Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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pesanti colle quali iniziò il tiro contro le nostre da  Col  Toront a Col di Lana.
colle quali iniziò il tiro contro le nostre da Col Toront a  Col  di Lana.
dinanzi alle nostre posizioni di Cima Cadi (Tonale) del  Col  del Rosso e del Col d’Echele (Altipiano di Asiago) e sugli
posizioni di Cima Cadi (Tonale) del Col del Rosso e del  Col  d’Echele (Altipiano di Asiago) e sugli isolotti del Piave,
Colbricon il giorno 19,  col  tempestivo brillamento di una contromina, distruggemmo
adunati presso Hambari (destra della Vojussa), molestavano  col  fuoco le nostre linee.
di Cady (Tonale) di regione Zurez (oriente del Garda) e del  Col  di Lana.
oriente del Garda in Vallarsa, nella zona di  Col  Caprile e dell’Asolone, e nella regione del Montello,
linee del Solarolo: furono nettamente respinti e inseguiti  col  fuoco efficace delle nostre batterie.
conca di Plezzo, la sera del 10, truppe nemiche  col  favore delle tenebre tentarono un improvviso attacco contro
scopo di distruggerli furono scoperti e ricacciati  col  fuoco.
era rimasto in possesso d’un bosco donde molestava  col  fuoco le nostre linee: un nostro reparto lo assalì e lo
(Cismon–Brenta), nel pomeriggio di ieri, forze nemiche,  col  favore di fitta nebbia, tentarono un violento attacco di
foci del Timavo, riparti di assalto, che,  col  sostegno di ondate di fanteria, muovevano contro la nostra
nei pressi di Casera Zebio (Altopiano di Asiago; sul  Col  San Giovanni (Testata Vanoi), lungo le pendici
avvicinarsi alle nostre linee, vennero nettamente respinti  col  fuoco.
e nord-occidentale del Grappa nostri riparti di fanteria  col  valido appoggio d’intenso ed aggiustato fuoco
allo sbocco di Valle Daone in Valle Giudicarie, raggiungeva  col  favore delle tenebre le posizioni che il nemico vi stava
spalle, prima con la punta delle dita, e poi immediatamente  col  polso. Allorchè vince, prende il posto del compagno, e il
in Valle Seebach Gailitz. Dopo intensa preparazione  col  fuoco di artiglieria reparti nemici appoggiati da numerose
altra cosa sporgente da un muro, e quindi vi si batte sopra  col  maróne, come nel giuoco a Maróncino.
sud del  Col  Caprile, con ardita fulminea irruzione nelle posizioni
nella regione del Pasubio, nella zona di Cima Val Bella,  Col  del Rosso e lungo il Piave fra Palazzon e Saletto; le
che consiste nel ripigliare  col  dorso della mano o le nocciuole o le noci o le monete che
Tonale e sugli isolotti del Piave di fronte al Montello. Al  Col  del Rosso un riparto nemico attaccato dai nostri, dovette
di Cima Tre Pezzi, alla confluenza del torrente Assa  col  torrente Ghelpac. Inflitte gravissime perdite al presidio,
cé credi vièlla a vvedè’, ecc. Quattro: la mia bella ggiôca  col  gatto, Col cagnolo nun vô ggiòcà’, ecc. Cinque: la mia
a vvedè’, ecc. Quattro: la mia bella ggiôca col gatto,  Col  cagnolo nun vô ggiòcà’, ecc. Cinque: la mia bbella se fa
or là, sulle ginocchia di questo o di quello. Proferisce  col  solo sibilo dei denti quelle due sillabe zzizzì, e ad
sulle bestemmie; 3o Che Dio è capace di castigare  col  fuoco questa lingua che vi è stata data per benedirlo e non
 Col  gesso o col carbone si segna sopra un impiantito una figura
gesso o  col  carbone si segna sopra un impiantito una figura come la
sospeso, e caccia fuori il sassetto, senza però toccare  col  piede le righe della Campana, nè far uscir fuori il
a morte; le tavolozze sui canti delle vie; gli smoccolatori  col  cartoccio nei trasporti funebri i cui cadaveri si portavano
I servitori di piazza affittati ad ore; il burattinaio  col  casotto, gli improvvisatori di stornelli, e gli sminfaroli
di scapaccioni o bastonate, poichè si finiva  col  fare la guetra, giuoco che si usa spesso fra i nostri
si vanno alternamente pronunciando e battendo, mentre  col  dito si tocca or questo or quel pugno di chi vi tiene
deve spiccare il salto. Chiunque nel saltare tocca la riga  col  piede, prende il posto del paziente. L’ultimo dei saltatori
ne fa un mucchio, pone questo sopra il santuccio e intorno  col  gesso vi disegna un circolo. Destinato il posto dal quale
mucchio, le situa dove vuole, affinchè il primo vi batta su  col  maróne, lanciandovelo sopra in modo sì netto e vibrato, che
capo che dirige il gruppo dei rimpiattati dà il segnale  col  grido: È ffatto! Allora la mamma lascia il paziente andare
capo; finchè ridotto il giuoco a due soli, colui che resta  col  pugno o coi pugni non pizzicati all’ultimo qui, è il
si può sostituire a piacere, e si sostituisce in genere  col  nome del bambino che in quel momento lo si trastulla col
col nome del bambino che in quel momento lo si trastulla  col  tenerlo a cavalluccio sulle ginocchia. È in uso anche dire:
numero delle dita, resta sotto. Indovinatolo, cambia posto  col  suo contrario.
gli eletti scherniscono i compagni condannati all’inferno,  col  dirgli: tappi di cacatore, o altro.
o mammaccia, che deve dirigere il giuoco, e che lo comincia  col  fare un nodo a un fazzoletto e col gettarlo in aria. Gli
e che lo comincia col fare un nodo a un fazzoletto e  col  gettarlo in aria. Gli altri tutti a gara per
intorno alla mamma, dà a tenere a lei la cocca (er pizzo)  col  nodo, tenendo lui quella opposta. Allora la mamma gli
che il tal pezzo di carne va in malora o puzza dirà  col  suo garzone di bottega, per esempio: Quel lòmbo va da Meo,
quella vivissima passione che avevo ed ho per le cose che  col  popolo hanno attinenza. Tanto ero lontano in quel tempo
intermittenti, ecc. Disseccato, polverizzato e mischiato  col  miele, veniva applicato sui flemmoni, sugli antraci, sulle
parecchie dotte considerazioni che sono andato spigolando,  col  gentile consenso dell’autore, dall’accennato studio del
un che va vendendo il vino. Ecco per Roma infiniti maestri  Col  sacco in spalla e in mano un bacchettino Gridando tutto il
anni fa, e solite a vendersi nelle prime ore della notte,  col  grido di pan di ramerino, erano sconosciute tra noi prima
in disuso, giacchè proprio con lo stesso nome e forse  col  medesimo canto era ben nota ed avviata in Roma fin dal
fôco, la pulizzìa! egli è in facoltà di pulire il terreno;  col  patto però che il suo rivale, non gridi prima di lui: Fôco,
nnizza, e prende il posto di lui. Questo giuoco ha subìto,  col  tempo, varie modificazioni. Per esempio. La conta, la prima
ppe’ ffallo addannà’ dde ppiù, pprese e je fece una sòrba  col  la bbocca. Nu’ l’avesse mai fatto! Er gendarme ch’era (come

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