Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: sor

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cattivo  sor  Cocò si diverte ancora un po’.
 Sor  Dormicchia sta bel bello a pescare nel ruscello.
compenso il  sor  Rapesta gli farà da testimonio. Per recarsi al matrimonio
 sor  Placido Rapesta investito dal barone fa un solenne
 Sor  Cucco, a quel che pare, con quei due non vuol giocare e
voglia rinnovare colle sue ingenue pretese le facezie del  sor  Panèra.
un pezzetto s'è lasciato dormire il  sor  Checco Tozzi. Che ne dice, signor lettore, lo vogliamo
da me, e qui sta il busillis. edendo ritornare a galla il  sor  Checco, si dirà - Ben tornato? - ovvero verrà in mente il
associati al Cronista oll'insulso racconto delle gesta del  sor  Checco Tozzi, quantunque avessi finito l'ultimo capitolo
con un'espressione pietosa dicendomi: - V'ammalerete,  sor  Massimo, a prendere ogni giorno di queste scalmate! - Ed
Eh niente! ognuno l'arte sua! Chi lavora mangia. - Entra il  sor  Checco in quel momento che vien dalle cave, dopo avere
Vede me suo fedel ritratto, quanto a sudore; vede il  sor  Virginio, il sor Mario e la sora Nina buttati per le sedie,
fedel ritratto, quanto a sudore; vede il sor Virginio, il  sor  Mario e la sora Nina buttati per le sedie, freschi come
pel bere di zi' Anna, e colle non rare correzioni del  sor  Checco alle assai piú rare parole che talvolta pronunzia la
a far numero negli studi de' costumi che stiamo facendo. Il  sor  Fumasoni era un tipo di pizzicagnolo, grasso, con una
perché è vivo; onde lasciamola andare, e parliamo del  sor  Fumasoni. Egli aveva fra gli altri il talento di dire
figli d'Apollo pronunziar parole che producano un ritmo. Il  sor  Fumasoni però era in una categoria poetica molto superiore;
frutta il monsignore, che era stato indettato, diceva: -  Sor  Fumasoni, su, tocca a voi; sento che siete cosí bravo,
spesso indicare tali analogie. Non si credesse però che il  sor  Fumasoni notaio, poeta, letterato, e, quel ch'è peggio,
restano stampate senza perdersene una. Chi non ha visto il  sor  Fumasoni in quel frangente, non ha idea della disperazione.
e ci fu che fare e che dire per arrivare ad introdurre il  sor  Fumasoni nella sua antica custodia. Alla fine pure
l'istoria di quello sgarro, ed eccola. Mentre una sera il  sor  Fumasoni tornava a casa verso un'ora di notte, un anonimo
facilmente. Ecco come si viveva a Marino nel 1824- 25. Il  sor  Fumasoni ha poi per me un altro distintivo. Fu il primo che
quest'opera pel solo corrispettivo di un pranzo. Al  sor  Fumasoni parve d'averne buonissimo mercato, ed a noi,
colla sua vicina; ma in altro modo, no davvero! Eppure il  sor  Fumasoni ammirò l'opera, ne ammirò la franchezza, ne ammirò
Ora, dalla monografia del Fumasoni passerò a quella del  sor  Iacobelli, altro avventore dell'ora del pranzo; nel suo
nel suo genere, come si vedrà, esce dall'ordinario. Il  sor  Iacobelli non era di Marino, ma di Rocca di Papa. Capitava
uomo comodo piuttosto, era però piú rozzodel Fumasoni e del  sor  Checco. Aveva una cinquantina d'anni, statura media, faccia
anzi col piccone. Ad onta d'un'apparenza cosí grossa, il  sor  Iacobelli era ornato tuttavia d'una qualità morale
sentiment i M. Arnaud, ecc., senza trovare il compagno del  sor  Iacobelli nell'essere sentimentale. Soltanto il suo
anch'esse dopo un pezzo vengono a noia, un bel giorno il  sor  Iacobelli trovò che in fatto compagnia era possibile trovar
comare la cosa giunse all'orecchio del Sant'Uffizio, ed il  sor  Iacobelli fu condotto nelle sue carceri sotto l'accusa di
modo d'amare usciva dalle idee conosciute? Il pranzo del  sor  Checco ci ha servito, se non altro, a far conoscere questi
stato inventato da chi, verbigrazia, è piú del parere del  sor  Virginio e del sor Mario, che non di quello del sor Checco,
chi, verbigrazia, è piú del parere del sor Virginio e del  sor  Mario, che non di quello del sor Checco, e, se è permesso
del sor Virginio e del sor Mario, che non di quello del  sor  Checco, e, se è permesso il dirlo, del loro umile e devoto
barili, che nella notte farà il viaggio di Roma, piú giú il  sor  Pietruccio Mariani, vetturino, che già conosciamo, è appena
de Cesanélli ereno certe bbrugne purgative inventate dar  sor  Cesanèlli, un bravo spezziale che anticamente ciaveva la
In questa casa regna - (e governa lielo dico io) - il  sor  Checco Tozzi, mio grande amico, e padron di casa. Ma, prima
che non l'ammazzò per fortuna e guarí in un mese; mentre il  sor  Peppe svicolò fra la gente, e rimase fuggitivo qualche
soltanto un quarto a mezzogiorno, dovrebbe star poco il  sor  Checco che torna dalle cave per pranzo. Ci troviamo intanto
mai una simile abitazione poteva ora essere proprietà del  sor  Checco Tozzi? Non per far misteri, che non è il mio genere,
Se non posso informare il lettore delle origini prime del  sor  Checco per l'ottima ragione che le ignoro, posso però
molto raramente qualche persona mi ripeté all'orecchio. Il  sor  Checco non era sempre stato agiato a quel modo; aveva
volto della dea Fortuna, che fino allora s'era mostrato al  sor  Checco d'un mal umore diabolico, si mutasse a un tratto nel
cantina e simili, che venivano aumentando l'asse attivo del  sor  Checco. V'era memoria d'una certa moglie; ma la storia
in casa una sora Maria che aveva dieci anni almeno piú del  sor  Checco, e che egli, e tutto il paese, riconoscevano qual
diceva - era ricca ed aveva portato buone vigne in dote al  sor  Checco. La sora Maria - povera donna! - lavorava sempre,
di un certo capitombolo per le scale di casa, al quale il  sor  Checco non doveva esser stato estraneo interamente. Io
a metterli ritti ci stavano come fossero di cartone - il  sor  Checco dava il tovagliolo sul naso alla sora Maria, ma non
del suo in altri tempi: ma doveva averne fatto donazione al  sor  Checco, o vitalizio che fosse, coll'onere d'esser
spesata, calzata e vestita. Non posso dire che il  sor  Checco violasse il patto. Ma certo, povera zi' Anna, ancora
di riuscire a mandarne giú uno a pranzo o cena? Mai. Il  sor  Checco se la teneva accanto; appena a sedere, gli empiva il
le lacrime persino, povera zi' Anna! Inutile. L'inesorabile  sor  Checco non diede vacanza un giorno a questo piacevole
ora ai giovani. La sora Nina, figlia del secondo letto del  sor  Checco e sua unica erede, era l'anello vivente che in casa
umana aveva però avuta l'abilità d'ispirare al cuore del  sor  Checco tutta la tenerezza della quale era capace.
Si doveva invece classificarla fra le piú saziabili. Il  sor  Virginio Maldura era questo fortunato mortale, nipote, se
di palpiti, certo di circostanze curiose. Fatto sta che il  sor  Checco fu contento che si formasse il dolce nodo, a patto
troppo presto la mattina; prestò giuramento al governo del  sor  Checco, e non è a mia notizia che l'abbia infranto mai. Del
sora Nina. Fra settimana vestiva come noi, cioé come il  sor  Checco ed io: fedeli sempre alla camiciola di velluto. Il
Checco ed io: fedeli sempre alla camiciola di velluto. Il  sor  Checco, capivo, che nel suo interno mi stimava molto per
per l'alidore. Principia a tonare. Corre sull'uscio il  sor  Checco; da un'occhiata al cielo, e grida: - Piove a
Colla coda dell'occhio mi accorgevo che nell'animo del  sor  Checco io ad ogni colpo di zappa salivo un gradino, mentre
io ad ogni colpo di zappa salivo un gradino, mentre il  sor  Virginio ne scendeva due. Finalmente scoppia la bomba: - Ah
il solito Cincinnato), e dissi serio: - Parlate bene,  sor  Checco! - e lui che trattava con me da potenza a potenza ed
borbottando: - Non dico a voi. - Ma tuttavia neppur al  sor  Virginio non aggiunse altri aggettivi, e la cosa finí bene
che venne, mentr'ero in casa, a porsi fra i sudditi del  sor  Checco. Il signor Mario Maldura era un ragazzaccio di
a poco, che però aveva saputo riuscire ad ottenere dal  sor  Checco - senza l'onere della sora Nina - quegli stessi
- confraternita della quale era priore e basso profondo il  sor  Checco, mentre il sor Mario n'era postulante e contralto.
quale era priore e basso profondo il sor Checco, mentre il  sor  Mario n'era postulante e contralto. Vestiva anfibio fra
Difatti d'entrargli in casa non se ne discorreva, ed il  sor  Mario avrebbe, credo, piú volentieri messa la mano nella
Santo, padre della ragazza, era una specie di variante del  sor  Checco, anche per passar sotto la finestra usava
che una volta o l'altra non inciampi, anche quella del  sor  Mario trovò lo scoglio che la mandò a picco. Ed ecco come.
dalla munificenza dei Marinesi. Pare che nell'idee del  sor  Mario Maldura s'operasse quella sera un gran fermento e che
banda acconsentí. Dato ognuno di mano al suo istrumento, il  sor  Mario primo e gli altri appresso, si avviarono verso
non era morto nessuno - i feriti andaron pel medico, del  sor  Mario non se ne seppe piú nova, ma dell'amore guarí
la serenata costò bensí qualche scudo a lui piú che al  sor  Mario, ma non passarono ventiquattr'ore che già le cose
caso del sí, i tira innanzi, e farò di tutto per mandare il  sor  Checco Tozzi alla posterità. In caso del no, vrà la bontà
suo tavolino e mi ha detto: - Che mi potrei fidar di lei,  sor  Giannino, per un piacere? - Gli ho risposto di sì, e lui
raccomando però; non si muova di qui... Posso star sicuro,  sor  Giannino? - L'ho rassicurato e mi son messo a sedere dove
che ho a venire? - Chi cercate? - gli ho domandato. - Del  sor  avvocato Maralli... - L'avvocato è fuori... ma io sono il
due soldi tutte le settimane che Dio mette in terra, e il  sor  Ernesto lo può dire che è il nostro segretario e sa far di
anderà a finir bene. - Gua'!... Lei non è il cognato del  sor  avvocato Maralli? - Sicuro. - E a discorrer con lei non è
a dirgli con una certa cantilena burlesca: "La si calmi,  sor  Generale, via, la si calmi! La sia bonino!". E tutti gli
a ripetere in coro con la medesima cantilena: "La si calmi,  sor  Generale, la si calmi! La sia bonino! ... ". E lì tanto
ed essa, la signora Brigida, buone anime entrambe. Il  sor  Paolino lavorava in canestri e la moglie in raggiustare le
che io potessi raccontare giorno per giorno la vita del  sor  Paolino, e della sora Brigida, crederei di giovare col mio
in una terrina bianca che pareva porcellana. Che dirò del  sor  Paolino? prima d'entrare si fermava dietro l'uscio
come una bambina. - Che peccato! - disse un giorno il  sor  Paolino, - che peccato che la povera bestia non possa
appena, crollando malinconicamente la testa. Anche il  sor  Paolino a bottega non era più lui; stava immobile, colle
fatto con certi pesci, che forse non eran pesci. Egli, il  sor  Paolino, andava costruendo colle molle una catasta di
in silenzio nell'ombra. - Credi tu, amor mio, - cominciò il  sor  Paolino, - che fosse veramente una tinca che abbiamo
Cielo, se non proprio il gallo che convertì San Pietro. Il  sor  Paolino non potè resistere a quella vista, e con un
strada, che dalla stazione va alle case di Musocco, il  sor  Claudio Ballanzini conduceva la bella Margherita
Poche ne aveva vedute di più belle in quarant'anni il  sor  Claudio, il quale sorreggendo col suo il braccio leggiero
far ballare da sé le scarpe del Patacca piene di chiodi. Il  sor  Claudio strizzò l'occhio e fingendo un'aria semplice, disse
e il dolman, andò a sedere in una poltroncina che il  sor  Claudio accostò alla tavola. Nell'avvicinarsele si trovò in
Margherita? Che combinazioni si dànno, e che differenze! Al  sor  Claudio piaceva e lo spirito e i modi distinti, e la
personcina graziosa che gli stava davanti, a poco a poco il  sor  Claudio divenne malinconico. - Chi suona il piano? -
notte, mentre dal giardino entrava il profumo dei fiori, il  sor  Claudio, sprofondato in una poltrona, chiuse gli occhi e
campanile di Musocco. Poiché parve l'ora di ritirarsi, il  sor  Claudio offrì di nuovo il suo braccio e preceduto dalla
cadere, perché io dormo di sotto. E ridendo e piangendo, il  sor  Claudio un quarto d'ora dopo soffiava il lume. Se quella
ora non c'è rifugio sicuro contro la politica, nemmeno il  sor  Checco Tozzi! - non le pare un fatto singolare, un fenomeno
non so in verità dove stessi col cervello! Altro che il  sor  Checco, e Venanzio, e Marino! Un trattato di morale né piú
il signor Raimondo e sua famiglia, al pian terreno del  sor  Checco, don Filippo era in camera al secondo piano, e
a considerare i neoarrivati, quando gli entrò in camera il  sor  Checco, prudente come il serpente, se non semplice come la
vede, nel modo piú eccentrico ed imparziale. Quando però il  sor  Checco ebbe pronunziato la parola inevitabile: - Il sor
il sor Checco ebbe pronunziato la parola inevitabile: - Il  sor  Raimondo N. N., commissario di polizia - parve proferisse
già descritto, e che perciò non descriveremo altrimenti. Il  sor  Checco, omo di mondo, pensò bene di non star a contrastare,
la camera, filando quattro nodi all'ora. Quando tornai, il  sor  Checco mi disse qual era la situazione ai diversi piani
di campagna. - E va peggio per le cipolle, - dice il  sor  Checco. - E per i cocomeri, - osserva la mamma che si
- Per ora, dentro Roma, non c'è male. - A Roma - osserva il  sor  Checco, - dormono a letto, e ci hanno buon vino. Ma i
entrata de' soprani: - Mammà, è fatta (matura) l'uva? Il  sor  Checco si trova pronto con una massima igienica utilissima
sentite, - dice la signora. - lo sentite quel che dice il  sor  Checco... se non volete mettervi a letto, e prender poi
amara... Quest'amena conversazione, la soave fisonomia del  sor  Raimondo, la beata tranquillità della signora, le grazie
volta si trovava sotto, e Damocle sopra. Per me come pel  sor  Checco la posizione era delicata. Come a Dio piacque, anche
remoto? e seguito; balzo in piedi, e sento la voce del  sor  Checco (ah traditore!) che dice: - Non questo, è l'uscio
in gola: "Sor Dottore, buon giorno a lei! ... Ben arrivato  sor  Dottore!" Altri monelli sopraggiunsero strillando: "Guarda
sopraggiunsero strillando: "Guarda che bel Cappellone! ...  Sor  Cappellone, la si rigiri! ... Evviva Cappellone! ... ". E
se fosse possibile. Pura curiosità e filantropia. Ma il  sor  Checco pratico delle cose del mondo, ci sgridava dicendo: -
le parole in allora pronunziate sono identiche a quelle del  sor  Checco. Chi se ne vuole persuadere meglio legga il capo X
che dalla parte socchiusa balenava un po' di chiarore. Il  sor  Virginio mette il capo dentro per vedere che succedeva, e
piú libero l'anelito, onde rispose con minor affanno: -  Sor  canonico mio, abbiate pacienza, propio non ve lo pozzo
questo discorso colla giustizia, colla legge?... - No, no,  sor  canonico... non ve lo pozzo propio dine... Si sa... tra
tornò pieno di vita, disse: - La volete sapere, caro  sor  canonico?... Se moro... addio... gli perdono... e non serve
Mio cocchiere era Peppetto, allievo della scuola del  sor  Mariani, giovane di diciott'anni, qualità ottima in un
Poco stante Peppe si volta indietro e mi chiama: - Eh,  sor  Massimo! - Apro gli occhi. - Che vuoi! - Dite: se troviamo
e delle sue usanze, prendendo definitivamente congedo dal  sor  Checco Tozzi e dalla sua interessante famiglia. Il sor
dal sor Checco Tozzi e dalla sua interessante famiglia. Il  sor  Checco Tozzi lo rividi d'allora in poi una volta sola, e fu
e poi ci lasciammo, e non ci siamo veduti piú. Il  sor  Virginio, il sor Mario, la sora Maria, zi' Anna, dopo
lasciammo, e non ci siamo veduti piú. Il sor Virginio, il  sor  Mario, la sora Maria, zi' Anna, dopo averle lasciate in
neppur la sala terrena non era mutata. Interrogai: - C'è el  sor  Checco? - Non saccio chi è el sor Checco. - C'è la sora
Interrogai: - C'è el sor Checco? - Non saccio chi è el  sor  Checco. - C'è la sora Maria? - Chi è non saccio. - Il sor
sor Checco. - C'è la sora Maria? - Chi è non saccio. - Il  sor  Virginio, zi' Anna, el sor Mario... E sempre il solito Non
Maria? - Chi è non saccio. - Il sor Virginio, zi' Anna, el  sor  Mario... E sempre il solito Non saccio. - Ma chi c'è in
sembiante un principio di sorriso. - Non mi conoscete? - El  sor  Massimo! - E il sor Checco, la sora Maria, e tutti di casa?
di sorriso. - Non mi conoscete? - El sor Massimo! - E il  sor  Checco, la sora Maria, e tutti di casa? - Son morti. - Ah!
son tutti fra loro fratelli nella santa miseria. Il  sor  Tognino, bello e sbarbato, in abito nero, col cilindro
della portineria la Santina, la donna di servizio che il  sor  Tognino aveva messo rabbiosamente alla porta, si profondeva
uno scandalo, se a un tratto la voce stizzosa e chiara del  sor  Tognino in cima alla scala e lo scalpitare dei cavalli, che
tra la folla in coda ai becchini, aveva colto il bravo  sor  Tognino sulla soglia dell'appartamento e pretendeva avere
e pretendeva avere da lui qualche notizia positiva. Il  sor  Tognino la fermò sull'uscio e cercò mostrarle che non era
e se non basta la coda tagliamo anche gli orecchi..." Il  sor  Tognino colse un buon momento e chiuse l'uscio sul muso
a scorrere nel declivio dolce e potente della vita. Il  sor  Tognino aspettò che tutti fossero usciti e, chiuso
Ratta venne fuori. Vennero in seguito le minacce che il  sor  Tognino aveva fatto quella tal notte, se il Berretta
di chi?" "Della vecchia." O Signor benedetto! il  sor  Tognino era venuto a cercare una carta. Aveva un cappello
aveva detto niente a nessuno, nemmeno ad Aquilino; ma il  sor  Tognino aveva saputo tutto, fece la deposizione e mandò le
che ha parlato, o me pover'uomo." "È venuto da voi il  sor  Tognino?" "Ieri sera e mi ha detto: ' So che hai parlato
fare d'una donna pratica di mondo: "Bisogna che tu veda il  sor  Tognino, subito: cercalo per mare e per terra, finché l'hai
più la paura che il male; ma coi lupi non si scherza e il  sor  Tognino è un lupo. Se è vera la storia di questa carta, se
ffila de coralli fanno una gran coralleria. Li conigli del  sor  Conte fanno una gran coniglieria. 18. Crepa la crapa sotto
con una vocina piagnucolosa: "Mamma, lo fai smettere il  sor  Gigino?" "Che cosa ti fa il sor Gigino?" "Mi fa le
"Mamma, lo fai smettere il sor Gigino?" "Che cosa ti fa il  sor  Gigino?" "Mi fa le boccacce!" E Formicola aveva ragione:
el zio prevost. Oh Maria Maddalena come l'è scur. Ehi,  sor  cap, el droppen de fa rostì la rostisciana lor sciori,
oggi, te se ricordet Marianna? che scènna... El se ricorda,  sor  cap? CAPO: Che cosa el dise? oh è lei sor Ballanzini.
El se ricorda, sor cap? CAPO: Che cosa el dise? oh è lei  sor  Ballanzini. Servitor devotissimo. NARCISO: Stavo ricordando
i viaggiator al scur. Vuj, la Marianna la cocca... Ehi,  sor  cap, gh'ò temp de andà chi de feura un minut... CAPO: Ch'el
LA BALLANZINI: Un sigaro el sarà lu...! E adess cosa se fa?  Sor  cap, ch'el tacca sott on altra macchina. CAPO: Qui no xè
de dormì a tutti e due. L'è ona brava sciora e anche el  sor  Riboldi l'è on bon ometto. Ghe vendiamo le gallette tutti
prima del funerale, presente cadavere, tu hai aiutato il  sor  Antonino..." "Tognino!" ribadì l'altro, che preferiva avere
aver interesse a capirne un'altra: va bene?" "Sissignore,  sor  prevosto, che Dio lo benedica, deve essere proprio così.
non aiuta che i suoi. "E in quella notte non è venuto il  sor  Antonino?" "Vuol dire il sor Tognino" corresse per la terza
quella notte non è venuto il sor Antonino?" "Vuol dire il  sor  Tognino" corresse per la terza volta il canonico. "Di' la
gente interessata a far del male a lui." "Lei dice bene,  sor  prevosto: che Dio lo benedica per i suoi morti." "Lo
e torna a ripetere: ' Non me ne ricordo '. Sostieni che il  sor  Tognino non è venuto quella notte, verso le due; di': non è
un uomo è galantuomo e fin dove è briccone? ma quando il  sor  Tognino avesse dato corso alla denuncia, non c'era più un
non è ancora tornato. Cominciavo a pensar male. Vedi il  sor  Galimberti?" "Cara Madonna, non l'avevo visto, sor
Vedi il sor Galimberti?" "Cara Madonna, non l'avevo visto,  sor  Galimberti: son così stanca" disse la Colomba, lasciandosi
nostri morti e datemi notizie della vostra salute." Il  sor  Galimberti in memoria del tempo passato aveva conservato
In Verziere, alla Vetra e al Mercato del Foro Bonaparte, il  sor  Galimberti era conosciuto e riverito da tutte le più
l'acqua al loro molino, come sa fare il nostro riverito  sor  Tognino, pochi uomini sanno conoscere e far ballare uomini
giorno di più a questa scuola." "Eh, voi esagerate: oggi il  sor  Tognino è arrivato in porto e può darsi anche il lusso di
il mezzo milione, è una sciocchezza fare il birbante..." Il  sor  Galimberti tornò a ridere del suo riso grasso in cui
in casa con un tempo disperato: raccontò la visita fatta al  sor  Tognino e come costui l'avesse ricevuta bene, e avesse
Colomba non pareva il caso per il momento di irritare il  sor  Tognino, considerando che c'erano in lui delle buone
a Ferruccio delle lusinghe, gli aveva detto cioè che il  sor  Tognino non avrebbe insistito più nel processo. Ma se il
Tognino non avrebbe insistito più nel processo. Ma se il  sor  Tognino si metteva a giocare di puntiglio, chi salvava da
I conti si aggiusteranno strada facendo; ma intanto il  sor  Tognino ha detto: ' Arabella torni a casa e farò quel che
non ti deve piacere di mettere i tuoi dolori in piazza. Il  sor  Tognino è disgustato appunto per la scenata di ieri sera,
Oh! a te non te ne importa; ma devi pure ricordare che il  sor  Tognino ha fatto del bene alla tua famiglia." "Sì?..."
visto che papà Botta oggi sta in piedi solamente perché il  sor  Tognino lo sorregge col suo credito: e che se domani si
domani si dovesse venire a una liquidazione, non è certo il  sor  Tognino che deve del denaro a tuo padre e a tua madre. È
coniugale oggi vuol dire una liquidazione di conti. Oh il  sor  Tognino su questo punto stamattina mi ha parlato chiaro. O
in che imbarazzi si naviga; ma io gli ho detto: ' No,  sor  Tognino, io non posso riceverli che dalle mani di Arabella.
"Dimmi un po': non è essa la figliuola di quel povero  sor  Cesarino, che si è ammazzato per debiti otto o dieci anni
un dito davanti alla bocca l'avvertì di parlar pianino. Il  sor  Tognino poteva entrare da un momento all'altro. "Quel suo
trovò in gravi imbarazzi e dovette cercare dei capitali al  sor  Tognino, capitali che non fu più in grado di restituire. Il
ai suoi, s'era adattato a scrivere nello studio del  sor  Tognino. Non avendo potuto trovar posto nella portineria,
voi. Del resto, in cinque mesi che mi trovo a lavorare col  sor  Tognino, non mi sono accorto ch'egli sia quel diavolo
basso ammezzato che serviva di anticamera allo studio del  sor  Tognino. Una larga finestra, che occupava quasi tutta la
l'ortolana, venuti in deputazione per parlare al  sor  Tognino, loro mezzo parente, sull'argomento del testamento
una parola di difesa, quando la voce chiara e nervosa del  sor  Tognino, che risonò sul pianerottolo, diede una scossa ai
e agitando il suo cilindro prese a dire: "Sono io, caro  sor  Tognino, io Aquilino Ratta, sicuro: e questi son due nostri
gli occhi col grembiule e non faceva che ripetere: - Ah,  sor  Giovannino! Ah, sor Giovannino!... - È un fatto positivo
e non faceva che ripetere: - Ah, sor Giovannino! Ah,  sor  Giovannino!... - È un fatto positivo che un ragazzo che
e che lascia scoperto e libero il collo. La tenga a mente,  sor  Gigino, che i ragazzi bisogna che vestano da ragazzi: se
golettone che gli fascia tutta la gola? ... Lo creda,  sor  Gigino, duro fatica a riconoscerlo anch'io ... Da ieri a
"Imbruttito? ... Sarebbe a dire? ... " "Lo creda,  sor  Gigino, la mi pare un galletto, quando gli hanno tirato il
sempre vestire a modo degli altri? ... " "Arrivedella  sor  Gigino." E il sarto se ne andò scrollando il capo e
di quel riso convulso?" domandavano altri. "La giubba del  sor  Gigino." "Vediamola questa famosa giubba." "Vediamola
col mio esempio a scegliere per soggiornarvi la casa del  sor  Checco piuttosto che l'osteria; dove il sor Cesare e la
la casa del sor Checco piuttosto che l'osteria; dove il  sor  Cesare e la sora Marta, due ottimi vecchi, avevano bensí
agli abitanti delle camere al primo piano. In casa del  sor  Checco invece si godeva d'una quiete da monache. Si cenava
n'aveva a carrette. Ne dirò una. Bisogna premettere che il  sor  Baldassarre era molto conservatore. Ed ecco il motivo.
pendere sul naso dalla frusta di qualche cocchiere. E il  sor  Baldassarre, che aveva condotto il marchese Grimaldi, il
primo arrivi entri primo all'udienza di Sua Santità - il  sor  Baldassarre, in ultimo, che col frullone e la sua pariglia
ove paresse possibile l'imboscata. Avevo fatta nota al  sor  Checco la posizione piú che interessante del nostro duca,
la posizione piú che interessante del nostro duca, ed il  sor  Checco, che di simili posizioni se n'intendeva, capí a
quattordici mesi, e troviamoci di nuovo in casa del  sor  Checco. Era la sera dopo cena. C'eravamo trattenuti a
ch'era venuto per dir qualche cosa anche lui al povero  sor  Giacom Il vecchio fornaciaio, che aveva vedutonascere e
le tegole dei Lanzavecchia. Dopo la morte del povero  sor  Maver , pareva che il diavolo, sceso per la canna del
non era da credere; e se in conseguenza diretta anche il  sor  Giacom deliberava di morire, a lui Manetta non restava che
Era questo il discorso che gli stava sul cuore di fare al  sor  Giacom , per dimostrargli che di mali ce n'è per tutti e
peggio rimedio è quello di non volerli portare. - Lei dirà,  sor  Giacom , ch'io ho buon tempo e che non tocca a me di fare
morire nel suo letto, non su una strada: che ne dice,  sor  Giacom ? Se mi buttan via perché son vecchio e scassinato,
di taglio che non guarda alla roba purché sia buona. Il  sor  Claudio Ballanzini era di quell'antica opinione che due
Di pochi desideri, di poca fantasia, di poca volontà, il  sor  Claudio riconosceva in sua moglie una donna superiore. Se
lo avesse raccolto di strada come una scarpa vecchia, il  sor  Ballanzini era nato e sarebbe morto cuoco di casa Rusca.
poi al cavaliere Spazzoletti toccò del pappagallo, il  sor  Claudio deve aver esclamato in cuor suo: "Pazienza! ce n'è
un poco il vestito, spruzzarle il viso d'aceto, e quando il  sor  Claudio volle ricompensare quella buona gente della loro
due volte nella medesima trappola; ma pretendere che il  sor  Claudio non avesse a dormire, era come un volere che
andava annaspando al buio queste riflessioni, il  sor  Claudio si sentì toccare sul braccio. Siccome dormiva con
sua grande vitalità, bisognò subito correre ad avvertire il  sor  Tognino. Poi bisognò correre al Municipio per le formalità
e tira, tra i preti che volevano la polpetta grossa e il  sor  Tognino che odia i preti, fu quasi una commedia in
tutto fosse finito "Neh, Berretta" venne fuori a dire il  sor  Tognino fresco come un sorbetto "bisognerà che tu rimanga
due pettini di ferro spasimava e invocava l'ora che codesto  sor  Tognino benedetto si lasciasse vedere. Erano già le due;
Il passo si avvicinò all'uscio e andò oltre. Non era il  sor  Tognino. Di sopra abitava il cuoco di casa Mainona, che
un vecchio colonnello... Una volta ci andava anche il  sor  Lorenzo, quel caro figliuolo del sor Tognino, detto il
ci andava anche il sor Lorenzo, quel caro figliuolo del  sor  Tognino, detto il Bomba; e così mentre da una parte il
che devi il buon esempio a tuo figlio?" "Sor padrone,  sor  padrone, mi senta; io son qui in ginocchio" e il Berretta
e senza contorno nel suo povero cervello. Egli conosceva il  sor  Tognino, e sapeva che con quel carattere non c'era da
nessuno aveva accostato la vecchia padrona, tranne lei e il  sor  Tognino. O la Giuditta aveva fatto un sogno o la carta
Giura un po' che non ci fu don Giosuè stasera." "Caro  sor  Tognino," rispose il Berretta colla voce del fanciullo che
ve'... O che ora non conosci nemmeno l'uscio?" Il  sor  Tognino rise un poco freddamente, mentre apriva l'uscio di
del '78, la dava vinta all'avvocato Baruffa e lasciava il  sor  Tognin Maccagno con tanto di naso. Oltre il danno, si vide
presentò nuovamente sulla soglia dello studio. «Buona sera,  sor  Manlio», principiò con voce di falsetto il mal capitato
piangendo. - O dimmi, balbettava l'Assunta commossa, o il  sor  Ettore?.... La Virginia non disse nulla, perchè lì c'era il
padrone lustrissimo: stamani ho regalato questa volpe al  sor  Leoncino, che l'ha presa col dire che l'avrebbe portata
viaggio. E speriamo che in quest'opinione torni anche il  sor  Francesco, l'oste della Fraschetta, se, come si dice, per
di Mordini in quel di Morandini. - Venga qua, venga qua,  sor  Morandini, - disse, tirandomi verso il pergolato illuminato
crollando la testa in atto di rimprovero. - Forse che il  sor  Morandini non sa come gira l'arcolaio? - E qui,
su qualchecosa che io e lui dovevamo sapere. - Il  sor  ingegnere ha studiato la meccanica e sa da che parte ha il
non pagare nemmeno la spesa delle reti, il patriottismo del  sor  Mauro si risvegliò di botto come un leone affamato; e tra
domestico esercizio di critica politica e di agrume morale.  Sor  Baron, Crudel destin, L'educassion, La prima vòlta, Ij
CAPO: La va de sora via... SIGNORA: Mantiene questa parola,  sor  Luigi Spazzoletti? LUIGI: La mantengo, la ripeto, la
tocca fumar la mia rabbia. Non c'è un tabaccaio qui vicino,  sor  capo? CAPO: Qua in fondo alla contrada c'è un botteghin.
"Che cosa si potrebbe fare per divertirsi un poco?" "Senta,  sor  Gigino, vuol dar retta a me? Io ci ho un bel carrettino di
Cecco, sbellicandosi dalle risa, cominciò a gridare: "No,  sor  Gigino, no, l'ha sbagliato uscio: la si rigiri di lì;
di trovar in ogni cosa il lato solido avesse spinto il  sor  Tognino ad accostarsi ai Botta delle Cascine sarebbe quasi
bene ai vivi e ai morti. Me ne parlava anche ieri il povero  sor  Paolino, che vede venir innanzi con spavento San Martino, e
anche fidarti di chi ti vuol bene; poi, conosco anch'io il  sor  Tognino da un pezzo, e ho qualche prova in mano che è un
cogli occhi la loro contentezza, dicendo a onor del  sor  Paolino, che chi fa bene trova bene.
a voce alta dal prato della villa, gridava: "Sor Alberto!  Sor  Alberto!". Alberto scese subito. Che cosa dicesse alla Rosa
folti sopraccigli neri, che il Berretta presentò come el  sor  ragionatt . "L'è lui il fratello del defunto?" domandò la
di chi parla alla presenza di un'autorità, spiegò come el  sor  ragionatt non fosse altro che il padrone di casa. "Proprio
mosse due volte il capo e guardò con un certo stupore el  sor  ragionatt come per dire: Che ci entro io?.. "L'è inutile
una scusa, ora con un'altra e titup e titep ... " qui el  sor  ragionatt imitò benissimo la voce d'un bambino viziato.
siete tornati?" "Ieri." "Chi vi ha accompagnati?" "Il  sor  Paolino." "Va a dire alla mamma che son qui." "Resti
stata alle Cascine, aveva ricevuto una visita del papà, il  sor  Isidoro di Melegnano, che la mise in guardia e le comandò
di là, picchiando nella cassa della legna ... Pensò che il  sor  Isidoro era un pazzo, fallito dieci volte per la sua
tanti giorni, e sento che lo stomaco mi va via. Lo creda,  sor  assassino, ho una fame così grande, che la vedo anche al
ne avesse mangiati la mia Sandrina... a queste parole il  sor  professore divent� bianco come un panno lavato; e potendo
che teneva un botteghino di sali e tabacchi. - Vado qui,  sor  Sandro - disse lei, tutta scossa da quell'arresto
- Ci ha degli affari, lei, sora Checca? Lo dirò al  sor  Toto, sa, che stia attento - disse l'altro, con la sua
ci ho pensato era troppo tardi, sora Checca mia, e il  sor  Toto era arrivato prima di me - e rise. Ella restava tutta
Ella riprese la strada, sempre più agitata. Adesso anche il  sor  Sandro che sarebbe venuto, che avrebbe detto, che avrebbe