra, il Monte Rosa e l'Ortler Spitz.

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