sahib? - chiese il comandante delle guardie, avanzandosi verso l'inglese, mentre i suoi uomini mettevano le picche in resta, come se si preparassero a
. - Gli inglesi! Sempre quei cani, quei nemici ostinati della nostra razza! Oh sahib! - Lascia stare quella gente e veniamo al mio affare, - disse Sandokan
giro. - Dovrò occuparmi anche di questi cani. Bindar! - Padrone! - Vi è qualche albergo in questi dintorni? - Sì, sahib. - Che sia aperto? - Fra poco
fronte, come se cercasse di risvegliare dei lontani ricordi. - Yanez! Mio sahib bianco! - esclamò dopo alcuni istanti. - Perché non ti vedo presso di me
sbarrò la via, cadendogli ai piedi in ginocchio. Era il calicaren, ossia il capo degli attori. - Sahib, - gli disse, - salvami. Noi domani saremo tutti
Sandokan all'indiano. - Tu conosci i dintorni? - Sì, sahib. - Dove potremo trovare un nuovo rifugio sicuro? - L'assamese pensò un momento, poi disse
: - Siamo pronti a muovere alla conquista di Gauhati. Non hai che da scegliere i mille uomini che ti occorrono, sahib. Ti prometto che essi ti
verso Bindar, chiedendogli con voce perfettamente calma: - Conosci questi sotterranei? - Sì, sahib, - rispose l'indiano. - Vi è qualche passaggio? - Uno
Yanez inorridito. - Eh! Sahib! Sindhia è fratello di Bitor, il rajah che regnava prima e che tutti detestavano per le sue infamie. - Ah! Ho capito
quelle immense canne si udirono dei leggeri fruscii, poi un uomo sorse bruscamente dinanzi al portoghese, dicendogli: - Eccomi, sahib. - Era un
lesto ad accorrere. - Tu sai dove si trova la piazza di Bogra? - gli chiese Sandokan. - Sì, sahib. - Benissimo: continua gussain. - Che cosa vuoi
, sahib - rispose l'indiano. - Anch'io ho udito vagamente a parlarne due o tre giorni or sono. Che bestia è? - Una bâg che si dice sia tutta nera e che
essere più disturbati. È vero, Bindar? - Sì, sahib - rispose il fedele giovanotto. - Tra due giorni noi saremo fra le montagne dove regnava il padre della
coprivano buona parte dell'isolotto. - Possiamo sbarcare ora? - chiese Sandokan rivolgendosi a Bindar, che era rimasto sempre silenzioso. - Sì, sahib
? - chiese la Tigre della Malesia. - Sì, di vista, sahib, - rispose l'indiano. - Che tipo è? - Uhm! Non gode troppo buona fama quel fakiro. Si dice che sia una
Sandokan. - Chi è che ha una torcia? - Io, sahib - rispose Bindar. - Accendila, ragazzo previdente. - Eccola padrone. - La Tigre della Malesia sfondò la
, sahib, per un tratto immenso. Qui le jungle e gli stagni si seguono per parecchie dozzine di miglia e non vi è che un solo villaggio, quello di Aurang
Yanez: - Sei tu sahib, che sei incaricato di liberarci dal cattivo animale? - Sì, amico - rispose il portoghese - ma per poter far ciò tu devi darmi
battitori, armati solamente di picche e quasi nudi, onde essere più lesti a fuggire dopo aver stanata la belva. - Siamo pronti, sahib - disse il
gridò sul viso: - Mylord avere molta fame. Metti qui, briccone! È seconda volta che mylord grida. - Sahib! - esclamò confuso, ed un po' irritato
tre malesi, era disfatto per l'intenso dolore e piangeva come un fanciullo. - Ah, mio povero sahib! - esclamò vedendosi dinanzi Kubang; - vuoi morire
. - Sei tu che scegli le commedie o le tragedie che si rappresentano od il rajah? - gli chiese Yanez. - No, io, sahib, - rispose il calicaren. - Che
cacciatore della mia corte, sostiene che tu hai torto. - Io ho dei testimoni. - E cosa dicono? - Che il sahib ha ucciso la vacca sacra pur avendo
pantera, una delle più grosse che avesse visto fino allora, immersa in una pozza di sangue. La sua splendida pelliccia era crivellata di proiettili. - Sahib
Sandokan. - Dormono tutti. - Sono tutti spenti i lumi? - Sì, sahib. - Hai veduto nessuno a passeggiare sulla piazza? - Un gruppo d'uomini. - Sono i miei
vivamente la testa, fissando i suoi piccoli occhi sul formidabile pirata. - Che cosa vuoi, sahib? - chiese, battendo i denti. - Devi dire, se vuoi evitare
però non prevedo, dovesse accadere. Aspetta tranquilla mie notizie. - Mi manderai almeno il sahib bianco? - chiese Surama che appariva profondamente
colossali elefanti, montati ognuno da un cornac e forniti della cassa destinata a contenere gli uomini. Bindar era con loro. - Ah, sahib! - esclamò il bravo
. - Allora la tigre è vicina. - Sì, sahib. - Fermati qui e noi scendiamo. - Gettarono la scala di corda, presero le loro armi e scesero. - Mylord
senz'altro la porta, dicendo: - Entra, sahib: ti aspetta. - Yanez ed i suoi compagni si trovarono in un elegantissimo salotto che aveva le pareti
suonare per noi tutti. - Quando morrete, noi vi seguiremo negli abissi del mare, - rispose Darma. - Sì, io non lascerò il sahib bianco, che mi ama
ordini, poi scese nell'elegante salotto del quadro con Tremal-Naik, Darma e Surama che s'appoggiava dolcemente a Yanez, il suo sahib bianco. Quando ebbe
Moreland ti ama ardentemente. - Eppure, sahib bianco, - disse Surama, - mi hanno detto che aveva tentato di far saltare la nostra nave. - Danneggiarla
tettoie. Protetti dalla barriera di fuoco, nessuno ci molesterà almeno per alcune ore. - Tippo Sahib, il Napoleone dell'India non sarebbe certo capace