Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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hai visto, sciocca, quando  gli  ha morsicato l'orecchio? Vuol dire, o io ammazzo voi, o voi
non è di questi. Vostra sorella dovrà tenere bene aperti  gli  occhi...Il lupo cangia il pelo ma non il vizio. Non parlo
falda di gonnella prende subito foco... Che può farci? Io  gli  voglio bene. Amico degli amici, quantunque un po' manesco;
amici, quantunque un po' manesco; non soffre che una mosca  gli  sì posi sul naso; ma chiassone! Oh! Con lui. bisogna stare
ricorrere agli imprestiti... Ma domani? Quando avrà chiuso  gli  occhi?...
il muso lungo anche voi. Vi spiegherò più tardi, Vedete  gli  amici qui che aspettano?
- Ed io qui mi son sentita opprimere, se lo vuoi sapere! -  gli  spiattellò lei chiaro e tondo. Salvatore la stringeva fra
questa è riuscita - diceva Saverio Conterino - L'amico  gli  ha fatto levar la casa, ed ha fatto a mezzo coi creditori!
che doveva aprire, quando la sorte lo aiutasse, e non  gli  pareva impossibile che un giorno o l'altro il principale si
giorno o l'altro il principale si ritirasse dagli affari e  gli  lasciasse la sua clientela. Salvatore era più che mai
aveva soggezione e paura. Con quell'imbroglio, chi sa come  gli  succedeva!.. però non avrebbe voluto dispiacere al
non potè trovare nessuna scusa per rifiutarsi. Fanny  gli  fece un'accoglienza delle più lusinghiere. - Ho proprio
Ogni volta che egli tornava in casa di Salvatore,  gli  facevano ogni sorta di complimenti; la signora,
Bisogna farsela da lontano! - Questo è il modo di trattare  gli  amici? - gli disse una sera Fanny, in tono di rimprovero. E
da lontano! - Questo è il modo di trattare gli amici? -  gli  disse una sera Fanny, in tono di rimprovero. E per tutto il
di rimprovero. E per tutto il tempo che egli stette lì, non  gli  levò gli occhi d'addosso. Nardo era sulle spine e non gli
E per tutto il tempo che egli stette lì, non gli levò  gli  occhi d'addosso. Nardo era sulle spine e non gli pareva
gli levò gli occhi d'addosso. Nardo era sulle spine e non  gli  pareva l'ora di andarsene. - Venite a trovarmi, domani -
pareva l'ora di andarsene. - Venite a trovarmi, domani -  gli  susurrò lei, stringendogli forte la mano. Nardo, per le
essersi accorto di qualche cosa; pareva l'avesse con lui e  gli  rivolgeva certe occhiate che non facevano prevedere niente
si metteva come prima in mano di Salvatore, il quale  gli  veniva palpando delicatamente il collo e le guancie,
piccolo movimento per segargli la gola. Nardo aveva sempre  gli  occhi da quella parte, temendo da un momento all'altro di
pronte a chiamar gente. Ma il principale non lo scannava,  gli  stava continuamente ai fianchi e spartiva, si può dire, il
stare allegri. Domani tornerà Vito Lisani, con la moglie, e  gli  faremo una serenata; venite anche voi, col mandolino; ci
gran sasso davanti al portone, con una specie di coma che  gli  faceva socchiudere gli occhi e abbandonare la testa sul
portone, con una specie di coma che gli faceva socchiudere  gli  occhi e abbandonare la testa sul petto. Il vecchio
dal tetto sconquassato, su quel po' di paglia, che  gli  serviva di giacigllo, fino al giorno in cui avrebbe avuto
si sentiva scoppiar la testa dal calore, quasi il sangue  gli  si fosse mutato in liquido ardente dentro le vene,
signor barone!... Ah, signor barone!... Il canonico Rametta  gli  stendeva da lontano le braccia, il dottor La Barba Io
ieri sera mio cognato.... - Grazie! Date qua.... Grazie!  Gli  occhi torbidi e stanchi gli si rianimarono un poco. Le mani
- Grazie! Date qua.... Grazie! Gli occhi torbidi e stanchi  gli  si rianimarono un poco. Le mani palpavano con un tremito di
il plico, ma non tentavano di aprirlo. La commozione  gli  aveva tolto ogni forza,... Sorrideva, agitava le labbra, ma
le spalle, il canonico, chinatosi premurosamente su lui,  gli  susurrò con voce compunta: - Faccia la volontà di Dio,
Dio padrone della vita e della morte!... Il barone spalancò  gli  occhi. - Non voglio morire! Non voglio morire!...
Non.... doveva.... far.... E il rantolo dell'agonia  gli  troncò la parola su le labbra convulse.
scava mia bella buca fonda, nascosta sotto i rami secchi,  gli  si prepara il suo bel letto sprimacciato di frasche e
la carne fresca.... Col muso al vento, se ne viene! e  gli  occhi lucenti di voglia!... Ma appena cade nel trabocchetto
la scatola dei rasoi, diceva ogni tanto: - E Agostino, che  gli  è successo? - Niente, ora viene! - E le risa interrompevano
in viso, per indovinare che ci covi sotto quel ghigno;  gli  si struscia addosso, proprio come una gatta, col seno
Montemaggiore, vedendolo entrare nella cella, pallido, con  gli  occhi stralunati, barcollante, balzò dalla seggiola dietro
tracannato avidamente, tutto d'un fiato. Padre Francesco  gli  stava davanti lisciandosi la lunga barba grigia senza
lunga barba grigia senza baffi, attendendo che don Pietro  gli  spiegasse per quale ragione fosse così turbato, o se si
dalla seggiola, passarsi le mani su la fronte e su  gli  occhi e di sentirgli dire: - Tornerò più tardi o domani....
chi debbo sfogarmi? Con  gli  estranei? Vostro padre, me ne sono accorto, è imbroncito
disse: vado dal maniscalco pel baio che  gli  manca un ferro, e subito ti raggiungo in chiesa. Voi, che
chiude  gli  occhi per risposta, mancando. Nino rimane quasi fulminato.
stesso modo che le imagini degli avvenimenti trascorsi.  Gli  uni sugli altri, i ricordi passano pel cielo della memoria
sensazioni raffinate ed acute alla quale egli si era dato,  gli  facevano un effetto molto meschino. L'inverno si
un effetto molto meschino. L'inverno si avvicinava,  gli  anni volavano via, ed egli pensava che sarebbe ben presto
dell'animo, l'inoltrarsi dell'autunno in campagna non  gli  procurava nessuna secreta angoscia; mentre, gli altri anni,
non gli procurava nessuna secreta angoscia; mentre,  gli  altri anni, il raggio di sole che si raccorciava ogni
ogni giorno un poco sulla parete del suo salottino,  gli  dava una stretta al cuore malgrado le mille distrazioni
andare dal notaio e mettere in carta le sue ultime volontà  gli  pareva mal augurio. Che fretta aveva? S' era consultato
suo compare che aveva battezzato Lisa, e quel servo di Dio  gli  aveva risposto ridendo : — Volete dunque comprarvi un bel
aspetti tempo... Ne conveniva : ma l' idea del mal'augurio  gli  si metteva per traverso, e gl' impediva di prendere una
Per questo rimase proprio atterrito la mattina che  gli  dissero : — È morta la sciancata. Siete contento? Lui la
Siete contento? Lui la chiamava la strega, ma tutti  gli  altri la sciancata. Piena di salute, grassa e ben pasciuta,
il male che voleva fare alle orfanelle! Quella morte però  gli  era parsa un ammonimento. Se l'accidente fosse venuto a
— ma subito si corresse. E fu la prima e l'ultima volta che  gli  accadde di chiamare zia colei. ***
si va diffondendo largamente. Essa raccoglie - com'è noto -  gli  scritti dei più geniali scrittori contemporanei. CAV. A.
 gli  uomini è ancora buono. Padre nostro che state in cielo,
di libri dei migliori scrittori italiani ed il successo non  gli  è mai venuto meno. Papiol di Palermo, 2 febbraio 1899.
parola qualunque sia, perchè il silenzio implacabile di lei  gli  mette addosso tutte le febbri.
siete affaticata troppo in questi giorni.  Gli  sposini, si capisce, hanno ben altro per la testa che
amo  gli  uccellini. Nel mio studio ce n' è sempre parecchi che
specialmente in certe ore del giorno. Avete mai notato che  gli  uccellini hanno ore determinate per abbandonarsi ai loro
Chi sa che v' hanno soffiato negli orecchi?... E voi  gli  avete dato retta?... Voi che mi conoscete?... Voi che
Garibaldi come egli lo chiamava, scoprendosi il capo quando  gli  capitava di nominarlo. E andava a lavorare in camicia
a tracolla per la minestra di fave o di cicoria e per ciò  gli  altri contadini lo chiamavano zi' Gamella. Egli ci teneva a
l'inno. - Viva San Garibaldi l E qualcuno, irridendolo,  gli  rispondeva: - Viva lo zi' Gamella! Anche sua moglie gli
gli rispondeva: - Viva lo zi' Gamella! Anche sua moglie  gli  diceva: - Non dite così; è peccato! Andate a confessarvi
anni dopo, già malandato, curvo, coi reumi alle gambe, che  gli  rodevano le ossa. - Non posso assolvervi, - gli disse
gambe, che gli rodevano le ossa. - Non posso assolvervi, -  gli  disse brusco brusco il confessore. - Perchè? - Avete
di distanza, lo sentiva brontolare: Avanti! Avanti! e poi  gli  vedeva alzare lo mano e fare il segno dell'assoluzione. -
capo la sua confessione. - Avanti! Avanti! Quel prete non  gli  dava tempo di raccapezzarsi. All'ultimo, lo zi' Gamella,
Questione di pagnotta! Ego te absolvo in nomine.... E  gli  trinciò sul capo l'assoluzione.
ebbe facoltà di scegliere la stoffa da sè e dar  gli  ordini al sarto, quasi fosse stato proprio giovanotto. Si
fu all' ordine. Giorgio volle provarlo un' ultima volta;  gli  stava a pennello. Egli bruciava di uscire di casa subito,
il babbo, volendo correggerlo di quella smania eccessiva,  gli  disse — Verrai con noi questa sera in casa Ronzano. È il
voltava a ogni po', si levava da tavolino per rallegrarsi  gli  occhi guardandolo, e per tastare la bella e morbida stoffa
certe pieghette della giacca sotto la manica, alle quali  gli  pareva non aver badato quanto avrebbe dovuto ; voleva
sentirsi molto impacciato nelle mosse. I pantaloni lunghi  gli  impedivano di buttare le gambe scioltamente. Che vuol dire
essere abituati! E provava, e tornava a provare, finché non  gli  parve d' avere già acquistato un po' della necessaria
sbuffi di fumo da questa parte e da quella, socchiudendo  gli  occhi, spasseggiando per la camera come avrebbe voluto fare
per la camera come avrebbe voluto fare pel Corso, se  gli  fosse stato permesso. Una sigaretta così piccina non poteva
di tosse, quando il fumo, per malaccortezza del fumatore,  gli  entrava in gola. Deliziosa quella sigaretta! Ah, non vedeva
metà di sigaretta, già sentiva un po' di disturbo; qualcosa  gli  saliva dallo stomaco alla testa e gli dava una specie di
di disturbo; qualcosa gli saliva dallo stomaco alla testa e  gli  dava una specie di dolce stordimento... Eh via! Era proprio
nel battaglione dei Corsi e avesse combattuto contro  gli  svizzeri nell'assalto di Catania. Soltanto una volta quel
lo aveva afferrato pel mento e tra minaccioso e irrisorio,  gli  aveva detto: - Questi peli, compare Croce, questi peli!...
ordine di Ferdinando II, egli lo credeva più del Vangelo; e  gli  pareva una grande scelleratezza avvelenare tanti cristiani
ad andargli dietro come un cagnolino. - Vieni anche tu, -  gli  gridò il capitano, - se poi non vuoi morire di colèra! E lo
soldato. La poveretta si mise a strillare e a piangere, e  gli  corse dietro per la china, insieme col pecoro che le
di cuoio, con la daga al fianco e il chepì troppo largo che  gli  scendeva su gli occhi. La vita di soldato, nel battaglione
daga al fianco e il chepì troppo largo che gli scendeva su  gli  occhi. La vita di soldato, nel battaglione detto dei Corsi,
La vita di soldato, nel battaglione detto dei Corsi, non  gli  era parsa cattiva. Per lui, abituato ai lavori campestri,
a le donnacce, e facendo il suo dovere di sentinella quando  gli  toccava, la paga settimanale egli poteva metterla intera da
pecoro! E ogni volta che ricorreva dal caporale perchè  gli  scrivesse una lettera per la moglie, il caporale lo
- Debbo mettere: Ti raccomando il pecoro? - Eccellenza, sì.  Gli  dava dell'Eccellenza, com'egli usava con le persone da più
senza quella forca d'Ingo, il leprino, suo compaesano, che  gli  stava sempre attorno: - Prestatemi quattro grani, zi'
egli veniva a patti: - Vi do cinque grani; non ho altro. -  Gli  altri cinque me li darete domani, per fare il carlino.
Dio, la Madonna, i Santi del Paradiso: - Tanto, se  gli  svizzeri ci ammazzano, se li prenderanno loro, zi' Pecoro!
suo paese; e ripuliva il fucile e contava le cartucce che  gli  avevano consegnato. - Ora si balla, zi' Pecoro! Messina è
consegnato. - Ora si balla, zi' Pecoro! Messina è presa! -  gli  disse Ingo una mattina. - E per strappargli più facilmente
degli svizzeri che non avevano paura di morire perchè -  gli  avevano detto così - erano sicuri di rinascere subito al
ne in Dio nè nella Madonna. - Zi' Pecoro, fuoco! -  gli  urlava il leprino, che tirava come un demonio. -
non mi abbandonate! Essere scampati vivi da quell'inferno  gli  era parso un miracolo. - Zi' Croce, fratello mio, non mi
tutti col terrore del massacro in viso, tutti con  gli  occhi rivolti verso Catania che bruciava e fumava
la domenica appresso s'erano fatti  gli  sponsali, colla sposa vestita da festa, e suo padre il
domenica. Il camparo, col naso rosso, saltellava dentro  gli  stivaloni, e voleva baciare tutti quanti ad uno ad uno. - A
quasi sapesse già quel che le toccava quando avrebbe chiuso  gli  occhi il genitore.
quel tiro, non avrebbe potuto davvero far nulla per lei. Ma  gli  fu grata almeno dell'intenzione: l'amor del prossimo è una
vizio. E confrontando la propria vita alla vita di tutti  gli  altri esseri, s'accorgeva che ciascuno era punito per
e ad altre simili cose, la bambola cominciò a sentirsi  gli  occhi pesanti, e i pensieri confusi; due o tre volte sbarrò
occhi pesanti, e i pensieri confusi; due o tre volte sbarrò  gli  occhi nel buio che le fluttuava d'attorno; alla fine, lei
ferito della povera Giulia; la quale, per compensarlo,  gli  faceva capire di volergli bene. La notte, quando i topi
qualche pagano. Quella volta, la Giulia, che tanto spesso  gli  aveva sentito nominare i cavalieri e la cavalleria, ma non
l'aveva codesta gente? - Con tutti! Con tutti i malvagi,  gli  sleali e i traditori - tonò Orlando. E riprese a declamare:
che subito poi si mettono il cuore in pace colla prima che  gli  capita?
posso dirlo. Una bambola di cera, e vi conficcavano  gli  spilli, uno al giorno... Se non si chiappa la bambola e non
fattoria; sospettava autore del furto uno di loro. Non  gli  era accaduto mai in vita sua che qualcuno avesse osato
osato rubargli una goccia di latte; intanto, da due giorni,  gli  mancava un bel cesto di ricotta al giorno. — Se me
stomaco. Il minore diè l'esempio il primo; poi lo imitarono  gli  altri tre, uno appresso all'altro, quasi invece di ricotta
due, li portò alla fattoria, e torno a prendere in collo  gli  altri sotto il carrubbo. Le donne del fattore non sapevano
Lo confessarono tutti e quattro insieme. Ma nessuno  gli  credeva, vedendoli contorcere anche dai dolori di pancia;
un po' per medico, un po' per fattucchiere; perciò  gli  diedero la voce dall'alto: — Venite su, presto; venite!
il ladro fosse stato uno dei contadini della fattoria, come  gli  era venuto il sospetto, quella mattina egli aveva messo nel
e rideva, rideva, come pazzo di gioia per il miracolo che  gli  accadeva. Un bel momento si staccò dalla sedia alla quale
come per accertarsi ch'erano tutti ancora al loro posto. -  Gli  oggetti non muoiono e noi moriamo. - Tutto muore; prima o
bisogna intenerirsi, non bisogna aver pietà. Ne hanno avuta  gli  altri con noi? Mi meraviglio, anzi, ch'egli si sia portato
sua grande ombra come un velo nero; e continuava a toccare  gli  oggetti per assicurarsi che c'erano, ch'erano gli stessi di
a toccare gli oggetti per assicurarsi che c'erano, ch'erano  gli  stessi di quel tempo. Sì, erano gli stessi: tutto c'era, lì
che c'erano, ch'erano gli stessi di quel tempo. Sì, erano  gli  stessi: tutto c'era, lì e in tutta la casa: solo lui
22 dicembre. Io sono precisamente come tutti  gli  altri, cara signora; anzi, come tutti quegli altri che
non passare per uno che non sia padrone di fare quello che  gli  pare e piace. Questo no!
gioventù burrascosa, come tanti e tanti, che pur sono oggi  gli  uomini più assestati e più tranquilli del mondo: ma
Amava la famiglia, o, per dire più esatto, quel tanto che  gli  era avanzato che ne cambiava spesso e volentieridella sua
le barbe. - L'aveva trovato, finalmente; ed era quello che  gli  faceva compir la dozzina degli sgomberi. - Ma qui mi fermo;
si sconnettevano, crocchiavano per ogni giuntura.  Gli  scaffali (il signor Ascanio, tra gli altri difetti suoi, ci
per ogni giuntura. Gli scaffali (il signor Ascanio, tra  gli  altri difetti suoi, ci aveva una libreria di cinquemila
volumi; troppi, senza dubbio, per un privato ignorante),  gli  scaffali, dico, non si adattavano sempre, nè per altezza,
di dolersi troppo; lo sgombero era l'occasione solenne che  gli  si offriva; per dare una buona spolverata a' suoi libri,
più ricordato, presente, o ricercato invano nel pluteo dove  gli  pareva di averlo messo l'ultima volta; tanto che della
averlo messo l'ultima volta; tanto che della stessa opera  gli  accadeva di provvedersi da capo, e di qualcuna aveva
un commento. Dovete sapere che il signor Ascanio Denèa, tra  gli  altri difetti suoi, ci aveva il baco di rifare la storia di
mettere in carta. E diciamo pure che tutta quella roba  gli  restasse un po' confusa, là dentro. Ma era
il figlio Musarra, che chiamano il matto perchè sua moglie  gli  è fuggita con Bellamà, quello che fa il gallo colle donne
Andiamo, Mastr'Antonio! Vi faccio ridere... Una volta  gli  dissi: - È vero, Don Saverio, che sapete fare le malie? Mi
ragazzi affollano, spingendosi, urtandosi. MASTRO NUNZIO e  gli  altri sonatori distribuiscono pugni e scapaccioni.)
Perchè volete prendervi questa gatta a pelare? —  gli  aveva domandato il pretore. — Perchè? E don Paolo era
carità, nè a se stesso: pensava soltanto alla strega che  gli  aveva lanciato la sfida: — Fra strega e drago vedremo chi
— Fra strega e drago vedremo chi la vince! — Ma questa non  gli  pareva ragione da dire al pretore, quantunque gli sembrasse
non gli pareva ragione da dire al pretore, quantunque  gli  sembrasse la sola ragione in quel punto. — Perchè? — ripetè
che lo aveva lasciato nell'anticamera; e si asciugava  gli  occhi, di nascosto del pretore, brontolando quasi con
da turchi! — Sedetevi, e ragioniamo tranquillamente, —  gli  disse il pretore , che frenava a stento le risa,
del bene ! Ma l'aveva spuntata. E il giorno che il pretore  gli  disse: — Ora il tutore siete voi! — Don Paolo piangeva di
era andato di là, aveva caricato la pipa con le mani che  gli  tremavano dalla commozione, e si era affacciato alla
Oppressi, circondati dalle tenebre impenetrabili sono  gli  spiriti, e da tanto dura l'esilio, ch'essi hanno perduto
tanto dura l'esilio, ch'essi hanno perduto ogni speranza.  Gli  spiriti assentono, con gemiti sordi. - O voi che il sole
Su, su, di sfera in sfera, agili, leggieri, balzano  gli  spiriti eletti; su, su, per l'etere chiaro, nel fluido
più quel parlare e quel muoversi da ragazzinaccio come  gli  dicevano e la voce gli era diventata più forte. Pure lei lo
quel muoversi da ragazzinaccio come gli dicevano e la voce  gli  era diventata più forte. Pure lei lo avrebbe voluto un po'
zappa appesa alle spalle, e restava serate intere senza che  gli  si potesse cavare una parola. - Che cos'hai, Alfiuccio?
- Ohè, Alfio! Cos'è che ti prende? Pene di cuore? Alfio non  gli  dava retta, come un tempo, e badava a zappare. - Oh che mi
spesso, la notte, appena entrato in letto,  gli  venivano in mente, insistenti, le parole del pretore: —
E se si sentiva stanco dalle fatiche della giornata, e se  gli  doleva un po' il capo, o la tosse lo tormentava,
Come sarebbero rimaste quelle li? Quand'anche  gli  avesse lasciato tutti i suoi beni.... Che ne avrebbero
Già questa insonnia era un cattivo segno. Quando mai  gli  era accaduto di entrare in letto e non addormentarsi subito
che avrebbero fatto di un vecchio catarroso come lui? Non  gli  bastavano le tre anime giuste che s'erano prese tutte a una
proprio sue figliuole; e allora.... allora avrebbe chiuso  gli  occhi in santa pace. Non chiedeva altro. Ci voleva forse un
come due donnine, vispe, allegre, attente a eseguire  gli  ordini, e che già facevano parecchie cosette anche da se,
felice. Via! Via! Senza piangere... Ti accompagnano tutti  gli  amici...
il visetto che  gli  scioglie la lingua, o provasse gusto a rimasticare pian
 Gli  sposi avevano preso un anno di tempo, affinchè Salvatore
pienamente con lei dimenticando che quel bugigattolo  gli  aveva dato il pane per tanti anni. - La bottega la daremo
con te! - Dio ne liberi! - esclamava la Fanny, ridendo. -  Gli  uomini in casa? Una peste! L'amico Agostino, che gli dava
- Gli uomini in casa? Una peste! L'amico Agostino, che  gli  dava sempre buoni consigli, pel suo bene, aveva grandi idee
ottener dei risparmii. Ma egli non si lasciava persuadere;  gli  sapeva duro di vender la casa dove aveva passati tanti anni
arrabbiato per la concorrenza del nuovo salone. - Ora  gli  faccio vedere chi me lo fa fare! - rispose Salvatore quando
faccio vedere chi me lo fa fare! - rispose Salvatore quando  gli  riferirono quel discorso, e mandò a offrire due lire di più
Nardo era un acquisto prezioso, ma non poteva bastare per  gli  affari che avrebbe avuto il nuovo salone; talchè Salvatore
finalmente fu aperto il Salone di Venezia - Salvatore  gli  aveva messo questo nome per amore di Fanny - ci fu davvero
od uscisse. Dentro, Salvatore, vestito a nuovo, faceva  gli  onori di casa agli amici, ai conoscenti, agli antichi
con lui; aprendo una dopo l'altra tutte le cassette e  gli  scaffali dove stavano disposti in bell'ordine le boccettine
bell'ordine le boccettine d'acque e d'essenze, le spazzole,  gli  spazzolini ed i pettini, le scatole di polvere profumata, i
lui del trionfo, modestamente, facendosi da parte, evitando  gli  sguardi di Salvatore, ma non tanto da impedire che quando
da impedire che quando la folla se ne fu andata, l'amico  gli  venisse a buttar le braccia al collo. - Questa è tutt'opera
affari. ll nuovo salone faceva i suoi affari come tutti  gli  altri, nè troppi, nè pochi, tanto da mantenersi. Salvatore
principale. Andrea s'andava formando, a poco a poco; ora  gli  si poteva affidare una barba, quantunque fosse un po'
la nuova clientela, più scelta e numerosa dell'antica,  gli  metteva soggezione, ed egli non poteva chiacchierare con
la scacciata d'Adamo e d'Eva dal paradiso terrestre! E come  gli  davano il soldo, lo buttava all'aria, lo faceva cadere
per le spalle, se lo attirò contro il fianco: egli sollevò  gli  occhi a guardarla in viso, come sorpreso dell'atto di lei e
Elisabetta sbagliava dicendo ch'erano simili ai suoi: erano  gli  occhi del suo Elis bambino.
la Nena, che non ha dote, nè tetto, nè terra, Ma la Nena  gli  era sempre alle costole al Castelluccio, se zappava, se
avevano la peluria fine come le pesche, e lui le guardava  gli  occhi celesti come il fiore del lino, e il petto che gli
gli occhi celesti come il fiore del lino, e il petto che  gli  riempiva il busto, e faceva l' onda al par del seminato. -
al par del seminato. - Non vi angustiate, comare Nena -  gli  diceva. - Mariti non ve ne mancheranno. Ella scuoteva il
ve ne mancheranno. Ella scuoteva il capo per dir di no, e  gli  orecchini rossi che sembravano di corallo, gli
dir di no, e gli orecchini rossi che sembravano di corallo,  gli  accarezzavano le guance. - No, no, compare Santo. Lo so che
mi vuol nessuno. - Guardate! -disse lui a un tratto, chè  gli  veniva quell' idea. - Guardate come sono i pareri!... E'
visto Santo incapricciato della Nena che voleva sposarla,  gli  aveva detto una domenica: - Tu la vuoi per forza, la Rossa?
mamma, accoccolata sulla scranna, lo tirava pel giubbone, e  gli  diceva sottovoce colla faccia lunga: - Cerca d' innamorarti
pel paese, comare Nena, comandate. - Se andassi a vendere  gli  asparagi verrei con voi, e si farebbe la strada insieme -
era tutta rossa del tramonto. - Ora andatevene,  gli  diceva Nena, andatevene, che è tardi. - E poi si metteva ad
comare Nena negli occhi che lo fuggivano e cercavano  gli  asparagi in mezzo ai sassi, e nel viso che era infocato
per andarsene a capo chino. La Rossa almeno voleva dargli  gli  asparagi che aveva colti per lui. Facevano una bella
bella pietanza se accettava di mangiarli per amor suo. E  gli  stendeva le due cocche del grembiale colmo. Santo le passò
alla cintola, e la baciò sulla guancia, col cuore che  gli  squagliava. In quella arrivò il babbo, e la ragazza scappò
tenesse che non facesse la festa a compare Santo; il quale  gli  giuocava quel tradimento. - No! non ne faccio di queste
per l'anima dei miei morti! Vi giuro che non vi lascerò  gli  occhi per piangere, a voi e a tutto il vostro infame
se ne seppe mai nulla. La folla irruppe per diverse vie,  gli  uomini con le accette, le donne coi tizzi accesi!... Il
sì, si, anche queste! E le trombe del Fascio non cessavano  gli  squilli sinistri; e dal nascondiglio dove si era rifugiato
tremante, incapace di dire una parola, si turava invano  gli  orecchi per non sentire gli squlli!
una parola, si turava invano gli orecchi per non sentire  gli  squlli!
di correggere, rifare, completare il mio testo, visto che  gli  usi e i costumi mondani si venivano mutando, alcuni, anzi,
non è stato mal mutato, ma di dire che mutate le persone e  gli  eventi, necessariamente, a Corte, vi è profonda diversità
a Corte, vi è profonda diversità di vita. Ognuno rammenta  gli  splendori sotto il felice regno di Umberto e Margherita: e
che avessero bisogno di una guida, di un consiglio, per  gli  eventuali loro rapporti coi sovrani.
che la povera donna si smarrisce sempre più, e a un tratto  gli  cade ginocchioni dinanzi, per slacciargli le ciocie