Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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guarire anche  me  ...
 me  ne parlate!
L'appetito è sempre buono, a  me  non manca mai.
Non importa legarmi le braccia. M'inginocchio e poso da  me  la testa sul ceppo ... Tagliate!
Non importa legarmi le braccia ... M'inginocchio e poso da  me  la testa sul ceppo. Tagliate!
Non importa legarmi le braccia ... M'inginocchio e poso da  me  la testa sul ceppo. Tagliate!
da un pezzo un Re saggio, un Re buono! (Ridendo) E a  me  che cosa offrite, Maestà?
perduto la memoria. Un po' di quel pasticcio, Maestà, forse  me  la farebbe tornare!
prostrato al sacro piede della S. V. imploro per  me  e per questi miei collaboratori e compagni, l’apostolica
di nostra figlia sarebbe l'ultimo giorno della mia vita?  Me  l'ha predetto il "Gran Mago" ...
con la cerimonia civile il matrimonio religioso da  me  precedentemente contratto con la adulta Fidelia Berretta,
la preghiera e dopo innumerevoli meriti acquistati, sono da  me  benedetti con la papale benedizione che V. S. mi concedette
 me  ne parlate, Regina! Ci dev'essere stato un tradimento. Or
Maestà! So financo che avete perduto una chiave; ma a  me  non occorre. Entro pel buco della serratura. (La vecchia si
farebbe quella ch'io senza speme adoro, ove per l'amor suo  me  trapassar vedesse. Non avrei meraviglia s'ella fra sé
domandò: "Mi dici perché te la prendi sempre con me?". "Io  me  la prendo con te? Neanche per sogno. Eppoi, anche se me la
"Io me la prendo con te? Neanche per sogno. Eppoi, anche se  me  la prendessi con te, credilo, ci sarebbe la sua brava
colazione quella mattina che feci da sentinella avanzata. E  me  ne ricorderò sempre! ... ma oramai t'ho bell'e perdonato e
se te lo dico: ma quella celia fu una gran brutta celia e  me  la rammenterò sempre fin che campo ... Meno male che oramai
Virginia s'è intromessa nella questione tra  me  e il Maralli e pare che egli non mi riporti a casa mia come
preparato altre liete sorprese per quando ritornerò... Per  me  oggi è una bellissima giornata. Viva la Befana!...
... e voltandosi al guardaboschi, gli disse: "Come è bella!  Me  la vuoi vendere?". "Vendere? Che le pare! Piuttosto gliela
e senza luce, dove c'è il caso che, una volta o l'altra,  me  la mangino i topi." "Dunque la posso prendere?" "La prenda
un'avventura come quella dell'automobile, e io non stavo in  me  dalla gioia, e guardavo tutta quella massa di ragazzi
è uggioso, ne convengo, ma ha delle buone qualità. Con  me  per esempio, è pieno di gentilezze e dice sempre che sono
- Bisogna convenire che, fra tutti, la più gentile verso di  me  è la serva. La ricompenserò! - E s’è messo a ridere come un
è di un umore terribile. Prima di tutto se la prese con  me  perché non lo avevo avvertito, come mi era stato detto,
di una cosa grave. Stamani era anche più nero di iersera e  me  ne ha dette di tutti i colori perché gli buttai nel
battere la testa... Fortunatamente era l'ora della scuola e  me  sono andato via lasciando che si sfogasse con Ambrogio.
poi gli aveva raccontato d'essere stato guarito pure da  me  per avergli dato le lenti del signor Venanzio. - Voglio
LEI: Fa piasè, di no su di spegasc. É gh'è ancamò el  me  miscin? NARCISO: Cossa t'è vegnù in ment de porta via quel
do' stell. ( gnau ) baciando il canestro : Cara, cara el  me  borlin. NARCISO: El mancava domà lu per fa l'arca de Noè.
di gajnn, di cagnoeu. LEI: Di merli... NARCISO: Anche a  me  piaciono gli animali, ma più cotti che crudi. Vuj,
come l'ann passaa... NARCISO: L'è vera, l'è mej che  me  moeva. L'ann passaa, proprio come oggi, te se ricordet
toa che te se minga bon de tegnim dessedada. Mi già el  me  sognett dopo disnà el faroo anche in di fiamm del
Ma basta una volta el tradiment. ( gnau ) Sì car el  me  miscin, parlèm mi e ti, tégnem dessedada. Te vedaret che
che l'è pussee scur de chi, foo per settam giò e a momenti  me  setti in scossa una sciora... MARIANNA: Ah brutt macaco...
LA BALLANZINI: Son chì, son chì... Oh Signor che vision!  Me  pareva de vess in un lampedari... El me miscin? LUIGI: Dove
Signor che vision! Me pareva de vess in un lampedari... El  me  miscin? LUIGI: Dove sei, Marianna? LA BALLANZINI: Son chì,
LUIGI: Dove sei, Marianna? LA BALLANZINI: Son chì, cara el  me  taliano. IL CAPO: El treno el xè già partido. LUIGI: Come è
LUIGI: Come è partito? BALLANZINI: Come partido? Narcis, el  me  Narcis dove l'è? l'era andà de feura a ciappà la rosada...
mia moglie non ha né denari né biglietti. LA BALLANZINI: El  me  mari el gh'à invece i bigliett, i danee e sciorina in
dormì per viaggià colla donna d'altri. Ma Narciso, Narciso,  me  la pagherai. LUIGI: Forse io ho parlato troppo aspramente
L'albergo all'insegna dei luganeghini... Pover el  me  miscin dormirem mi e ti sott on moron... ( piangendo )
LUIGI: Marianna Spazzoletti... BALLANZINI: Anche mi  me  chiamo Marianna, Marianna Ballanzini, moglie a quel brutto
altra volta, prima de sposà on uomo ingrato, ti sposi ti el  me  pover gattin. LUIGI: Non arriva qualche altro telegramma?
capito de stare indietro, benedeta dona. BALLANZINI: L'è el  me  marì che parla, donca gh'ò diritto. cAPo: Lei mi guasterà
animo così contraddittori? Cercherò di spiegarlo a te ed a  me  stesso. Mi rattrista perché si tratta di racconti legati ad
del racconto "A fin di bene", ma ("così s' osserva in  me  lo contrappasso") dopo alcune esitazioni la Sip ha
viscosa e tossica, simile per molti versi a quella da  me  anticipata: per fortuna di tutti, le esperienze relative si
permesso di alzarmi... Ma era possibile che un ragazzo come  me  potesse star fermo su una poltrona, con una coperta di lana
di acqua inzuccherata, lesto lesto, butto via ogni cosa, e  me  ne vo in camera di Luisa a guardare tutte quelle fotografie
ero diventato!... - Che invidia, che invidia, avranno di  me  le mie sorelle! - ho esclamato, al colmo della contentezza.
ha dato uno schiaffo... - Ah, signorina!... - ho detto fra  me  e me. - Se sapesse che le ho preso i ritratti! - Le sorelle
a casa." "Pazienza! Resterò qui." "Nemmeno: tu verrai con  me  ... " "Con lei? ... Neanche se mi fa legare ... " "Tu
qualche cosa. Or ora mi ha sorpreso mentre avevo dinanzi a  me  il giornalino, e lo ha sfogliato guardando le figure che vi
detto: - Senti, Giannino, mi devi fare un gran piacere...  Me  lo prometti? Io gli ho risposto di sì. - Bene: - ha ripreso
- Ecco le solite ragionacce! Ma ormai avevo giurato a  me  stesso di esser buono, e ho voluto accondiscendere anche a
svelto, ho raccattato dal caminetto la palla di carta,  me  la son nascosta nella blouse, e ora ho steso per bene le
Ora voglio andare a chiedere due lire al signor Venanzio.  Me  le darà? * * * Ho preso il momento buono: mia sorella è
tasca il suo borsellino, ha preso una moneta di due lire e  me  l'ha data dicendomi: - Eccoti le due lire... E te le darò
mio, a patto che tu mi dica sempre quello che dicono di  me  mio nipote e tua sorella... perché sono cose che mi fanno
poiché siamo una carne? Tu io. Mi specchio in te e vedo  me  stesso. Uno e molteplice: ogni mio membro è ordine e gioia.
la tenebra è immortale. Vieni, sposo contiguo, stringiti a  me  quando l' ora suona. Vengo, ed ogni mio (...) canta al
ed ho sognato il sole e la luna. Mi sono attorto a  me  stesso, e mi ha accolto il firmamento. Vuoto il passato, la
significativi. "Siimi benigno, o potente, e ricordati di  me  nel tuo sonno. Il tuo cibo è il mio cibo, la tua fame è la
Medita, e ti intendo. Chi più fedele di me? Chi meglio di  me  ti conosce? Ecco, io mi giaccio fiducioso nei tuoi visceri
amo, uomo sacro. Perdona le mie colpe, e non distogliere da  me  la tua benevolenza". Il motivo della colpa, che qui è
né orecchie, non troviamo grazia presso di voi. "Ed ora  me  ne andrò, perché lo vuoi. Andrò in silenzio, secondo il
Sindaco; anche perchè egli aveva posto gli occhi addosso a  me  pel suo discorso al banchetto. Infatti, una sera, me ne
a me pel suo discorso al banchetto. Infatti, una sera,  me  ne fece fare la proposta dalla sua signora, quasi fosse
alla buona ... - Oh, Signora! - Dev'essere un segreto tra  me  e lei! Mi sembrò di toccare il cielo col dito. Un segreto
lei! Mi sembrò di toccare il cielo col dito. Un segreto tra  me  e lei! Ero diventato rosso come un peperone e non sapevo
con un: bravo ! e mi stese tutt'e due le mani. - Sentiamo;  me  lo legga lei. Ricordo perfettamente che pasticcio di
replicò: - Non se ne scordi; deve essere un segreto tra  me  e lei! Mi attendevo qualcosa di più; ma infine! ... Un
la stampa ufficiale dei suoi discorsi, tutta fu da  me  profusa a piene mani e anco a casaccio! - È contenta? - Più
durante quella specie di lotta; messa, quasi argine tra  me  e lei, la seggiola su cui poco prima stava a sedere, ella
ella raccolse lentamente dalla scrivania le cartelle e  me  le porse: - Le dia, in disparte, a mio marito. Vada. -
no! ... Via, si rinfranchi! ... E non stia in collera con  me  ... Qua la mano! Vi assicuro - conchiuse Bodura - che
Ha un'aria soddisfatta, un parlar molle e rotondo che  me  lo fece parer di fior di latte sbattuto. Intesi dire allora
il mondo può andare e venire dal Palazzo senza ch'egli  me  ne parli. Lo tiene sequestrato quasi tutto il giorno in
alla mia cameriera potrebbe anche piacere. A  me  è antipatico, odioso, odiosissimo. Bada bene, non per
come dire: "Quando saremo fuori di qui, faremo i conti e  me  la pagherete! ... ". "Dunque, si può sapere che cos'è
"Sicché dunque, quando si fu per i campi, sarebbe toccato a  me  a camminare avanti, ma siccome Leoncino è un prepotente per
del cuore come raggi luminosi, e ne rivelavano a lei e a  me  stesso i più intimi segreti. Giacché mi accadeva spesso di
prodottomi dalla felicità di vedere e di sentire accanto a  me  quell'esile figura di bruna il cui possesso mi era
"Da prima scacciai via sdegnosamente come indegno di  me  e di lei l'importuno pensiero. Ma già un'intima voce
spuntava su le labbra prima della timida risposta: "Perché  me  lo domandi?" invece di farmi comprendere la sciocchezza e
o qualcosa di eguale, o anche qualcosa di poco più; non  me  n'importava. Sapevo, caro Blesio, che il pensiero di una
dell'atteggiamento da lei preso appena sedutasi davanti a  me  poco lontana dal cavalletto. La vidi irrigidirsi, chiudere
col respiro ansante ... Era entrata, quando meno  me  l'aspettavo, nel più profondo sonno magnetico. Ne fui
mesi della nostra unione, era stata anzi gran delizia per  me  comunicarle i più riposti pensieri, chiederle consigli,
alcuni mesi di sosta. Credei che la eccitazione nervosa da  me  provocata si fosse finalmente esaurita, e che la cura
improvvisato con insolita rapidità mentre ella, che  me  n'aveva quasi suggerito l'idea, posava perché io fissassi
delle linee della sua persona, così come l'immaginazione  me  la andava trasformando in fantasia d'arte. Una sera, tutt'a
"Come avvenga non so" riprese Delia. "C'è dentro di  me  o una anima nuova, o qualcosa che direi malia, se potessi
quel che non vorrei udire, quasi il tuo pensiero parli per  me  ad alta voce ... E sto in ascolto, da mesi, costretta,
quasi la mia mano fosse stata mossa da un altro  me  stesso che conviveva dentro di me assieme con quello che si
stata mossa da un altro me stesso che conviveva dentro di  me  assieme con quello che si tormentava, e smaniava e
con lievi passi, si era fermata dietro di me, senza che io  me  ne fossi accorto ... Tutt'a un tratto, mi sentii afferrare
creta, quasi tentasse di rimodellarla, voltandosi verso di  me  con gli occhi sbarrati dall'improvviso scoppio di pazzia,
era scarso a così spesse ferite. Venne una notte, in cui, a  me  nel bagordo, fu susurrato di un padre e di una agonìa ...
ferro sbarrata da un catenaccio. Povera Nanna! dicevo tra  me  stesso, che delitto avrà mai commesso quella sciagurata
prendere le mie precauzioni in tempo d’urgenza. Fuori di  me  dalla contentezza per la redenzione della mia fanciulla non
a mia compagna per farmi la spia ed all’opposto è stata per  me  un angiolo di consolazione. Era incaricata di farmi
tutto alla badessa". E così vanno le cose, pensavo fra  me  stesso in questi laboratori d’ipocrisia e di menzogna! "Era
ferro e divenni sitibondo del sangue della megera. Non so  me  mi trattenni. Ero furibondo, e avrei stritolato le ossa di
del cuore come raggi luminosi, e ne rivelavano a lei e a  me  stesso i piú intimi segreti. Giacché mi accadeva spesso di
prodottomi dalla felicità di vedere e di sentire accanto a  me  quell'esile figura di bruna il cui possesso mi era
piú degna di lei, si fosse lasciata indurre a sposare  me  non ricco, quasi brutto, con l'unico prestigio di un po' di
- Da prima scacciai via sdegnosamente come indegno di  me  e di lei l'importuno pensiero. Ma già un'intima voce
spuntava su le labbra prima della timida risposta: «Perché  me  lo domandi?» invece di farmi comprendere la sciocchezza e
o qualcosa di eguale, o anche qualcosa di poco piú; non  me  n'importava. Sapevo, caro Blesio, che il pensiero di una
dell'atteggiamento da lei preso appena sedutasi davanti a  me  poco lontana dal cavalletto. La vidi irrigidirsi, chiudere
col respiro ansante ... Era entrata, quando meno  me  l'aspettavo, nel piú profondo sonno magnetico. Ne fui
mesi della nostra unione, era stata anzi gran delizia per  me  comunicarle i piú riposti pensieri, chiederle consigli,
alcuni mesi di sosta. Credei che la eccitazione nervosa da  me  provocata, si fosse finalmente esaurita, e che la cura
improvvisato con insolita rapidità mentre ella, che  me  n'aveva quasi suggerito l'idea, posava perché io fissassi
delle linee della sua persona, cosí come l'immaginazione  me  la andava trasformando in fantasia d'arte. Una sera, tutt'a
«Come avvenga non so - riprese Delia. - C'è dentro di  me  o una anima nuova, o qualcosa che direi malia, se potessi
quel che non vorrei udire, quasi il tuo pensiero parli per  me  ad alta voce ... E sto in ascolto, da mesi, costretta,
quasi la mia mano fosse stata mossa da un altro  me  stesso che conviveva dentro di me assieme con quello che si
stata mossa da un altro me stesso che conviveva dentro di  me  assieme con quello che si tormentava, e smaniava e
con lievi passi, si era fermata dietro di me, senza che io  me  ne fossi accorto ... Tutt'a un tratto, mi sentii afferrare
creta, quasi tentasse di rimodellarla, voltandosi verso di  me  con gli occhi sbarrati dall'improvviso scoppio di pazzia,
I brontoloni ? ... Per la commedia, non toccherebbe a  me  a dirlo, ci ho avuto sempre molta vocazione. Anche la
le so fare anch'io. E poi, quando ho fatto la Commedia, chi  me  la recita? E se per disgrazia me la fischiano? E il caso
ho fatto la Commedia, chi me la recita? E se per disgrazia  me  la fischiano? E il caso c'è, perché i babbi e le mamme, con
E la lezione l'hai fatta? ... " "La volevo fare, ma poi  me  ne sono scordato ... " "Tale e quale come me! Anch'io
come me! Anch'io volevo andare dalla mia sorella, e poi  me  ne sono scordata. Si vede proprio che sei figliolo della
quanto sto per dirvi ... Le presi una mano. Ma essa  me  le strinse entrambe, appoggiò il capo alla mia spalla, come
è tra te e la notte". Lady Mac Lewis parlava, parlava,  me  io l'udivo confusamente, come se il suo racconto mi fosse
carità! Non v'ho detto che mi teme, che non mi vuole più?  Me  l'ha scritto in una lettera che conservo come una condanna
- Ma non vedi che è buonissimo? E a me, signorino? Non  me  ne dà uno anche a me? - Io per non fare ingiustizie ne ho
sulla porta della chiesa è corso precipitosamente a  me  per godere dello stesso trattamento dei suoi due colleghi
tutti. Ma insomma questa è stata una spesa fatta bene e non  me  ne pento. Un'altra spesa molto complicata è stata quella
Io naturalmente ho tirato nel prezzo, e dài, picchia e mena  me  l'ha rilasciata per duecentocinquanta lire. Gli ho dati
lire. Gli ho dati tutti i quattrini che avevo in tasca e  me  la son fatta portare a casa per le cinque, perché sapevo