tinte, e altri consiglia una mano di colla o di vernice leggera; ma è evidente che con qualunque di questi rimedi si alterano le condizioni
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con uno spicchio d’aglio od una fetta di patata; ma una vernice allungatissima di mastice ed essenza di petrolio, quando l’abbozzo sia ben secco
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dipinto, determinò molti artisti moderni a sopprimere la vernice finale, e privare anche i colori, avanti di porli sulla tavolozza, di una certa quantità
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olio, ma affatto tecnica perchè l’opaco vi richiede, oltre alla soppressione della vernice finale e alla sottrazione di una gran parte d’olio ai colori
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restauratore che non potrà che danneggiarli più che non si trovino, o alla tarda sottomissione di quella vernice che non si è voluto concedere in
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Il Cennini, con ordinata esposizione, senza dimenticare il menomo particolare, salvo che per la vernice finale, insegna come si conducessero quei
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. Istruendo sul modo di verniciare le tavole, il Cennini trascurò di fare parola della composizione di quella vernice liquida che allora si procurava belle
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resistentissima quando sia mescolata a vernice, ma non così si può dire dei colori estratti dal legno di Fernambuco o del Brasile, dal sandalo rosso
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zinco e non secca senza una gran quantità di vernice o di essiccante. Ma sia pure questo il colore adottato per il rosso, e si debba, ad esempio
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Da Plinio si narra di un atramentum adoperato da Apelle, che rivestiva tutti i caratteri di una vernice di protezione ai dipinti, e gli artefici
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risposto alla difesa dei dipinti, onde la mira di ridurle a vernice fu incessante. Senonchè, non sciogliendosi queste resine che a fuoco nudo e non
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sulla brace sviluppa odore aromatico piacevole. Non è completamente solubile nella trementina, ma la parte che si scioglie costituisce una vernice
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Fu usata moltissimo dagli antichi come sussidio per un rapido essiccarsi dei colori ad olio, ridotta in forma di vernice, e si vede consigliata da
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alcuna indicazione come vernice finale pei dipinti.
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piuttosto che all’altra, e come la mastice si possa ritenere quella che accoglie in sè molti di quei requisiti che si dimandano ad una vernice, ed in effetto
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la vernice si serba per l’uso.
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quando l’olio essenziale è distillato di recente bisogna aumentare la dose della resina perchè la vernice non risulti troppo liquida.
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, è facta: e levala dal foco e nante che se fredda mectice una libra de vernice da scrivare ben pista, a poca per volta, e sempre vieni mistando
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agitandola nella bottiglia ondeggi fortemente contro le pareti del vaso. Quanto all’altra droga che serve a dare corpo e consistenza alla vernice, è
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bagnomaria in continuo bollore. Anzi la vernice verrà più pura e più bianca.
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La stessa vernice si fa pure a bagno-maria; la sola differenza consiste nel porre il matraccio nell’acqua bollente, invece che collocarlo sul fuoco
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liquido si scalda troppo. Allorchè si vedrà il mastice fuso, eccettuata qualche particella grossolana, la vernice è fatta. Si ritiri dal fuoco e e si
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Si può sciogliere la vernice anche a bagno di sabbia. Si sceglie della sabbia fina e secca che si mette in un vaso preferibilmente di ferro, di
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e dalla serenità del cielo; ma si è ricompensati dell’attesa dalla bellezza della vernice che si ottiene. Dovendosi dunque tenere esposta la
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Conosciute le proprietà degli oli seccativi, della vernice finale dei quadri dell’essenza di trementina o di petrolio, il pittore ha quanto basta, e
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, perchè non si possa dire che anche la rimozione di una semplice vernice, la pulitura più delicata, purchè tocchi la superfice dei colori, non può che
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vernice nella Madonna degli Alberelli del Giambellino a Venezia e il putiferio destato a Genova pei restauri della Galleria Brignole nell’anno 1903 ed i
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dei ristauratori italiani, il celebre Prof. Guizzardi bolognese (1) a togliere una vernice ribelle a tutti i solventi usava spalmare il dipinto con
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completamente di vernice come poi accade.
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raccomandava all’amico di non lasciarsi vedere da nessuno nel ritoccare i freschi e che usasse olio senza cuocere e senza vernice: affinchè non se ne
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del restauro conservativo, venga a raggiungerne l’aperto carattere nella rimozione della vernice, motivata dal solo pretesto del pulimento, pretesto
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sostanze colle quali si procede tanto alla rimozione di una vernice che a qualsiasi altro lavoro di restauro, ma nella inesorabile esclusione di ogni azione
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questa dimenticata negli ingredienti che dovevano comporre la pittura encausta e specialmente nella sua vernice finale, che non si sapeva imaginare
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ostando però che la sola vernice a cera si potesse applicare anche a dipinti d’ornato e di figure. Anzi quest’incerato esteriore fu quello che illuse
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ritengono, tutto l’encausto o bruciamento non si riducesse al fatto che allo scaldare la cera che serviva di vernice ultima alla comune pittura a tempera
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dovevano svanire o almeno oscurirsi moltissimo dandovi la vernice; nè poteva soffrire che vi si passasse col pennello sopra: e dippiù si vedono
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niuno trovato modo che buono fosse, neppure usando vernice liquida o altra sorte di colori mescolati nelle tempere. E fra molti che cotali cose o altre
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della vernice ultima sulle tempere manipolavansi le resine nei laboratori degli artefici dei secoli XIII e XIV, preparandosi così di lunga mano gli
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I colori oltrechè macinati cogli oli cotti incorporavansi ancora di vernice per quell’eccesso accennato di rimediare agli inconvenienti di un clima
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vernice un poco allungata, e questa asciutta vi dipingevano sopra. Vi sono stati anche antichi Fiamminghi che hanno dipinto sopra delle tavole ingessate, e
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«Vi sono stati anche dei Fiamminghi che hanno dipinto con colori macinati a vernice, servendosi dello spirito di trementina per farli rinvenire e per
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all'ombra. Essi hanno fatto un uso comunissimo della vernice tanto ad essenza quanto a spirito di vino».
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vernice finale si dimostrava di tale forza da competere col dipinto ad olio.
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antico si è dato la pena di raccontarci per filo e per segno come eseguiva un quadro, dal modo di preparare la tela o la tavola sino alla vernice
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’aria e non bisogna quindi usarlo che in pitture destinate a essere ricoperte d’uno spesso strato di vernice. Parecchie parti della Natività di Dürer
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protezione della vernice scurisce rapidamente.
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da minestra di gomma di ciliegio sciolta nell’acqua nella proporzione di 1/3 di gomma per 2/3 d’acqua; 1 cucchiaino da caffè di vernice Damar o
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un trattato di pittura. Così pure si può modificare in più o meno la proporzione della gomma di ciliegio, della vernice, ecc., senza paura di gravi
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La tempera grassa è meno pura della tempera magra ma in compenso è più solida, si può lavorare più a lungo e i colori sotto l’azione della vernice
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alla tela e si ricomincia. Bisogna usare i colori così come vengono spremuti dai tubetti e non aggiungervi né olio né vernice; né bisogna mai ripassare
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