Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Clelia, giacché, per lupo di mare che uno sia, la terra co’  suoi  divertimenti, ed i suoi agi è sempre preferibile ad una
di mare che uno sia, la terra co’ suoi divertimenti, ed i  suoi  agi è sempre preferibile ad una tempesta marittima. Giulia
e furti. Il romano mendico sotto i colonnati dei  suoi  templi ha forse qualche cosa di men disgustante del Romeo
d’innalzare un monumento al diletto del suo cuore ed ai  suoi  eroici compagni.
popolo, e lo lasciò sulla perversa e miserabile via de’  suoi  antecessori a patteggiare cioè collo straniero, vendendogli
cioè collo straniero, vendendogli vilmente il sangue de’  suoi  concittadini. La Nazione italiana vide alla luce del sole
i fiori eterni della zona torrida. Precipitossi sui  suoi  passi. Ma altro era il volere, altro il potere. La graziosa
il nostro affascinato, ma presentarsi alla donna de’  suoi  pensieri così grondante, e forse senza cappello in testa,
con amore, offre centuplice frutto. E' quella la terra dei  suoi  avi; là lavorò il nonno, là il padre, là egli apprese amore
si doveva trovare, e dove avrebbe trovato l'avveramento dei  suoi  sogni, l'esaudimento dei suoi voti, e pace, grande pace,
trovato l'avveramento dei suoi sogni, l'esaudimento dei  suoi  voti, e pace, grande pace, quella pace che desiderava,
ben tornite come fusi e le sue labbra coralline al bacio. I  suoi  fratelli gli avevano detto: Ti ama. Non è povera. Ti
capo e parti in cerca della patria lontana, del paese dei  suoi  sospiri. Il sorriso si spense allora sulle labbra di
i vicini campi, ed italiani erano quanti conosceva: i  suoi  vicini, coloro che egli vedeva alla domenica in chiesa o
bruciare le sue biade, le sue messi bionde, scannare i  suoi  manzi, rubare le sue agnella, incendiare la sua casa e
il fuggiasco. Che fare? Fuggire? Abbandonare la sua casa, i  suoi  campi, le sue mandrie? Mai! Doveva dunque rimanere e
di un suo amico, sono le case di lui, le abitazioni dei  suoi  compagni di lavoro, i suoi granai grandi, ampi, ricchi.
case di lui, le abitazioni dei suoi compagni di lavoro, i  suoi  granai grandi, ampi, ricchi. Quelle case ardono? Chi ha
che recano all'Italia. Da fiato al corno. Accorrono i  suoi  dipendenti, i forti lavoratori della terra, i pazienti
di nessuno. Hanno ucciso il padrone e catturato i  suoi  figli. Non resta che di scappare, per mettere in salvo la
aiuto. Invano promette loro vittoria. Essi scappano; ed i  suoi  dipendenti; i suoi schiavi secondo la legge; gli assidui
loro vittoria. Essi scappano; ed i suoi dipendenti; i  suoi  schiavi secondo la legge; gli assidui agricoltori, i
che era odiato da tutta la popolazione e soprattutto dai  suoi  parenti, i quali non si sentivano mai sicuri di riveder
si era ritirato fra le sue montagne, in mezzo ai fedeli  suoi  guerrieri. Quel valoroso si chiamava Mahur; ne avete mai
che lo distingueva ai tempi di Venier e di Dandolo. Come i  suoi  fratelli si è intisichito d’anima e di corpo e come a loro
aveva concimato, seminato, lavorato; lo aveva bagnato coi  suoi  sudori e costretto a dare quanto poteva: pane a sé, ai
lavorato, le sue mandrie, che ritornavano dal pascolo, i  suoi  bovi aratori, e lo sguardo spaziava lontano, fino
agricoltore, di possedere la sua ferra; amava tanto i  suoi  campi, la sua casa, la sua Umbria, la sua Italia, questa
povero, fuggiasco, orbato della patria, della famiglia, dei  suoi  cari, costretto a fuggire. Come? ? lo aveva richiesto
moglie; vide i morti pastori; uno, ferito, gli disse, che i  suoi  figli erano stati, parte uccisi e parte fatti schiavi; vide
atroce. Non potè, non volle rimanere. Essa dava ali ai  suoi  piedi; lo aveva reso irrequieto; non gli dava pace; novello
approvare un tale operato, ma non osò neppur condannarlo. I  suoi  fratelli nella fede. ? Ed il governo? domandò. ? Ha
so. Egli fa una pausa lunga, lunga, nella quale riflette. I  suoi  ideali sono tramontati per sempre come si è spenta la luce
sono tramontati per sempre come si è spenta la luce dei  suoi  occhi. Non soffre soltanto perché la rivoluzione non è
ex_barnabita, Ermenegildo Pini, mercè le sue fatiche, i  suoi  viaggi e le sue corrispondenze coi più celebrati
circostanza lo rendeva acconcio ai bisogni d’Orazio e dei  suoi  compagni di proscrizione. Di più, come tutte le abitazioni
edificate in quei tempi di sospetto, il castello aveva i  suoi  sotterranei in cui non solo era agevole il nascondersi, ma
che non aveva figliuoli. Il sole splendeva sempre sui  suoi  Stati; aveva tanti sudditi, che nessuno era mai riuscito a
a una collina, nei cui fian- chi teneva accumulati tutti i  suoi  tesori. I mari erano cosparsi delle sue navi; il letto dei
fertili come la terra promessa, e la prosperità regnava nei  suoi  Stati. Nonostante tutta quella possanza e quelle immense
Uno l'aveva ingannato, un altro aveva disobbedito ai  suoi  ordini, un terzo aveva cospirato contro di lui; insomma,
bisognava trovare un rimedio per non morire. Sapeva che nei  suoi  Stati e' erano molti saggi, e fece fare da centinaia di
ciocca e vi avvicinò il coltellino. La ciocca cadde ai  suoi  piedi. Il Re la raccolse, spiccò il fiore più bello e lo
quella vita e chiese alla Fata il permesso di ritornare nei  suoi  Stati, e nella sua reggia. La Fata glielo concesse subito,
era morto, che di Re non ce n'era in quel momento; e che i  suoi  parenti si disputavano la succes- sione. Chiese della
era morta dal dolore di aver perduto il marito. Chiese dei  suoi  ministri, e seppe che i ministri erano tutti in prigione
di- strutta; la guerra e la miseria regnavano dunque nei  suoi  Stati. Il Re discese la collina mestamente. Che cosa se ne
poteva lasciare che la guerra e la miseria affliggessero i  suoi  Stati; doveva ristabilire la pace, e poi avrebbe avuto il
e quando la pace e la prosperità regnarono di nuovo nei  suoi  Stati, lanciò via il fiore della vita e morì tranquillo e
e Romani, egli sentì orgoglio di tanta bravura de’  suoi  concittadini. Poi egli doveva la vita a quel magnifico e
fratello, essa diede un grido di sorpresa e si precipitò ai  suoi  ginocchi stringendoli fortemente e dirottamente piangendo
della patria ed ardeva di vederla liberata da’  suoi  oppressori stranieri e chercuti. Educato fuori di Roma ed
della rivoluzione Romana ad onta del suo carattere e de’  suoi  sentimenti v’era rimasto estraneo. Poi per condiscendere al
impegno lo allontanava ancora più dai nostri amici. Ora dai  suoi  occhi era caduta la benda e senza quell’impaccio egli potè
il principe si sentì attratto verso di lei, innamorato de’  suoi  nuovi compagni e così deciso a rifarsi del tempo perduto,
decoro e quella pulitezza della persona, che il ricordo de’  suoi  natali gì’imponevano, pur nondimeno Giulia lo complimentava
nel suo testamento lo avrebbe fatto padrone degli immensi  suoi  beni e rimesso anche in possesso di quelli del padre,
era estrema non essendo lui, come la maggior parte de’  suoi  connazionali, propenso a cedere alle prepotenti velleità
d'amore ch'ella fra sé vagheggia, carezzando, lasciva, que'  suoi  capelli biondi! Egli, con un ceruleo sguardo, par che la
alzano altissime e divorano il frutto del suo lavoro, dei  suoi  sudori; le sue messi, le sue biade, i suoi granai, la sua
suo lavoro, dei suoi sudori; le sue messi, le sue biade, i  suoi  granai, la sua casa, tutto, tutto. I barbari sono là che
ridono, danzano, bevono il suo vino, mangiano la carne dei  suoi  bovi che hanno dichiarato loro proprietà, che hanno in
resistere; vorrebbe opporsi; vorrebbe destare la rabbia dei  suoi  novelli padroni e ricevere il colpo di grazia. Meglio,
Ubbidisce. Viene onusto di bottino e marcia, marcia, coi  suoi  epuratori. Oh la marcia terribile, attraverso l'Umbra cosi
speranze e la pietà del nido l'ali cogli infallibili aliti  suoi  distende; ciò che cade disprezza il mar che all'alto tende:
omo: ma è un omo piccoso. Figurati! pretenderebbe che i  suoi  scolari dovessero studiare! ... " "Pretensioni ridicole! Se
"Figurati! Pretenderebbe che, durante la lezione, i  suoi  scolari stessero tutti zitti! Com'è possibile di stare
il suo trono contaminato sui cadaveri dei cittadini  suoi  fatti sgabello! Ecco la storia secolare del papato che il
la patria terra in preda allo straniero ed ai preti  suoi  manutengoli, assuefatti a servirsene di villeggiatura, poi
di essi vedevasi scolpita una scrofa in atto di allattare i  suoi  piccoli parti. _ Vennero demoliti nel 1819 (Tre erano le
del Real dorma sul seno inerte, vive e muore in un velo. I  suoi  piacer sanno di tosco, i mali gli aizzan l'alma ai giubili
e il suo limo. Pane immortale, fra le biade, irride, coi  suoi  cori di Fauni, al mietitore; lo stagno, a cento a cento,
di fulgori splendean biechi e funesti, pel tramonto, i  suoi  vetri. Là stetti e appresi ciò che fosse quello ch'altri
in camera, il che fece, piuttosto per aver contezza de’  suoi  amici che per riguardo al proprio pericolo. A Giulia,
In questa posizione tragicomica trovò Giulia i  suoi  compagni di viaggio. Dopo essersi abbandonata
con ammirazione e copia per portare nelle sue terre, ai  suoi  amici, un simulacro della maggiore delle grandezze umane. I
turco, che posse- deva ricchezze favolose. Ogni giorno i  suoi  bastimenti, che veleggiavano su tutti i mari, le sue
per lontane terre. La gente lo inchinava come un monarca, i  suoi  sottoposti baciavano la polvere che egli calpestava, e
lo trattavano da pari a pari quando dovevano ricorrere ai  suoi  scrigni per ottenere imprestiti di danaro. - Hamid è
di danaro. - Hamid è grande! - urlavano sera e mattina i  suoi  schiavi, quando egli traversava il cortile del suo palazzo
il cortile con il suo passo calmo, s'era prostrato ai  suoi  piedi esclamando: - Povero Hamid! - e il padrone lo aveva
chiuse a chiave la stanza, e la notte stessa ordinò ai  suoi  schiavi che ne murassero ogni uscita. Essi ubbidirono ai
schiavi che ne murassero ogni uscita. Essi ubbidirono ai  suoi  comandi, e in poche ore la stanza era murata. La mattina
un altro le sue terre devastate dalle locuste; poi i  suoi  magaz- zini distrutti dal fuoco, ed altre simili sventure.
Tua figlia è sparita; abbiamo tro- vato la camera vuota, i  suoi  gioielli, le sue vesti, tutto è sparito con lei. - La fiera
verde, v’infilzò la carne, ed in poco tempo presentò ai  suoi  compagni affamati un arrosto da invogliarne anche un
egli si trovava perfettamente e non invidiava punto i  suoi  compagni nel tempestoso Tirreno. Poi Clelia era così bella!
capanna che Orazio certo doveva conoscere e della quale i  suoi  compagni non si erano accorti. Un individuo vestito alla
che perciò uno scrittore beneducato deve fare in modo che i  suoi  scritti siano capiti dal massimo numero di lettori e con il
fossi capace. Queneau è noto in Italia principalmente per i  suoi  romanzi, di cui il più conosciuto è il delizioso "Zazie
né precotto, non è di facile digestione. Ognuno dei  suoi  quasi 1400 versi racchiude un enigma, ora arguto, ora
la sua consapevolezza della sostanziale intraducibilità dei  suoi  versi), Baudelaire, Lamartine, Rimbaud: ma attenzione, sono
secondo un ticchio di Queneau che ricorre già in  suoi  saggi del 1937, in seguito elegantemente sfruttato per
elegantemente sfruttato per rendere il "parlato" nei  suoi  romanzi. Il repertorio delle sue invenzioni verbali è
e seguace (e quanti sapori queneauiani si ritrovano nei  suoi  libri, dalle Cosmicomiche in poi!). Calvino ha accettato la
dai cristalli ai virus, i mostri primordiali, l' uomo e i  suoi  primi congegni, decolla con toni da "Excelsior" nell'
alla bella omonima del superbo e valoroso Yacht ed ai  suoi  compagni di solitudine. Orazio, siccome era convenuto con
veramente indispensabile quella visita? Avevano ragione i  suoi  amici di Milano e di Roma, che gli avevano vantato le virtù
il silenzio della campagna gli consentivano di dedicarsi ai  suoi  studi, anzi, di barricarsi in essi come in una cittadella.
nelle sue poesie. Al medico rispose soltanto che i  suoi  contatti umani erano scarsi: nulli in famiglia, rari con
conscio di quanto il suo aspetto fosse sgradevole. Perciò i  suoi  amori erano solitari: nelle ore di studio, o nelle lunghe
che aveva suscitato in lui: nel pensiero, e talora nei  suoi  versi, l' accusava di essere una ingannatrice, di aver
di essere una ingannatrice, di aver tentato di apparire ai  suoi  occhi migliore di quanto non fosse; di averlo voluto
la lama larghissima, l'inglese arrestò con un gesto i  suoi  uomini. - Che cosa vuoi sahib? - chiese il comandante delle
delle guardie, avanzandosi verso l'inglese, mentre i  suoi  uomini mettevano le picche in resta, come se si
immobil macchia, cosa informe e minacciosa, trafiggea co'  suoi  pinacoli l'ampia bruma nebulosa; dalle gotiche - compagini
riguadagnarsi il grado di generale? Fu quella di sfidare i  suoi  cugini a chi avesse fatto il salto più alto e più
canzonatore e dopo aver dato un'occhiata di compassione a'  suoi  cugini, disse con aria di smargiasso: "Dunque voialtri quel
potresti avere." A quest'ultima uscita di Arnolfo, tutti i  suoi  fratelli dettero in un solennissimo scoppio di risa.
mattina dopo si alzò di bonissim'ora e senza dir nulla ai  suoi  cugini, che erano sempre a letto, andò difilato a casa del
del guardaboschi, si caricò sulle spalle la volpe, ripeté i  suoi  ringraziamenti, e se ne andò.
definire tutte le radici. Forse questo avviene perché i  suoi  personaggi, come questo Giovannin, la Ninetta, il
trascorso che l’idra sacerdotale del Vaticano innalzava i  suoi  roghi nei chiostri della capitale del mondo cattolico ed
nostra Irene, e Cencio con otto sicari della santa sede a’  suoi  ordini, doveva eseguire l’atroce mandato, profittando della
trovava al sicuro nelle ugne dei tre amici ma doveva fare i  suoi  conti anche con un quarto personaggio che valeva ciascuno
il malandrino avrà sentito rimorsi, e si sarà pentito de’  suoi  tradimenti ma in questa vi assicuro che egli ne avea ben
difficile l'esporla in tutta la sua verità e con tutti i  suoi  dettagli più interessanti. Il giovine barone di B. - duolmi
B. sentivasi perfettamente felice col semplice corredo dei  suoi  distici; e non erano meno felici con lui i suoi domestici,
corredo dei suoi distici; e non erano meno felici con lui i  suoi  domestici, le sue donne, i suoi limieri, e le sue dodici
erano meno felici con lui i suoi domestici, le sue donne, i  suoi  limieri, e le sue dodici livree verdi incaricate di
di questo avvenimento che nè il barone, nè alcuno de'  suoi  domestici si ricordava della sparizione della fanciulla.
la finestra, e vedendo che il cielo era sereno, e che i  suoi  limieri passeggiavano immalinconiti nel cortile e raspavano
Fatta questa risoluzione finì di abbigliarsi infilzò i  suoi  stivali impenetrabili, si buttò il fucile ad armacollo,
che lo solevano accompagnare e uscì circondato da tutti i  suoi  limieri, i quali agitando la testa, facevano scoppiettare
ogni momento tra le gambe accarezzando colle lunghe code i  suoi  stivali impenetrabili. Il barone di B. si avviò
comune, non li vedeva più cogli stessi occhi. In mezzo a'  suoi  cani ve n'erano taluni che gli sembrava di non aver mai
piccoli e sottili, non ostante la forma un po' rozza de'  suoi  stivali impenetrabili, ne provò piacere e sorrise. In quel
rozze, sciatte e sguaiate. Gettando a caso uno sguardo su'  suoi  limieri che lo precedevano col muso basso e colla coda
passi per arrivare al castello, quando incontrò alcuni de'  suoi  domestici che passeggiavano ciarlando lungo la via, e, cosa
incominciò da quel momento ad estendersi su tutti i  suoi  sensi; vedeva doppio, sentiva doppio, toccava doppio; e, -
fondersi, e che lottavano per contendersi il predominio de'  suoi  sensi - d'onde la duplicità delle sue sensazioni. Fu per
delle sue sensazioni. Fu per ciò che egli vedendo i  suoi  domestici, conobbe bensì che erano i suoi domestici; ma
egli vedendo i suoi domestici, conobbe bensì che erano i  suoi  domestici; ma cedendo ad un impulso più forte, non potè a
la tela di un passato mai conosciuto si distese d'innanzi a  suoi  occhi: delle memorie pure e soavi di cui egli non poteva
Mentre egli correva così verso il castello, uno de'  suoi  domestici lo vide, e temendo di qualche sventura, lo chiamò
di aver travisto, intuito, compreso qualche cosa in que'  suoi  atti, e non sapevano che cosa fosse. Ne erano però
e sentì che il tatto non era più quello; gli parve che i  suoi  lineamenti si fossero mutati, e provò la stessa sensazione
irresistibile. Ma il prodigio più meraviglioso era che i  suoi  lineamenti parevano trasformarsi, quanto più egli affissava
avventarsi verso il quadro; la sua esaltazione cresceva, i  suoi  profili si modificavano sempre più, il suo volto
nelle Terme di Caracalla, la posizione d’Attilio, e de’  suoi  amici divenne ben pericolosa. Il traditore avea pagato il
perché è troppo difficile, di fatto perché dai  suoi  versi ha sempre emanato odore di empietà; perciò, fin dall'
a giochi pazzi, di gladiatori che si ammazzavano sotto i  suoi  occhi; gli portarono immensi vasi di cristallo, nei quali
Era uno dei giorni consacrati alla celebrazione dei  suoi  trionfi in Grecia. Il senato gli aveva decretato tante
del parricidio, ed a Sparta, perché odiava Licurgo ed i  suoi  rigori. Fu a Delfo ma non ebbe dall'oracolo la risposta che
tutti nel lavoro. Lavorava con una zappa d'oro. Ricordò i  suoi  amori e la coppa del piacere vuotata fino alla nausea. Sì,
l'adorazione di uno di loro che di mille senatori curvi ai  suoi  piedi. Invano. Allora li condannò ad ardere quella sera,
ne aumentò lo sdegno; tanta forza d'animo nel resistere ai  suoi  comandi, tanta stupida remissività davanti alla condanna. O
atto di presenza nelle robuste mani di Orazio e de’  suoi  compagni e servivano d’efficace aiuto al nudo coltello dei
birri. Che importavano a Sua Santità le membra sparse de’  suoi  fedeli e compri scherani? Il denaro dei traditori d’Italia
acquistato la proprietà del racconto, lo prometteva ai  suoi  lettori; il Praga a lunghi intervalli lo ripigliava,
lo accompagna; cantanti, numi, gladiatori, liberti, schiavi  suoi  compagni di ebbrezza; legioni intere di donne, rotte ad
lettiga d'oro con scherno quella folla, che si prostra ai  suoi  piedi, che lo adora; è troppo assuefatto all'adorazione
è degnato rivelarsi ai mortali. Guarda sdegnato Napoli ai  suoi  piedi; freme al pensiero, che forse nella città v'erano
preda ai leoni. Egli andava a quelle feste, per soffocare i  suoi  timori, per dimenticare il pericolo, e, supplicato dalla
... d'imperatori v'era dovizia, ma di cantanti, di citaredi  suoi  pari non ve n'era nessuno. E' facile cosa governare
abbandonare Napoli per mettere al sicuro le sue corone, i  suoi  strumenti musicali, i suoi mimi, le sue danzatrici, le sue
al sicuro le sue corone, i suoi strumenti musicali, i  suoi  mimi, le sue danzatrici, le sue cortigiane. Le fa vestire
perché all'uom non misura, quando il verno è arrivato de'  suoi  dì tempestosi, le bufere del cuore? Perché, se su lo sterpo
padre del tirannello che poi abbandonò il trono ai valorosi  suoi  mille e così fu rovesciato nella polve quel governo prima
e, consumato quel delitto di lesa-nazione, rovesciò i  suoi  inganni ed i suoi satelliti sul popolo credulo di Parigi e
quel delitto di lesa-nazione, rovesciò i suoi inganni ed i  suoi  satelliti sul popolo credulo di Parigi e ne fe’ macello per
delle carceri con Muzio per le chiavi e tu guida Silvio co’  suoi  dieci per assicurarti dei birri collocati alla porta delle
in altro Stato ove il Governo è più rispettato ed i  suoi  agenti meno avviliti, ma qui ove il soldato non s’inspira
di ginocchio nel fianco la rovesciò supina sul pavimento. I  suoi  compagni che l’avean seguito da vicino prima che il rumore
un Re molto giovane che avrebbe voluto vivere come tutti i  suoi  sudditi, libero di fare quel che gli sarebbe parso e
forte: - Mago Bianco! Mago Bianco! Il Mago comparve: - Ai  suoi  comandi, Maestà! - Quei capelli, per la mia Regina! - Sarà
E immediatamente la contadina si mise a piangere perché i  suoi  capelli erano diventati di un biondo scuro, senza riflessi
chiamò: - Mago Bianco! Mago Bianco! Il Mago comparve: - Ai  suoi  comandi, Maestà. - Quel naso! Una meraviglia! Degno
... Sorrideva a tutti, orgogliosa della rara bellezza dei  suoi  occhi. Il Re si affrettò ad alzar le braccia e a chiamare:
le braccia e a chiamare: - Mago Bianco! Mago Bianco! - Ai  suoi  comandi, Maestà! - Ah, quegli occhi! Guardate ... - Eccola
le braccia e chiamò forte: - Mago Bianco! Mago Bianco! - Ai  suoi  comandi, Maestà! - Ah, quelle mani! Quelle mani! - Eccola
le braccia e invocò forte: Mago Bianco! Mago Bianco! - Ai  suoi  ordini, Maestà! - Quei piedini ... Peccato! Si deformeranno
ballando. La danzatrice si arrestò tutt'a un colpo, quasi i  suoi  piedi fossero diventati pesanti. Invano l'uomo soffiava più
e chiamò allegramente: - Mago Bianco! Mago Bianco! - Ai  suoi  comandi, Maestà! - La Reginotta è trovata. Rendiamola
un tratto, ansimando. - Ah, Mago Bianco! Mago Bianco! - Ai  suoi  comandi, Maestà! - Bisogna disfare ogni cosa, e ridurre la
di industria, chiamasi Antonio Casanova. Per discoprire i  suoi  ingegnosi stratagemmi ci converrà salire nelle regioni
pioggia artifiziale, era una circostanza molto propizia a'  suoi  disegni. I cavalieri di industria corrono dov'è la folla.
ideale dello spiritualismo e della virtù, incarnata nei  suoi  molteplici personaggi; ma essa non può mentire a sé
il suo giuoco. Egli vinceva colla volontà, portando ne'  suoi  competitori il turbamento e la disperazione. Guadagnava
propri disegni una camorra potente. Rubava, e divideva co'  suoi  correligionarii il quinto dei redditi. Il resto spendeva in
che aveva mandato sulle sue tracce una mezza dozzina de'  suoi  segugi più fidati per spiare ogni sua azione, ogni suo
in giro per la città, anche di notte, a questuare pe'  suoi  poveri col grido Fatebene, o fratelli, a voi stessi, ne