Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

VODIM

Risultati per: carmela

Numero di risultati: 39 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1
in complicità con la segretaria dell'istituto, Maria  Carmela  Bonura di 53 anni, avrebbe falsificato un certificato.
che, tutti, si affrettavano alla porta, per correre a casa.  Carmela  Minino usciva anche lei, affranta, con le gambe spezzate da
Le due ballerine aspettavano, anch'esse un po' stanche.  Carmela  Minino si trattenne un poco, anche lei, a chiacchierare con
mio trifoglio di brillanti, sul petto? - strillò Emilia a  Carmela  Minino che, non sapeva neppure ella il perchè, si
- Ah! Va bene, grazie, mi hai rassicurata. Questa è  Carmela  Minino, una compagna, Ferdinando. Il conte di Torregrande
mormorandogli una cosa e sganasciandosi dalle risa.  Carmela  Minino aveva udito perfettamente che Emilia Tromba gli
occhi taglienti, acuti, sprezzanti, disse: - Che sciocca!  Carmela  Minino sentì mancarsi la terra sotto i piedi. Emilia Tromba
col conte di Torregrande e uscì nel peristilio del teatro.  Carmela  Minino li seguì, a tre passi di distanza, e vide che
nella notte, mentre una nebbia scendeva sugli occhi di  Carmela  Minino. Ferma, sulla porta, ella guardava la notte oscura,
- Buona notte, don Roberto - disse a voce fioca  Carmela  Minino, cercando strapparsi di là. - No, no, fatevi almeno
istà proprio bene... - aggiunse con un'ultima resistenza  Carmela  Minino. - Siete così stanca! Prendiamo una carrozzella,
- Siete così stanca! Prendiamo una carrozzella, donna  Carmela  andiamo, via, in carrozzella si arriva presto; vi lascio
si arriva presto; vi lascio alla porta. - Andiamo - disse  Carmela  Minino, decisa. FINE DEL PRIMO VOLUME
e continuò a tinnire presso la finestrella della cucina:  Carmela  venne a sporgersi in quella stretta, oscura, umida tromba,
doveva adoperare la sola buona maglia che avesse e così  Carmela  ne sorvegliava il tessuto serico, leggiero, con cure
la sua cintura, dove era ravvolto, un grembiule bianco.  Carmela  Minino si era seduta innanzi allo specchio piccolo e
dai tacchetti alti e rumoreggianti. Ella pettinava  Carmela  con una rapidità meccanica grandissima: le mani brune,
dove la pettinatrice anche abitava, tutti lo sapevano che  Carmela  Minino tornava a casa sempre sola, che non riceveva visite,
venditrice di vino, la Sangiovannara, tutti i vicini di  Carmela  Minino ne elogiavano le virtù. L'edificio della pettinatura
copriva la metà. Era passata di moda, da qualche tempo, ma  Carmela  la usava sempre. - Starete male, senza frangetta - disse
- disse Gaetanella fermandosi, guardando il viso di  Carmela  nella spera. - Lo so! - esclamò la corifea, sospirando. -
un po' troppo alta, apparve nuda: e il viso lungo di  Carmela  si allungò ancora. - Quanto sono più brutta, così - ella
false perle, falsi smeraldi, strassi poco scintillanti,  Carmela  si sogguardò nuovamente e si trovò bruttissima, con quella
riavvolgeva attorno alla cintura il suo grembiule bianco.  Carmela  cavò dalla tasca quattro soldi e glieli dette, in pagamento
di San Carlo, voleva sei e spesso otto lire il mese:  Carmela  non poteva, non poteva, non aveva protettore vecchio o
due, mi raccomando. - Non dubitate. La porta si richiuse.  Carmela  andò a guardare l'ora a un vecchio orologio da tasca, di
movimenti che indica una consuetudine oramai invincibile,  Carmela  mise in una scatola di cartone lunga e stretta le sue
per fare schiattare le altre ballerine. Ma l'ora urgeva:  Carmela  chiamò il figliuolo del portinaio, un ragazzetto di dieci
gli scalini di quel quarto piano a quattro a quattro,  Carmela  pensando a quelle tredici ore di reclusione, mise in un
quei discorsi di piccoli e grandi don Giovanni, vedendo  Carmela  danzare, ogni sera, sapendo che non aveva nessuno che la
ma egli non era che un oscuro impiegato di commercio!  Carmela  diceva no, sempre, con quel diniego costante e disperato di
E alle tre meno venti, puntuale come un soldato,  Carmela  Minino avendo un po' freddo, sotto la sua mantellina di
ha assegnato la Marinella alla nonna paterna contessa  Carmela  De Simone Caetani. È presso questa signora che la bambina,
 Carmela  Minino, in piedi presso il cassettone, macchinalmente,
da portare al camposanto, ove dorme Amina Boschetti: anzi,  Carmela  Minino aveva accettato di andare a ballare a Castellammare,
arrivò a strappare qualche soldo al cattivo pagatore:  Carmela  Minino, strillò, pianse, ma era sola, era senza difensori e
alla corona di fiori freschi, si venne dileguando, mentre  Carmela  Minino si sentiva stringere il cuore, sempre che cavava una
tutto il suo sogno. Fuori, il tempo era nuvoloso: quando  Carmela  Minino ebbe disceso i quattro piani della sua stanza al
una gloriosa amazzone, e che, ogni estate, ogni inverno,  Carmela  faceva figurare, novellamente, sovra un cappello rifatto,
della Pignasecca, assorbita nelle sue idee poco liete,  Carmela  Minino discese verso la strada di Chiaia dove sono le
di esse immense, bellissime: due o tre volte, gli occhi di  Carmela  Minino si riempirono di lacrime, pensando alla misera somma
l'uomo dai baffi bianchi che era Lamarra, squadrando appena  Carmela  Minino e prendendola per una cameriera. Ella restò
- Meno... meno di cento lire, non ve ne sono - chiese,  Carmela  Minino, arrossendo come una fiamma. - Qualche cosa di
vedendo di aver a contrattare con un piccolo avventore.  Carmela  Minino tacque, un momento. Quanto erano belle, quelle
di una farfalla? E mentre camminava, così, senza meta,  Carmela  Minino si rammentò la figura poetica, ideale della grande
quel volto dove la beltà aveva la sua sede. In quella sera  Carmela  Minino aveva sentito nel suo cuore di bimba, decenne,
ville, ai suoi amori in piena giovinezza, in piena beltà,  Carmela  Minino provava più forte, più acre il desiderio di gittare
rosa, ve ne prego. Il fioraio si allontanò di nuovo.  Carmela  Minino restava nella prima bottega, fra la gente che andava
fiori autunnali. Quando ritornò, Lamarra, passò vicino a  Carmela  per prendere un cespo di rose bianche, rose di serra,
curiosamente, ma benignamente, il fioraio. - No - disse  Carmela  Minino - Per la mia comare. - Oh Le volevate molto bene,
a lettere di oro: «Cara Maria, aspettami - Carlo.» E  Carmela  Minino che tutt'osservava, disse: - Non ci si potrebbe
- - Era lei, la mia madrina - soggiunse la povera  Carmela  Minino, mentre due lunghe lacrime le scendevano per le
pallida, grassottina, con occhi cerulei, seria e lenta; e  Carmela  di comare Pina, rossa e paffuta, con tanto di spalle e di
-; e se Nela voleva vestire e lavare i bambini lei, e  Carmela  glieli levava di mano con poco garbo: - Bada a fare
di mano con poco garbo: - Bada a fare qualcos'altro -; e se  Carmela  voleva mescolarsi del desinare o della cena, e Nela la
io! - il povero vedovo sorrideva tristamente. E quando  Carmela  arrivava la prima, di buon'ora, e non mancava mai di
dar ragione a tutte e tre, per vivere in pace. Ciccia e  Carmela  però, vedendo Nela star troppo attorno al vedovo,
al vedovo, brontolavano insieme: - Che civetta! - Cosí  Carmela  e Nela si trovavano di accordo nel dir male di Ciccia,
si rallegrò di non esserselo lasciato scappar di bocca.  Carmela  gli passava e ripassava le dita fra i capelli,
- rispose Nino. - Fatelo per quelle creaturine, comare  Carmela  -. Il giorno dopo però erano lí tutte e tre; e non si
cialtrona, che non era altro, da non averci che fare. E  Carmela  rispostò con tanto di bocca e le mani sui fianchi, urlando
al mulo, egli la prese per una mano: - Sentite, comare  Carmela  ... - Lasciatemi stare, compare Nino ... - Sentite, comare
da Matilde Serao. I lettori si sono appassionati per  Carmela  Minino, la ballerinetta napoletana, bruttina e buona,
con tanta lentezza, sono sempre pieni zeppi di persone e  Carmela  non sapeva bene se le avrebbero permesso di salirvi su, con
bottoncini umili, modesti, tutti bagnati ancora d'acqua.  Carmela  Minino non ne sentiva il peso, di quella corona: essa
di lusinga, trascurata per la povertà nei suoi vestiti,  Carmela  passava così abbandonata e, talvolta, bistrattata, nel
un velo d'ironia sprezzante, un velo di disdegno crudele.  Carmela  Minino lo conosceva, Ferdinando Terzi: egli era abbonato
del Teatro San Carlo, ma non sempre egli vi era dentro. li  Carmela  Minino, quasi sparendo sotto la sua corona di fiori, fissò
e rientrò nel caffè. Un sospiro sollevò il petto di  Carmela  e, a, un tratto, la stazione ferroviaria le parve tanto
alla morte, per la borghesia e pel popolo napoletano.  Carmela  Minino taceva: e oppressa dai suoi pensieri di miseria e di
da una folla immensa e svariata. L'ampio viale onde  Carmela  Minino, insieme con gli altri, saliva alle alture del
accese e si dilatava l'odore dell'incenso, nell'aria.  Carmela  Minino, disfatta, sentendo sul suo corpo e sulla sua anima
grandioso e calmo, per dare un sussulto di coraggio a  Carmela  Minino; bastarono le due semplici parole, in bronzo dorato,
l due camerieri presero silenziosamente dalle mani di  Carmela  Minino la corona di fiori, per deporla presso l'altare: -
esciva dalle labbra dei suoi coadiutori, invece di pregare,  Carmela  Minino vide innanzi agli occhi della sua immaginazione
ai sogni di amore e di piacere. Così, nella sua infanzia,  Carmela  Minino l'aveva vista, ammirata, amata, come se Amina
sacerdote, sotto la volta granitica del tempio egizio. Ma  Carmela  Minino che, pure, era una, umile e pia cristiana, ancora
danze, Bettina Minino faceva un piccolo commercio. Allora,  Carmela  Minino aveva dieci anni, due grandi occhi neri e dei bei
tanto, Amina Boschetti passava nella sua anticamera, dove  Carmela  si rannicchiava in un angolo; la carezzava lievemente,
sua figliuola, potesse imparare il ballo. Ohimè, la piccola  Carmela  mancava di grazia, di brio, di leggerezza, nella danza:
la Boschetti. E per la sua protezione, solo per questo,  Carmela  Minino era entrata nel corpo di ballo di San Carlo: ma
volevano brutte ballerine, anche nell'ultima fila, perehè  Carmela  ballava così e così, sovra tutto mancava di sorriso, sempre
l'eterno sonno della morte, dietro quel macigno di granito,  Carmela  Minino pensava alla morte di Amina Boschetti. Ella l'aveva
lo sapeva ella sola. E nella limitata intelligenza di  Carmela  Minino, la esaltazione dell'adorazione che ella portava ad
avrebbero potuto prenderne il posto nella oscura vita, di  Carmela  Minino, la corifea. Colà, sola, innanzi a quella tomba,
scritto sulla pietra, nell'ardore che le bruciava le vene,  Carmela  Minino promise, giurò, alla sua madrina morta, di fare
all'ospedale: che importava? Ella aveva voluto così: e  Carmela  s'inchinava ancora una volta, ebbra di obbedienza, ebbra di
la morte. Anzi, nella sua febbre di amore e di sacrificio,  Carmela  dimenticò completamente di pregare. Con la familiarità
che le volgesse le spalle e che avesse cambiato vestito,  Carmela  riconobbe subito il Conte Ferdinando Terzi. Ella si fermò
mondo aristocratico, in cui spesso hanno delle rivali, e  Carmela  conosceva il nome e il volto giovanile, pensoso e dolce di
il velo sottile della pioggia, nel giro largo e lento che  Carmela  Minino fece intorno alla piccola carrozza signorile, non
Il coupé era sempre fermo, Ferdinando Terzi - le pareva a  Carmela  - si era sollevato, guardandosi intorno, per diffidenza:
dopo lo spettacolo. Colà aveva visto passare, varie sere,  Carmela  Minino sola: le aveva diretto qualche parola, così, per far
voluto, con una corte assidua, con qualche regaluccio,  Carmela  Minino avrebbe finito per amarlo. Conveniva a lui, però,
il suo sorriso fatuo, di seduttore che non vuole insistere.  Carmela  affrettava il passo, verso via Pignasecca, aveva crollato
fu in casa, nella stanza al quarto piano, piena di umidità,  Carmela  Minino fu presa da una stanchezza mortale. A forza si
ore, erano state chiuse, per provare il grande ballo Rolla,  Carmela  Minino si fermò un poco nella via del Chiatamone,
a grappoli lilla fra il verde. Diceva, la lettera : «Cara  Carmela  mia. - Io non ho il coraggio di venirti a dire, a voce,
che ti avrei lasciata: se no, mi licenziavano. Povera  Carmela  mia, tu piangerai, quando leggerai questa lettera; ma
cui don Gabriele Scognamiglio, e la corte che egli faceva a  Carmela  Minino era così evidente, i suoi bravo, Carmela! così
Scognamiglio ebbe un tatto squisito per non impaurire  Carmela  Minino. Gli bastava, infine, a lui, per cominciare, che la
a Roberto Gargiulo, senza preoccupazioni, senza rimorsi.  Carmela  Minino glielo aveva preferito: era troppo filosofo per
gaudente, felice - di esser vicino a quella cena.  Carmela  Minino lo guardò con certi occhi supplici e smarriti; ora
ai quattro gentiluomini che le accompagnavano in silenzio.  Carmela  Minino non vedeva Concetta Giura ed Emilia Tromba dalla
da cena. Ferdinando Terzi, nel sedersi, capitò dirimpetto a  Carmela  Minino. Nulla era mutato in lui: con una bottoniera di
si curvò ad Emilia, facendole in due parole, una domanda.  Carmela  comprese subito che s'informava di lei, di quel posto e di
parole, Emilia Tromba gli narrava la sua caduta. Guardava  Carmela  intensamente e dal modo sprezzante delle labbra di
intese, sentì magicamente le due parole: - Che sciocca!  Carmela  guardò, nell'ombra, la città, il mare, la montagna ardente,
per le tre sorelle, disperse in tre punti di Napoli,  Carmela  la sigaraia, Annarella la serva e Maddalena la giovane che
comune, nel gran carnaio dei miseri, a Poggioreale, pure  Carmela  aveva dovuto spendere settanta o ottanta lire senza neanche
stata seppellita in una tomba separata. Per qualche tempo,  Carmela  aveva pagato una piccola rata settimanale a una
Questura, massime dopo la morte della vecchia madre di  Carmela  si era mostrato sempre più sdegnoso, sfuggiva la presenza
Anima di Peppiniello, fammela tu questa grazia! Quando poi  Carmela  e Annarella si trovavano insieme per la via, o nel basso el
faceva? Come sopportava la sua vita di peccato? Due volte  Carmela  era andata a trovarla nel larghetto, dopo le scalette di
tacchi alti delle scarpette di lustrino. E in tutto questo,  Carmela  sentiva, oltre i guai noti, oltre la sequela delle miserie
stati così salvati da Chiarastella. Ed era da tempo che  Carmela  e Annarella avevano pensato di ricorrere a Chiarastella;
e Annarella avevano pensato di ricorrere a Chiarastella;  Carmela  per ridestare all'amore il cuore di quel Raffaele che non
trovavano altro rimedio, oramai: e sebbene a malincuore,  Carmela  si decise a vendere il vecchio cassettone dal piano di
le due sorelle si avviarono per il vicolo delle Centograde.  Carmela  aveva chiusa la casa e ne portava la chiave in tasca;
là, non osarono entrare senza bussare: fu rabbrividendo che  Carmela  tirò una zampetta bruna di scimmia, attaccata a una catena
spingendole: poi disparve, di là, senza dire una parola a  Carmela  e ad Annarella. Costoro, già turbate dal sentimento che le
comparsa di nuovo nell'anticameretta e aveva fatto segno a  Carmela  di entrare. Senza far rumore le due sorelle sparirono
bagnò un dito, lasciando cadere tre goccie sulla fronte di  Carmela  che, a un suo cenno, si era inclinata innanzi a lei: le tre
limpida di nuovo: e allora lei, fattasi consegnare da  Carmela  una bottiglina di cristallo, nuova, comperata di sabato, di
le più brutte, le più sgraziate, ma le più volenterose.  Carmela  Minino era fra queste, essa che non sapeva mai dire di no,
col bianchetto a rendere meno rosso il suo naso rosso.  Carmela  Minino si aspergeva di cipria le braccia, macchinalmente,
ha lasciato Concetta. Quasi tutte lo sapevano, anche  Carmela  Minino. Ella non disse nulla, fingendo di acconciarsi i
sedersi, per timore di sciuparsi le loro leggiere gonnelle.  Carmela  Minino non faceva nulla, appoggiata allo stipite della
a ballare? Te ne stavi a casa. - A casa mi annoio - mormorò  Carmela  con voce languida. Neh! - esclamò l'altra, ironicamente,
- esclamò l'altra, ironicamente, poichè da quando anche  Carmela  Minino aveva peccato ed ella, Filomena, era restata la,
le braccia. - Qualche altra notizia, si saprà. Anche  Carmela  Minino si era messa nel cerchio che formavano le otto
cominciava le prime battute della marcia. Concetta Giura,  Carmela  Minino, tutte le ballerine scapparono a prendere il loro
palcoscenico, Concetta Giura, che stava due file innanzi a  Carmela  Minino, si voltò e le disse: - Guarda, Carmela, guarda nel
vi si fissano, passando, persino degli appuntamenti.  Carmela  vi guardò, suggestionata da Concetta Giura. Vi erano tre o
piedi, un po' in fondo; parlottavano fra loro, vivacemente.  Carmela  riconobbe, di fronte, il duca di Sanframondi, alle spalle e
sulla testa del traditore Radames. E l'ora parve eterna a  Carmela  Minino. Adesso, nello stupore in cui la metteva il suo
tutta la loro classe e forse uno dei loro amici. Non osò,  Carmela  Minino, aspettando quell'ultimo atto dell'Aida che non
l'inquietezza sorda che le dava un tremolio interno,  Carmela  Minino non si mosse; quell'agitazione veniva, certo, dal
altre nove, uscì dalla quinta a sinistra dello spettatore:  Carmela  Minino dalla quinta a destra, danzando i due gruppi con
con pose molli orientali. Nell'ultimo, in cui Concetta e  Carmela  furono vicine, Concetta le disse con voce alterata: - Non
e il ballo meglio le mescolava, Concetta Giura disse a  Carmela  Minino: - Si è ucciso Ferdinando Terzi, con un colpo di
Ferdinando Terzi, con un colpo di rivoltella al cuore.  Carmela  Minino, di botto, si fermò dal ballare. Vacillando, si
sotto le gramaglie, levava le braccia disperate al cielo.  Carmela  Minino fuggì verso il camerone, dove si dovevano spogliare
di Miradois... - La contessa di Miradois, sì, sì...  Carmela  Minino, senza neppure voltarsi contro la porta, come
nella Coppelia? - le chiese sogghignando Filomena Scoppa.  Carmela  Minino la guardò, senza rispondere, e s' infilò la
vai? Te ne vai? - disse Rosina Musto. - Non ti senti bene?  Carmela  Minino si metteva il cappello, pungendosi con gli spilloni
è successo? - Chi sa? - Sembra una pazza, da qualche tempo.  Carmela  Minino si urtò con varie persone, mentre con passo rapido e
avvertita... - Non vi può essere funzione religiosa...  Carmela  Minino fu colpita in volto dal soffio rigidissimo della
fine di via Caracciolo, la carrozza da nolo che conduceva  Carmela  Minino, erano le dodici meno un quarto. Ci aveva messo meno
che è davanti al grande portone del Grand Hôtel e  Carmela  Minino discese precipitosamente. Il portone del magnifico
andava e veniva, col berretto gallonato d'oro sugli occhi;  Carmela  andò a lui, direttamente. - Scusate - disse, guardandolo
dormendo sovra uno stramazzo nel peristilio dell'albergo.  Carmela  Minino fece a lui, per la seconda volta, la singolare
Quando fu sul marciapiede della via del Chiatamone,  Carmela  Minino fu presa da uno scoraggiamento immenso. Nell'ombra
dal teatro, poichò il piccolo ballo Coppelia era finito; ma  Carmela  non si voltò neppure. La mezzanotte era suonata, adesso
Suisse aveva un battente chiuso e l'altro socchiuso;  Carmela  Minino si ficcò per quella mezza apertura, e si trovò in un
in tasca, passeggiava, fischiettando l'aria della Ciccuzza.  Carmela  gli si avvicinò; e quell'individuo dal viso scialbo, dallo
- disse subito, accennando cogli occhi a quella porta,  Carmela  Minino. Il cameriere si stropicciò gli occhi e le chiese
ne è andato subito. Si aspetta il pretore. Entrate. Entrò  Carmela  Minino, sola. La stanza era quella più grande della trista
con le mani incrociate sulla spalliera di ferro vuoto,  Carmela  Minino non si saziava di guardare questo morto. Lo aveva
passare cinque o sei persone: prima che la vedessero,  Carmela  Minino si arretrò nel varco del balcone, fra le cortine
Dal suo nascondiglio, ove ella ratteneva il respiro,  Carmela  Minino vide ed intese tutto quel lugubre formulario che
egli era rovinato. Con un gran sospiro di sollievo,  Carmela  Minino uscì dal suo nascondiglio. Il cameriere, che si era
singulti, dalle interrotte parole di amore e di dolore di  Carmela  Minino, ballerina di terza riga, al teatro San Carlo. FINE
il padrone di casa, va a cercarle in prestito da donna  Carmela  , che dà il denaro cu a credenza . Prima di andarci, esita
ma visto che non può fare diversamente si decide. Donna  Carmela  è una donna grassa e grossa che esercita per lo più una
professione è il prestar quattrini alla povera gente. Donna  Carmela  è verbosa e affettuosa in questo primo colloquio con la
non le ha, allora, tutta rossa di vergogna, prega donna  Carmela  di contentarsi di un'altra settimana d'interesse, cinquanta
un'altra settimana d'interesse, cinquanta centesimi: donna  Carmela  non dice nulla e intasca i dieci soldi. Così passano
per cento per settimana, e dopo la quinta settimana donna  Carmela  è diventata una iena, bisogna pregarla perchè non gridi,
ogni sabato, ogni lunedì, si ode la voce irosa di donna  Carmela  : essa, dal mattino, è in giro per esigere, ricoglie , e fa
private. Ora, calcolate. Ogni vicolo ha la sua donna  Carmela  , ogni strada la sua donna Raffaela , ogni angolo di piazza
di un vino nerissimo, chiusa dalla solita foglia di vite.  Carmela  si mise a rosicchiare le castagne, piano piano, bevendo
esterna, che conduceva al primo piano: dal poggiuolo  Carmela  dette ancora un'occhiata alle due vie, che da Napoli
tranquillità del meriggio. L'oste fece attraversare a  Carmela  la stanza dove egli alloggiava con l'ostessa e le schiuse
di lardi rancido e di formaggio piccante, afferrò alla gola  Carmela  che tossì. - Qui starete benissimo, figliuola mia, - le
abbassato sull'orecchio. Quello che conduceva la comitiva,  Carmela  lo riconobbe, Ferdinando l' ammartenato, disse qualche cosa
senza perdere una linea della loro serietà. Di lassù,  Carmela  guardava: e i sorrisi del suo innamorato, e i bicchieri di
dei Ponti Rossi. E come la fine del pranzo si approssimava,  Carmela  sentiva vacillare la sua ragione, ella vedeva salire e
con un lieve cenno del capo, dicendo tutti una parola che  Carmela  non potette udire e che era: - Salute. Se ne andavano: ella
donde erano venuti e dove, forse, la carrozza li aspettava,  Carmela  li vide girare intorno alla casa, e a uno a uno, - ella era
mentre faceva quel gesto, il panciotto si sollevò un poco e  Carmela  vide luccicare qualche cosa, alla cinghia che faceva da
le braccia aperte, con una palla nella tempia. La caduta di  Carmela  fu il segnale della fuga: tanto più che, violato
gridò: - Sono un'assassina, sono un'assassina! Il volto di  Carmela  si fece terreo; sottovoce, borbottando, come se più la
l'altra zitella, l'altra ballerina ancora onesta, come  Carmela  Minino, una ragazzona di diciotto anni, bianca, rossa,
provviste di amanti, affettavano un profondo disprezzo per  Carmela  Minino e per Filomena Scoppa, le due zitelle, zitelle
le due oneste erano armate di una superbia silenziosa in  Carmela  Minino, superbia chiacchierona e impertinente, in Filomena
troppo sbuffanti, assicurandosi le forcinelle nei capelli.  Carmela  Minino era stata una delle prime: taciturna, con la sua
le vie e non fare la ballerina! - Felice chi può non farla!  Carmela  Minino taceva: ma il suo povero cuore soffocava i sospiri
o più praticamente un amante dovizioso e largo: ma ella,  Carmela  Minino, nulla di nulla. - Neppure Emilia Tromba ci sta!
il suo mantenitore, un notaio sessantenne. Le palpebre di  Carmela  Minino batterono due o tre volte, vivamente: le mani che
signora, maritata... con un marito geloso... un guaio...  Carmela  Minino si sedette un momento. Tutte queste cose ella le
Non avevano bussato, per andare in iscena? Così parve a  Carmela  Minino che aprì la porta del camerone ed uscì: affogava, si
scintille elettriche dalla sua cintura: ma le gambe di  Carmela  Minino sempre poco svelte, in quel galoppo furono così
Le sorelle Musto, molto gentilmente, avevano invitato  Carmela  Minino che an- che era restata, ad assaggiare almeno una
famosa per questo piatto e lei non doveva dire di no! Pure  Carmela  Minino disse no, sempre cortesemente, sostenendo che aveva
con acqua di Seltz: il garzone se ne andava via, quando  Carmela  Minino gli chiese, per piacere, un bicchier d'acqua: egli
l'attesa inutile, quel perdere il tempo così, gittavano  Carmela  Minino in un crescente ebetimento. Talvolta, aspettando,
del Vicolo Paradiso in cui ella abitava da piccina,  Carmela  Minino poteva dire le orazioni del rosario, anche fra una
mensa, coperta di fiori, innanzi al mare sorrentino che  Carmela  Minino conosceva bene, essendovi andata un giorno, con
Brabante, accusata di maleficio dal traditore Telramondo.  Carmela  Minino si levò, con un sospiro, dal cantuccio dell'androne,
e oltre la tomba, fra la Boschetti e lei. Le guancie di  Carmela  Minino erano cariche di rossetto, quella sera; ella ne
fine e taciturno Ferdinando Terzi, interpellò la povera  Carmela  Minino, che si stringeva addosso il suo scialletto di lana
nessuno? E tutta la poca vanità femminile che era in  Carmela  Minino, ebbe come una frustata. - Qualcuno... forse... -
grosse lacrime cominciarono a scorrere sulle guancie di  Carmela  Minino, i singulti le soffocavano la gola. - E perchè
a guai. Allontanandosi, verso il camerone, a capo basso,  Carmela  Minino teneva preziosamente distesi sulla, mano aperta, i
Tromba, quel giorno, a Sorrento e che Emilia aveva dati a  Carmela  per pietà delle sue misteriose lacrime. Carmela non mangiò
dati a Carmela per pietà delle sue misteriose lacrime.  Carmela  non mangiò quei dolci. Trovò un pezzetto di carta e ve li
dell'indomani sfumava. Gargiulo non aveva molti denari e  Carmela  Minino si doleva anche di quei pochi che egli spendeva. Per
preso il posto dell'Excelsior, dato in febbraio. Presto  Carmela  Minino avrebbe avuto del riposo. Ella lo desiderava e lo
fra amici, al caffè, al teatro, nella vita di notte: con  Carmela  Minino egli ridiventava il borghese placido, dall'ingegno
Gargiulo e lo seccava: privatamente era contento che  Carmela  fosse una creatura semplice e buona, ma, in pubblico,
delle altre donnette, quando sono in pubblico. Viceversa  Carmela  Minino ammutoliva innanzi alle persone e si contentava di
i grandi caffè, i grandi restaurants sono già chiusi.  Carmela  Minino e Roberto Gargiulo salirono per la scaletta di
Tutta quella roba cruda e cotta doveva eccitare la fame: ma  Carmela  Minino abbassò gli occhi, passandovi innanzi. - Hai visto,
Sambrini, il negoziante di generi coloniali. Mentre  Carmela  passava, Rosina Musto le fece un cenno affettuoso di
- Si dice... si dice che siano sposati, in chiesa - osservò  Carmela  Minino. - Oh! - esclamò lui diventato freddissimo. Eran
coperta da mezzo milione di diamanti. E al lume del gas  Carmela  Minino si mostrava sotto il suo nuovo aspetto:
se fossero corrotte e perdute come Placido Massamormile.  Carmela  e Roberto mangiavano in silenzio un piccolo antipasto
Placido: che era mai quella piccola pecora taciturna di  Carmela  Minino, innanzi a quella chanteuse che possedea, dicevano,
gittare degli sguardi indifferenti, talvolta astiosi, su  Carmela  Minino. Comprendeva ella? Forse. Da che Lodoiska era
sue spine. Tacquero. Per frenare le lacrime, le palpebre di  Carmela  battettero, due o tre volte: ella giunse a comporre il suo
egli aveva salutato affettuosamente Roberto Gargiulo e  Carmela  Minino, inviando loro quasi un cenno di benedizione. Poi,
don Gabriele Scognamiglio si era subito avvicinato a  Carmela  Minino, per non lasciarla sola. - Oh donna Carmelina
con la sua aria d'importanza. Anzi, osservando che  Carmela  era scomposta nel viso, evidentemente commossa, don
peccatore. - Voi mi mortificate, cavaliere... - mormorò  Carmela  che era già rimessa dall'emozione, ma restava imbarazzata.
le padrone di casa corrompitrici e avide, e il vincolo con  Carmela  fatto più saldo, più forte da questo cambiamento di vita,
Gargiulo andava via in collera. Sicuro di esser adorato da  Carmela  Minino, sapendola obbediente a ogni suo cenno, certissimo
già tre o quattrocento lire, in due mesi di relazione. Ma  Carmela  stessa, non era costretta, dalla sua relazione, a una
spesso Roberto Gargiulo aveva dei mutamenti di umore che  Carmela  Minino osservava subito e di cui non domandava conto, con
privata, dal capo della casa; pure, qualche cosa di ciò  Carmela  Minino aveva intravvisto, da qualche frase sfuggitagli.
da più di due mesi, egli si faceva vedere dappertutto con  Carmela  Minino, con un contegno di uomo superiore, di mondano
fare a meno di interessarsi in sommo grado a quella povera  Carmela  Minino, la protagonista del romanzo, così magistrevolmente
se in campagna dovessi andarci domani! - E mentre donna  Carmela  e Prèsia scendevano in cantina per riempire il fiasco dal
a calcarti meglio quei chiodi! - Alle bestemmie, donna  Carmela  e Prèsia erano accorse; quella con l'imbuto, questa col
- Vergine santa, che disgrazia! Oh, che disgrazia! - Donna  Carmela  si picchiava il capo, mentre don Michele, stralunato, con
orgoglio appagato. Ma, finalmente, su tutte le altre, su  Carmela  dal volto sfiorito e dai grandi occhi dolorosi, su donna
suo lattante, perché potesse addormentarsi più comodamente.  Carmela  levò i suoi grandi occhi sul volto della povera sorella, ma
creature! E la voce era così maternamente straziata, che  Carmela  lasciava scendere le sue lagrime lungo le guance, vinta da
quelle di una fanciulla. Fermandosi, prima di parlargli,  Carmela  guardò il giovanotto, con tale intensità di passione e di
e umido, dall'androne stretto e nero come un budello.  Carmela  vi guardava dentro, con gli occhi spalancati da un
i tacchetti di legno, scomparve nell'androne: allora solo  Carmela  fece per slanciarsele dietro per richiamarla; ma quella era
Pietromarchi partecipa il matrimonio di sua figlia Maria  Carmela  con il Visconte William Herbert Hambleden La Viscontessa
di suo figlio il Visconte William Herbert con Maria  Carmela  Attolico dei Conti di Adelfia La cerimonia nuziale sarà
in provincia di Roma, e Pasquale Sorbo, romano di 46 anni.  Carmela  Laudi, 64 anni, di Roma, è stata estratta dalle lamiere
aveva l'occhio acuto. - Già, - disse donna Concetta. - Ma  Carmela  pagherà, è una buona figliuola. Di nuovo, si udì tinnire il
che Luisella Fragalà aveva ideato e che quella diavola di  Carmela  Naddeo aveva subito adottato e fatto adottare! Erano tutte
nella folla della strada, intorno ai carri e alle carrozze.  Carmela  guardava, guardava. Vide passare in una carrozza dai
a sinistra, con una certa fierezza di popolani arricchiti.  Carmela  si morsicò le labbra, vedendo passare le due serene e
e con tutte le amiche di sua moglie: Luisella Fragalà, e  Carmela  Naddeo, e le Durante, e le Antonacci avevano trovata così
— E dopo un'infinità d'altre ciarle del genere, la signora  Carmela  invite la suora a passar di là, se aveva bisogno di cenare,
a grugnire in cadenza con lo stridío della ruota. La gna  Carmela  non gli diè retta e si mise a preparare il desinare: - Il
i bambini ebbero paura e si misero a strillare, e la 'gna  Carmela  si spaventò anche lei e corse alla finestra, urlando: -
Sant'Antuono, Sant'Antuono! Commossa, quasi singhiozzante,  Carmela  la sigaraia si raccomandava a sant'Antonio; anche lui, il
la facciata del Duomo, Maddalena, la infelice sorella di  Carmela  la sigaraia, Maddalena con la gonna di lanetta azzurra, la
convulse, singhiozzanti. Anche Annarella, la sorella di  Carmela  la sigaraia e di Maddalena l'infelice, aveva levato su i
più ardente, più forte, non seppe resistere, e la signora  Carmela  Naddeo, piegandosi dietro il ventaglio, domandò a Luisella
di vecchia civetta, fra due spalle di uomini. Perfino donna  Carmela  Naddeo, la bella, la ricca, la felice, la fortunata donna
Naddeo, la bella, la ricca, la felice, la fortunata donna  Carmela  Naddeo, tendeva l'orecchio, convulsa di curiosità,
Non fidandomi del tutto, ho fatto chiamare in portineria la  Carmela  che non ha segreti per me. Siamo dello stesso paese. E