mostra l’aumento della tassa sul pane ed il relativo rimpicciolimento del pane stesso). «Cosicché — conclude applaudito l’oratore - invece della
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cittadinanza si fa- ceva passare la lente delle illusioni. Ridurremo le tasse — scrisse il Popolo — e specialmente la tassa sul pane. E nel novembre 1902
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, impiegati costretti a tutte le abdicazioni per non perdere un tozzo di pane, lavoratori privati di ogni libertà di associazione e sottoposti al monopolio
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nebbia, gridando pane e lavoro, esuli, non ospiti; e noi stessi in volontario esilio, quando sediamo a una tavola comune non occupa più il pensiero
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, consideriamo il tozzo di pane buttatoci come a mendichi, mentre noi avevamo sperato, sognato un banchetto, e allora il sangue ci sale al viso e gridiamo colla
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offriva infine loro l’ambiente di Innsbruck? Sì, è vero, è una pagnotta, una pagnotta di pane nero, se volete, che ci offre il Governo; ma noi abbiamo
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conviene, se mi sfidate, che dite pane al pane o vino al vino. Questi furono, o socialisti, i vostri capi, eppure voi siete sempre pronti a credere a
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Municipio di fronte ai padroni fornai col conseguente rimipicciolimento del pane, si pensi alle tasse sull’acqua ed al modo con cui venne imposta
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al punto che quando volle fare un atto energico con il decreto sul prezzo del pane, fu dai partiti costituzionali lasciato in pasto all’accanimento
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al punto che quando volle fare un atto energico con il decreto sul prezzo del pane, fu dai partiti costituzionali lasciato in pasto all’accanimento
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