Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Reuccio! ... Ricordatevi  chi  siete! Reginotta! Reginotta! ... Ricordatevi chi siete!
chi siete! Reginotta! Reginotta! ... Ricordatevi  chi  siete!
 Chi  sorride di lassù? Chi risponde di quaggiù? Feste e feste -
sorride di lassù?  Chi  risponde di quaggiù? Feste e feste - non è inganno! Nozze e
Mago):  Chi  sei?
 Chi  siete? Che cosa volete?
insonnolito):  Chi  mi vuole?
al giovane):  Chi  sei? Come ti chiami?
Regina Madre): S'intende! ...  Chi  vivrà vedrà!
come sopra):  Chi  sorride di lassù? Chi risponde di quaggiù? (Le Ancelle e la
come sopra): Chi sorride di lassù?  Chi  risponde di quaggiù? (Le Ancelle e la Fata si dileguano a
 Chi  vi ha detto che la Reginotta è prigioniera?
...  chi  sono! Mi chiamo Centovite! Voglio per moglie la Reginotta
 chi  è costui che sa tutto? Che ne dite, Eccellenza?
Invece a me, un brutto vecchiaccio ... (Al Ministro:)  Chi  era? Ve ne ricordate, signor Ministro?
sì beati i morti che bevon le rugiade...  Chi  saprà dir se in mare ei si getta o vi cade?
per  chi  vuol visitare con poco dispendio di tempo e denaro, tutto
da tavola, spaventato):  Chi  sei? Non è vero! Non è vero! (Tentando di rimettersi.) Non
sì bella occasione di prendere il largo e vendicarsi di  chi  lo aveva sì scelleratamente tradito.
e sedeva davanti la bottega, strimpellando e cantando: -  Chi  la vuol cruda, chi la vuol cotta E c'è chi vuole la
la bottega, strimpellando e cantando: - Chi la vuol cruda,  chi  la vuol cotta E c'è chi vuole la Reginotta. Chi la vuol
e cantando: - Chi la vuol cruda, chi la vuol cotta E c'è  chi  vuole la Reginotta. Chi la vuol cotta, chi la vuol cruda;
vuol cruda, chi la vuol cotta E c'è chi vuole la Reginotta.  Chi  la vuol cotta, chi la vuol cruda; Ma io vorrei ... E si
vuol cotta E c'è chi vuole la Reginotta. Chi la vuol cotta,  chi  la vuol cruda; Ma io vorrei ... E si fermava. Gli
lo so io! Un giorno, mentr'egli cantava, passò il Re. -  Chi  la vuol cotta, chi la vuol cruda; Ma io vorrei ... -
mentr'egli cantava, passò il Re. - Chi la vuol cotta,  chi  la vuol cruda; Ma io vorrei ... - Ebbene? Che vorresti? -
lo dico, Maestà, vi verrà la voglia come a me. - Dimmelo.  Chi  la vuol cotta, chi la vuol cruda; Ma io vorrei ... tanto di
vi verrà la voglia come a me. - Dimmelo. Chi la vuol cotta,  chi  la vuol cruda; Ma io vorrei ... tanto di coda! ... Tanto di
- Cantala un'altra volta. Il barbiere cominciò daccapo:  Chi  la vuol cruda, chi la vuol cotta, E c'è chi vuole la
volta. Il barbiere cominciò daccapo: Chi la vuol cruda,  chi  la vuol cotta, E c'è chi vuole la Reginotta. - E tu non
daccapo: Chi la vuol cruda, chi la vuol cotta, E c'è  chi  vuole la Reginotta. - E tu non vorresti la Reginotta?
si sedeva davanti la bottega, a strimpellare e a cantare: -  Chi  la vuol cotta, chi la vuol cruda; Non tutti gli uomini
bottega, a strimpellare e a cantare: - Chi la vuol cotta,  chi  la vuol cruda; Non tutti gli uomini hanno la coda! Chi la
chi la vuol cruda; Non tutti gli uomini hanno la coda!  Chi  la vuol cruda, chi la vuol cotta, E ora aspetto ... E si
Non tutti gli uomini hanno la coda! Chi la vuol cruda,  chi  la vuol cotta, E ora aspetto ... E si fermava. Gli
Ne vuol due e non n'ha una. La gente si domandava: -  Chi  ne vuol due e non ne ha una? - E una, e due, e tre, Lo so
schizzava foco e fiamme contro di lui; ma doveva frenarsi.  Chi  ce la poteva con quel demonio da che aveva la coda? E
Il barbiere accordò la chitarra e si mise a cantare: -  Chi  la vuol cotta, chi la vuol cruda; Non tutti gli uomini
la chitarra e si mise a cantare: - Chi la vuol cotta,  chi  la vuol cruda; Non tutti gli uomini hanno la coda! Chi la
chi la vuol cruda; Non tutti gli uomini hanno la coda!  Chi  la vuol cruda, chi la vuol cotta, E ora aspetto ... la
Non tutti gli uomini hanno la coda! Chi la vuol cruda,  chi  la vuol cotta, E ora aspetto ... la Reginotta! La
né cattiva. Il Re aveva una figliuola e voleva maritarla. -  Chi  vuoi sposare, figliuola mia? Il Reuccio di Francia? Il
hanno chiesto tutti e tre, e attendono la tua risposta. -  Chi  debbo sposar io, deve dirlo radichetta. - E chi mai è
risposta. - Chi debbo sposar io, deve dirlo radichetta. - E  chi  mai è cotesta radichetta? - Eccola qui. La Reginotta cavò
una radichetta scura, bitorzoluta. - Quando avrò vicino  chi  dovrà essere il mio sposo, la radichetta germoglierà. Me
cattiva - pensò il Re. E invitò i tre Reucci per vedere  chi  di loro avrebbe,avuto la virtù di far germogliare la
la raccolse, gli fiorì in mano. Questo è buon segno. -  Chi  sarà? Fatelo venire. Sarà un Re, certamente. Che Re! Era il
dirgli una parola, egli si mette a suonare e a cantare: -  Chi  la vuol cotta, chi la vuol cruda; Non tutti gli uomini
egli si mette a suonare e a cantare: - Chi la vuol cotta,  chi  la vuol cruda; Non tutti gli uomini hanno la coda! Chi la
chi la vuol cruda; Non tutti gli uomini hanno la coda!  Chi  la vuol cruda, chi la vuol cotta, Ora mi spetta la
Non tutti gli uomini hanno la coda! Chi la vuol cruda,  chi  la vuol cotta, Ora mi spetta la Reginotta. Se non son
e la chitarra al fianco, che andava sonando e cantando: -  Chi  la vuol cruda, chi la vuol cotta, Ora mi spetta la
fianco, che andava sonando e cantando: - Chi la vuol cruda,  chi  la vuol cotta, Ora mi spetta la Reginotta. Alla Reginotta
col Principe che strepitava e cantava da mattina a sera: -  Chi  la vuol cruda, chi la vuol cotta; ora mi spetta la
e cantava da mattina a sera: - Chi la vuol cruda,  chi  la vuol cotta; ora mi spetta la Reginotta -; con la
alla terribile loro esclamazione! Morte a nessuno! «Eppure,  chi  è più meritevole di morte che la setta malvagia la quale ha
foltissime; e gli occhi! il loro lampo colpiva come folgore  chi  ardiva affissarla. A sedici anni il suo portamento era
Eccomi! (Apre la bocca; ha gli occhi spalancati come  chi  attende di vedere una casa straordinaria.)
- Abbracciami, collega... - Dammi un bacio, fratello! - Ma  chi  ti disse... - Il tetto dove attaccasti il nido? Me l'ha
- Siam sempre al verde ? - La vita... - É un giocherello! -  Chi  guadagna e chi perde! - Via, ma vendere un libro che non
verde ? - La vita... - É un giocherello! - Chi guadagna e  chi  perde! - Via, ma vendere un libro che non costa un
Di  chi  è quella casa? Dimmelo, vecchio. - Quella ? - Dove è
viaggio. Si spedisce gratis il catalogo dei vari articoli a  chi  ne fa domanda per lettera.
terribile pugnale del carbonaro, ne ho ben donde! E  chi  potrebbe contemplare impassibile, questa terra benedetta da
questa terra benedetta da Dio, così maledetta dagli uomini?  Chi  potrebbe mirare indifferente gli sforzi d’una nazione
stessa la lasciava libera qualche giorno di piú ... Poi ...  chi  sa? Chi sa? ...
lasciava libera qualche giorno di piú ... Poi ... chi sa?  Chi  sa? ...
ci si è pentiti, riproduce l' inesorabilità delle scelte di  chi  vive. Quando il tuo re, per effetto della tua imperizia o
dei calciatori o dei ciclisti, che operano in squadra.  Chi  fa da sé, senza alleati né intermediari fra sé e la sua
le colpe di un suo insuccesso sul regista, o viceversa;  chi  lavora in un' industria sente la propria responsabilità
concorrenza, dal capriccio del mercato, dagli imprevisti.  Chi  insegna può incolpare i programmi, il preside, e
per sua scelta aperta ed ammessa, davanti al crollo cerca  chi  risponda al suo posto: vuole anche lui l' analgesico.
sul popolo tedesco, che non era stato degno di lui. Ma  chi  decide di attaccare con l' alfiere il punto che ritiene
Evangelista (5.22.), aveva sentito opportuno ammonire che  chi  avrà detto "raca" al suo fratello sarà sottoposto a
detto "raca" al suo fratello sarà sottoposto a giudizio, e  chi  lo avrà chiamato pazzo scenderà fra i dannati, è segno che
è viltà dare la colpa ai maestri, o comunque ad altri. Ora,  chi  è nudo, con la pelle scoperta e fittamente cosparsa di
Sovietica. Sarebbe bene, insomma, se tutti, e specialmente  chi  aspira al comando od alla carriera politica, imparassero
dal Campo di Porsenna. Oh sì! era pur bella Clelia! E  chi  poteva contemplarla senza sentirsi ardere nell’anima la
pietra, norme e divieti che già esistevano prima. Non si sa  chi  sia stato l' inventore dell' ottava o del sonetto; si sa
sia stato l' inventore dell' ottava o del sonetto; si sa  chi  li ha codificati. Il legislatore della poesia non è il
superate, o addirittura affette da un segno negativo.  Chi  scrivesse oggi un sonetto conforme alle regole canoniche
e musica, entrambe figlie del nostro bisogno di ritmo: c' è  chi  sostiene che lo acquistiamo prima della nascita, ascoltando
insistere su due altri vantaggi della rima, uno a favore di  chi  legge versi, l' altro a favore di chi scrive. Chi legge
rima, uno a favore di chi legge versi, l' altro a favore di  chi  scrive. Chi legge buoni versi desidera portarseli dietro,
favore di chi legge versi, l' altro a favore di chi scrive.  Chi  legge buoni versi desidera portarseli dietro, ricordarli,
questa virtù della rima. L' altra virtù è più sottile.  Chi  si prefigge di comporre in rima si impone un vincolo, che
forse anche meno solido, ma dirà di più alla fantasia di  chi  lo guarda, e porterà il segno di chi l' ha costruito. La
più alla fantasia di chi lo guarda, e porterà il segno di  chi  l' ha costruito. La rima, e in generale la regola,
quindi anche la funzione di rivelatori della personalità di  chi  scrive; e in effetti si osserva che le distanze reciproche
prima di morire: - Povero figliuolo! Povero figliuolo!  Chi  gl'insegnerà a fare un buco nell'acqua? Il giovane Principe
Maga, si era tutt'a un tratto ricordato delle parole: -  Chi  gli insegnerà a fare un buco nell'acqua? - Nessuno,
Ho bisogno del vostro consiglio. Non so decidermi da me. -  Chi  cerca, trova. Vi deciderete dopo, quando avrete trovato. -
patto ... - A patto? ... - Il patto ve lo spiegherà lei ...  Chi  cerca trova. Il Principe tornò al castello impensierito, ma
posso volere, devo attendere: mia madrina dice così. - E  chi  è tua madrina? - Fata Fiore. Il Principe perdé la testa,
trovava fata Fiore? Che pretendeva fata Fiore? ... - Dice:  Chi  ti vuol bene, dovrà adempire a un patto. - Quale? domandò
nell'acqua! Non c'era potenza di uomo che potesse riuscire!  Chi  gli aveva gettato quella mala sorte? Si mise a piangere
che, con questo patto, tu non troverai mai marito? - Dice:  chi  vuol bene fa miracoli. Avrebbe dato metà delle sue
dato metà delle sue ricchezze, fin metà del suo sangue a  chi  gli avesse insegnato il modo di fare un buco nell'acqua. Ma
con quella voce che pareva di usignuolo, e più imprecava a  chi  gli aveva gettato quella mala sorte. Aveva negli orecchi le
figliuolo! - Era da compiangere davvero! Aver trovato  chi  lo avrebbe fatto felice, e non poterla ottenere pel
buco nell'acqua! Tanto valeva dire no a dirittura! - Dice:  Chi  vuol bene fa miracoli. - Perché non lo fa lei un buco
prender sonno con quel pensiero fisso che lo torturava.  Chi  più di lui voleva bene? E intanto non trovava. Un buco
fiducioso in un avvenire di riparazione. Riparazione!? e da  chi  verrà la riparazione? Povero popolo!... dai restauratori
infelice! paria!, ilota delle nazioni! Riparazione!? Da  chi  riparazione? da chi s’inginocchia ogni giorno, ogni ora, a
ilota delle nazioni! Riparazione!? Da chi riparazione? da  chi  s’inginocchia ogni giorno, ogni ora, a piedi del sacerdozio
imprecava a denti stretti: - Accidempoli al galletto e a  chi  lo fa allevare! Un giorno Sua Maestà dovea scrivere a un
lo servì in tavola. Sua Maestà cominciò a dividerlo, a  chi  un'ala, a chi una coscia, a chi un po' di petto, a chi il
in tavola. Sua Maestà cominciò a dividerlo, a chi un'ala, a  chi  una coscia, a chi un po' di petto, a chi il codione: serbò
cominciò a dividerlo, a chi un'ala, a chi una coscia, a  chi  un po' di petto, a chi il codione: serbò per sé il collo e
a chi un'ala, a chi una coscia, a chi un po' di petto, a  chi  il codione: serbò per sé il collo e la testa colla cresta e
medici di Corte. Bisognerebbe spaccar la pancia del Re; ma  chi  ci si mette? E il galletto, di tanto in tanto, dal fondo
Il Re mandò a chiamare la fata Morgana. La Fata rispose: -  Chi  vuole vada, chi non vuole mandi. E il Re dovette andarci
la fata Morgana. La Fata rispose: - Chi vuole vada,  chi  non vuole mandi. E il Re dovette andarci egli stesso in
senza mescolare il grano, e poi dite: Billi, billi!  Chi  gli piace se ne pigli! E spargerete per terra questo grano
qui. Quando non ne rimarrà più un chicco: Billi, billi!  Chi  gli piace se ne pigli! E spargerete per terra quest'altro
grano. Quando non ne rimarrà più un chicco: Billi, billi!  Chi  gli piace se ne pigli! E spargerete per terra l'ultimo
di far tutto a puntino. Quando fu il momento: Billi, billi!  Chi  gli piace se ne pigli! E una metà delle galline morì.
se ne pigli! E una metà delle galline morì. Billi, billi!  Chi  gli piace se ne pigli! E il resto delle galline morì.
se ne pigli! E il resto delle galline morì. Billi, billi!  Chi  gli piace se ne pigli! Il gallo si mise a beccare lui solo,
il Reuccio! Ma, sottovoce, dicevano: - Staremo a vedere.  Chi  gallo nasce dee chicchiriare. Il Reuccio, dopo parecchi
voglia non la ebbe più. E il popolo: - Staremo a vedere!  Chi  da gallina nasce convien che razzoli. Dopo parecchi mesi il
per opera, per coraggio dei fratelli, pazienza! Ma  chi  la redime sono vittorie di stranieri. Sadowa, gloria
le lagune ed eran respinti dai coraggiosi repubblicani.  Chi  riconosce oggi quei fieri concittadini di Dandolo e dei
il grado di generale? Fu quella di sfidare i suoi cugini a  chi  avesse fatto il salto più alto e più pericoloso. Figuratevi
Raffaello. "E noi, se vuoi scommettere, facciamo con te a  chi  salta meglio la gora del mulino", dissero Gigino e
saputo che era una tartaruga, non sarei scappato." "O per  chi  l'avevi presa?", domandò Arnolfo ridendo. "L'avevi forse
cui passa Bruzzano, passa Affori, passa la Bovisa, e num...  chi  dorme non fa peccato. El mal l'è ch'è passaa anche la
NARCISO: Scende la gente, distacchen el vagon, e nun...  chi  dorme non piglia pesci. CAPO: Effeto de la vernaccia...
la Marianna la cocca... Ehi, sor cap, gh'ò temp de andà  chi  de feura un minut... CAPO: Ch'el faccia domà in pressa...
Marianna non sente NARCISO: Presto, Marianna, l'è chi, l'è  chi  el treno... CAPO: Presto chi parte. MARIANNA: esce dalla
Presto, Marianna, l'è chi, l'è chi el treno... CAPO: Presto  chi  parte. MARIANNA: esce dalla sala e dice passando : Quasi mi
grasso? IL CAPO: Col sior Ballanzini... BALLANZINI: Ma lu  chi  l'è? chi l'è lu? LUIGI: Son il marito di quella signora
IL CAPO: Col sior Ballanzini... BALLANZINI: Ma lu chi l'è?  chi  l'è lu? LUIGI: Son il marito di quella signora ch'era lì...
LUIGI: Son il marito di quella signora ch'era lì... E lei  chi  è? BALLANZINI: Son la moglie de quel signore grasso. LUIGI:
ch'el scusa se ghe parli senza conossel. El gh'à de lassà  chi  una miee giovina senza curalla? LUIGI: Son stato a cercare
le due varianti coincidono quasi sempre: è raro che  chi  scrive per divertire il suo pubblico non si diverta
il suo pubblico non si diverta scrivendo, ed è raro che  chi  prova piacere nello scrivere non trasmetta al lettore
leggeri e limpidi come bambini, lucidi e savi come  chi  ha vissuto a lungo e non invano. Il primo nome che mi viene
che non desidera. Ma appunto, le eccezioni ci sono, e  chi  ha sangue di poeta sa trovare ed esprimere poesia anche
lo dichiara, lo fa con la semplicità e la chiarezza di  chi  conosce a fondo la sua materia, ed arriva spontaneamente
Tuttavia, provo personalmente una certa diffidenza per  chi  "sa" come migliorare il mondo; non sempre, ma spesso, è un
guerre e stragi. 5) Per far conoscere le proprie idee.  Chi  scrive per questo motivo rappresenta soltanto una variante
o del divano di Freud. Non ho nulla da obiettare a  chi  scrive spinto dalla tensione: gli auguro anzi di riuscire a
scagliarla così com' è, ruvida e greggia, sulla faccia di  chi  legge: altrimenti rischia di contagiarla agli altri senza
mormorìo di assenso e venticinque destre si alzàrono. - E  chi  la guastasse, la pace? - dimandò Aronne. - A morte! -
- dimandò Aronne. - A morte! - echeggiàrono tutti. - Ma, e  chi  potrà dire: or la pace è guastata? - ridomandò Aronne con
- giacchè la volete una legge, propongo anzitutto, che  chi  uccide o ferisce sia ucciso Chi non accetta, si alzi. -
propongo anzitutto, che chi uccide o ferisce sia ucciso  Chi  non accetta, si alzi. - Nessuno si alzò. Nessuno l'ardiva.
il Letterato scrisse su 'n foglio l'unànime voto. Poi; - E  chi  ruba? ... e chi froda? ... e chi strugge? ... - A morte! -
su 'n foglio l'unànime voto. Poi; - E chi ruba? ... e  chi  froda? ... e chi strugge? ... - A morte! - interruppe il
l'unànime voto. Poi; - E chi ruba? ... e chi froda? ... e  chi  strugge? ... - A morte! - interruppe il Beccajo
un mammamìa color foglia-morta, e (borbottando:) - ...  chi  uccide, sia ucciso; chi ferisce, sia ucciso; chi ruba, sia
e (borbottando:) - ... chi uccide, sia ucciso;  chi  ferisce, sia ucciso; chi ruba, sia ucciso ... - Dunque non
- ... chi uccide, sia ucciso; chi ferisce, sia ucciso;  chi  ruba, sia ucciso ... - Dunque non c'è differenza tra il
e il medio la gola, e sì compiendo ribaldamente la frase -  chi  invade una donna non sua ... - - A morte! - compì Tecla la
lo Zangarino e Luiso il Tremila, e tu anche, o Raccagna ...  Chi  ne può troppe contare, ne ha ben poche da fare. - Ma ecco
Rappresentava la Indifferenza; non già la divina di  chi  moltìssimo sà, ma di chi niente. Un passo più giù e ci
Indifferenza; non già la divina di chi moltìssimo sà, ma di  chi  niente. Un passo più giù e ci saremmo trovati in pieno
fare, senza sapere che dire, tìmida no, ma analfabeta. -  Chi  è? - da ogni parte si chiese, e tutti le si affollàrono
a lui braccio a braccio - or che le sedie son prese,  chi  scavalca l'altrùi ... - - Impicca! - sbraitàrono
- sbraitàrono ferocemente i mariti. Ma solo i mariti. - E a  chi  il ricordare la legge? e il condannare? e il punire? -
legge se non per amore di questo - e mostrò il pugno. -  Chi  ha questo più forte è capoccia ... Lo è dunque il Beccaio.
dal fitto dove contendevano gli operai e le guardie, bravo  chi  avesse saputo quel che accadeva. La folla era feroce contro
uno che aveva riso, uno che aveva fatto il paciere e  chi  dava gomitate per cacciarsi avanti e chi ne dava per
fatto il paciere e chi dava gomitate per cacciarsi avanti e  chi  ne dava per tirarsi fuori. Un conduttore del tram di S.
aveva. Gli uditori si commovono, gemono le odi del Santo. E  chi  racconta una guarigione miracolosa ch'egli ha operata e chi
chi racconta una guarigione miracolosa ch'egli ha operata e  chi  ne racconta un'altra e chi dice di quel suo parlare che va
miracolosa ch'egli ha operata e chi ne racconta un'altra e  chi  dice di quel suo parlare che va all'anima e chi di quel
un'altra e chi dice di quel suo parlare che va all'anima e  chi  di quel viso che vale una predica e chi della sua povertà e
che va all'anima e chi di quel viso che vale una predica e  chi  della sua povertà e chi della carità che trova modo, così
di quel viso che vale una predica e chi della sua povertà e  chi  della carità che trova modo, così povero, di fare. Ecco da
oscure dell'ira. Parecchi urlano: "abbasso!" senza sapere  chi  vogliano giù. Ed ecco da capo i grandi cappelli dei
a capo; ma, fuggendo, i sei riescono a trar con sé  chi  l'uno e chi l'altro dei popolani meno infuriati, con la
ma, fuggendo, i sei riescono a trar con sé chi l'uno e  chi  l'altro dei popolani meno infuriati, con la promessa di
avrebbero fatto a brani. In Questura ridono del Santo e di  chi  gli crede. Raccontano ch'egli ha un amante, una signora
Anche parlando a quel modo, il suo vocione era tale, che  chi  stava a sentirlo ne restava intronato. E per punire i
bando da se stesso, ingrossando la voce più che poteva: -  Chi  saprà guarirmi dal vociooone, avrà tant'oro quanto peeesa!
salendo in cima alle montagne, gridando da quelle alture: -  Chi  saprà guarirmi dal vociooone, avrà tant'oro quanto peeesa!
bando da se stesso, ingrossando la Voce più che poteva: -  Chi  trova la Principessa Senza-liiingua avrà tant'oro quanto
in cima alle montagne e gridando da quelle alture: -  Chi  trova la Principessa Senza-liiingua avrà tant'oro quanto
di là; ma, essendo più sorde di tutti, ora davano ragione a  chi  aveva torto, ora torto a chi non c'entrava per niente, e
di tutti, ora davano ragione a chi aveva torto, ora torto a  chi  non c'entrava per niente, e accrescevano la babilonia in
strillava: - Pasticche per la voce! Pasticche per la voce!  Chi  l'ha la perde; e chi non l'ha non l'acquista! Pasticche!
per la voce! Pasticche per la voce! Chi l'ha la perde; e  chi  non l'ha non l'acquista! Pasticche! Pasticche! Re Tuono,
- Che intendi dire con cotesto tuo: "Chi l'ha, la perde e  chi  non l'ha non l'acquista?". - La verità, Sacra Corona. Provi
detto una donna, se non avesse avuto i capelli corti. -  Chi  sei? Come ti chiami? - Mi chiamano il Senza-lingua. Ma Sua
in piazza: - Pasticche per la voce! Pasticche per la voce!  Chi  l'ha, la perde; e chi non l'ha non l'acquista! Pasticche!
per la voce! Pasticche per la voce! Chi l'ha, la perde; e  chi  non l'ha non l'acquista! Pasticche! Pasticche! Il Re,
Non può entrarvi nessuno, neppur io; ho dato la mia parola.  Chi  lo sentiva? Lo vedevano gesticolare con le braccia e
fallì. Maturo è il frutto, secca la foglia; Dite la vostra,  chi  più n'ha voglia.
ma ho fatto finta di nulla, e anzi, ho detto a un tratto: -  Chi  è malato, mamma? - Nessuno, - ha risposto subito Ada, con
Bambolina e si allontanò dalla spiaggia: - Bada, pescatore!  Chi  inganna è ingannato. Si rituffò in mare e disparve con
questo qui? - Cento lire. - Uh! Una miseria! Tenete. - A  chi  li date cotesti gusci di telline? Qui non si fa la
- Uh! Una miseria! Tenete. - Qui non si fa la burletta. A  chi  li date cotesti gusci di telline? Se ne tornò a casa
stesso! La Donna-pesce gliel'aveva detto: "Bada, pescatore!  Chi  inganna è ingannato". E già si trovava bell'e ingannato con
quel caso? La gente cominciò a sospettare e a ciarlare. -  Chi  sa che n'hanno fatto, povera creaturina! L'hanno ammazzata
e ci sono tanti bei pesci. - Conducimi. I pesci di  chi  sono? - Sono vostri, se li volete. Venitemi dietro, per non
gli manca nulla? - Non gli manca nulla. - Bada pescatore!  Chi  inganna è ingannato. E la donna-pesce si rituffò in mare
perfettamente. La donna-pesce l'aveva ingannato. -  Chi  t'ha fatto questa bambola? Il Re la voltava e rivoltava fra
- Bambolina è in fondo al mare, Il Reuccio dee sposare.  Chi  l'ha fatta e può disfarla Vada subito a cercarla. - Il
- Bambolina è in fondo al mare, Il Reuccio dee sposare.  Chi  l'ha fatta e può disfarla Vada subito a cercarla. Il Re si
della Corona per consultare i Ministri. - Che vuol dire:  Chi  l'ha fatta e può disfarla? Nessuno riusciva a capirlo. Chi
Chi l'ha fatta e può disfarla? Nessuno riusciva a capirlo.  Chi  l'ha fatta è sua madre; ma come mai può disfarla? Ci
donna picchia e chiama: - Donna-pesce! O donna-pesce! -  Chi  mi vuole? Chi sei? - Sono la madre di Bambolina. - Che sei
e chiama: - Donna-pesce! O donna-pesce! - Chi mi vuole?  Chi  sei? - Sono la madre di Bambolina. - Che sei venuta a fare?
- Non posso, non posso. - La bambola di legno ha detto:  Chi  l'ha fatta e può disfarla Venga subito a pigliarla. - E tu
della riva era ingombra di pesci mezzi vivi; ne prendeva  chi  voleva. Gli stessi pescatori li davano in regalo; non
in tutto il suo regno non si mangiasse altro che pesce.  Chi  l'allunga e chi l'accorcia, La mia è detta; ora, la vostra.
suo regno non si mangiasse altro che pesce. Chi l'allunga e  chi  l'accorcia, La mia è detta; ora, la vostra.
Corona. - Che cosa poteva farsi? - Maestà, Fate un bando:  Chi  guarisce la Reginotta sarà genero del Re. E i banditori
partirono per tutto il regno, con tamburi e trombette. -  Chi  guarisce la Reginotta sarà genero del Re! In una città
che, a suon di tamburi e di trombette, andavan gridando: -  Chi  guarisce la Reginotta, sarà genero del Re. - Che male ha la
- Buona Fata, c'è la Reginotta ch'è diventata di stoppa, e  chi  la guarisce sarà genero del Re. Insegnatemi il rimedio: mi
tutto contento, si presenta al Re: - Maestà, è vero che  chi  guarisce la Reginotta sarà genero del Re? - Vero,
un palazzo simile a quello del Mago. Picchiò al portone. -  Chi  sei? Chi cerchi? - Cerco Cornino d'oro. - Capisco: ti manda
simile a quello del Mago. Picchiò al portone. - Chi sei?  Chi  cerchi? - Cerco Cornino d'oro. - Capisco: ti manda mio
un palazzo simile a quello del Mago. Picchiò al portone. -  Chi  sei? Chi cerchi? - Cerco Manina d'oro. - Capisco: ti manda
simile a quello del Mago. Picchiò al portone. - Chi sei?  Chi  cerchi? - Cerco Manina d'oro. - Capisco: ti manda mio
palazzo simile a quello del Mago. Picchiò al portone. -  Chi  sei? Chi cerchi? - Cerco Piedino d'oro. - Capisco: ti manda
simile a quello del Mago. Picchiò al portone. - Chi sei?  Chi  cerchi? - Cerco Piedino d'oro. - Capisco: ti manda mio
la morte: e il dolore, l'ansia, l'affanno che dominano, in  chi  scrive, ogni cura, d'arte, dicano quanto dovette soffrire
possa esser mai assicurato al popolo napoletano, di cui  chi  scrive si onora e si gloria di esser fraterna emanazione.
- Compare, volete disfarvi di questi quattro sassi? C'è  chi  li pagherebbe tre volte più della stima. - Questi sassi son
Re. - Compare, volete disfarvi di questi quattro sassi? C'è  chi  li pagherebbe dieci volte più della stima. - Questi sassi
sicuro di aver buono in mano. Volea vederlo, quell'Uomo!  Chi  sa che grugno! E appena l'ebbe alla sua presenza: - C'è
di quel maledetto contadino e star lì fino all'alba.  Chi  sa? Qualcosa avrebbero visto. - Benone! Andarono; e siccome
tu Ministro di palazzo reale. - Maestà, c'è una condizione:  Chi  vuole la mia figliuola Dee star sette anni alla pioggia e
sole; E se sette anni alla pioggia e al sole non sta, Fosse  chi  fosse, non l'otterrà. Il Re avrebbe voluto darglieli lui la
e prima di sonare, gli diceva: - Maestà, rammentatevi bene:  Chi  tocca stronca, Chi parla falla! E tì, tìriti, tì, di botto
gli diceva: - Maestà, rammentatevi bene: Chi tocca stronca,  Chi  parla falla! E tì, tìriti, tì, di botto il pagliaio
mettesse a sonare senza ripetergli: - Maestà, rammentatevi:  chi  tocca stronca, chi parla falla. Quando, tì, tìriti, tì ...
ripetergli: - Maestà, rammentatevi: chi tocca stronca,  chi  parla falla. Quando, tì, tìriti, tì ... apparve la ragazza
Un ceppo bitorzoluto! - Maestà, ve l'avevo pur detto io:  Chi  tocca stronca, Chi parla falla! Il Re pareva di sasso: -
- Maestà, ve l'avevo pur detto io: Chi tocca stronca,  Chi  parla falla! Il Re pareva di sasso: - Bisognava
fra le braccia? Un ceppo bitorzoluto. - Ah, Maestà, Maestà!  Chi  tocca stronca, Chi parla falla! Il Re pareva di sasso: -
ceppo bitorzoluto. - Ah, Maestà, Maestà! Chi tocca stronca,  Chi  parla falla! Il Re pareva di sasso: - Bisognava
Egli era e rimaneva l'uomo occulto.  Chi  gli aveva detto che un nemico lo aspettava in casa?
non era giudicabile, non era forse nemmeno comprensibile.  Chi  poteva affermare con l'esattezza necessaria a ottenere una
con l'esattezza necessaria a ottenere una condanna,  chi  poteva affermare che quell'uomo percepiva quanto era
vostra... Insomma, dove sei stato, che cosa hai fatto,  chi  hai visto, con chi hai parlato?... Non ne posso più! Ella
dove sei stato, che cosa hai fatto, chi hai visto, con  chi  hai parlato?... Non ne posso più! Ella si esprimeva con
Nella parte del Foro Bonaparte, che trovasi a sinistra di  chi  si reca al Corso Garibaldi, lambente la strada, si sta
che, affacciata alla finestra, lo minacciava con la mano.  Chi  aveva provato quelle frustate non ci tornava più; ma della
suo palazzo sor- geva in vetta a una collina, nei cui fian-  chi  teneva accumulati tutti i suoi tesori. I mari erano
Re era infe- lice. Un pensiero fisso lo perseguitava. - A  chi  avrebbe lasciato la co- rona? - Aveva fratelli, nipoti,
ordini, un terzo aveva cospirato contro di lui; insomma,  chi  più, chi meno, tutti gli erano usciti di grazia, e non
un terzo aveva cospirato contro di lui; insomma, chi più,  chi  meno, tutti gli erano usciti di grazia, e non voleva a
cominciò a formicolar di gente, e il Re ri- ceveva tutti.  Chi  gli suggeriva l'uso di un medi- camento; chi di campare di
ceveva tutti. Chi gli suggeriva l'uso di un medi- camento;  chi  di campare di solo latte; chi di mettersi sotto una campana
l'uso di un medi- camento; chi di campare di solo latte;  chi  di mettersi sotto una campana di cristallo. Il Re non aveva
voleva entrare e la sentinella gl'impediva il passo. Disse  chi  era; gli risero in faccia, af- fermandogli che il Re era
loro fedeltà. Chiese dei grandi del Regno e apprese che  chi  parteggiava per un pretendente al trono, chi per un altro,
e apprese che chi parteggiava per un pretendente al trono,  chi  per un altro, e la pace era di- strutta; la guerra e la
blande Nereidi, gesti da cortigiane, incliini di Elfi, o di  chi  al suol prosternasi per un tozzo di pane. Neghi a quei rami
tozzo di pane. Neghi a quei rami un sentimento, un'anima,  chi  non nacque poeta! Quegli non oda il sovrumano eloquio ,
la persona, per attestare che tre virtù sono necessarie a  chi  la maneggia, fortezza nel pensare, fortezza nel fare,
di qui, ti romperesti la fronte nell'arco della porta?  Chi  t'ha insegnato a metterti in sella come un indiavolato? Il
casato, fatti cuore e pensa che il giuoco fu buono. Dimmi:  chi  ti diede questa? - e il padre gli toccava la scalfittura
e tu mi ascolti con quella reverenza che si conviene a  chi  si accinge a prestare un giuramento. Ti ripeto: figliuolo,
con me!... Chiamavo, spiavo, salutavo!... Perchè fuggi? Ma  chi  fuggiva? Fuggiva per ritornare: ritornava per fuggire...
fuggiva? Fuggiva per ritornare: ritornava per fuggire...  Chi  era? - Ascolta, figliuolo. . . . . . . . . . . . . . . . .
dovevano spargere fiori! Aveva diciassett'anni o poco meno.  Chi  era Oldrado? Ella nol conosceva. Messer Eude le aveva
giardini dalla eterna primavera, la sua mente desiosa? -  Chi  è il mio sposo? - domandava la gentile al padre, varcando
la prima volta. - Perchè si ritarda adunque dall'armi?  Chi  sarà il mio sposo? - È Oldrado. - Così diceva messer Eude.
entrò nello steccato, e s'assise al posto eminente. -  Chi  è lo sposo? - ridomandò la giovinetta ad Eude. - Ti dissi.
Non si deve conoscere alcuno nell'armi. - Sì, non conosce  chi  non vuole. Chi dei castellani a venti miglia tutt'ingiro ha
alcuno nell'armi. - Sì, non conosce chi non vuole.  Chi  dei castellani a venti miglia tutt'ingiro ha un bianco come
questo pare nato per le mie ginocchia! e l'armi saldissime!  Chi  ha pagato Unfrido? E dov'è? Là proprio vicino al mio bianco
vicino al mio bianco e tiene la staffa al cavaliero.  Chi  è quel cavaliero? Per Dio! quell'animale è tutto fuoco, e
quell'animale è tutto fuoco, e crede di reggere il padrone!  Chi  è quel cavaliero? Facendo il giro dello steccato, passai
facce all'insù, perchè madonna ascoltasse. Diceva uno: -  Chi  è lo sposo? E l'altro: - Non lo sapete? - Costui che passa,
tra messere dal cavallo morello e quello là dal bianco. - -  Chi  è quello? - Evviva lo sposo! Mi sentii le briglie tra mano
quella dell'anima: il perchè io ruggivo domandandomi: - E  chi  è questo dannato? - In lui, credo, succedesse altrettanto,
al palco di madonna. Si alzavano d'ogni intorno le grida:  chi  parteggiava per il morello, chi per il bianco, chi per lo
d'ogni intorno le grida: chi parteggiava per il morello,  chi  per il bianco, chi per lo sposo, chi per l'avversario, chi
grida: chi parteggiava per il morello, chi per il bianco,  chi  per lo sposo, chi per l'avversario, chi pel sinistro e chi
per il morello, chi per il bianco, chi per lo sposo,  chi  per l'avversario, chi pel sinistro e chi pel dritto. Messer
chi per il bianco, chi per lo sposo, chi per l'avversario,  chi  pel sinistro e chi pel dritto. Messer Eude non poteva
chi per lo sposo, chi per l'avversario, chi pel sinistro e  chi  pel dritto. Messer Eude non poteva restare indifferente a
sorrise! Eude mostrò grandissima sorpresa, e domandò: - Ma  chi  aveva cavallo, bianco? -Lo sposo mio! - affermò vivacemente
la ciarpa - Ed io non so come si tenesse in piedi: -  Chi  aveva cavallo bianco? - domandò la fanciulla dolorosissima.
strappa la veste, gridando: - Messere! messere! i nemici! -  Chi  è? - Adalberto! O Signore! nel castello so che eravamo male
questa babilonia che si chiama Europa civile? L’Europa! ove  chi  fatica muore dalla fame e gli oziosi nuotano