Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: abitanti

Numero di risultati: 221 in 5 pagine

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Carlo Darwin

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Michele Lessona 2 occorrenze

Si può immaginare la povertà di quel luogo da questo fatto, che quantunque contenga alcune centinaia di abitanti, uno della nostra brigata non riuscì in nessun luogo a trovar da comperare una libbra di zucchero o un coltello comune. Nessun individuo possedeva un oriuolo, ed un vecchio, il quale si supponeva avesse un'idea giusta del tempo, era incaricato di suonare la campana della chiesa così a caso."

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Del primo genere trovai una Limnea molto numerosa in un lago, nel quale, secondo quello che mi dissero gli abitanti, il mare entra una volta all'anno, o talora anche più sovente, e rende l'acqua al tutto salata. Son certo che si potrebbero osservare fatti molto interessanti, intorno ad animali marini e di acqua dolce, in questa serie di lagune che limita la costa del Brasile. Il signor Gay ha asserito che egli trovò, in vicinanza di Rio, conchiglie dei generi marini Solen e Mytilus, e ampullarie d'acqua dolce, che vivono assieme nell'acqua salmastra. Io ho pure osservato frequentemente nella laguna, presso il giardino botanico, ove l'acqua è solo un tantino meno salsa di quella del mare, una specie d'idrofilo, somigliantissimo ad un coleottero acquatico comune negli stagni d'Inghilterra; nello stesso lago l'unica conchiglia apparteneva ad un genere che si trova generalmente negli estuari."

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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso

451176
Carlo Darwin 10 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
  • UNIPIEMONTE
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I, 1838, p. 305. ha trovato che i crani presi dalle sepolture di Parigi del secolo decimonono erano più grandi che non quelli presi nei sepolcri del secolo decimosecondo, nella proporzione di 1484 a 1426; e Prichard è persuaso che gli abitanti presenti dell’Inghilterra hanno «la scatola del cranio molto più spaziosa» che non gli antichi abitanti. Nondimeno dobbiamo riconoscere che alcuni crani di remotissima antichità, come quello famoso di Neanderthal, sono ben sviluppati e spaziosi. Per ciò che riguarda gli animali sottostanti, il sig. LartetComptes Rendus des Séances, ecc., 1 giugno 1868. avendo comparato i crani dei mammiferi terziari coi recenti appartenenti agli stessi gruppi, è giunto a questa notevole conclusione, che il cervello è in generale molto più grande, e con circonvoluzioni più complicate in quelli di forma recente. D’altra parte io ho dimostratoThe Variation of Animals and Plants under Domestication, vol. I, p. 124-129. che il cervello dei conigli domestici ha diminuito notevolmente di volume in confronto di quello del coniglio selvatico e della lepre; e questo fatto può essere attribuito a ciò che essendo stati tenuti racchiusi per molte generazioni, hanno esercitato poco l’intelletto, gli istinti, i sensi ed i movimenti volontari.

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Gli abitanti di Tahiti quando vennero visitati per la prima volta erano per molti rispetti più avanti che non gli abitanti della maggior parte delle isole della Polinesia. Non vi sono buoni motivi per credere che l’elevata cultura degli indigeni del Perù e del Messico fosse venuta dal di fuoriIl dottor F. Muller ha fatto alcune buone osservazioni intorno a ciò nel Reise der Novara; Anthropolog. Theil, Abtheil III, 1868, s. 127.: molte piante del paese erano colà coltivate, ed alcuni pochi animali indigeni addomesticati. Dobbiamo tener presente nella nostra mente che se fosse sbarcata sulle spiaggie d’America una comitiva errante di qualche paese semicivile, non avrebbe, se giudichiamo dalla piccola influenza della maggior parte dei missionari, prodotto nessun effetto ben evidente sugli indigeni, a meno che fossero già divenuti in certo modo avanzati. Guardando ad un periodo remotissimo della storia del mondo, troviamo, per adoperare i vocaboli ben noti di sir J. Lubbock, un periodo paleolitico e neolitico; e nessuno pretenderà che l’arte di lavorare le rozze selci fosse un’arte presa ad imprestito. In tutte le parti d’Europa fino alla Grecia, nella Palestina, nell’India, nel Giappone, nella Nuova Zelanda e nell’Africa, compreso l’Egitto, si sono trovati abbondantissimi gli strumenti di selci; e gli abitanti che esistono oggi non hanno nessuna tradizione intorno al loro uso. Vi è pure una indiretta evidenza del loro uso primiero dai Cinesi e dagli antichi Ebrei. Quindi non vi può essere guari dubbio che gli abitanti di tutti quei paesi, che comprendono quasi tutto il mondo civile, non siansi trovati un tempo in uno stato di barbarie. Credere che l’uomo fosse aboriginariamente incivilito e che in tante parti sia stato soggetto ad un così pieno degradamento, è avere una opinione ben meschina dell’umana natura. Sembra che sia un’idea molto più vera e più confortante quella di credere che il progresso sia stato molto più generale che non il regresso; che l’uomo da una bassa condizione siasi elevato, invero con passi lenti ed interrotti, al più alto livello finora da esso raggiunto, in sapere, cognizioni, morale e religione.

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Spesso la distribuzione geografica vien portata inconsapevolmente e talora consapevolmente in causa; cosicchè certe forme che vivono in due aree lontanissime fra loro, nelle quali la maggior parte degli altri abitanti sono specificamente distinti, sono esse stesse usualmente considerate come distinte; ma invero questo non aiuta a distinguere le razze geografiche dalle cosidette buone o vere specie.

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Nella punta meridionale dell’America gli abitanti della Terra del Fuoco vivono senza vestimenti, e senza essere protetti da un qualche abituro degno di tal nome. Nell’Africa meridionale gl’indigeni vanno erranti per le più aride pianure, dove abbondano gli animali più pericolosi. L’uomo può sopportare la mortifera azione del Terai ai piedi dell’Imalaya e le spiaggie pestilenziali dell’Africa dei tropici.

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Gli esquimali vivono esclusivamente di cibo animale, si vestono d’una pelliccia fitta, e sono soggetti ad un freddo intenso e ad una lunga oscurità; tuttavia non differiscono grandemente dagli abitanti della Cina meridionale, che vivono al tutto di cibo vegetale, e sono esposti quasi nudi ad un clima caldo ed aridissimo. Gli indigeni della Terra del Fuoco non si nutrono che dei prodotti marini che somministrano le loro inospite spiaggie; i Botocudi del Brasile vanno girovagando per le calde foreste dell’interno, e vivono principalmente di prodotti vegetali; tuttavia queste tribù si rassomigliano tanto fra loro che gli indigeni della Terra del Fuoco a bordo del Beagle erano scambiati da qualche Brasiliano per Botocudi. Parimente i Botocudi, come gli altri abitanti dell’America tropicale, sono al tutto differenti dai Neri che abitano le sponde opposte dell’Atlantico, che sono esposti ad un clima a un dipresso simile al loro, e conducono quasi lo stesso genere di vita.

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Nei Figiani del Pacifico, la barba è abbondante ed ispida, ed è il loro maggior orgoglio; mentre gli abitanti degli arcipelaghi adiacenti di Tonga e di Samoa sono «senza barba, e detestano un mento ruvido». In una sola isola del gruppo delle Ellici «gli uomini hanno molta barba, e non ne vanno poco alteri»Il dott. Barnard Davis cita il sig. Prichard ed altri per questi fatti che riguardano i Polinesi, nell’Anthropological Review, aprile 1870, p. 185, 191..

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Gli abitanti della Terra del Fuoco, come fui informato da un missionario che risiedette lungamente fra loro, considerano le donne europee come sommamente belle; ma da ciò che abbiamo veduto del giudizio degli altri aborigini di America, non posso a meno di credere che questo deve essere un errore, a meno che quel ragguaglio si riferisca solo ai pochi indigeni della Terra del Fuoco che hanno vissuto per qualche tempo cogli Europei, e che debbono considerarsi come esseri superiori. Aggiungerò che un espertissimo osservatore, il capitano Burton, crede che una donna, la quale noi consideriamo bella, è ammirata in tutto il mondo. Anthropological Review, marzo 1864, p. 245.

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Tuttavia, dobbiamo tenere a mente che il naso molto depresso e le mascelle molto sporgenti dei neri della costa occidentale sono tipi eccezionali negli abitanti dell’Africa. Malgrado i sovra citati fatti, il signor Reade non crede probabile che i neri preferirebbero mai le donne più belle di Europa, per ciò che riguarda semplicemente l’ammirazione fisica, ad una avvenente neraGli abitanti della Terra del Fuoco, come fui informato da un missionario che risiedette lungamente fra loro, considerano le donne europee come sommamente belle; ma da ciò che abbiamo veduto del giudizio degli altri aborigini di America, non posso a meno di credere che questo deve essere un errore, a meno che quel ragguaglio si riferisca solo ai pochi indigeni della Terra del Fuoco che hanno vissuto per qualche tempo cogli Europei, e che debbono considerarsi come esseri superiori. Aggiungerò che un espertissimo osservatore, il capitano Burton, crede che una donna, la quale noi consideriamo bella, è ammirata in tutto il mondo. Anthropological Review, marzo 1864, p. 245..

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., dell’antichità dell’uomo; origine dell’uomo; facoltà, mentali dei selvaggi; origine degli utensili; amplificazione del linguaggio; mancanza dell’idea di Dio in certe razze umane; origine della credenza di agenti spirituali; intorno alle superstizioni; sentimento del dovere; pratica di seppellire i vecchi ed i malati fra gli abitanti della terra del Fuoco; non prevalenza del suicidio fra i barbari più bassi; immoralità dei selvaggi; diritto del signor Wallace sull’idea della scelta naturale; intorno alla mancanza di rimorso nei selvaggi; primiera barbarie dei popoli civili; miglioramento nelle arti presso i selvaggi; rassomiglianze nei caratteri della mente nelle varie razze umane; facoltà di contare nell’uomo primitivo; organi prensili del maschio, della Labidocera Darwini; intorno al Chloëon; intorno al Smynthurus luteus; lotte per le donne presso gli indigeni del Nord America; intorno alla musica; ornamenti praticati dai selvaggi; stima della barba presso gli Anglo-Sassoni; deformità artificiali del cranio; matrimoni comunali; intorno alla exogamia; intorno ai Veddah; intorno alla poliandria.

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Se poi paragoniamo le differenze della statura tra i capi della Polinesia e gli ordini inferiori del popolo delle stesse isole; le differenze fra gli abitanti delle isole fertili, vulcaniche, e quelli delle nude e basse isole coralline dello stesso OceanoPer gli abitanti della Polinesia, vedi la Physical Hist. of Mankind di Prichard, Volume v, 1847, p. 145, 283. Per lo stesso argomento Godron, De l’Espèce, tom. II, p. 289. Vi sono pure differenze notevoli nell’aspetto fra gli affinissimi Indi che abitano il Gange Superiore ed il Bengala vedi la History of India, vol. I, p. 324, di Elphinstone.; oppure anche le differenze fra gli abitatori della terra del Fuoco, delle spiaggie orientali ed occidentali dello stesso paese, ove i mezzi di sussistenza sono molto differenti, non si può non riconoscere che il migliore nutrimento ed i maggiori comodi hanno azione sulla statura. Ma i fatti fermati sopra dimostrano quanto sia difficile giungere ad un preciso risultamento. Il dottor Beddoe ha ultimamente dimostrato che per gli abitanti dell’Inghilterra, la residenza nelle città e certe occupazioni hanno un’azione deteriorante sulla statura; e ne deduce che quest’effetto è fino a un certo punto ereditato, come è pure nel caso degli Stati Uniti. Il dottor Beddoe crede inoltre che ogni luogo ove una «razza raggiunge il massimo del suo sviluppo fisico, aumenta di molto in energia e vigore morale»Memoirs Anthropolog. Soc., vol. III, 1867-69, p. 561, 565, 567..

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L'uomo delinquente

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Cesare Lombroso 15 occorrenze
  • 1897
  • Fratelli Bocca Editori, Librai di S. M. Il Re D'Italia
  • Torino
  • scienze
  • UNIPIEMONTE
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Pagina 15

., si contavano 999 comuni con acqua cattiva e scarsa; 6804 che non hanno fogne, e 24.158 abitazioni sotterranee con 37.203 stanze e con 100 mila e più abitanti; 1178 comuni dove di rado si mangia pane di frumento, se non per malattia o nei giorni festivi prevalendo l'uso del granturco e delle castagne; 4974 che fanno raramente uso della carne; 2037 che mantengono l'abusivo esercizio dell'arte salutare o non hanno medico residente per i poveri e 421 non provvedono affatto al servizio sanitario; 274 che mancano di cimiteri, seppellendo nelle chiese; 194 circondari che sono infestati dalla malaria, la quale si estende a 90 mila chilometri quadrati, popolati da 6 milioni di abitanti; e lì si contano infine annualmente 100 mila pellagrosi, che si nutrirono di mais guasto.

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. - Prendendo i paesi d'Italia che dalla bellissima carta di Bodio, 1894, appaiono i più colpiti dalla malaria che vi causa mortalità da 5 a 8 per 1000 abitanti, e sono Grosseto, Ferrara, Venezia, Crema, Vercelli, Novara, Lanciano, Vasto, S. Severo, Catanzaro, Lecce, Foggia, S. Bartolomeo in Galdo, Terracina, Sardegna, vediamo che l'intensità del morbo coincide col maggior numero dei reati contro le proprietà in 5 su 13 - in Grosseto, cioè, Ferrara, Sardegna, Lecce, Roma.

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Invece esso ha una celebrità infame e i suoi abitanti sono considerati nei dintorni come dei ladri, dei briganti, degli assassini. Questa nomea non data da ieri: nelle cronache italiane del Medio-Evo si trova spesso il nome d'Artena, e la sua storia si può riassumere in una lunga serie di delitti.

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Si può dire che i principali conati per la libertà e le ultime resistenze alla servitù si notarono sempre fra gli abitanti delle montagne; tali i Sanniti, i Marsi, i Liguri, i Cantabri, i Bruzzi contro i Romani; gli Asturii contro i Goti ed i Saraceni; gli Albanesi, i Transilvani, i Drusi, i Maroniti, i Mainotti Furono i Mainotti del Monte Taigeto (Sparta) che proclamarono pei primi l'indipendenza (Gervinus, Risorgimento della Grecia, 1864). contro i Turchi; i Tlascalisi ed i Chileni nelle Americhe; i montanari di Schwitz-Uri ed Unterwald contro l'Austria e la Borgogna. Così nelle Cevenne in Francia ed in Valtellina e Pinerolo da noi, malgrado le dragonnades ed i supplizi dell'Inquisizione, sorsero i primi conati a favore della libertà religiosa.

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Villaggio paludoso nel XVI secolo, con 749 abitanti nel 1551, fu popolato prima dai Liburni «popoli dell'Illirico, inventori delle Galeotte liburne, e insigni pirati, a cui si aggiunsero saraceni, ebrei, marsigliesi» poi da avventurieri e pirati, ivi chiamati dai Medici.

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Così gli abitanti delle provincie etnee, che sono forse d'origine ellenica più pura degli stessi greci, perchè non sono mescolati cogli Slavi, hanno un'eccellente rinomanza di buona grazia e di mitezza. I Palermitani al contrario, presso i quali l'elemento arabo ebbe maggiore influenza che in qualunque altra parte, hanno in generale i lineamenti gravi e diversi costumi» (Ferri, o. c.).

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. - Dal 1838 da 237 per 100.000 abitanti salirono a 375, nel 1847 a 480, nel 1854 discesero dal 1855 al 1866 ove non passarono il 389, risalirono a 517 nel 1874, a 552 nel 1889. Crebbero dunque in 50 anni del 133% (Joly, France criminelle, pag. 10).

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Nel 1886 ci furono 135 attentati contro le persone, cioè 1 per 200 abitanti: quattro volte più del dipartimento della Senna. Dei 135 attentati, 52 furono commessi spontaneamente in seguito a discussioni o a risse. Impossibile far parlare un testimonio; a Palneca 60 persone avevano assistito ad un misfatto, tutte giurarono di non aver visto nulla».

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In relazione all'incremento della popolazione, noi troveremmo dunque che durante il 1868-69-70 l'Inghilterra contava, su 100.000 abitanti, 46 delinquenti minorenni: nel 1893 il loro numero è disceso al 14, una diminuzione effettiva del 70%, mentre nel 1889 la Francia s'accorgeva che in 50 anni la delinquenza dei minori di 16 anni era aumentata del 140%.

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. - Per l'Italia (Archivio italiano per le malattie nervose, 1885 (VERGA)), i pochi dati che si possono dare si riferiscono agli anni 1874, in cui vi erano 51 pazzi per 100.000 abitanti; al 1877: 54,1; 1880: 61,25; 1883: 67,7; 1885: 66,0; 1888: 74,0. - In Francia (BODIO, Bulletin de l'Institut international de statistique, 1889, pag. 112 e 123. - Di alcune statistiche sanitarie in Italia ed in altri Stati Europei. Nota del dott. RASERI) erano 131,1 per 100.000 abitanti nel 1883; 133 nel 1884; 136 nel 1888. -Scozia e Irlanda darebbero, secondo Legoyt, 2,6 pazzi per 1000 abitanti; Scandinavia, 3,4; Stati Uniti, 3,3 (op. cit.). In Olanda, nel 1856, erano 5,9; nel 1860, 6,4; nel 1863, 7,5 (SCHNEEVOGT, Verslag over den Staad des Gestischten, 1865). (paralisi, alcoolismo), perchè aumenta anche l'uso delle sostanze eccitanti, quasi sconosciuto dal selvaggio, e divenute un vero bisogno nei paesi più civili; tanto che vediamo adesso in Inghilterra ed in America aggiungersi all'abuso dell'alcool e del tabacco quello dell'oppio, e perfino dell'etere, e il consumo dell'acquavite salire in Francia da 8 litri per anno a 30, dal 1840 al 1870.

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Nel 1889 vi erano 21 stranieri su 118 abitanti accusati, ossia mentre la proporzione degli indigeni era 2‰, quella degli stranieri era del 19‰. Altrettanto avviene a Marsiglia per gli operai lavoranti nel porto. Sono questi stranieri (scrive Joly, o. c.) che dànno il maggior contingente ai furti, agli assassinii, alle sommosse anarchiche, ai ferimenti ecc.

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Così in uno studio fatto a St-Gaudence donde emigrano molti venditori ambulanti (circa 7000 su 36.000 abitanti), francesi, si nota che costoro diedero una cifra fortissima di reati, truffe, violenze e ferite, che da 41 che erano nei 1831, nel 1869 va a 200, a 290 nel 1881: e frequenti sonvi gli abbandoni dei bambini, gli adulteri e i divorzi.

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Le macchine invisibili: scienza e tecnica in tre camere e cucina

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Piero Bianucci 1 occorrenze

Nel 2007 la produzione delle industrie elettroniche è stata di mezzo miliardo di transistor al secondo: in tre minuti sono tanti quanti i neuroni di cervello umano, in 7 secondi tanti quanti gli abitanti del pianeta. A un prezzo irrisorio: il costo di un singolo transistor (cioè di una funzione di un microprocessore) è un centomilionesimo di euro.

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Sulla origine della specie per elezione naturale

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Carlo Darwin 21 occorrenze
  • 1875
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
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Nell'ipotesi che ogni specie equina sia stata creata indipendentemente, io presumo debba affermarsi che ogni specie fu creata con una certa tendenza a variare, vuoi allo stato di natura, vuoi allo stato domestico, in un modo particolare; cosicchè spesso divenga rigata a guisa delle altre specie del genere; e che inoltre ciascuna specie venne creata con una forte tendenza a produrre ibridi rassomiglianti nelle loro rigature alle altre specie del genere, anzi che ai loro propri parenti, quando questi siano incrociati con altre specie abitanti in località del globo molto lontane. Mi sembra che, adottando queste idee, si sostituirebbe ad una causa reale una causa insussistente, o almeno ignota. Ciò sarebbe fare delle opere di Dio una mera derisione, un inganno; sarebbe quasi un credere cogli antichi ed ignoranti cosmogonisti che i molluschi fossili non hanno mai vissuto, ma furono creati nella roccia per imitazione di quelli che ora sono viventi sulle coste del mare.

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L'elezione naturale in ogni paese ben popolato deve agire principalmente per mezzo della concorrenza che gli abitanti si fanno, e quindi sarà per produrre soltanto quella perfezione e quella forza che, nella battaglia per la vita, si accordano alle condizioni della località. Perciò gli abitanti di una regione, in generale, quanto più la medesima sia piccola, dovranno spesso cedere il posto a quelli di un altro paese più vasto, come infatti si osserva. Perchè in una regione vasta, dove debbono essersi trovati molti individui e le forme più disparate, la lotta sarà stata più severa, e così il limite di perfettibilità si sarà elevato maggiormente. L'elezione naturale non deve produrre di necessità una perfezione assoluta; nè, per quanto possiamo giudicare colle nostre limitate facoltà, può la perfezione assoluta incontrarsi in alcun luogo.

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La lentezza devesi attribuire alla circostanza che tutti gli abitanti di una regione sono bene adattati gli uni agli altri, e che nuovi posti nella natura non si rendono vuoti che a lunghi intervalli, quando cioè siano apparsi dei cambiamenti di qualsiasi genere nelle condizioni fisiche od in seguito all'immigrazione di nuove forme. Oltre ciò suppongo che le variazioni o differenze individuali di retta natura, colle quali alcuni abitatori si rendano meglio adattati ai nuovi posti in condizioni mutate, non appariscano sempre e tosto. Sfortunatamente noi non sappiamo esprimere con un numero di anni il tempo che occorre per modificare una specie; ma all'argomento del tempo noi dobbiamo ritornare più tardi.

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Al contrario nei periodi di abbassamento le aree abitabili e il numero degli abitanti subiranno una diminuzione (eccettuate le produzioni sulle coste di un continente, che viene interrotto e cambiato in arcipelago), e per conseguenza in questi periodi accadranno molte estinzioni e si avranno poche varietà o specie nuove; ed è appunto durante questi abbassamenti che si sono accumulati i nostri grandi depositi, ricchi di fossili.

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È anche supponibile che ogni grande periodo di abbassamento sarebbe interrotto dalle oscillazioni di livello, e che anche i piccoli cambiamenti del clima interverrebbero in questi lunghissimi periodi; in questi casi gli abitanti dell'Arcipelago emigrerebbero e non resterebbe in ciascuna formazione alcuna memoria rigorosamente progressiva delle loro modificazioni.

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Io, infatti, non credo in una legge fissa di sviluppo, che obblighi tutti gli abitanti di una regione a trasformarsi subitaneamente e simultaneamente ad un grado uniforme. Il processo di modificazione deve essere sommamente lento. La variabilità d'ogni specie è indipendente affatto da quella di tutte le altre. Molte complesse circostanze determinano se questa variabilità debba produrre delle modificazioni vantaggiose per l'elezione naturale e se queste variazioni debbano accumularsi in maggiore o minore quantità, cagionando così un complesso più o meno grande di modificazioni nelle specie varianti; infatti queste modificazioni dipendono dalla variabilità che deve essere benefica, dalla facoltà di incrociamento, dalla prontezza nel propagarsi, dalle condizioni fisiche lentamente varianti della regione e più particolarmente dalla natura degli altri abitanti con cui le specie variabili entrano in lotta. Non deve quindi recare sorpresa che una specie conservi la stessa identica forma più a lungo di altre; o nel caso che si trasformi, i cambiamenti siano minori. Noi osserviamo lo stesso fatto nella distribuzione geografica; per esempio, nei molluschi terrestri e negli insetti coleotteri di Madera che divennero tanto differenti dai loro più affini del continente d'Europa, mentre i molluschi marini e gli uccelli non furono alterati. Noi possiamo forse comprendere la rapidità apparentemente maggiore con cui si modificano le produzioni terrestri e quelle che hanno un'organizzazione più perfetta, in confronto delle produzioni marine e delle produzioni inferiori, se riflettiamo alle relazioni più complesse degli esseri più elevati colle loro condizioni organiche ed inorganiche di vita, come abbiamo detto in un capitolo precedente. Quando molti degli abitanti di una regione si sono modificati e perfezionati, è facile che, in seguito al principio di concorrenza e pei molti importantissimi rapporti che passano fra un organismo e l'altro, quelle forme, le quali non furono in certo grado migliorate, corrono rischio di rimanere distrutte. Perciò possiamo spiegare il motivo per cui tutte le specie di una medesima regione si modificano, dopo un periodo di tempo abbastanza vasto, mentre quelle che non si trasformano debbono estinguersi.

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Inoltre quando molte specie di un gruppo nuovo hanno preso possesso di una nuova regione, sia per una improvvisa immigrazione, sia per uno sviluppo straordinariamente rapido: esse avranno esterminato in un modo ugualmente sollecito molti degli antichi abitanti, e le forme così sostituite saranno comunemente affini, partecipando in comune a qualche svantaggio.

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Queste osservazioni però si riferiscono soltanto agli abitanti del mare in parti del mondo molto distanti; nè abbiamo dati sufficienti per giudicare se le produzioni terrestri e d'acqua dolce si trasformino col medesimo parallelismo in punti molto discosti. Noi anzi possiamo dubitare che esse siansi modificate in questo modo; perchè se il megaterio, il milodonte, la macrauchenia e il toxodonte sono stati trasportati dalla Plata in Europa, senza che rimanga alcuna informazione rispetto alla loro posizione geologica, niuno avrebbe sospettato che questi animali siano stati contemporanei di alcuni molluschi marini esistenti ancora. Ma questi mostri anomali convissero insieme al mastodonte e al cavallo, e quindi potrebbe almeno dedursi che essi esistettero durante una delle ultime epoche terziarie.

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Se gli abitanti eocenici di una parte del mondo, sotto un clima quasi uguale, fossero entrati in concorrenza cogli abitanti esistenti nella medesima o qualche altra parte del mondo, la fauna o la flora eocenica sarebbe certamente stata vinta ed esterminata, e così la fauna secondaria sarebbe dominata dalla fauna eocenica e la fauna paleozoica dalla secondaria. Così è per questa prova radicale della vittoria nella lotta per la vita, come per il grado di specialità degli organi, le forme moderne debbono essere più elevate delle forme antiche dipendentemente dalla teoria della elezione naturale. Questo fatto si verifica? La grande maggioranza dei paleontologi risponderebbe affermativamente; ma dopo aver letto le discussioni sostenute su questo argomento dal Lyell e le opinioni di Hooker riguardo alle piante, nel mio apprezzamento credo che ciò avvenga soltanto in una estensione limitata. Nulladimeno può presumersi che si avranno prove più decisive nelle future ricerche geologiche.

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Gli abitanti di ogni periodo successivo nella storia del mondo debbono aver dominato i loro predecessori nella lotta per l'esistenza, essi perciò sono più elevati nella scala della natura e la loro struttura sarà divenuta generalmente più speciale ad ogni funzione; e ciò vale a spiegare l'opinione generalmente professata dai paleontologi, che cioè l'organizzazione nel suo complesso abbia progredito. Gli animali estinti e geologicamente antichi somigliano fino ad un certo punto agli embrioni degli animali più recenti della medesima classe, e questo fatto maraviglioso trova una facile spiegazione nella nostra teoria. La successione dei medesimi tipi di struttura sulle medesime superfici negli ultimi periodi geologici non è più misteriosa e si spiega semplicemente per mezzo della ereditabilità.

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Altri fatti analoghi si notano rispetto agli abitanti del mare.

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Se potesse dimostrarsi che avviene quasi invariabilmente che una regione, in cui la massima parte degli abitanti si trova in stretti rapporti od appartiene ai medesimi generi delle specie di una seconda regione, probabilmente ricevette in qualche antico periodo degli immigranti provenienti da questa regione, la mia teoria ne sarebbe rafforzata; perchè allora sarebbe assai facile capire, seguendo il principio delle modificazioni ereditarie, in che modo gli abitanti di una regione potessero presentare qualche affinità con quelli di un'altra dalla quale trassero origine. Un'isola vulcanica, per esempio, sollevata e formata a poche centinaia di miglia dal continente, probabilmente ne riceverebbe nel corso dei tempi alcuni abitatori, e i loro discendenti, benchè modificati, sarebbero ancora affini manifestamente, per l'eredità, cogli abitanti di quel continente. I fatti di tal natura sono comuni e rimangono inesplicabili secondo l'ipotesi delle creazioni indipendenti, come vedremo in seguito più completamente. Questa idea delle relazioni esistenti fra le specie di una regione e quelle di un'altra, non differisce molto (sostituendo alla parola specie la parola varietà) da quella che recentemente fu esposta in uno scritto ingegnoso del Wallace, nel quale egli concludeva: «Ogni specie ha avuto un'origine coincidente, vuoi per il luogo, vuoi per il tempo, con quella di una specie molto affine». Ed io ora so, per una corrispondenza scambiata con lui, che egli attribuisce questa coincidenza alla generazione diretta, con successive modificazioni.

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Durante il periodo glaciale, allorchè gli abitanti dei due mondi vivevano molto più verso il sud che al giorno d'oggi, essi dovevano essere anche più completamente separati da mari più vasti. Io credo che la precedente difficoltà possa togliersi, ove si rifletta ai più antichi cambiamenti di clima che accaddero in senso opposto. Abbiamo buoni argomenti per ritenere che nel periodo pliocenico più recente, prima dell'epoca glaciale, e quando la maggior parte degli abitanti del mondo erano specificamente i medesimi dell'epoca attuale, il clima era più caldo dell'odierno. Quindi possiamo supporre che gli organismi ora viventi sotto il clima della latitudine di 60°, nel periodo pliocenico abitassero molto più verso il nord, sotto il circolo polare, alla latitudine di 66° - 67°; e che le produzioni rigorosamente artiche allora vivessero nelle terre interrotte che sono anche più vicine al polo. Ora se noi guardiamo una sfera, troveremo che sotto il cerchio polare le terre sono quasi continue dall'Europa occidentale, per la Siberia, fino all'America orientale. Io attribuisco a questa continuità delle terre circumpolari e alla conseguente libera intermigrazione sotto un clima più favorevole, la uniformità necessaria nelle produzioni sub-artiche e settentrionali delle zone temperate del Vecchio Mondo e del Nuovo, in un periodo anteriore all'epoca glaciale.

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Tutte le precedenti considerazioni sugli abitanti delle isole oceaniche, vale a dire la scarsezza delle specie, - la ricchezza delle forme endemiche in particolari classi o sezioni di classi, - la mancanza di interi gruppi, come di quello dei batraci e dei mammiferi terrestri, non ostante la presenza dei pipistrelli, - le proporzioni singolari di certi ordini di piante, - lo sviluppo delle forme erbacee in alberi, ecc.,- mi sembra che concordino meglio coll'idea dei mezzi occasionali di trasporto, i quali ebbero una grande influenza nel lungo corso dei tempi, di quello che coll'opinione che tutte le isole oceaniche siano state anticamente unite per mezzo di terre continue col continente più vicino; perchè in questa seconda ipotesi la migrazione probabilmente sarebbe stata assai più completa; e se si ammettano le modificazioni, tutte le forme viventi sarebbero state più equabilmente modificate, in tal caso, in ragione della importanza superiore delle relazioni fra organismo ed organismo.

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Le relazioni fin qui esaminate, cioè - che gli organismi inferiori che si modificano lentamente prendono una estensione maggiore degli organismi elevati; - che alcune specie di generi molto estesi si diffondono grandemente; - che le produzioni alpine, lacustri e quelle degli stagni sono in rapporti d'affinità con quelle delle pianure vicine e delle terre secche; - che esiste un'intima connessione fra le specie distinte che vivono nelle isole di uno stesso arcipelago; - e specialmente che si nota una relazione singolare fra gli abitanti di ogni intero arcipelago o di ogni isola e quelli del continente più vicino; tutte queste relazioni sono, a mio credere, completamente inesplicabili, secondo l'opinione ordinaria della creazione indipendente di ogni specie, ma sono invece suscettibili di spiegazione nell'ipotesi della colonizzazione dalla sorgente più vicina e più pronta, combinata colle modificazioni susseguenti e coll'adattamento migliore dei coloni alle nuove loro dimore.

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In base di questi medesimi principii possiamo intendere, come ho tentato di dimostrare, per qual motivo le isole oceaniche debbano possedere pochi abitanti, la maggior parte dei quali debba essere endemica o particolare; e così per qual ragione, rispetto ai mezzi di migrazione, un gruppo di esseri, anche restrittivamente ad una sola classe, debba avere tutte le sue specie endemiche e un altro gruppo invece le abbia comuni con altre parti del mondo. Possiamo dimostrare come interi gruppi di organismi siano assenti dalle isole oceaniche, ad esempio, i batraci e i mammiferi terrestri, mentre le isole più appartate posseggano le loro specie di mammiferi volanti o pipistrelli. Possiamo dimostrare come vi sia qualche relazione fra la presenza dei mammiferi, in una condizione più o meno modificata, e la profondità del mare fra un'isola e il continente. Noi possiamo vedere chiaramente in che modo tutti gli abitanti di un arcipelago, sebbene specificamente distinti sulle diverse isole che lo compongono, siano strettamente affini fra loro e parimenti siano in qualche rapporto, meno intimo, con quelli del continente più vicino o probabilmente di quell'altra sorgente da cui gli immigranti sono probabilmente partiti. Infine sappiamo dire come avvenga che in due regioni, comunque distanti fra loro, vi sia una correlazione nella presenza di specie identiche, di varietà, di specie dubbie e di specie distinte, ma rappresentative.

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Possiamo inoltre spiegare la localizzazione dei sotto-generi, dei generi e delle famiglie; e come avvenga che sotto latitudini diverse, per esempio, nell'America meridionale, gli abitanti delle pianure e delle montagne, delle foreste, degli stagni e dei deserti, siano in modo tanto misterioso collegati insieme per un certo grado di affinità, e siano parimenti connessi agli esseri estinti che anticamente esistevano sul medesimo continente. Richiamando alla mente che le mutue relazioni da organismo ad organismo sono della più alta importanza, possiamo riconoscere perchè due superfici, poste in condizioni fisiche quasi uguali, siano di sovente abitate da forme di vita affatto differenti. Imperocchè, a seconda della lunghezza del tempo trascorso, dacchè i nuovi abitanti si introdussero in una regione; a seconda della natura della comunicazione che permetteva il passaggio a certe forme e non ad altre, in maggiore o minor numero; secondochè gli immigranti entrarono o no in una lotta più o meno diretta gli uni cogli altri e cogli indigeni; ed anche secondo che gli immigranti furono capaci di variare più o meno rapidamente, dovettero seguirne nelle differenti regioni, indipendentemente dalle loro condizioni fisiche, delle condizioni di vita infinitamente diverse, - e un insieme quasi infinito di azioni e di reazioni organiche; - e noi dobbiamo trovare, come infatti troviamo, nelle varie grandi provincie geografiche del mondo, alcuni gruppi di esseri modificati in sommo grado ed altri soltanto leggermente, alcuni sviluppati ed estesi con grande vigore, altri invece esistenti in piccolo numero.

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Posto che la elezione naturale agisca per mezzo della concorrenza, essa adatta e perfeziona gli abitanti d'ogni paese solo in relazione a quelli che convivono con essi, per modo che non dobbiamo fare le meraviglie se gli abitanti di qualche paese, quantunque secondo l'opinione ordinaria siano stati specialmente creati in rapporto col paese stesso, saranno battuti e sostituiti dalle produzioni naturalizzate importate da un'altra regione. Inoltre non possiamo meravigliarci se tutte le combinazioni della natura non sono perfette, almeno per quanto può desumersi dal nostro giudizio, e se alcune di queste disposizioni naturali ripugnano alle nostre idee sull'adattamento delle forme. Nè ci sorprenderà che l'aculeo dell'ape cagioni la morte dell'ape stessa; che i fuchi siano prodotti in sì gran numero per un solo atto, e che la maggior parte di essi sia uccisa dalle sterili operaie; che le nostre conifere producano una quantità enorme di polline; che l'ape regina abbia un odio istintivo per le proprie figlie feconde; che l'icneumone si nutra del corpo vivente dei bruchi; ed altri casi analoghi. Al contrario, secondo la teoria dell'elezione naturale, noi dovremmo stupirci di non trovare un maggior numero di casi, in cui manchi l'assoluta perfezione di adattamento.

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Noi troviamo la piena significazione del fatto meraviglioso che deve essere stato notato da ogni viaggiatore, vale a dire, che sullo stesso continente, nelle condizioni le più diverse, in climi caldi o freddi, sulle montagne e nelle pianure, nei deserti e nelle paludi, quasi tutti gli abitanti di ogni grande classe hanno rapporti manifesti fra loro; perchè essi saranno in generale i discendenti dei medesimi progenitori e delle prime colonie. Con questo principio della migrazione anteriore, associato nella pluralità dei casi con quello delle modificazioni, possiamo spiegare insieme la identità di alcune piante, e la stretta affinità di molte altre sulle montagne più lontane nei climi più differenti, ricorrendo anche all'azione del periodo glaciale; e parimenti possiamo intendere come esista una mutua affinità in certi abitanti del mare nelle zone temperate settentrionali e meridionali, quantunque separate dall'intero oceano intertropicale. Sebbene due regioni possano presentare delle condizioni fisiche tanto simili quanto lo richieda la esistenza delle medesime specie, non dobbiamo farci caso che i loro abitanti siano interamente diversi, se furono separati gli uni dagli altri per un lungo periodo; perchè essendo la relazione di un organismo all'altro la più importante di tutte le relazioni, siccome le due regioni saranno state popolate da coloni provenienti da un terzo punto, ovvero l'una dall'altra, in diversi periodi e con proporzioni diverse, il processo di modificazione delle due aree deve essere stato differente inevitabilmente.

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Elezione naturale; confronto del suo potere col potere elettivo dell'uomo - Sua azione sopra caratteri di poca importanza - Sua forza in ogni età e sui due sessi - Elezione sessuale - Della generalità degli incrociamenti fra individui della medesima specie - Circostanze favorevoli e contrarie all'elezione naturale, come gli incrociamenti, l'isolamento o il numero degli individui - Azione lenta - Estinzione prodotta dall'elezione naturale - Divergenza dei caratteri in relazione colla diversità degli abitanti d'ogni regione ristretta e colla naturalizzazione - Effetti dell'elezione naturale sui discendenti di un comune progenitore per la divergenza dei caratteri e l'estinzione delle specie - Essa spiega la classificazione degli esseri organizzati - Progressi dell'organizzazione - Persistenza delle forme inferiori - Convergenza dei caratteri - Moltiplicazione infinita delle specie - Sommario.

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Inoltre io non credo che abbiano a ricercarsi grandi mutamenti fisici, come di clima, o un grado inusitato di isolamento ad impedire l'immigrazione, per produrre nuove lacune che l'elezione naturale possa riempire col mezzo di qualche varietà perfezionata degli antichi abitanti. Se tutti gli esseri viventi in ogni paese lottano costantemente fra loro con forze quasi equilibrate, possono bastare modificazioni estremamente insensibili di struttura o di abitudini in un abitante per assicurargli il vantaggio sopra gli altri; altre modificazioni della stessa indole accresceranno maggiormente questa preminenza, e ciò continuerà per tutto il tempo che esso rimanga nelle identiche condizioni di vita e approfitti degli stessi mezzi di sussistenza e di difesa. Non potrebbe nominarsi un solo paese, nel quale tutti gli abitanti indigeni siano attualmente tanto adattati fra loro e alle condizioni fisiche sotto le quali vivono, che niuno di essi possa in qualche parte perfezionarsi; perchè in tutti i luoghi le produzioni native furono sì appieno conquistate dalle produzioni naturalizzate, da permettere a queste specie forestiere di prendere definitivamente possesso del suolo. Siccome le razze straniere hanno così battuto da per tutto alcune delle razze indigene, noi possiamo concludere con piena sicurezza che, se queste fossero state modificate in maniera più vantaggiosa, esse avrebbero meglio resistito agli invasori.

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Teoria della relatività dell'Eistein. Esposizione elementare alla portata di tutti

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Harry Schmidt 1 occorrenze

Ma potremmo convincere gli abitanti della palla su la verità di quanto abbiamo detto? Se uno di essi annunciasse un giorno che il mondo in cui vivono è sì illimitato ma non infinito, i suoi ascoltatori lo considererebbero come un allegro pazzo. Torniamo ora dal mondo «superficiale» a quello della nostra realtà, al mondo, cioè, dello spazio tri-dimensionale, illimitato, che abbiamo sempre pensato di grandezza infinita, lasciandoci guidare da una vana illusione. Il nostro spazio, per quanto illimitato non è infinito: queste non sono parole inutili o folli; ma anche in ciò lasciamoci guidare dall'Einstein.

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