Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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E siccome il più vecchio sono io ... Prima che passi  un  anno, un mese e un giorno Dentro la culla vi sorrida un
siccome il più vecchio sono io ... Prima che passi un anno,  un  mese e un giorno Dentro la culla vi sorrida un figlio! E
più vecchio sono io ... Prima che passi un anno, un mese e  un  giorno Dentro la culla vi sorrida un figlio! E prima di un
un anno, un mese e un giorno Dentro la culla vi sorrida  un  figlio! E prima di un altr'anno, un mese e un giorno,
un giorno Dentro la culla vi sorrida un figlio! E prima di  un  altr'anno, un mese e un giorno, S'apra un bocciol di rosa
la culla vi sorrida un figlio! E prima di un altr'anno,  un  mese e un giorno, S'apra un bocciol di rosa accanto al
vi sorrida un figlio! E prima di un altr'anno, un mese e  un  giorno, S'apra un bocciol di rosa accanto al giglio! (Si
E prima di un altr'anno, un mese e un giorno, S'apra  un  bocciol di rosa accanto al giglio! (Si odono salir, da
... che attende da  un  pezzo un Re saggio, un Re buono! (Ridendo) E a me che cosa
... che attende da un pezzo  un  Re saggio, un Re buono! (Ridendo) E a me che cosa offrite,
... che attende da un pezzo un Re saggio,  un  Re buono! (Ridendo) E a me che cosa offrite, Maestà?
! Voglio parlare col Re! (Irrompe violentemente nella sala  un  bel giovane che le guardie non sono riuscite a trattenere;
guardie non sono riuscite a trattenere; nello stesso tempo  un  servitore reca un gran vassoio con un nuovo grosso
riuscite a trattenere; nello stesso tempo un servitore reca  un  gran vassoio con un nuovo grosso pasticcio che lo scalco si
nello stesso tempo un servitore reca un gran vassoio con  un  nuovo grosso pasticcio che lo scalco si affretta ad
Cameriere, rimaste ritte, impalate, in fondo): ate  un  po' di refezione al Reuccio e alla Reginotta. (Le Cameriere
alla Reginotta. (Le Cameriere prendono i cestini riposti in  un  canto, e preparano sopra un tronco la refezione.)
prendono i cestini riposti in un canto, e preparano sopra  un  tronco la refezione.)
Reginotta! ... (Depone in  un  angolo, per terra, un bel cestino a vivaci colori.)
Reginotta! ... (Depone in un angolo, per terra,  un  bel cestino a vivaci colori.)
! (Un cameriere porta via il gran vassoio con gli assi, e  un  altro reca un grosso pasticcio, che io scalco si affretta
porta via il gran vassoio con gli assi, e un altro reca  un  grosso pasticcio, che io scalco si affretta ad affettare.)
Reuccio! ... (Depone anch'essa, in  un  angolo, per terra, un bel cestino a vivaci colori.)
Reuccio! ... (Depone anch'essa, in un angolo, per terra,  un  bel cestino a vivaci colori.)
nome si chiamava Gigino. Non era né bello né brutto. Aveva  un  par d'occhietti cerulei: i capelli biondissimi, d'un biondo
biondissimi, d'un biondo chiaro come la stoppa: il naso  un  po' ritto e voltato in su e le gambe un tantino magre più
la stoppa: il naso un po' ritto e voltato in su e le gambe  un  tantino magre più del bisogno. Nell'insieme, poteva dirsi
tantino magre più del bisogno. Nell'insieme, poteva dirsi  un  buon figliuolo. A scuola non faceva miracoli, ma il maestro
Guai se le sorelle e i fratelli maggiori avessero torto  un  capello a Gigino! C'era da far nascere una specie di
suo più gran difetto era quello di vergognarsi a passar per  un  ragazzo: voleva per forza parere un giovinotto, un uomo
a passar per un ragazzo: voleva per forza parere  un  giovinotto, un uomo fatto! A domandargli quanti anni
per un ragazzo: voleva per forza parere un giovinotto,  un  uomo fatto! A domandargli quanti anni avesse, per il solito
"A dir poco poco, ne devo avere dodici per i diciotto:  un  altr'anno sarò di leva ... " "Come fai a saperlo?" "Chi può
levare." Fatto sta che Gigino, mentre pretendeva di essere  un  giovinotto e un omino maturato prima del tempo, si dava a
sta che Gigino, mentre pretendeva di essere un giovinotto e  un  omino maturato prima del tempo, si dava a conoscere per un
un omino maturato prima del tempo, si dava a conoscere per  un  ragazzo più ragazzo di molti altri. Era bizzoso,
svogliato, ghiotto di zucchero e di pasticcini:  un  po' bugiardo: prepotente e permaloso co' suoi compagni di
di pigolare tutti i giorni qualche soldo per comprarsi  un  burattino o un cavallo di terra cotta col fischio nella
tutti i giorni qualche soldo per comprarsi un burattino o  un  cavallo di terra cotta col fischio nella coda. Voi forse mi
Gigino mostrava questa sua gran passione di farsi credere  un  giovinotto?" Ve lo dico subito: la sua passione stava tutta
a dire, invece del solito berrettino, avrebbe preferito  un  bel cappello a tuba: invece della giacchettina, un
un bel cappello a tuba: invece della giacchettina,  un  soprabito di panno nero, e invece della golettina
della golettina rovesciata, che lascia libero il collo,  un  bel golettone ritto e inamidato, come il collare dei preti.
onore, Maestà! (Un servitore porta  un  terzo pasticcio e lo posa sul tavolino del Primo Ministro.)
mangiato tutto io? Senza avvedermene, mi accade spesso! (A  un  servitore:) Un pasticcio per Sua Eccellenza ...
io? Senza avvedermene, mi accade spesso! (A un servitore:)  Un  pasticcio per Sua Eccellenza ...
È strano! Dicevo, Eccellenza, che quel giovane dev'essere  un  Mago. Vuole per moglie, la Reginotta !
Che cosa c'è? ... Che vi prende? (Si ode  un  canto cupo, lontano, come proveniente da un sotterraneo.)
prende? (Si ode un canto cupo, lontano, come proveniente da  un  sotterraneo.)
mal garbo, buttandole  un  pezzo di carne) Prendi! E via ... Non posso mangiare in
carne) Prendi! E via ... Non posso mangiare in pace neppure  un  boccone! ...
il bene bisogna farlo con la forza ... (La Fata stende  un  braccio, stacca la testa di rapa del Reuccio e la posa
per terra; fa la stessa operazione alla Reginotta, e da  un  albero stacca alcune foglie. Le Ancelle della Fata hanno
foglie. Le Ancelle della Fata hanno portato, intanto,  un  fornello acceso, un paiolo e un mestolo. Il paiolo messo
della Fata hanno portato, intanto, un fornello acceso,  un  paiolo e un mestolo. Il paiolo messo sui fornello comincia
hanno portato, intanto, un fornello acceso, un paiolo e  un  mestolo. Il paiolo messo sui fornello comincia a bollire, e
 un  misero verme di terra che vi prega di fermarvi un momento!
un misero verme di terra che vi prega di fermarvi  un  momento! (Si precipita verso il Re e lo riscuote
Olimpio segna sulle bianche nubi  un  semicerchio che sembra la porta di una lontana galleria nel
la porta di una lontana galleria nel cielo, buia come  un  mister. Sono allagate le vecchie casse dei poveri morti,
morti, sono allagati i giovinetti nidi degli usignuoli;  un  passeggier non scorgi, per quanto è vasta la pianura.
- A Venezia, Lionello? - Abbracciami, collega... - Dammi  un  bacio, fratello! - Ma chi ti disse... - Il tetto dove
- Il tetto dove attaccasti il nido? Me l'ha insegnato  un  vecchio che tien bottega al lido; fu caso: fra i suoi libri
che tien bottega al lido; fu caso: fra i suoi libri presi  un  Catullo in mano, tu sai quant'io l’adoro quel peccator
l’adoro quel peccator romano! Lo tengo sempre meco; ma  un  ultimo esemplare che avea comprato a Siena, lo diedi al mio
è come il fiasco, mi piace impolverato) v’è che vi leggo  un  nome... - Il mio... - Siam sempre al verde ? - La vita... -
- Il mio... - Siam sempre al verde ? - La vita... - É  un  giocherello! - Chi guadagna e chi perde! - Via, ma vendere
giocherello! - Chi guadagna e chi perde! - Via, ma vendere  un  libro che non costa un ducato... - Erano quattro giorni
e chi perde! - Via, ma vendere un libro che non costa  un  ducato... - Erano quattro giorni ch'io non avea pranzato! -
o Giovenale? - Erano usciti prima,usciti in processione,  un  dopo l'altro, tutti... - Il tuo bel Cicerone ?... - Eccolo
le sante Pandette? - Eccole - E gli mostrava due guanti in  un  cantuccio.E l'altro sghignazzava: - Così calzano meglio...
quanta l'aurea latinità sul dosso!... Ma, dimmi,è anch'esso  un  classico questo bel nastro rosso ? - Ah! l’avevo
Carlo Porta mi lega  un  rapporto duraturo e intenso di cui non saprei definire
come Belli, nell' impresa miracolosa di costringere in  un  metro ferreo un dialetto fluido, nativo, mimetico, che
nell' impresa miracolosa di costringere in un metro ferreo  un  dialetto fluido, nativo, mimetico, che coincide col
chi lo parla. Forse per la sua capacità magica di suggerire  un  ambiente con mezzi subliminali, attraverso un tratto, una
di suggerire un ambiente con mezzi subliminali, attraverso  un  tratto, una pennellata fulminea (come quella di questo
riportare qui, in segno di rinnovato omaggio, una pagina di  un  mio racconto ("Nel Parco", in Vizio di forma). Lo scrittore
Antonio sta esplorando il Parco Nazionale dei personaggi,  un  limbo dove sopravvivono i personaggi celebri di tutti i
febbraio che seguì la notte tragica di Palazzo Corsini.  Un  andirivieni, un diavolo per le strade, un chiedersi: «che
seguì la notte tragica di Palazzo Corsini. Un andirivieni,  un  diavolo per le strade, un chiedersi: «che è, che non è? È
Palazzo Corsini. Un andirivieni, un diavolo per le strade,  un  chiedersi: «che è, che non è? È ora di menar le mani? Di
(strada facendo: ma ci si illude di averlo fatto a priori)  un  proprio decalogo privato. Tu scriverai conciso, chiaro,
vie. Poi ti imbatti in "Horcynus Orca" e tutto salta: è  un  libro esuberante, crudele, viscerale e spagnolesco, dilata
libro esuberante, crudele, viscerale e spagnolesco, dilata  un  gesto in dieci pagine, spesso va studiato e decodificato
in dieci pagine, spesso va studiato e decodificato come  un  arcaico, eppure mi piace, non mi stanco di rileggerlo e
è stata scavata secoli fa, nella roccia, in Val Susa, da  un  uomo solo in dieci anni: o ad una lente con aberrazioni, ma
Melville, Porta, Babel e Rabelais, ha saputo inventare  un  linguaggio, suo, non imitabile: uno strumento versatile,
giorni della sollevazione popolare del settembre 1943.  Un  carro armato tedesco è caduto nelle mani di un gruppo di
1943. Un carro armato tedesco è caduto nelle mani di  un  gruppo di bambini armati: giocano ad uccidere, è il solo
Parini è  un  caro galantuomo ed un poeta dagli slanci contenuti, onesto
Parini è un caro galantuomo ed  un  poeta dagli slanci contenuti, onesto arguto e preciso,
invece alla poesia come strumento per rendere il mondo  un  po' migliore, ma non penso che nutrisse grandi illusioni.
persona, frequentare: magari a tavola, di sera, in riva a  un  lago, bevendo vino vecchio con moderazione. Questa sua
rammolliti rappresenta una classe che è scomparsa, ma  un  tipo umano che sopravvive.
ho portato  un  po' di pane e un po' di acqua ... Ma non posso darteli. La
ho portato un po' di pane e  un  po' di acqua ... Ma non posso darteli. La chiave della
Re Mangia-Mangia Lo Scaleo del Re Il primo Ministro  Un  Usciere del Re Centovite Un Vecchio Il Gran Mago Una
Scaleo del Re Il primo Ministro Un Usciere del Re Centovite  Un  Vecchio Il Gran Mago Una Ragazzina. La Regina Mangiapoco Un
Un Vecchio Il Gran Mago Una Ragazzina. La Regina Mangiapoco  Un  Contadino La Reginotta Il Carnefice Fata Azzurra (anche
molti esempi di capovolgimento. Sinceramente: non era  un  assunto programmatico, è invece un risultato che non avevo
Sinceramente: non era un assunto programmatico, è invece  un  risultato che non avevo previsto. Eppure, i pittori sanno
che non avevo previsto. Eppure, i pittori sanno bene che in  un  quadro messo a testa in giù si mettono in evidenza virtù e
ed operosi scrittori americani di fantascienza, contiene  un  super-rovesciamento; è diventata "aliena" l' intera
e potrei continuare se non rischiassi di scrivere  un  commento più lungo del testo.
ai piedi della Fata): Abbiamo atteso, per sette anni,  un  mese e un giorno, questo portento! A ogni primavera ...
della Fata): Abbiamo atteso, per sette anni, un mese e  un  giorno, questo portento! A ogni primavera ... siamo venuti
... siamo venuti qui, ad attendervi, benefica Fata!  Un  giorno ... nel giardino reale, mi apparve una vecchina ...
me ne parlate, Regina! Ci dev'essere stato  un  tradimento. Or ora mi si è presentato un giovane ...
dev'essere stato un tradimento. Or ora mi si è presentato  un  giovane ... Centovite! Lo avete mai sentito nominare? Egli
mesi fa, nel settembre 19.4, mi sono comprato  un  elaboratore di testi, cioè uno strumento per scrivere che
parole o intere frasi; consente insomma di arrivare d'  un  colpo ad un documento finito, pulito, privo di inserti e di
o intere frasi; consente insomma di arrivare d' un colpo ad  un  documento finito, pulito, privo di inserti e di correzioni.
certo il primo scrittore che si è deciso al salto. Solo  un  anno fa sarei stato giudicato un audace o uno snob; oggi
si è deciso al salto. Solo un anno fa sarei stato giudicato  un  audace o uno snob; oggi non più, tanto il tempo elettronico
continuare con la biro o con la macchina: il mio gadget è  un  lusso, è divertente, anche entusiasmante, ma superfluo. In
ero, anzi sono tuttora, mentre qui scrivo sullo schermo,  un  profano. Di cosa avviene dietro lo schermo ho idee vaghe.
mi umiliava profondamente; è accorso a rinfrancarmi  un  giovane che paternamente mi fa da guida, e mi ha detto: _
"uscire", vengono usati in sensi insoliti. C' è sì  un  glossario che si sforza di definirli, ma procede all'
a termini famigliari; il glossario pretende di dare  un  nuovo senso a termini falsamente famigliari ricorrendo a
e mi ha fatto notare che pretendere di imparare a usare  un  computer sui manuali è stolto quanto pretendere di imparare
è stolto quanto pretendere di imparare a nuotare leggendo  un  trattato, senza entrare nell' acqua; anzi, mi ha precisato,
a mente la leggenda del Golem. Si narra che secoli addietro  un  rabbino-mago avesse costruito un automa di argilla, di
narra che secoli addietro un rabbino-mago avesse costruito  un  automa di argilla, di forza erculea e di obbedienza cieca,
inanimato, finché il suo autore non gli infilava in bocca  un  rotolo di pergamena su cui era scritto un versetto della
infilava in bocca un rotolo di pergamena su cui era scritto  un  versetto della Torà. Allora il Golem di terracotta
della Torà. Allora il Golem di terracotta diventava  un  servo pronto e sagace: si aggirava per le vie e faceva
quando accendo l' interruttore, sul piccolo schermo compare  un  garbato segnale luminoso: questo, nel linguaggio del mio
l' ho soddisfatto, ronza sommesso, facendo le fusa come  un  gatto contento, diventa vivo, e subito mette in luce il suo
Purché alimentato con programmi adatti, sa gestire  un  magazzino o un archivio, tradurre una funzione nel suo
alimentato con programmi adatti, sa gestire un magazzino o  un  archivio, tradurre una funzione nel suo diagramma,
offerte le perle. Può anche disegnare, e questo è per me  un  inconveniente di segno opposto: non avevo più disegnato
disegnato dalle elementari, e trovarmi adesso sotto mano  un  servomeccanismo che fabbrica per me, su misura, le immagini
che scrivendo così si tende alla prolissità. La fatica di  un  tempo, quando si scalpellava la pietra, conduceva allo
ci si controlla si va verso lo spreco di parole; ma c' è  un  provvido contatore, e non bisogna perderlo d' occhio.
che ti darà fama eterna, ti venga rubato o vada a finire in  un  tombino. Qui tu scrivi, le parole appaiono sullo schermo
che hanno progettato l' elaboratore: per distruggere  un  testo occorre una manovra che è stata resa deliberatamente
stai per suicidarti". Venticinque anni fa avevo scritto  un  racconto poco serio in cui, dopo molte esitazioni
poco serio in cui, dopo molte esitazioni deontologiche,  un  poeta professionale si decide a comprare un Versificatore
deontologiche, un poeta professionale si decide a comprare  un  Versificatore elettronico e gli delega con successo tutta
della stesura: "Così s' osserva in me lo contrappasso".  Un  amico letterato mi obietta che così va perduta la nobile
elaboratore ho sentito attenuarsi in me il tedio di essere  un  Dinornis, un superstite di una specie in estinzione: l'
ho sentito attenuarsi in me il tedio di essere un Dinornis,  un  superstite di una specie in estinzione: l' uggia del
del "sopravvissuto al suo tempo" è quasi scomparsa. Di  un  incolto, i Greci dicevano: "Non sa né leggere né nuotare";
leggere né nuotare"; oggi bisognerebbe aggiungere "né usare  un  elaboratore"; non lo uso ancora bene, non sono un dotto e
"né usare un elaboratore"; non lo uso ancora bene, non sono  un  dotto e so che non lo sarò mai, ma non sono più un
non sono un dotto e so che non lo sarò mai, ma non sono più  un  analfabeta. E poi, dà gioia poter aggiungere un item al
sono più un analfabeta. E poi, dà gioia poter aggiungere  un  item al proprio elenco dei "la prima volta che" memorabili:
che hai baciato una donna; che hai destato a vita  un  golem.
ricostruzione. Non molto lungi fuori di questa Porta, evvi  un  palazzo denominato la Simonetta da un già suo proprietario,
di questa Porta, evvi un palazzo denominato la Simonetta da  un  già suo proprietario, celebre per la singolarità di un Eco
da un già suo proprietario, celebre per la singolarità di  un  Eco che, allo scoppio di un' arme da fuoco, al getto di un
un Eco che, allo scoppio di un' arme da fuoco, al getto di  un  grido, si fa udire in un angolo del cortile, aperto da un
di un' arme da fuoco, al getto di un grido, si fa udire in  un  angolo del cortile, aperto da un lato, e viene ripetuto
un grido, si fa udire in un angolo del cortile, aperto da  un  lato, e viene ripetuto distintamente più di trenta volte,
forse dicendo una preghiera, guardava il parco leggendario  un  pio beneditor di solchi, uscì da un cespo di tuberosi,
il parco leggendario un pio beneditor di solchi, uscì da  un  cespo di tuberosi, interprete io suppongo di quel verde
notte! notte di incanti e meraviglie!  Un  grido sommesso, dai canali più spopolati al lido, corre di
atterrita. Fu trovato Don Diego disteso e senza vita sotto  un  Fauno di marmo dalla base travolto! I pescator di Chioggia,
I pescator di Chioggia, collo stupor sul volto, han portato  un  cadavere che gettò la marea, e mirabile a dirsi! quel morto
e mirabile a dirsi! quel morto sorridea! E sulla spiaggia è  un  premersi di mozzi e di nocchieri, dai berretti turchini e
di colori e di forme, da innebriar di gioia l'anima di  un  artista. A mezzodì la gondola si perdette di vista.
pietanze fumanti. Posano davanti al Re quello che contiene  un  capretto arrostito. Il Re approva subito con cenni del
capretto. Davanti al Primo Ministro i servitori depongono  un  vassoio con un coniglio anch'esso arrostito.)
al Primo Ministro i servitori depongono un vassoio con  un  coniglio anch'esso arrostito.)
a tavola, ognuno al suo posto. Due servitori portano  un  gran vassoio con un gallinaccio ripieno al Re e un galletto
al suo posto. Due servitori portano un gran vassoio con  un  gallinaccio ripieno al Re e un galletto lesso al Ministro.
portano un gran vassoio con un gallinaccio ripieno al Re e  un  galletto lesso al Ministro. Appena i servi sono andati via,
il mago Sbuffante. Magro, altissimo,  un  po' curvo, con una gran barba rossa come una fiamma, che
rossa come una fiamma, che gli arriva alle ginocchia, e  un  lungo bastone in pugno; si ferma alla vista del Re e della
ora mi ricordo ... (Il Re ha già divorato il pasticcio;  un  altro servitore posa sulla tavola un ampio vassoio colmo di
divorato il pasticcio; un altro servitore posa sulla tavola  un  ampio vassoio colmo di frittura di pesce.)
aria di comando):  Un  po' di largo! (Si strappa la testa, e subito un'altra
spunta sul collo. La testa buttata per terra si muta in  un  magnifico fiore mai visto.) È per voi, Reginotta!
 Un  vecchio, posto alla tortura, e quasi stritolato sotto ad
del Duca in punizione di aver alimentato le carni di  un  eretico strapparono dall’ossa con una tenaglia quelle carni
mi perdoni se lo scaravento dalla mezzaluce dello studio di  un  poeta solitario al fragore ed alla strage di una guerra
strage di una guerra spietata. Non conosco noia maggiore di  un  curriculum di letture ordinato, e credo invece negli
Qualcosa c' è: il misterioso poeta epicureo morto per  un  filtro d' amore, e l' ebreo-cosacco "con l' autunno nell'
anima" fucilato nel 1941 da Stalin avrebbero subito trovato  un  terreno d' intesa nella compassione per l' uomo travolto
è lecito sfruttare letterariamente la violenza? Che ci sia  un  limite, è certo; subito al di là, si cade in peccati
estetismo, il sadismo, il prostituirsi al cannibalismo di  un  certo pubblico. Babel è prossimo a questo limite, ma non lo
(Continua a spolpare  un  coscetto del capretto.)
il babbo, la mamma e cinque scimmiottini alti quanto  un  soldo di cacio. Questa famigliola abitava fra i rami di un
un soldo di cacio. Questa famigliola abitava fra i rami di  un  albero gigantesco, in mezzo a una foresta, e pagava
a una foresta, e pagava quindici susine l'anno di pigione a  un  vecchio gorilla prepotente, che si era messo in capo di
casa. Dei cinque scimmiottini, quattro avevano il pelame di  un  colore scuro come la cioccolata; ma il quinto, invece,
fratelli, ne agli altri scimmiottini del vicinato. Aveva  un  musino vispo e intelligente; un par di occhietti furbi, che
del vicinato. Aveva un musino vispo e intelligente;  un  par di occhietti furbi, che non stavano fermi un minuto:
un par di occhietti furbi, che non stavano fermi  un  minuto: una bocchina che rideva sempre, e un personalino
stavano fermi un minuto: una bocchina che rideva sempre, e  un  personalino asciutto e flessibile, come un gambo di giunco.
rideva sempre, e un personalino asciutto e flessibile, come  un  gambo di giunco. Era, insomma, come suol dirsi, uno
così di prim'acchito, si poteva quasi scambiarlo per  un  ragazzino di otto o nove anni, per la gran ragione che Pipì
gran ragione che Pipì faceva il chiasso e i balocchi, come  un  ragazzo: correva dietro alle farfalle e andava in cerca di
di scimmiottare tutto quello che vedeva fare agli uomini.  Un  giorno, fra gli altri, mentre andava per la foresta a
a caccia di cicale e di grilli, vide a poca distanza  un  giovanetto seduto a piè d'un albero, che se ne stava
bocca! ... Oh se potessi tornarmene a casa, fumando come  un  camminetto acceso! Chi lo sa con che occhi d'invidia mi
per il capo queste bellissime cose, ecco che il giovinetto,  un  po' per la stanchezza e un po' per il gran bollore della
cose, ecco che il giovinetto, un po' per la stanchezza e  un  po' per il gran bollore della giornata, lasciò andare due
garbo e con la stessa disinvoltura, come avrebbe fatto  un  vecchio marinaio. La mamma e i fratelli, a vedergli uscir
salutare: "Bada, Pipì! A furia di scimmiottare gli uomini,  un  giorno o l'altro diventerai un uomo anche tu ... e allora!
di scimmiottare gli uomini, un giorno o l'altro diventerai  un  uomo anche tu ... e allora! Allora te ne pentirai
Difatti, pochi giorni dopo, Pipì venne colpito da  un  orribile infortunio! Lo sciagurato perdé per sempre la sua
 Un  giorno, per altro, avvenne un caso orribile e spaventoso;
giorno, per altro, avvenne  un  caso orribile e spaventoso; ed ecco come andò. Il piccolo
dentro il bosco, in cerca del solito nemico. Quando, tutt'a  un  tratto, il general Leoncino, che camminava fieramente
una ventina di passi, si fermò esterrefatto, e cacciando  un  grido acutissimo di terrore, si dette a scappare verso
era ansante, boccheggiante e tutto paonazzo in viso come  un  cocomero troppo maturo. E per l'appunto la prima persona,
ma ora forse non ve lo rammentate più. Figuratevi, dunque,  un  omone lungo lungo, grosso grosso, con un faccione largo
dunque, un omone lungo lungo, grosso grosso, con  un  faccione largo come la luna, e con un nasone tutto pieno di
grosso grosso, con un faccione largo come la luna, e con  un  nasone tutto pieno di nasini, da parere un grappolo d'uva.
la luna, e con un nasone tutto pieno di nasini, da parere  un  grappolo d'uva. Di nome si chiama Giandomenico: ma tutti
dalla fisonomia burbera e accigliata, c'è da scambiarlo per  un  orco, per un tiranno, per un mangia-bambini, e invece ...
burbera e accigliata, c'è da scambiarlo per un orco, per  un  tiranno, per un mangia-bambini, e invece ... Invece è una
c'è da scambiarlo per un orco, per un tiranno, per  un  mangia-bambini, e invece ... Invece è una bonissima pasta
scalmanato e impaurito a quel modo, il sangue gli fece  un  gran rimescolone e gridò subito: "Che cos'è stato? Perché
"Povero generale, che paura che ha avuta! Diamogli subito  un  bicchier d'acqua!" E qui una risato- na così sguaiata, che
cioè come unità di misura del tempo necessario per recitare  un  Credo. Oggi misuriamo il tempo in base alle frequenze di
in base alle frequenze di emissione dell' atomo di cesio, e  un  errore di un secondo in un secolo ci pare intollerabile. È
frequenze di emissione dell' atomo di cesio, e un errore di  un  secondo in un secolo ci pare intollerabile. È una via
dell' atomo di cesio, e un errore di un secondo in  un  secolo ci pare intollerabile. È una via obbligata: le
che segue non è un' invenzione: è una "specification", cioè  un  metodo di controllo tecnico-commerciale emesso dalla
armato e dalla maionese all' uranio arricchito. A meno di  un  improbabile ritorno al '700, il mostruoso reticolo delle
 Un  giorno, un industriale napoletano ebbe un'idea. Sapendo che
giorno,  un  industriale napoletano ebbe un'idea. Sapendo che la pizza è
rientra nella larga categoria dei commestibili che costano  un  soldo, e di cui è formata la colazione o il pranzo, di
napoletano. Il pizzaiuolo che ha bottega, nella notte, fa  un  gran numero di queste schiacciate rotonde, di una pasta
di pepe, di origano: queste pizze in tanti settori da  un  soldo, sono affidate a un garzone, che le va a vendere in
queste pizze in tanti settori da un soldo, sono affidate a  un  garzone, che le va a vendere in qualche angolo di strada,
che le va a vendere in qualche angolo di strada, sovra  un  banchetto ambulante e lì resta quasi tutto il giorno, con
anche, per la notte, dei garzoni che portano sulla testa  un  grande scudo convesso di stagno, entro cui stanno queste
stanno queste fette di pizza e girano pei vicoli e dànno  un  grido speciale, dicendo che la pizza ce l'hanno col
e cenano, cioè pranzano, con questo soldo di pizza. Con  un  soldo, la scelta è abbastanza varia, pel pranzo del popolo
pel pranzo del popolo napoletano. Dal friggitore si ha  un  cartoccetto di pesciolini che si chiamano fragaglia e che
dei pescivendoli: dallo stesso friggitore si hanno per  un  soldo, quattro o cinque panzarotti , vale a dire delle
panzarotti , vale a dire delle frittelline in cui vi è  un  pezzetto di carciofo, quando niuno vuol più saperne di
di carciofo, quando niuno vuol più saperne di carciofi, o  un  torsolino di cavolo, o un frammentino di alici. Per un
vuol più saperne di carciofi, o un torsolino di cavolo, o  un  frammentino di alici. Per un soldo, una vecchia dà nove
o un torsolino di cavolo, o un frammentino di alici. Per  un  soldo, una vecchia dà nove castagne allesse, denudate della
castagne allesse, denudate della prima buccia e nuotanti in  un  succo rossastro: in questo brodo il popolo napoletano vi
il pane e mangia le castagne, come seconda pietanza; per  un  soldo, un'altra vecchia, che si trascina dietro un
per un soldo, un'altra vecchia, che si trascina dietro  un  calderottino in un carroccio, dà due spighe di granturco
un'altra vecchia, che si trascina dietro un calderottino in  un  carroccio, dà due spighe di granturco bollite. Dall'oste,
dà due spighe di granturco bollite. Dall'oste, per  un  soldo, si può comperare una porzione di scapece ; la
origano, formaggio, pomidoro, ed è esposta in istrada, in  un  grande vaso profondo, in cui sta intasata, come una
cui sta intasata, come una conserva e da cui si taglia con  un  cucchiaio. Il popolo napoletano porta il suo tozzo di pane,
e l'oste vi versa sopra la scapece . Dall'oste, sempre per  un  soldo, si compera la spiritosa : la spiritosa è fatta di
* * * Appena ha due soldi, il popolo napoletano compra  un  piatto di maccheroni cotti e conditi; tutte le strade dei
bolle il sugo di pomidoro, le montagne di cacio grattato,  un  cacio piccante che viene da Cotrone. Anzi tutto,
da essi reso lindo e quasi elegante con l'oste che sembra  un  pastorello di Watteau; e nella collezione di fotografie
è piccola e il compratore litiga con l'oste, perchè vuole  un  po' più di sugo, un po' più di formaggio e un po' più di
litiga con l'oste, perchè vuole un po' più di sugo,  un  po' più di formaggio e un po' più di maccheroni. Con due
perchè vuole un po' più di sugo, un po' più di formaggio e  un  po' più di maccheroni. Con due soldi si compera un pezzo di
e un po' più di maccheroni. Con due soldi si compera  un  pezzo di polipo bollito nell'acqua di mare, condito con
questo commercio lo fanno le donne, nella strada, con  un  focolaretto e una piccola pignatta; con due soldi di
due soldi di maruzze, si hanno le lumache, il brodo e anche  un  biscotto intriso nel brodo: per due soldi l'oste, da una
minestra di patate cotte nel pomidoro. Ma per lo più compra  un  rotolo di maccheroni, una pasta nerastra, e di tutte le
napoletano è goloso di frutta: ma non spende mai più di  un  soldo, alla volta. A Napoli, con un soldo si hanno sei
non spende mai più di un soldo, alla volta. A Napoli, con  un  soldo si hanno sei peruzze un po' bacate, ma non importa:
alla volta. A Napoli, con un soldo si hanno sei peruzze  un  po' bacate, ma non importa: si ha mezzo chilo di fichi, un
un po' bacate, ma non importa: si ha mezzo chilo di fichi,  un  po' flosci dal sole: si hanno dieci o dodici di quelle
gialle, che pare abbiano l'aspetto della febbre; si ha  un  grappolo di uva nera, si ha un poponcino giallo, piccolo,
della febbre; si ha un grappolo di uva nera, si ha  un  poponcino giallo, piccolo, ammaccato, un po' fradicio; dal
di uva nera, si ha un poponcino giallo, piccolo, ammaccato,  un  po' fradicio; dal venditore di melloni, quelli rossi, si
mellone o di popone, le fave e i ceci cotti nel forno; con  un  soldo si rosicchia mezza giornata, la lingua punge e lo
occhio in tutta la notte. Quel vecchio bianco che guidava  un  drappello di dayachi e somigliava tanto allo zio della
sempre di udire delle persone avvicinarsi alla sua stanza,  un  fragore d'armi risuonare nel palazzo. Più volte, non
per impedirgli la fuga. Si addormentò verso l'alba, ma fu  un  sonno agitato da brutti sogni che durò un paio d'ore al
l'alba, ma fu un sonno agitato da brutti sogni che durò  un  paio d'ore al più. Si destò udendo un gong strepitare per
brutti sogni che durò un paio d'ore al più. Si destò udendo  un  gong strepitare per la via. Si alzò, si vestì, si cacciò
per la via. Si alzò, si vestì, si cacciò nelle tasche  un  paio di corte pistole e si diresse verso la porta. In
aspetta nel suo gabinetto - disse una voce. Yanez si sentì  un  brivido correre per le ossa. Aprì la porta e si trovò
correre per le ossa. Aprì la porta e si trovò dinanzi  un  indiano. - È solo il rajah? - chiese, coi denti stretti. -
rajah era seduto dinanzi al suo tavolino, sul quale c'era  un  servizio da thè in argento. Vedendo Yanez entrare, si alzò
una guida. - Una guida! - Mi dissero che eravate con  un  indiano che si spaccia per provveditore delle miniere di
- Sì, Altezza. - Fino dove vi ha accompagnato? - Fino ad  un  piccolo villaggio di dayachi. - Indovinate chi era
chiese Yanez, pronunciando con fatica quelle due parole. -  Un  pirata - disse il rajah. - Un pirata! ... È impossibile,
fatica quelle due parole. - Un pirata - disse il rajah. -  Un  pirata! ... È impossibile, Altezza. - Ve lo assicuro. - E
che pochi momenti prima aveva moschettato e sciabolato. - È  un  pirata molto strano, dunque! - È coraggioso e generoso
giù nella strada, si udirono delle grida acute e  un  forte colpo di gong. Yanez pallido, agitatissimo, si
Yanez. - Lo compiangete, milord? - chiese il rajah. -  Un  po', lo confesso. - Eppure quell'indiano è un pirata. - Lo
il rajah. - Un po', lo confesso. - Eppure quell'indiano è  un  pirata. - Lo so, ma con me fu assai gentile. Che ne farete,
- Quest'oggi non ho tempo, perché devo ricevere  un  ambasciatore olandese, ma domani sarò libero e lo farò
olandese, ma domani sarò libero e lo farò parlare.  Un  lampo balenò negli occhi del portoghese. - Altezza - disse,
balenò negli occhi del portoghese. - Altezza - disse, dopo  un  po' d'esitazione. - Potrò assistere all'interrogatorio? -
- Se lo desiderate. - Grazie, Altezza. Il rajah scosse  un  campanello d'argento che stava sul tavolo. Un cinese
rajah scosse un campanello d'argento che stava sul tavolo.  Un  cinese vestito di seta gialla, con una coda lunga un buon
Un cinese vestito di seta gialla, con una coda lunga  un  buon metro, entrò portando una teiera di porcellana di
i dintorni della città - rispose Yanez. - Ho scorto  un  fortino e, con il vostro permesso, lo visiterò. - Troverete
di una nave per imbarcarsi e nel medesimo tempo sorvegliano  un  thug indiano che rinchiusi là dentro. - Che? Un thug! Un
sorvegliano un thug indiano che rinchiusi là dentro. - Che?  Un  thug! Un thug indiano! - esclamò Yanez. - Oh! vorrei vedere
un thug indiano che rinchiusi là dentro. - Che? Un thug!  Un  thug indiano! - esclamò Yanez. - Oh! vorrei vedere uno di
- Lo desiderate? - Ardentemente. Il rajah prese  un  foglio di carta, scrisse alcune righe, lo piegò e lo
mio - mormorò quando si trovò solo. - Si tratta di fare  un  gran colpo senza essere scoperto. Si affacciò poi alla
d'un tratto. - Mio caro Brooke, il buon Yanez ti prepara  un  giochetto che, se ho tutto ben calcolato, sarà bellissimo.
bianco. S'avvicinò al tavolo, prese una penna e, sopra  un  pezzettino di carta, scrisse: Mi manda il tuo fedele servo
pillole verdastre e fece una pallottolina che nascose in  un  taschino della sua giacca. - Domani gli inglesi lo
sono capaci i tigrotti di Mompracem. Si cacciò in testa  un  cappellaccio di paglia a forma di fungo, si passò nella
la stanza scendendo lentamente le scale. Passando per  un  corridoio, vide dinanzi ad una porta un indiano armato di
scale. Passando per un corridoio, vide dinanzi ad una porta  un  indiano armato di carabina con baionetta in canna. - Che
arrestato stamane. - Bada che non ti sfugga, amico. È  un  uomo pericoloso. - Terrò gli occhi sempre aperti, milord. -
Lo salutò con la mano, scese la scala ed uscì in strada con  un  sorriso ironico sulle labbra. Il suo sguardo subito si
frutta, armi, vesti e giocattoli di Canton, e prese  un  sentiero, ombreggiato da altissimi durion e da areche, che
uno dei due. - Grazie, amici. Si rimise in cammino e dopo  un  lungo giro sboccò in un largo piazzale in mezzo al quale si
amici. Si rimise in cammino e dopo un lungo giro sboccò in  un  largo piazzale in mezzo al quale si levava il fortino.
al quale si levava il fortino. Sulla porta, appoggiato ad  un  fucile, stava un marinaio, occupato a masticare un pezzo di
il fortino. Sulla porta, appoggiato ad un fucile, stava  un  marinaio, occupato a masticare un pezzo di tabacco, e a
ad un fucile, stava un marinaio, occupato a masticare  un  pezzo di tabacco, e a pochi passi, sdraiato in mezzo alle
e a pochi passi, sdraiato in mezzo alle erbe, fumava  un  luogotenente di marina, di statura alta, con lunghi baffi
alta, con lunghi baffi rossi. Yanez si arrestò. - Toh!  un  bianco! - esclamò il luogotenente scorgendolo. - E che
pipa ed entrò nel fortino, seguito da Yanez. Attraversarono  un  piccolo cortile, in mezzo al quale arrugginivano quattro
Il thug sonnecchia - disse. - Entriamo, milord. Yanez provò  un  brivido, non già perché avesse paura dello strangolatore,
piccola, con le pareti di legno di teck, rischiarata da  un  finestrino a solidissime inferriate. In un angolo, steso su
rischiarata da un finestrino a solidissime inferriate. In  un  angolo, steso su di un letto di foglie secche e avvolto in
a solidissime inferriate. In un angolo, steso su di  un  letto di foglie secche e avvolto in un corto mantello di
angolo, steso su di un letto di foglie secche e avvolto in  un  corto mantello di tela, stava il thug Tremal-Naik, il
dell'indiano Kammamuri, il fidanzato dell'infelice Ada. Era  un  superbo indiano, alto cinque piedi e sei pollici, color del
macassaresi e tagali, non si ricordava di aver incontrato  un  uomo di colore così bello e così vigoroso. Non c'era che
la sua ampia e bella fronte si corrugava, le labbra di  un  rosso vivo, ardente, fremevano e le sue mani, piccole come
- esclamò Yanez. - Zitto, parla - mormorò il luogotenente.  Un  rauco accento straziante era uscito dalle labbra
sul luogotenente uno sguardo che scintillava come quello di  un  serpente. - Che cosa vuoi? - chiese. - Un signore vuol
come quello di un serpente. - Che cosa vuoi? - chiese. -  Un  signore vuol vederti. L'indiano guardò Yanez che stava
guardò Yanez che stava qualche passo indietro a Churchill.  Un  sorriso sdegnoso sfiorò le sue labbra mettendo a nudo i
si disse, stava dietro al luogotenente, gli aveva fatto  un  rapido cenno. Senza dubbio aveva compreso che gli stava
cenno. Senza dubbio aveva compreso che gli stava dinanzi  un  amico. - Come ti trovi qui dentro? - chiese il portoghese.
qui dentro? - chiese il portoghese. - Come può trovarsi  un  uomo che nacque e visse libero nella jungla - disse
- disse Tremal-Naik con voce triste. - È vero che tu sei  un  thug? - No. - Eppure hai strangolato delle persone. - E
Eppure hai strangolato delle persone. - E vero, ma non sono  un  thug. - Tu menti. Tremal-Naik si alzò digrignando i denti e
alzò digrignando i denti e con gli occhi fiammeggianti; ma  un  nuovo gesto del portoghese lo calmò. - Se tu mi lasciassi
- Non ho arma alcuna - disse l'indiano. - Se io alzo  un  braccio, scaricami in petto le tue pistole. Yanez
- Kammamuri - mormorò con voce appena distinta.  Un  rapido lampo brillò negli occhi dell'indiano. Con un gesto
Un rapido lampo brillò negli occhi dell'indiano. Con  un  gesto alzò il mantellino e raccolse il biglietto contenente
- Non lo ha - rispose Yanez, raddrizzandosi. - Non è  un  thug dunque? - Chi può dirlo? I thugs hanno tatuaggi in più
ne approfittò per volgersi indietro e fare a Tremal-Naik  un  ultimo gesto che significava "obbedite". - Volete visitare
Maestà! Questa notte ho fatto  un  brutto sogno!
quattro giorni dal duello fra Yanez e Teotokris, quando  un  pomeriggio, nell'ora in cui gli indiani, dopo la solita
d'aria sulle terrazze, si presentava al palazzo di Surama  un  bruttissimo individuo dinanzi al quale però tutti
al quale però tutti s'inchinavano come se fosse stato  un  altissimo personaggio od un essere più venerato ancora dei
come se fosse stato un altissimo personaggio od  un  essere più venerato ancora dei sacerdoti bramini. Si
ben lungi dall'ispirare una qualche simpatia, anzi nemmeno  un  po' di compassione. Un europeo sarebbe certamente scappato
una qualche simpatia, anzi nemmeno un po' di compassione.  Un  europeo sarebbe certamente scappato nauseato. Il suo viso
attorno ai fianchi. Aveva però sul petto e sulle cosce  un  gran numero di macchie grigiastre fatte certamente con
suo passaggio e s'affrettavano a fargli largo. Nell'India  un  fakiro, a qualunque setta appartenga, è sempre venerato. Da
appartenga, è sempre venerato. Da noi desterebbe solamente  un  po' d'ammirazione per la sua forza d'animo di rimanere per
per la sua forza d'animo di rimanere per interi anni con  un  braccio sempre alzato finché l'articolazione si atrofizzi e
bruciare una pagoda, anche una città, ma il fakiro non farà  un  passo per evitare le fiamme se è assorto nella sua
seduto poco fa sui gradini di quella pagoda, quando vidi  un  vecchio fermarsi a poca distanza di qui e fare dei segni
non l'ho mai veduto - rispose il fakiro. - Deve essere però  un  nemico della tua padrona. - Attendimi un istante gussain. -
- Deve essere però un nemico della tua padrona. - Attendimi  un  istante gussain. - Il servo si allontanò velocemente,
Qualche minuto dopo il primo servo ritornava con  un  viso sgomentato dicendo: - Entra subito gussain e giacché
io saprò ricompensarti, - rispose la giovane indiana. - Hai  un  bacino? - Sì. - Io ho la tinta rossa. Fammelo portare. -
Sì. - Io ho la tinta rossa. Fammelo portare. - Surama fece  un  cenno ad una delle sue serve e tosto un bacino d'argento fu
- Surama fece un cenno ad una delle sue serve e tosto  un  bacino d'argento fu portato. - Dammi anche un pezzo di tela
serve e tosto un bacino d'argento fu portato. - Dammi anche  un  pezzo di tela - disse il fakiro. Surama si levò la fascia
vuoi pel tuo disturbo? - chiese la giovane. - Che mi lasci  un  po' riposare, - rispose il fakiro. - Sono molte notti che
e che non mi nutrisco. Che cosa ne farei io del denaro? Ad  un  fakiro bastano un banano e qualche crosta di pane. -
Che cosa ne farei io del denaro? Ad un fakiro bastano  un  banano e qualche crosta di pane. - Riposati dunque, - disse
gradini della pagoda. Quando uscirai dalla mia casa avrai  un  regalo. Intanto che cosa posso offrirti? - Fammi portare
dormire. - Si ritirarono ed il fakiro si stese su  un  tappeto, cogli occhi volti verso il soffitto come se
volti verso il soffitto come se l'estasi l'avesse sorpreso.  Un  momento dopo entrava un servo portando su un vassoio
come se l'estasi l'avesse sorpreso. Un momento dopo entrava  un  servo portando su un vassoio d'argento un fiasco pieno di
sorpreso. Un momento dopo entrava un servo portando su  un  vassoio d'argento un fiasco pieno di quel dolce e
dopo entrava un servo portando su un vassoio d'argento  un  fiasco pieno di quel dolce e leggermente inebriante vino
forma d'una bolla di sapone, che conteneva nel suo interno  un  mazzolino di fiori azzurri che rassomigliavano alle
colpo, così potranno portarla via senza che mandi nemmeno  un  lamento. - S'avanzò cautamente verso la porta che si
girare la maniglia senza produrre il menomo rumore e fece  un  passo innanzi. La stanza di Surama era tutta adorna di seta
In mezzo stava il letto, completamente isolato, coperto da  un  immenso drappo ricamato splendidamente, collocato sotto la
mi proteggono? L'uomo bianco sarà contento! - S'avvicinò ad  un  piccolo mobile di ebano, intarsiato di madreperla e coperto
mobile di ebano, intarsiato di madreperla e coperto da  un  tappeto che cadeva fino al suolo, spezzò il recipiente di
- Dormirai anche se non avrai sonno, - disse poi, con  un  sorriso ironico. Uscì indietreggiando, rinchiuse la porta e
rinchiuse la porta e tornò a sdraiarsi sul tappeto come  un  uomo immensamente stanco. Il sole era tramontato da qualche
occhi. - Sono molto stanco. La tua padrona mi permette? -  Un  sant'uomo è padrone di dormire come e dove crede. Riposa in
il servo. - La casa è tua! - Il fakiro fece col capo  un  leggero movimento e rinchiuse gli occhi. Dormiva realmente?
movimento e rinchiuse gli occhi. Dormiva realmente? Era  un  po' difficile a saperlo. La notte era scura. Tutti si erano
nel palazzo: la padrona, i malesi, i servi e le serve.  Un  uomo solo vegliava come una tigre in agguato: il fakiro.
il fakiro. Doveva essere quasi la mezzanotte quando  un  sibilo acuto tagliò l'aria. Il fakiro udendolo, si era
mano sinistra aprì la finestra e gettò sulla via tenebrosa  un  rapido sguardo. Delle ombre umane stavano ferree in mezzo
in mezzo alla strada. Strinse le labbra e lasciò fuggire  un  debolissimo sibilo, che si poteva scambiare con quello del
scambiare con quello del velenosissimo cobra-capello.  Un  segnale eguale subito rispose. - Sono pronti, - mormorò; -
allora tutto va bene. - Si affacciò alla finestra e lanciò  un  secondo sibilo. Subito dopo un colpo secco si fece udire
alla finestra e lanciò un secondo sibilo. Subito dopo  un  colpo secco si fece udire contro una delle due imposte. Il
anche a me le cento rupie che mi ha promesso. Aspettate  un  momento e l'affare sarà finito senza che nessuno se ne
Surama dormiva profondamente. Solo la sua respirazione era  un  po' affannosa come se qualche cosa le gravitasse sul cuore.
il viso bellissimo e roseo della giovane indiana, poi fece  un  gesto di dispetto. - Maledetto sia il giorno che io ho
Ah! - Tornò rapidamente nel salotto, assicurò la fune ad  un  gancio delle imposte e mandò due sibili. Un istante dopo un
la fune ad un gancio delle imposte e mandò due sibili.  Un  istante dopo un uomo scavalcava il davanzale, tenendo
un gancio delle imposte e mandò due sibili. Un istante dopo  un  uomo scavalcava il davanzale, tenendo stretto fra le labbra
Che mi aiuti - rispose il fakiro. - Io non posso usare che  un  solo braccio. - Vuoi che uccida? - No: il padrone non
strappò dal letto la coperta di seta bianca, levò con  un  gesto brusco le lenzuola, avvolse Surama che pareva colpita
e lasciò subito la stanza borbottando: - Maledetti fiori!  Un  momento ancora e m'addormentavo anch'io! ... - Afferrò
In marcia allora. - Ed io? - chiese il fakiro. - Seguici. -  Un  palanchino sorretto da quattro hamali era pronto. Surama
diverse vie oscure e deserte, poi si arrestarono dinanzi a  un  vasto caseggiato che rassomigliava nella costruzione a quei
era aperta e la gradinata illuminata da una grossa lampada.  Un  chitmudgar, accompagnato da quattro servi, aspettava il
del palanchino e gettò su Surama, sempre addormentata,  un  rapido sguardo. - Sì, - disse poi. - È la principessa
- Sì, - disse poi. - È la principessa misteriosa. - Fece  un  segno ai servi. Questi presero il palanchino, l'alzarono e
bellissima e ampia stanza, il cui centro era occupato da  un  letto incrostato di laminelle d'argento e di madreperla con
palanchino ora - disse ai servi. Erano appena usciti quando  un  uomo entrò: era uno dei ministri del rajah. - Eccola
e sbadigliando): Insomma, era  un  vecchio che tagliava la legna in un bosco reale ... Mi
Insomma, era un vecchio che tagliava la legna in  un  bosco reale ... Mi disse: Il mago Sbuffante l'ha con voi,
marina rifulge simile a terso argento; non  un  fiocco di nube, non un filo di vento; l'alcïon che coll'ali
rifulge simile a terso argento; non un fiocco di nube, non  un  filo di vento; l'alcïon che coll'ali sferza l'acque
cammini rotear gaiamente la danza dei delfini... Empie  un  alto riposo l'Universo ferace, tutto il ciel dice : Amore!
potrà negare: essere questa Italia  un  pandemonio? Eppure! ove si trova un paese più favorito
essere questa Italia un pandemonio? Eppure! ove si trova  un  paese più favorito dalla natura: con un cielo unico, un
ove si trova un paese più favorito dalla natura: con  un  cielo unico, un clima stupendo, produzioni variatissime ed
un paese più favorito dalla natura: con un cielo unico,  un  clima stupendo, produzioni variatissime ed eccellenti,
dalla connivenza, dal mutuo accordo de’ preti con  un  pessimo governo. Voi trovate miseria, ignoranza e
sapienza, forza e fronte alta contro ai prepotenti.  Un  governo avvilito, impopolare, invece di organizzare un
Un governo avvilito, impopolare, invece di organizzare  un  esercito nazionale che potrebbe stare a fronte dei primi
 un  gaio cervello già di togate zucche nella dotta Bologna, e
e il cor di Don Giovanni, vivea la vita come può viverla  un  uccello, in aria, a caso, a voli dal fiore all'arboscello,
Solea dir d'esser nato alla vita mondana dall'abbraccio di  un  diavolo con una Dea pagana; però a far certo il prossimo
con una Dea pagana; però a far certo il prossimo d'essere  un  grande infame, lo credereste? a volte patito avea la fame
a volte patito avea la fame per dar l'ultimo scudo a  un  cieco o a un saltimbanco... Vivaddio! colle piume in testa
patito avea la fame per dar l'ultimo scudo a un cieco o a  un  saltimbanco... Vivaddio! colle piume in testa e il ferro al
delle balzane imprese; della Corte d'Assise Baiardo è  un  latitante, e Fanfulla è un evaso dal medico curante; si è
della Corte d'Assise Baiardo è un latitante, e Fanfulla è  un  evaso dal medico curante; si è sicuri e difesi, si è posati
interrogate il cuore di tutti, ad uno ad uno, e troverete  un  viscere d'aria e d'amor digiuno!