, nonostante le vive parziali resistenze dell’avversario che dovette essere snidato di vetta in vetta e infine dalle due erte guglie del Chiadenis sulle quali
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formidabili, la nostra offensiva dovette essere presto arrestata.
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’impedire l’opera di spegnimento che tuttavia poté essere ugualmente avviata.
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, tenacemente difesa dalle brave truppe della XI divisione, non potè essere nè scossa, nè intaccata.
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. " o Armà’ Treppigne e ’na tenaja: Essere spilorcio o avaro. " de casa Tiratèlli: Come sopra. " de casa Frappija: Pigliar sempre e mai donare
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: Affamato. Allumà’: Vedere, osservare. Allungà’ la vita: Essere appiccato. Amico: Spia. Amido (Esse all’): Essere in bolletta. Ancinèllo: Attaccabrighe
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Il numero dei giocatori deve essere sempre paro. Se, per esempio, sono in otto, quattro di essi fingono di fare un mestiere, sempre però alla muta
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I giocatori si dividono in due squadre, p. es.: squadra A e squadra B. Designate le loro tane, che devono essere a una bella distanza, e ciascuna
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cuscinetto sotto la veste e finge di essere incinta. Altra volta mettono una di loro a letto con la pupazza e fingono che colei abbia partorito, le
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, per non essere oltre molestato. Allorchè esso ricomincia a giuocare grida invece: Co’ le càccole! Se al giocatore rincorso gli falla un piede e cade
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tutte le palline da battersi essere collocate. Si fa la conta, e a chi va il punto, è il primo a tirare per cogliere in buca. Se ci coglie dice agli altri
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Otto giorni prima, per le strade che dovevano essere percorse dalla processione, passavano i Mannatari delle varie confraternite, a due a due con
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, e possono essere molti, pagano la quota stabilita, un quatrinello (centesimo), un soldo, due, ecc. Colui il quale dirige il giuoco conta il danaro
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essere rappresentate da due soldi da due; colui che li tira deve tenerli uno sovrapposto all’altro, in modo che essi mostrino le due armi. Se i due
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: orecchino d’oro, cucchiaio d’oro, spilla d’oro, tutto deve essere d’oro. Fatto questo il capo-giuoco si mette a sedere a fare da mamma, e il giocatore
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secolo. Ad esempio nel secolo XVI Giovan Matteo Fabbri ne assicura che si giudicava il suono delle campane essere ricetta salutare contro il dolor di
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affrettano a tornare dalla mamma, dicendo per non essere battuti: Pane, cacio e vvino dórce. La mamma, quando li ha tutti attorno a sè, finge di raccontare
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