, mettevano da parte i nocciuoli che sùbito partivano, a sacchi, a carrettate, per Catania, per Messina, e tornavano da lui trasmutati in bei gruzzoletti di
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Messina. Le cose si mettevano male. Ordini e contr'ordini, marce di notte su per la Montagna, allarmi. Lo zi' Croce si raccomandava a Dio e a Santa
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capitato a Messina il giorno dell'entrata di Garibaldi, dopo la battaglia di Milazzo e si era inginocchiato, a capo scoperto, come davanti al
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, di Messina, di Siracusa (giacchè egli aveva liti da per tutto, con privati, con Comuni, col Governo, con conventi, con Opere pie) per qualificarlo a
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Nell'aprile del 1868, dopo cinque anni di dimora in Firenze, tornavo in Sicilia. A Messina trovavo una novità: la ferrovia. Partendo, cinque anni
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raccogliere in volume documenti sì preziosi. V. SACCÀ. (Il Nuovo Imparziale di Messina 3-4 Maggio '99).
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nobile coraggio fondò qualche anno addietro, e con savio intelletto va continuamente arricchendo. (Il Marchesino, di Messina; 14 maggio 1899).
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e che onora davvero il Cav. Giannotta, editore. VIRGILIO SACCA' Il Nuovo Imparziale di Messina, 3 - 4 luglio 1899.
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, vide qualcosa di bianco per terra. - La lettera del passeggiere! - «Municipio di Messina» - lesse il pretore, interrompendo la redazione del verbale
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!.. - Com'è Napoli? Bello? - Per la Madonna! Bisogna vedere... - Più grande di Palermo? - Che Palermo e Messina! - Quelli ridevano - Napoli vale per cinque
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