Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: abbastanza

Numero di risultati: 144 in 3 pagine

  • Pagina 2 di 3

Carlo Darwin

410965
Michele Lessona 5 occorrenze

Sebbene avesse raccolto un grande corredo di fatti a sostegno delle sue idee, non gli pareva mai di averne abbastanza e andava sempre procrastinando il giorno di una pubblicazione preliminare. Forse avrebbe ritardato indefinitamente, forse, come quei grandi artisti ignorati di cui taluno narra che abbiano accarezzato tutta quanta la vita un concetto senza mai incarnarlo, avrebbe proseguito sempre nelle sue ricerche senza creder mai di essere arrivato al punto di poterne parlare, se non fosse sopraggiunta una circostanza, la quale fece si che i suoi amici insistessero presso di lui più del consueto ed egli finisse per arrendersi.

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I sistematici avranno solo da decidere (e ciò non sarà sempre facile) se ogni data forma sia abbastanza costante e distinta dalle altre forme, da essere suscettibile di una definizione; e quando possa definirsi, se le differenze siano abbastanza importanti da meritare un nome specifico. Quest’ ultimo punto diverrà una considerazione assai più essenziale che oggi non sia; perché le differenze, per quanto piccole, fra due forme qualsiasi, quando non siano connesse da gradazioni intermedie, sono considerate dalla maggior parte dei naturalisti come sufficienti ad elevare le due forme al rango di specie. Quindi noi saremo costretti a riconoscere che la sola distinzione possibile fra le specie e le varietà ben marcate consiste in ciò; che queste ultime sono attualmente collegate da gradazioni intermedie, mentre al contrario le specie furono in tal guisa collegate in epoca più antica. Per conseguenza, senza rigettare la considerazione della esistenza presente di gradazioni intermedie fra due forme qualsiansi, noi saremo condotti a pesare con maggiore accuratezza e a dare un valore più forte all'attuale complesso delle differenze che passano fra le medesime. Egli è molto probabile che le forme ora conosciute generalmente come semplici varietà, possano in seguito meritare un nome specifico, come la Primula vulgaris e la Primula veris; ed in tal caso il linguaggio comune ed il linguaggio scientifico saranno in armonia. Insomma, avremo da trattare le specie come si trattano i generi da quei naturalisti che ammettono essere i generi combinazioni puramente artificiali, fatte per comodità.

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Lo studio fisico e morale che fa il Darwin di quei fuegiani a bordo insieme agli inglesi, e i fatti che racconta seguiti dopoché essi furono riportati a casa loro, costituiscono uno dei brani più piacevoli e ammaestrativi di questo suo libro che io non so ripetere abbastanza quanto per ogni verso sia ammaestrativo e piacevole.

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Strane piante vestono quelle isole che nelle parti più elevate hanno una vegetazione abbastanza rigogliosa, e le popolano i più strani animali. L'uomo non vi pose mai ferma dimora. Vi approdarono di tratto in tratto filibustieri e balenieri, vi si allogarono un due o trecento banditi della repubblica dell'Equatore.

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Quei primi osservatori credettero e fecero credere che le formazioni madreporiche si incominciassero a produrre a grandi profondità sottomarine salendo poi a mano a mano fino alla superficie e abbastanza rapidamente. Questa credenza diede luogo a strani timori. Si calcolò che in un dato tempo una grande parte dello spazio occupato dalle acque marine avrebbe finito per essere riempita dalle formazioni madreporiche, e che le acque avrebbero quindi dovuto riversarsi e sommergere isole e continenti producendo modificazioni profonde sulla superficie della terra e nella vita delle piante, degli animali e dell'uomo. Ciò ora è dimostrato falso. Gli scandagli praticati dagli ufficiali del Beagle e riferiti dal Darwin, che ne fu testimone oculare, dimostrano che la profondità consueta al disotto della superficie dove i polipi coralligeni cominciano le loro costruzioni è a diciotto metri. A trentasei metri se ne trova appena traccia, non se ne trova più traccia al disotto di cinquantaquattro metri.

Pagina 83

Contro la tubercolosi. Saggio popolare

412712
Giulio Bizzozero 3 occorrenze
  • 1899
  • Fratelli Treves
  • Milano
  • scienze
  • UNIPIEMONTE
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Queste cifre indicano abbastanza qual somma di bene essi potranno fare quando avranno pienamente sviluppata questa nuova forma di assistenza, la quale, oltre al resto, presenta questi due grandi vantaggi: 1° che è pagata da quegli stessi che ne usufruiscono, cioè dagli operai, mediante le somme che altrimenti essi riceverebbero dalle Casse e dagli Istituti come sussidi in caso di malattia, o come rendita annua in caso d'invalidità; 2.° che le sue risorse aumentano in proporzione della gravità con cui la tubercolosi è diffusa nel paese. Infatti, essa è più frequente nelle regioni ove più fitta è la popolazione operaia; ma quivi è altresì più elevato il numero degli inscritti alle Casse pei malati ed agli Istituti per gli invalidi, e quindi maggiore la copia dei mezzi di cui questi possono disporre.

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È compito del medico di procurare anche a questi malati, per quanto è possibile, tutti i vantaggi della cura dei sanatorii: e non v'è dubbio, che ciò si riesce ad ottenere, quando il paziente è nella fortunata condizione di poter fare tutto quanto è necessario, e possiede anche abbastanza forza di volontà e perspicacia per farlo. Non si può mettere in dubbio la possibilità di una cura privata con risultati pari a quelli dei sanatorii; ma essa richiede assai più tranquillità e tempo da parte del medico, e non ha risultato così sicuro. Ad ogni modo, quand'anche il malato si trovi nelle circostanze più favorevoli che si possano immaginare, io credo che sia un grande beneficio per lui, che, almeno una volta o due, si decida a soggiornare per parecchie settimane o per qualche mese in un buon sanatorio.»

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Tuttavia questa è una frazione abbastanza grande perché si debba cercar modo d'evitare, o almeno di diminuire la possibilità della frode. A ciò intese p. es. il Consiglio Federale Svizzero, allorchè col suo decreto del 21 luglio 1896, oltre all'autorizzare il Dipartimento Federale dell'Agricoltura a distribuire gratuitamente la tubercolina ai Cantoni che ne avrebbero fatta domanda, prescrisse: 1.° che questa sostanza non possa essere consegnata se non ai veterinari patentati, i quali soli hanno il diritto di fare l'inoculazione, 2.° che i veterinari abbiano a presentare il 14 e l'ultimo di ogni mese un rapporto sulle inoculazioni fatte, 3.° che tutti gli animali che hanno presentato la reazione siano segnati all'orecchio destro, esportando un pezzo triangolare della sua punta.

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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso

449565
Carlo Darwin 4 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
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Il maschio del Chiasognathus grantii del Chilì meridionale, bellissimo coleottero appartenente alla stessa famiglia, ha mandibole enormemente sviluppate (fig. 23); è ardito e bellicoso; quando è minacciato da ogni parte si volge aprendo le sue grandi mandibole, ed allo stesso tempo stridula fortemente; ma le sue mandibole non erano abbastanza forti per pizzicare il mio dito tanto da farmi veramente male.

Pagina 271

Lubbock, «non si può abbastanza deplorare l’orribile terrore d’ignoti mali che come una fitta nube gravano la mente del selvaggio, e gli amareggiano ogni godimento». Queste miserabili ed indirette conseguenze delle nostre facoltà più elevate possono essere comparate cogli errori incidentali ed occasionali degli istinti degli animali sottostanti.

Pagina 55

Molti uccelli in età non abbastanza matura per sopportare un lungo volo sono del pari abbandonati e lasciati indietro. Vedi Blackwall, Researches in Zoology, 1834, p. 108, 118. Per altri esempi, quantunque non necessari, vedi Leroy, Lettres Phil., 1802, p. 217.

Pagina 66

Ma non ho potuto ottenere fatti abbastanza evidenti in favore di questa conclusione; e si possono trovare buone ragioni d’altra parte, almeno per quel che riguarda innumerevoli strutture, le quali sono adattate a fini speciali. Tuttavia, non vi può essere dubbio che il mutamento di condizioni non induca una somma quasi indefinita di variabilità fluttuante, per cui tutto il complesso dell’organizzazione diviene in certo modo plastico.

Pagina 87

L'uomo delinquente

474142
Cesare Lombroso 7 occorrenze
  • 1897
  • Fratelli Bocca Editori, Librai di S. M. Il Re D'Italia
  • Torino
  • scienze
  • UNIPIEMONTE
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., saputosi diseredato da questo, si uccise, lasciando un testamento dove scriveva: «Non si accusi nessuno della mia morte; io mi uccido per fuggire i nemici insopportabili, procacciatimi dalla mia sciocchezza, e per non essere stato abbastanza in guardia contro la furberia di certa gente.

Pagina 192

Ogni causa che aumenti i contatti reciproci, moltiplica sempre, anche, la delinquenza; tanto più in quell'età, che, non essendo abbastanza tenera per potersi correggere e modellare, è più espansiva, più incline all'imitazione, e specialmente all'imitazione del male verso cui naturalmente pencola e per le più violente passioni e per la mancata educazione e pel minore criterio. Che sarà se vi s'aggiunga, poi, il distacco da quel preservativo del delitto che è la famiglia? Tali istituti riescono, ad ogni modo, ancor meno vantaggiosi quando la cifra dei ricoverati passa il centinaio (e il non sorpassarlo è inconciliabile con le viste economiche); essi cessanvi, allora, di essere individui, diventano, cioè, come si dice in gergo burocratico, un numero, e non possono anche dal più abile direttore essere sorvegliati ed educati, uno per uno, cosicchè le norme regolamentari più adatte vengono ad infrangersi contro alla materiale impossibilità.

Pagina 415

- Per applicare intelligentemente una disposizione generale di legge a dei casi particolari, è necessario un lavoro mentale abbastanza complesso: bisogna rappresentarsi lo scopo ultimo delle disposizioni, i casi più frequenti per cui è stata redatta, le contraddizioni con lo scopo, a cui si giungerebbe applicandola letteralmente al caso particolare, i temperamenti e le modificazioni da apportarsi nell'applicazione. All'idea del fatto speciale bisogna adunque associarne molte altre, per cavarne la conclusione, che regolerà la condotta dell'impiegato. Tutte queste associazioni di idee, sempre rinnovate a ogni nuovo caso, costano fatica: quale interesse ha l'impiegato di una grande amministrazione di compierla? A poco a poco l'individuo si avvezza al processo mentale più rapido dell'applicazione letterale, perchè è quello che implica minor numero di altre associazioni mentali concomitanti: e dopo un po' di tempo questo processo è diventato così abituale, che l'impiegato è assolutamente incapace di mutarlo, ha perduto la nozione dello scopo a cui deve tendere l'opera sua; non sente più l'ingiustizia e la mostruosità dei suoi errori; la sua intelligenza e i suoi sentimenti di soddisfazione e di dovere compiuto si arrestano alla letterale applicazione della legge, esclusa ogni idea di scopi più vasti e ogni sentimento di più alto dovere.

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Gli è che, constatata, anche, che siasi, in un accusato, l'alienazione come causa del reato, non ne segue che esso debba essere spedito ai manicomî, o quando ve lo sia, niuna legge impone che vi abbia ad essere ritenuto indefinitamente e sotto speciale responsabilità dei direttori: sicchè questi finiscono col dimetterlo, cedendo alla continuità della calma apparente, alle replicate richieste dei malati e delle illuse famiglie, non mai abbastanza persuase della realtà della propria sventura.

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Non mietono già essi abbastanza vittime, perchè, con essi congiunte in funesta alleanza, non ne mietano di nuove le inutili pene?

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., di cui alcuni sono veri criminali, il tatuaggio è abbastanza comune, e vi sono spesso ripetuti certi emblemi: iniziati, donne nude e danzanti, àncore, cuori trafitti e organi genitali. Vi predomina il carattere simbolico: o delle loro occupazioni, come un cavallo, una frusta o un ferro da cavallo; o dei loro sentimenti, come una coppia abbracciata con sopra scritto "amore" o due cuori trafitti, sormontati dalla stella della speranza, o la fedeltà indicata da due mani intrecciate sopra un cuore. I tatuaggi osceni o rappresentano semplicemente le loro vivaci passioni sessuali, o ricordano un accoppiamento, ecc.

Pagina 643

XVI, pag. 540). ha trovato che la sensibilità generale o abbastanza sviluppata nei ragazzi dai 9 ai 14 anni con prevalenza della sensibilità, media (15-20 cent. di Volt) e in alcuni gruppi anche della sensibilità fine (10-15 cent. di Volt). Essa si va poi facendo sempre più fine col crescere dell'età, e progredisce sempre dalla gioventù alla virilità; e mentre negli studenti vi è ancora una sensibilità mediocre nell'8%, invece nei professionisti essa non si trova più che nel 2%. Finalmente nei vecchi dai 65 anni in su si ha una sensibilità ottusa in enorme prevalenza: nel 75%.

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Le macchine invisibili: scienza e tecnica in tre camere e cucina

508410
Piero Bianucci 10 occorrenze

Il discorso sullo yogurt ci porta a una riflessione abbastanza sorprendente. La simbiosi, cioè la stretta coabitazione di due esseri viventi, fino a poco tempo fa appariva come una curiosità interessante ma piuttosto rara e quindi, tutto sommato, non di particolare rilevanza. Il caso più notevole rimaneva quello dei licheni, nei quali un fungo e un’alga si sono divisi i compiti secondo le loro specifiche competenze: l’alga provvede alla fotosintesi e quindi al nutrimento, il fungo mette a disposizione una struttura protettiva contro la disidratazione e fornisce sali minerali. Ora si sta scoprendo che la simbiosi, nelle forme più varie, non è l’eccezione ma la regola. Il 90 per cento delle specie vegetali (250 mila!) convive con funghi e altre 16 mila con batteri simbionti. Un terzo delle specie di funghi coabita con piante o animali. Duemila specie di termiti dipendono in modo totale da batteri che popolano il loro intestino con la straordinaria densità di 100 milioni per millimetro cubo. L’ameba Pelomyxa è priva di mitocondri e per respirare ingloba un gran numero di batteri. I pesci Photoblepharon emettono flash luminosi grazie a batteri luminescenti che ospitano sotto una palpebra che aprono e chiudono per attrarre le prede.

Pagina 107

L'Italia è un paese abbastanza ricco di acqua. Anzi, decisamente ricco al Nord (Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli, Emilia e Romagna). Ma anche l'Italia centrale può contare su risorse idriche abbondanti. Più difficile è la situazione in alcune regioni del Sud (Campania, Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria) e nelle isole. Qui però esistono situazioni molto diverse. Certe parti della Sicilia e della Sardegna rischiano addirittura la desertificazione. In generale però l'acqua sarebbe più che sufficiente. A Capo d'Orlando, cittadina sulla costa siciliana tra Messina e Palermo, grazie a una gestione idrica efficiente, l'acqua è sovrabbondante e il sindaco è disposto a fornirla ai comuni che gliela chiedano. Dove l'acqua manca, è colpa di acquedotti che perdono come dei colabrodo, di speculatori che rubano l'acqua lungo il percorso di distribuzione, della mafia che specula sulla sete della popolazione. In Sicilia gli acquedotti perdono fino al 55 per cento dell'acqua: partono 100 litri e ne arrivano 45. Qualche anno fa si sono scoperti laghi artificiali di acqua rubata e intere reti idriche abusive, mentre nei paesi vicini i rubinetti restavano a secco venti ore al giorno. Per vera siccità soffrono invece molte isole minori, dove i rifornimenti idrici devono arrivare con navi-cisterna.

Pagina 114

In questo modo, rispettando un vocabolario visivo convenuto, riuscivano a scambiarsi messaggi abbastanza complessi. Secondo una tradizione riferita da Eschilo nell'Agamennone, fu così che la notizia della caduta di Troia arrivò in Grecia a Clitennestra. Con lo stesso sistema i cartaginesi riuscirono a collegare l’Africa alla Sicilia ricorrendo a una specie di “stazione ripetitrice” (cioè ad un falò intermedio) nell’isola di Pantelleria. I romani dell’epoca imperiale giunsero a realizzare una rete di torri segnaletiche che partiva dalla capitale, attraversava la Gallia e la Spagna, da Gibilterra passava in Africa, costeggiava il Mediterraneo fino all’Egitto e di qui, dopo aver toccato l’Asia Minore, tornava verso Roma attraverso la valle del Danubio.

Pagina 207

Quando nel 1844 il primo telegrafo elettrico collegò Parigi a Rouen, la rete Chappe aveva raggiunto in Francia i cinquemila chilometri, garantiva un servizio abbastanza celere tra 29 città e disponeva di 534 stazioni distribuite a circa 9 chilometri l’una dall’altra. Un singolo segnale poteva essere trasmesso da Parigi a Lione, attraverso 116 stazioni, in 20 minuti. Molti altri paesi, intanto, avevano adottato soluzioni analoghe: l’Italia (Piemonte e Lombardo-Veneto), la Prussia, gli Stati Uniti. Il primato di velocità di trasmissione fu di 170 miglia al minuto, cioè 3 miglia al secondo per ogni informazione elementare (bit). Il telegrafo Chappe funzionò fino alla guerra di Crimea, nel 1855. Ma ancora oggi tra navi vicine si comunica con luci e sbandieramenti, ultima traccia della “telegrafia visiva”.

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I progressi del telegrafo elettrico furono abbastanza rapidi. Si incominciò con apparecchi che, tramite un campo elettromagnetico, deviavano, al passaggio della corrente, un ago di ferro. Il 24 luglio 1837 il fisico e inventore inglese Charles Wheatstone presentò un telegrafo di questo tipo che utilizzava cinque aghi di ferro in posizione verticale: il campo magnetico di una corrente elettrica comandata dalla stazione trasmittente li orientava, indicando le diverse lettere dell’alfabeto (ma non le lettere C, J, Q, U, X e Z, il che talvolta creava difficoltà di interpretazione). La dimostrazione avvenne sulla distanza di 2,4 chilometri tra le stazioni ferroviarie di Euston e Camden. Gauss e Weber a Gottinga nel 1838 usarono un telegrafo Wheatstone per collegare il laboratorio di fisica dell’Università all’Osservatorio astronomico, che distava circa un chilometro. Come succederà poi con Internet, fu dunque il mondo della scienza a sviluppare per il proprio uso una tecnologia che sarebbe poi diventata di dominio comune.

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Ma non era ancora abbastanza robusto: il 17 agosto si spezzò ad una profondità di 3700 metri e per un anno si dovette rinunciare. Era chiaro, ormai, che una sola nave non sarebbe riuscita nell’impresa. Field pensò di provare con due navi che convenissero in mezzo all’oceano Atlantico, qui saldassero i loro due spezzoni di cavo e poi si allontanassero in direzioni opposte, rispettivamente fino alla costa americana e a quella irlandese. Il primo tentativo fallì quasi subito per lo spezzarsi del cavo posato dall’Agamennon. Il secondo andò bene. Partite dal centro dell’oceano a mezzanotte del 28 luglio 1858, le due navi toccarono terra, il 5 agosto e alle ore 2,45 di quel giorno fu possibile trasmettere il primo messaggio telegrafico transatlantico attraverso 3.240 chilometri di cavo tra Valentia in Irlanda e la baia di Trinità a Terranova.

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Quelle per cellulari, computer portatili e lettori MP3 sono già abbastanza miniaturizzate. Toshiba ne ha pronta una che misura 22 per 56 per 4,5 millimetri e pesa 8,5 grammi: è progettata per i lettori di musica, che consumano poco. Per il cellulare le dimensioni sono un po’ maggiori.

Pagina 230

Ma per fortuna l’astronave Terra non è davvero ermeticamente chiusa: ha una finestra dalla quale entra la luce del Sole, una fonte di energia che durerà altri cinque miliardi di anni, un arco di tempo che ci lascia abbastanza tranquilli. L’energia solare mantiene ogni forma di vita alimentando nelle piante la fotosintesi, fa soffiare il vento, evaporare l’acqua, circolare le acque degli oceani. Se l’uomo vuole avere un domani, deve attingere a questi flussi di energia continui e gratuiti, non c’è altra soluzione. Nel mondo del dopo-petrolio entreranno fotoni di luce dal cielo e dalla Terra torneranno allo spazio fotoni termici (purché l’effetto sera non lo impedisca). Dunque qualche cosa di non limitato esiste, almeno localmente le leggi della termodinamica si possono aggirare. Tutto il resto si riciclerà.

Pagina 300

Ne sappiamo tuttavia abbastanza per guardare con rispetto alle prese di corrente domestiche. E per riprendere con più consapevolezza il viaggio alla scoperta della scienza e della tecnologia nascoste nella nostra casa, in attesa dei vantaggi della liberalizzazione delle tariffe elettriche entrata in vigore il 1° luglio del 2007.

Pagina 39

Se l’alcol è abbastanza abbondante, i gomitoli si svolgono e i loro lunghi filamenti si intrecciano tra loro. Cioè le proteine si denaturano. È dunque possibile preparare un uovo strapazzato a freddo mescolandolo con alcol etilico a 95°. Un lavaggio in acqua porterà poi via il sapore dell’alcol. In modo analogo la denaturazione del latte si ottiene con gli enzimi del caglio e quella delle carni cospargendole con aceto o succo di limone cosparsi sulle carni.

Pagina 86

Acta

514676
Rita Levi-Montalcini 1 occorrenze
  • 1942
  • Pontificia Academia Scientiarum
  • Città del Vaticano
  • scienze
  • UNIPIEMONTE
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Questa forma così caratteristica e che si mantiene invariata in tutti gli stadi successivi, è legata al fatto della migrazione per un tragitto abbastanza lungo, di elementi già differenziati e provvisti di numerosi dentriti, o si deve considerare come predeterminata e indipendente quindi dall'orientamento impresso dalla migrazione?

Pagina 341

Scritti

531062
Guglielmo Marconi 6 occorrenze
  • 1941
  • Reale Accademia d'Italia
  • Roma
  • scienze
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Ora, è ben noto che un condensatore, se è grande abbastanza, non impedisce il passaggio delle oscillazioni di alta frequenza e quindi, in questo caso, quando si usa una cosidetta capacità di contrappeso, l'antenna è, per tutti gli scopi pratici, collegata alla terra.

Pagina 215

La parte orizzontale di questo filo aereo è situata abbastanza in alto in modo che la concentrazione della trasmissione in una direzione non può essere troppo precisa. I risultati ottenuti con questo tipo di conduttore aereo sono notevolmente efficaci.

Pagina 248

Fra stazioni comunicanti fra loro attraverso distanze di qualche migliaio di chilometri, avvengono variazioni diurne abbastanza regolari nella forza dei segnali ricevuti. Così, nelle trasmissioni transatlantiche fra l'Irlanda e il Canadà si verificano due minimi e due massimi, alla mattina e alla sera, quando, in conseguenza della differenza della longitudine, la luce e l'oscurità si estendono solo attraverso parte dello spazio che separa le due stazioni. Sembrerebbe, infatti, che le onde elettriche incontrino per un breve periodo difficoltà speciali nel passare da una zona illuminata ad una oscura e viceversa. Questo effetto è, come prevedibile, assai meno marcato nelle trasmissioni in direzione nord-sud e viceversa, giacchè in questo caso il passaggio dalla luce all'oscurità avviene molto più rapidamente sullo spazio che separa le due stazioni. Per brevità io considero ora solo alcune condizioni che si oppongono alla propagazione e ricezione delle onde elettriche, ma vi Fig. 3. sono al riguardo anche condizioni che eccezionalmente le favoriscono. Così avviene spesso che, in date circostanze, è possibile corrispondere a grande distanza con un centesimo dell'energia normalmente necessaria.

Pagina 321

D'altra parte, se il trasmettitore di 45 metri fosse posto a 10 miglia dal ricevitore, allora le onde irradiate da esso sarebbero abbastanza forti per esser captate dal ricevitore accordato per rispondere all'onda di 27 metri, e confondere così i suoi messaggi.

Pagina 45

Il Carpathia non era equipaggiato con un impianto trasmettitore abbastanza potente, e non potè dare notizie regolari: al suo arrivo a New York MARCONI in persona attendeva per ricevere i salvati e i salvatori.

Pagina XLV

Molti altri elettrotecnici e fisici dividevano le stesse idee, che erano state anche quelle del RIGHI; ma è bene ricordare che i più insigni cultori della fisica matematica ben tenendo presente che le onde di lunghezza superiore a quelle ottiche si propagano, diffrangendosi, assai al di fuori del cammino rettilineo, e calcolando pure che la superficie terrestre deve agire come guida conduttrice, non escludevano la possibilità che le emissioni radio potessero contornare la superficie terrestre per distanze abbastanza grandi.

Pagina XXV

Sulla origine della specie per elezione naturale

538246
Carlo Darwin 13 occorrenze
  • 1875
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
  • UNIPIEMONTE
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Nel nostro diagramma la linea di successione è interrotta ad intervalli regolari da piccole lettere numerizzate che indicano essere le forme successive divenute abbastanza distinte da doversi considerare come varietà. Ma queste interruzioni sono ideali e potrebbero introdursi in qualsiasi altro punto, dopo intervalli talmente lunghi da permettere l'accumulazione di un insieme considerevole di variazioni divergenti.

Pagina 106

Insomma, io credo che le specie divengano oggetti abbastanza ben marcati e definiti, in modo da non offrire in qualsiasi periodo un caos inestricabile di forme variabili, ed intermedie: primieramente perchè le nuove varietà sono formate con estrema lentezza, essendo lentissimo il processo delle variazioni, e l'elezione naturale non può agire fintanto che non si presentino variazioni favorevoli, e finchè nella naturale economia della regione non siavi un posto che possa occuparsi più vantaggiosamente, per qualche modificazione avvenuta in uno, o in parecchi abitanti. Ora questi nuovi posti dipenderanno dagli insensibili cambiamenti del clima, o dall'accidentale immigrazione di nuovi abitanti, e probabilmente, in un grado ben più importante, dalle lente modificazioni di alcuni degli antichi abitanti; mentre le nuove forme così prodotte e le antiche agiranno e reagiranno scambievolmente le une sulle altre. Per modo che in ogni regione e in ogni tempo noi non troveremo che poche specie, le quali offrano piccole modificazioni di struttura, alcun poco permanenti; e certamente questo è ciò che vediamo (Nota XXI).

Pagina 149

Una coda bene sviluppata essendosi formata in un animale acquatico, può poi essere stata impiegata per qualunque altro fine, cioè come caccia-mosche, o quale organo prensile, o quale appoggio per girare come nel cane, benchè tale aiuto debba essere assai tenue, perchè il lepre, che quasi non ha coda, può volgersi correndo abbastanza velocemente.

Pagina 168

Però quest'istinto dello struzzo americano e del Molothrus bonariensis non fu ancora abbastanza perfezionato, perchè uno sterminato numero di uova rimane sparso sulle pianure; per modo che in un solo giorno di caccia ne raccolsi non meno di venti abbandonate e guaste.

Pagina 223

I primi incrociamenti tra le forme abbastanza distinte, da ritenersi quali specie, e fra i loro ibridi sono in generale, ma non universalmente, infecondi. La sterilità presenta tutte le gradazioni possibili, ed è soventi volte tanto leggera, che i due più precisi ed abili esperimentatori che si conoscano, giunsero a conclusioni diametralmente opposte nel classificare le forme su questa base. La sterilità è variabile, per attitudine innata, negl'individui della stessa specie, ed è sommamente suscettibile di soggiacere all'influenza delle condizioni favorevoli o sfavorevoli. Il grado di sterilità non corrisponde precisamente all'affinità sistematica, ma è governato da parecchie leggi curiose e complesse. Generalmente è diversa, e talora molto diversa, nei reciproci incrociamenti delle medesime due specie. Nè sempre è uguale nei primi incrociamenti e negli ibridi che ne derivano.

Pagina 268

Forse niun fatto mi ha prodotto una impressione uguale a quella che provai nell'esaminare, per molte centinaia di miglia, le coste dell'America meridionale che furono nell'epoca più recente sollevate di parecchie centinaia di piedi; mentre notai la mancanza di qualunque deposito recente abbastanza forte da sussistere, anche per un breve periodo geologico. Lungo tutta la spiaggia occidentale, che è abitata da una particolare fauna marina, gli strati terziari sono sviluppati tanto debolmente, che con ogni probabilità non resterà alcuna memoria delle varie faune marine successive nelle età future. Ma un po' di riflessione basta a chiarire perchè in queste coste che si sollevano sul lato occidentale dell'America meridionale, non possa trovarsi in alcun punto una estesa formazione con avanzi recenti o terziari: benchè la quantità di sedimento accumulato nelle epoche trascorse sia stata grande, attesa l'enorme degradazione delle coste rocciose e per la continua alluvione dei fiumi melmosi che si gettano nel mare. Senza dubbio, la ragione è che i depositi littorali o sub-littorali sono continuamente disgregati ed asportati, di mano in mano che, per il sollevamento lento e graduale della terra, vengono esposti all'azione dissolvente dei flutti di costa.

Pagina 278

Aggiungerò che l'unica antica formazione terziaria delle coste occidentali dell'America del Sud, che era abbastanza grande da resistere alle degradazioni che dovette sopportare, ma che difficilmente si conserverà fino ad una lontana epoca geologica, fu certamente depositata durante l'abbassamento del suolo, ed acquistò così una ragguardevole grossezza.

Pagina 279

Ho esposto le ragioni che m'inducono a pensare che la maggior parte delle nostre più grandi formazioni, ricche di fossili, dovette depositarsi nei periodi di abbassamento; e che gli intervalli di lunga durata, in cui non avveniva alcun deposito, dovettero verificarsi in quei periodi, nei quali il letto del mare fu stazionario, oppure si elevò, od anche quando il sedimento non era abbastanza abbondante e pronto, da rivestire e conservare gli avanzi organizzati. In queste lunghe lacune suppongo che gli abitanti di ogni regione soggiacessero ad una considerevole quantità di modificazioni e avvenissero molte estinzioni e che vi fossero anche molte migrazioni dalle altre parti del mondo. Siccome abbiamo ragione di credere che vaste superfici del globo subiscano contemporaneamente il medesimo movimento, gli è probabile che delle formazioni esattamente simultanee siano state spesso accumulate sopra estesi spazi nella medesima parte del mondo; ma non possiamo rettamente conchiudere che ciò abbia dovuto accadere invariabilmente, e che le grandi aree siano state costantemente affette da movimenti conformi.

Pagina 307

La credenza che le specie fossero produzioni immutabili era quasi inevitabile, finchè si ritenne che la storia del mondo fosse di una breve durata; ma ora che abbiamo acquistato qualche idea del corso dei tempi, noi non siamo troppo disposti a credere, senza prove, che le memorie geologiche siano abbastanza complete da fornirci una chiara dimostrazione della trasformazione delle specie, se queste furono soggette a variazioni.

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I sistematici avranno solo da decidere (e ciò non sarà sempre facile) se ogni data forma sia abbastanza costante e distinta dalle altre forme, da essere suscettibile di una definizione; e quando possa definirsi, se le differenze siano abbastanza importanti da meritare un nome specifico. Quest'ultimo punto diverrà una considerazione assai più essenziale che oggi non sia; perchè le differenze, per quanto piccole, fra due forme qualsiasi, quando non siano connesse da gradazioni intermedie, sono considerate dalla maggior parte dei naturalisti come sufficienti ad elevare le due forme al rango di specie. Quindi noi saremo costretti a riconoscere che la sola distinzione possibile fra le specie e le varietà ben marcate consiste in ciò: che queste ultime sono attualmente collegate da gradazioni intermedie, mentre al contrario le specie furono in tal guisa collegate in epoca più antica. Per conseguenza, senza rigettare la considerazione della esistenza presente di gradazioni intermedie fra due forme qualsiansi, noi saremo condotti a pesare con maggior accuratezza e a dare un valore più forte all'attuale complesso delle differenze che passano fra le medesime. Egli è molto probabile che le forme, ora conosciute generalmente come semplici varietà, possono in seguito meritare un nome specifico, come la Primula vulgaris e la Primula veris; ed in tal caso il linguaggio comune ed il linguaggio scientifico saranno in armonia. In somma avremo da trattare le specie come si trattano i generi da quei naturalisti che ammettono essere i generi combinazioni puramente artificiali, fatte per comodità. Questa non può essere una prospettiva molto lieta; ma noi almeno saremo liberi dalla vana ricerca dell'essenza ignota del termine specie.

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Noi abbiamo grandi ragioni per credere che molte di queste forme dubbie, o strettamente affini, hanno conservato costantemente i loro caratteri nel paese nativo abbastanza a lungo per essere credute buone e vere specie. Nella pratica, allorchè un naturalista può congiungere due forme qualsiansi per mezzo di altre forme dotate di caratteri intermedi, egli denota come specie la più comune, o quella che fu descritta per la prima, e classifica l'altra come varietà. Frattanto si offrono casi, che non voglio enumerare in questo luogo, nei quali riesce sommamente difficile decidere se una forma debba mettersi come varietà d'un'altra, anche se le medesime siano strettamente legate da forme intermedie; e tale difficoltà non viene appianata dal riconoscere che le forme intermedie sono ibridi. Anzi avviene spesso che una forma si consideri come varietà d'un'altra, non dalla cognizione dei legami intermedi, ma dall'ipotesi formata per analogia dall'osservatore, che essi esistano in qualche luogo, o che possano essere esistiti in altre epoche, e allora apresi un'ampia porta ai dubbi e alle congetture.

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Le forme locali sono in ciascuna isola abbastanza costanti e distinte; se però si confrontino tra di loro tutte le forme delle diverse isole, le differenze si presentano talmente piccole e graduali, che torna impossibile classificarle o descriverle, benchè le forme estreme siano sufficientemente definite. Le razze geografiche o sottospecie sono forme locali ben determinate ed isolate; ma siccome non differiscono tra di loro per caratteri molto marcati ed importanti, così non può essere stabilito da una prova, ma soltanto dall'opinione individuale, quali si debbano considerare come specie e quali come varietà. Le specie infine rappresentative occupano nella economia naturale di cadauna isola lo stesso posto come le forme locali e le sottospecie; ma siccome le distingue un maggior grado di diversità di quello che corre tra le forme locali e le sottospecie, così i naturalisti le considerano come buone specie. Nondimeno è impossibile indicare un criterio esatto, col quale si possano riconoscere le forme variabili, le forme locali, le sottospecie e le specie rappresentative.

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Se la distanza fra l'Europa e l'America è grande abbastanza, lo sarà anche quella che passa fra l'Europa e le Azzorre, o Madera, o le Canarie, o parecchie isolette di questo piccolo arcipelago.

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Teoria della relatività dell'Eistein. Esposizione elementare alla portata di tutti

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Harry Schmidt 1 occorrenze

È naturale, quindi, sorga il dubbio che in campi di gravitazione abbastanza forti dette leggi non siano seguite rigorosamente. Gli scarti da dette leggi possono essere calcolati con la teoria di gravitazione dell'Einstein; purtroppo però essi sono così deboli che non potrebbe pensarsi ad una conferma della teoria con osservazioni astronomiche eseguite servendosi dei mezzi oggi disponibili. Ma vi è un'eccezione circa la intensità dei campi di gravitazione. «Mercurio», il pianeta più vicino al Sole, si muove in un campo di gravitazione relativamente molto forte: lo scarto deve raggiungere una sensibile grandezza, secondo l’Einstein. La esperienza conferma questa conclusione nel modo più brillante.

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